venerdì 4 novembre 2016

Emil Cioran. Lacrime e santi. Dio si insedia nei vuoti dell’anima. Sbircia i deserti interiori, perchè a somiglianza della malattia, egli predilige occupare i punti di minor resistenza. Una creatura armoniosa non può credere in Lui. Sono stati i poveri e gli infermi a “lanciarlo”, ad uso e consumo di chi si tormenta e dispera.

Più leggo i pessimisti, più amo la vita.
Dopo una lettura di Schopenhauer reagisco come un fidanzato. 
Schopenhauer ha ragione di sostenere che la vita è soltanto un sogno.
Ma dà prova di grave incoerenza quando, invece di incoraggiare le illusioni, le smaschera facendo credere che al di là di esse ci sia qualcosa. Chi potrebbe sopportare la vita, se fosse reale? Sogno, essa è una mescolanza di terrore e di incantamento alla quale si cede.
Emil Cioran, Lacrime e santi


Dio si insedia nei vuoti dell’anima.
Sbircia i deserti interiori, perchè a somiglianza della malattia, egli predilige occupare i punti di minor resistenza. Una creatura armoniosa non può credere in Lui. Sono stati i poveri e gli infermi a “lanciarlo”, ad uso e consumo di chi si tormenta e dispera.
Emil Cioran, “Lacrime e santi”


Dio ha creato il mondo per paura della solitudine; è questa l'unica spiegazione possibile della Creazione. La sola ragion d'essere di noi creature è di distrarre il Creatore. Poveri buffoni, dimentichiamo che stiamo vivendo i nostri drammi per divertire uno spettatore di cui finora nessuno al mondo ha sentito gli applausi. E se Dio ha inventato i santi - come pretesti di dialogo - lo ha fatto per alleggerire un po' di più il peso del suo isolamento. Quanto a me, la mia dignità esige che io gli opponga altre solitudini, altrimenti non sarei che un giullare in più.
Emil Cioran, Lacrime e santi


Non la conoscenza ci avvicina ai santi, bensì il destarsi delle lacrime che dormono nel più profondo di noi. Soltanto allora, grazie alle lacrime, approdiamo alla conoscenza e comprendiamo come si possa diventare santo dopo essere stato uomo. 
Emil Cioran, Lacrime e Santi


Funzione del nostro disperare, Dio dovrebbe continuare a esistere anche davanti a prove irrefutabili della sua inesistenza. A dire la verità, tutto depone per lui e contro di lui al tempo stesso, perché tutto ciò che è lo smentisce e lo convalida. Anche la bestemmia e la preghiera si giustificano nello stesso istante. Quando le proferite insieme, vi avvicinate al rappresentante supremo dell'Equivoco.
Emil Cioran, Lacrime e santi


La teologia è la negazione di Dio
Che idea bizzarra, mettersi in cerca di argomenti per provare la sua esistenza! 
Tutti quei Trattati non valgono un’esclamazione di Santa Teresa. 
Da quando la teologia esiste, non una sola coscienza ne ha ricavato una certezza in più, perché essa non è altro che la versione atea della fede. Il più modesto balbettio mistico è più vicino a Dio che la Summa theologica. Tutto ciò che è istituzione e teoria cessa di essere vivo. 
La Chiesa e la teologia hanno assicurato a Dio un’agonia duratura. 
Soltanto la mistica, di tanto in tanto, lo ha rianimato”
E. Cioran, Lacrime e santi


Spesso mi metto a pensare a quegli eremiti della Tebaide che si scavavano una tomba per versarvi giorno e notte le loro lacrime. Se qualcuno chiedeva il motivo di tanta afflizione, rispondevano che piangevano la loro anima.
Nell'indeterminatezza del deserto, la tomba è un'oasi, un luogo e un sostegno. Si scava il proprio buco per avere un punto fermo nello spazio. E si muore per non smarrirsi.
Emil Cioran, “Lacrime e santi”


Più i paradossi su Dio sono audaci, meglio ne esprimono l'essenza. 
Perfino le ingiurie gli sono più vicine della teologia o della meditazione filosofica. 
Rivolte agli uomini sarebbero irrimediabilmente grossolane, o irrilevanti; l'uomo non ha in sé alcuna responsabilità, dato che all'origine dell'errore e del peccato è il suo creatore. La caduta di Adamo è prima di tutto un disastro divino. L'Eterno ha scaricato nell'uomo tutte le proprie imperfezioni, la sua putredine, il suo decadimento. La nostra comparsa sulla terra dovrebbe salvare la perfezione divina. Ciò che nell'Onnipotente era «esistenza», infezione temporale, colpa, si è canalizzato nell'uomo e Dio ha salvato così il proprio nulla. Grazie a noi che gli serviamo da immondezzaio, Egli resta svuotato di tutto....Ecco perché, quando ingiuriamo il cielo, lo facciamo in virtù del diritto di colui che porta sulle spalle il fardello di un altro. Dio non è all'oscuro di quello che ci succede - e se ha mandato il Figlio, affinché ci tolga una parte delle nostre pene, lo ha fatto non per pietà, ma per rimorso.
Emil Cioran, Lacrime e Santi


La nostra mancanza di orgoglio compromette la morte. Probabilmente è stato il cristianesimo a insegnarci a chiudere gli occhi-ad abbassare lo sguardo- affinchè la morte ci trovi sottomessi e mansueti. Duemila anni di educazione ci hanno abituati a una morte savia e ben regolata. Noi moriamo verso il basso, ci spegniamo all’ombra delle nostre palpebre, invece di morire con i muscoli tesi, come un corridore che aspetta il segnale, la testa all’indietro, pronto a sfidare la distanza e a vincere la morte nell’orgoglio e nell’illusione della propria forza! Io sogno spesso una morte indiscreta, complice dei vasti spazi..
Emil Cioran, Lacrime e santi


Il fallimento è un parossismo della lucidità; il mondo diventato trasparente all'occhio implacabile di chi, chiaroveggente e sterile, non aderisce più a niente. Anche se incolto, il fallito sa tutto, vede attraverso le cose, smaschera e annulla l'intera creazione. Il fallito è un La Rochefoucauld senza il genio.
Emil Cioran, Lacrime e santi 


Vi siete mai guardati allo specchio quando tra voi e la morte non si frappone più niente? 
Avete interrogato i vostri occhi? Avete capito, in quel momento, che non potevate morire? Le pupille dilatate dal terrore vinto sono più impassibili delle piramidi. Una certezza nasce dalla loro immobilità, una certezza strana e tonificante nel suo lapidario mistero: tu non puoi morire. E' il silenzio degli occhi, è il nostro sguardo che incontra se stesso, calma egizia del sogno davanti al terrore della morte. Quando questo terrore vi coglie, guardatevi nello specchio, interrogate i vostri occhi, e capirete perché non potete morire, perché non morirete mai. I nostri occhi sanno tutto. Imbevuti del nulla ci assicurano che niente ci può accadere.
Emil Cioran, Lacrime e santi

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