Auto da fè è una dichiarata polemica contro gli aspetti involutivi della modernità, contro la nuova barbarie del consumismo;
- della massificazione culturale;
- della mercificazione dell'arte;
- della meccanizzazione della vita
- e della reficazione dell'uomo.
- Montale denuncia la fine dell'antropocentrismo;
- l'alienazione;
- il trionfo dell'immagine sulla parola scritta.
Chiama incapacità di volere e di sentire quel vuoto interiore generato dal "mercato del nulla", dalla mancanza di ideali e di valori. Montale profeticamente annuncia la fine della libertà in un mondo dominato e controllato dai mass media dove la teologia del progresso scientifico e tecnico ha garantito la vittoria dell'homo faber sull'homo sapiens.
« Un auto da fé (atto di fede o meglio «della fede») è per me la presente raccolta di scritti pubblicati in due tempi diversi e separati da un lungo intervallo. Naturalmente, il tempo cronologico non sempre coincide col tempo psicologico. E così è potuto accadere che un saggio del ’56 sia entrato nella prima parte; mentre restano in una collocazione intermedia, e hanno funzione di cerniera, pochi brani del ’46--’47. E quanto al titolo: se il lettore volesse intenderlo nell’accezione più nota, sappia che io sono d’accordo con lui perché licenziando queste cronache ho l’impressione di buttarle nel fuoco e di liberarmene per sempre. »
Eugenio Montale, Auto da fé - 1ª ed. originale, giugno 1966
Tutto fa pensare che l'uomo d'oggi sia più che mai estraneo vivente tra estranei, e che l'apparente comunicazione della vita odierna − una comunicazione che non ha precedenti − avvenga non tra uomini veri ma tra i loro duplicati.
Eugenio Montale, Auto da fé, 1966
La vita deve essere vissuta, non pensata,
perché la vita pensata nega se stessa e si mostra come un guscio vuoto.
Bisogna mettere qualche cosa dentro questo guscio, non importa che cosa.
Eugenio Montale, Auto da fé, 1966
“Gente che si chiede sempre come impiegare il tempo,
gente eternamente in lotta con la noia.
Dolore autentico, nel senso antico,
e non il moderno spleen dev'essere la loro noia;
incapacità di sopportarsi,
non perché si trovino di fronte
a un loro odioso alter ego,
ma perché posti in faccia al nulla assoluto.”
Eugenio Montale, Auto da fé, 1966
L'uomo dell'avvenire dovrà nascere fornito di un cervello
e di un sistema nervoso del tutto diversi da quelli di cui disponiamo noi,
esseri ancora tradizionali, copernicani, classici.
Eugenio Montale, Auto da fé, 1966
traccia della prima prova dell'esame di Stato del 2012,
che riguardava un brano in prosa di Eugenio Montale,
corredato da una serie di domande di comprensione,
analisi ed interpretazione personale. Questo è il testo su cui lavoreremo:
Ammazzare il tempo di Eugenio Montale, da Auto da Fé.
Cronache in due tempi, Il Saggiatore, Milano 1966.
Il problema più grave del nostro tempo non è tra quelli che si vedono denunziati a carattere di scatola nelle prime pagine dei giornali; e non ha nulla in comune, per esempio, con il futuro status di Berlino o con l'eventualità di una guerra atomica distruggitrice di una metà del mondo.
Problemi simili sono d'ordine storico e prima o poi giungono a una soluzione, sia pure con risultati spaventosi. Nessuna guerra impedirà l'umanità futura di vantare ulteriori magnifiche sorti nel quadro di una sempre più perfetta ed ecumenica civiltà industriale. Un mondo semi distrutto che risorgesse domani dalle ceneri, in pochi decenni assumerebbe un volto non troppo diverso dal nostro mondo d'oggi. Anzi, oggi è lo spirito di conservazione che rallenta il progresso. Qualora non ci fosse più nulla da conservare il progresso tecnico si farebbe molto più veloce. Anche l'uccisione su larga scala di uomini e di cose può rappresentare, a lunga scadenza, un buon investimento del capitale umano. Fin qui si resta nella storia. Ma c'è un'uccisione, quella del tempo, che non sembra possa dare frutto. Ammazzare il tempo è il problema sempre più preoccupante che si presenta all'uomo d'oggi e di domani.
Non penso all'automazione, che ridurrà sempre più le ore dedicate al lavoro.
Può darsi che quando la settimana lavorativa sarà scesa da cinque a quattro o a tre si finisca per dare il bando alle macchine attualmente impiegate per sostituire l'uomo. Può darsi che allora si inventino nuovi tipi di lavoro inutile per non lasciare sul lastrico milioni o miliardi di disoccupati; ma si tratterà pur sempre di un lavoro che lascerà un ampio margine di ore libere, di ore in cui non si potrà eludere lo spettro del tempo.
Perché si lavora?
Certo per produrre cose e servizi utili alla società umana, ma anche, e soprattutto, per accrescere i bisogni dell'uomo, cioè per ridurre al minimo le ore in cui è più facile che si presenti a noi questo odiato fantasma del tempo. Accrescendo i bisogni inutili, si tiene l'uomo occupato anche quando egli suppone di essere libero.
“Passare il tempo” dinanzi al video o assistendo a una partita di calcio non è veramente un ozio, è uno svago, ossia un modo di divagare dal pericoloso mostro, di allontanarsene. Ammazzare il tempo non si può senza riempirlo di occupazioni che colmino quel vuoto. E poiché pochi sono gli uomini capaci di guardare con fermo ciglio in quel vuoto, ecco la necessità sociale di fare qualcosa, anche se questo qualcosa serve appena ad anestetizzare la vaga apprensione che quel vuoto si ripresenti in noi.
Eugenio Montale (Genova, 1896 – Milano, 1981) è noto soprattutto come poeta.
Merita però di essere ricordato anche come prosatore.
Lo stesso Montale raccolse in Farfalla di Dinard (prima ed. 1956) e Auto da fé (prima ed. 1966) scritti in prosa apparsi in precedenza su giornali e riviste. Il brano che si propone è tratto da un testo pubblicato originariamente nel “Corriere della Sera” del 7 novembre 1961.
Dopo averci fornito delle minime informazione bio-bibliografiche sul nostro autore,
la consegna della prova d'analisi letteraraia ci chiede quanto segue:
1. Comprensione del testo
Riassumi tesi e argomenti principali del testo.
2. Analisi del testo
2.1 Quali sono i problemi risolvibili secondo Montale?
2.2 Spiega il significato che Montale attribuisce all'espressione “ammazzare il tempo”.
2.3 Perché si accrescono i “bisogni inutili” e si inventeranno “nuovi tipi di lavoro inutile”?
2.4 Noti nel testo la presenza dell'ironia? Argomenta la tua risposta.
2.5 Esponi le tue osservazioni personali in un commento di sufficiente ampiezza.
3. Interpretazione complessiva e approfondimenti
Sulla base dell'analisi condotta, ricerca la “visione del mondo” espressa nel testo e approfondisci la ricerca con opportuni collegamenti ad altri testi di Montale. Alternativamente, soffermati sul grado di attualità/inattualità dei ragionamenti di Montale sul lavoro e sul tempo.
Il testo è già in prosa, quindi per fortuna non c'è bisogno di farne la parafrasi.
Passiamo direttamente al riassunto della tesi e degli argomenti principali:
per prima cosa cerchiamo nel brano i concetti chiave.
Eccone alcuni (in grassetto nel testo sopra riportato):
1) “Il problema più grave del nostro tempo non è tra quelli che si vedono denunziati a carattere di scatola nelle prime pagine dei giornali”;
2) “Nessuna guerra impedirà l'umanità futura di vantare ulteriori magnifiche sorti nel quadro di una sempre più perfetta ed ecumenica civiltà industriale”;
3) “Ma c'è un'uccisione, quella del tempo, che non sembra possa dare frutto. Ammazzare il tempo è il problema sempre più preoccupante che si presenta all'uomo d'oggi e di domani”;
4) “Si tratterà pur sempre di un lavoro che lascerà un ampio margine di ore libere, di ore in cui non si potrà eludere lo spettro del tempo”;
5) “Perché si lavora? [...] Soprattutto, per accrescere i bisogni dell'uomo, cioè per ridurre al minimo le ore in cui è più facile che si presenti a noi questo odiato fantasma del tempo”;
6) “Passare il tempo [...] è un modo di divagare dal pericoloso mostro, di allontanarsene. [...] E poiché pochi sono gli uomini capaci di guardare con fermo ciglio in quel vuoto, ecco la necessità sociale di fare qualcosa”.
Fatto questo, possiamo riscriverli in forma diversa, indicando che si tratta del pensiero dell'autore. Ecco come potremmo procedere:
1) Nel brano analizzato, Eugenio Montale spiega che i principali problemi della società moderna non sono quelli indicati nei giornali, e neppure il rischio di una guerra nucleare. Ciascuno di essi, afferma l'autore, non potrà in alcun modo impedire il destino della civiltà industriale, che è quello di un progresso sempre più perfetto. Civiltà che Montale descrive addirittura come “ecumenica”. Al contrario, un problema per cui non sembra esserci soluzione è quello del tempo, o più esattamente dell'”ammazzare il tempo”. Con questo concetto Montale intende [...]
In questa domanda ci converrà anche spendere qualche parola per descrivere lo stile del brano:
Lo stile utilizzato dall'autore è funzionale al mezzo di comunicazione utilizzato. Il brano è un articolo di giornale, e per questo Montale ha utilizzato un registro – appunto – giornalistico: secco e ricco di frasi brevi. Va anche sottolineata la natura fortemente ironica del testo, che riduce persino l'eventualità di una guerra nucleare a un problema tutto sommato trascurabile; è piuttosto la difficoltà di ammazzare il tempo [...]
La seconda parte costituisce l'analisi del testo vera e propria, e consiste nel rispondere a cinque domande. Per farlo andiamo a cercare nel brano di Montale le parti che ci interessano. Un punto importante da ricordare è che verremo valutati per la nostra capacità di fornire in maniera esatta le informazioni che ci vengono chieste. Attenzione infatti: scopo delle domande non è certo mostrare che sappiamo tutto di Montale o riempire il foglio di dettagli fuori tema. Rispondere alle domande è poi più facile se abbiamo già riassunto il contenuto del brano, in cui (anche se molto in breve) c'è già tutto ciò di cui parleremo più avanti. Ecco come potrebbero iniziare le risposte ad ogni singolo quesito:
2.1) Nel brano viene spiegato che ad essere risolvibili sono i problemi che ogni giorno vengono denunciati a caratteri cubitali sui quotidiani, fra cui anche il pericolo di una guerra nucleare. Questo perché, secondo Montale [...]
2.2) L'autore assegna all'espressione “ammazzare il tempo” un significato specifico: egli intende cioè il modo in cui impiegare le ore libere della propria giornata che, a causa dell'industrializzazione, diventano sempre di più e [...]
2.3) I bisogni inutili vengono accresciuti perché con essi aumenta, di pari passo, il tempo a disposizione dell'uomo. Più tempo libero, dunque, che come scrive Montale è necessario riempire “dinanzi al video o assistendo a una partita di calcio” [...]
2.4) L'ironia è senza dubbio presente nel testo dell'autore, anche se in forma implicita, sottile. Essa non viene mai dichiarata, ma emerge nel momento in cui si legge che “anche l'uccisione su larga scala di uomini e di cose può rappresentare, a lunga scadenza, un buon investimento del capitale umano”. Con questo Montale intende dire che [...]
L'ultima domanda ci chiede di proporre delle nostre osservazioni personali. È un punto più delicato, in cui possiamo scrivere se siamo o meno d'accordo con quello che dice l'autore e perché:
2.5) I problemi sottolineati da Montale possono essere affrontati da due punti diversi. Da un lato non c'è nessun dubbio che il tempo libero a disposizione delle persone è andato via via aumentando, insieme allo sviluppo delle civiltà industriali moderne. In questo senso l'autore coglie un punto essenziale. D'altra parte il valore attribuito al tempo libero - e dunque la necessità di riempirlo - può anche non essere considerato un problema quanto piuttosto la liberazione dalla fatica del lavoro e [...]
Non restano che l'interpretazione complessiva e gli approfondimenti. La difficoltà principale non consiste tanto nel lavoro da fare al momento della prova d'esame, quanto nel fatto che entrambi richiedono già una conoscenza pregressa degli argomenti trattati. In questo caso, per esempio, è importante aver studiato le altre opere di Montale, così da sottolineare il modo in cui il testo proposto si inserisce nel suo percorso letterario:
3) Il brano pubblicato sul Corriere della Sera affronta uno degli aspetti classici della produzione letteraria di Montale: il concetto di modernità e il ruolo dell'uomo rispetto a essa. In questo senso il testo prosegue un cammino già cominciato con [...]
Se invece pensiamo di non conoscere poi così bene le opere precedenti dell'autore, possiamo scegliere la seconda parte del quesito. In essa ci viene chiesto di porre il testo all'interno di una cornice contemporanea, così da stabilire se le idee dell'autore sono o meno rilevanti rispetto ai temi di cui si discute oggi; ad esempio, in questo modo:
3) La questione del tempo e del modo in cui esso viene occupato, soprattutto rispetto al tema del lavoro, è ancora oggi di estrema attualità. Vi è però una differenza sostanziale rispetto al periodo storico in cui scriveva Montale: nel 1961 l'Italia era al culmine del boom economico e le condizioni di vita delle persone stavano migliorando in maniera sostanziale, offrendo a tutti più opportunità fra cui – appunto – la capacità di disporre di una maggiore quantità di tempo libero. Oggi tuttavia la situazione è molto diversa, e anzi [...]
http://www.oilproject.org/lezione/maturita-come-si-fa-analisi-del-testo-poetico-narrativo-7229.html
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