L’idea che ho potuto – come tutti – essere sinceramente cristiano, fosse anche per un solo secondo, mi getta nello smarrimento. Il Salvatore mi annoia. Sogno un universo immune da intossicazioni celesti, un universo senza croce né fede.
Emil Cioran, Sommario di decomposizione
L'origine dei nostri atti sta nella propensione inconscia a ritenerci il centro, la ragione e l'esito del tempo. I nostri riflessi e il nostro orgoglio trasformano in pianeta la briciola di carne e di coscienza che noi siamo. Se avessimo il giusto senso della nostra posizione nel mondo, se confrontare fosse inseparabile dal vivere, la rivelazione della nostra infima presenza ci schiaccerebbe. Ma vivere significa ingannarsi sulle proprie dimensioni...
Emil Cioran, Sommario di decomposizione
“La miseria dell’espressione, che è la miseria dello spirito, si manifesta nella povertà delle parole, nel loro esaurirsi e nel loro degradarsi: gli attributi con cui definiamo le cose e le sensazioni giacciono alla fine davanti a noi come carogne verbali. Perciò volgiamo sguardi pieni di rimpianto al tempo in cui le parole emanavano semplicemente un odore di chiuso.[...]Vogliamo imporci di vedere in fondo alle parole? Non si vede nulla, per il motivo che ognuna di esse, staccata dall’anima espansiva e fertile, è vuota e inconsistente. Il potere dell’intelligenza si esercita a proiettare lustro su di esse, a levigarle e a renderle splendenti; questo potere, eretto a sistema, si chiama cultura – fuoco d’artificio dietro il quale c’è il nulla"
Emil Michel Cioran, da "Sommario di decomposizione"
Gli istanti si susseguono gli uni agli altri: nulla conferisce loro l'illusione di un contenuto o la parvenza di un significato; si svolgono; il loro corso non è il nostro; prigionieri di una percezione inebetita, li guardiamo passare; il vuoto del cuore dinanzi al vuoto del tempo: due specchi, uno di fronte all'altro, che riflettono la loro essenza, una stessa immagine di nullità... Come sotto l'effetto di una idiozia sognante, ogni cosa si livella: niente più cime, niente più abissi... Dove scoprire la poesia delle menzogne, il pungolo di un enigma? Chi non conosce la noia si trova ancora all'infanzia del mondo...
Emil Cioran, Sommario di decomposizione
«Un Cesare è più simile a un sindaco di paese che a uno spirito sovranamente lucido ma privo di istinto di dominio. L'importante è comandare: la quasi totalità degli uomini aspira a questo. Che abbiate in mano vostra un impero, una tribù, una famiglia o un domestico, farete comunque valere le vostre doti di tiranno, glorioso o caricaturale: ai vostri ordini c'è tutto un mondo, o una sola persona. Così si crea la serie di calamità che nascono dal bisogno di dominare... Siamo circondati da satrapi: ciascuno di essi - a seconda dei suoi mezzi - si cerca una folla di schiavi o si contenta di uno solo. Nessuno basta a se stesso: il più modesto troverà sempre un amico o una compagna su cui far valere il proprio sogno di autorità. Chi obbedisce si farà obbedire a sua volta: da vittima diventa carnefice: questo è il desiderio supremo di tutti. Soltanto i mendicanti e i saggi non lo provano - a meno che il loro gioco non sia più sottile...»
Emil Cioran, Sommario di decomposizione
Sono di buon umore: Dio è buono; sono triste: Dio è cattivo; indifferente: è neutro. I miei stati d'animo gli conferiscono attributi corrispondenti: quando amo il sapere, egli è onnisciente, e quando adoro la forza, è onnipotente. Mi sembra che le cose esistano? Egli esiste. Ma paiono illusorie? Sparisce. Mille argomenti lo sostengono, mille lo demoliscono; se i miei entusiasmi lo animano, le mie collere lo soffocano. Non potremmo creare un'immagine più mutevole: lo temiamo come un mostro e lo schiacciamo come un insetto; lo idolatriamo: è l'Essere; lo respingiamo: è il Nulla. La preghiera, se anche dovesse soppiantare la Gravitazione, non riuscirebbe a garantirgli una durata universale: resterebbe sempre in balìa delle nostre ore. Il suo destino ha voluto che fosse immutabile solo agli occhi degli ingenui o dei ritardati. Un esame lo rivela: causa inutile, assoluto insensato, patrono dei babbei, passatempo dei solitari, fuscello o fantasma a seconda che diventa il nostro spirito oppure ossessioni le nostre febbri.
Emil Cioran, Sommario di decomposizione
...Amo solo l'irrompere e lo sprofondare delle cose, il fuoco che le suscita e quello che le divora.
La durata del mondo mi esaspera; la sua nascita e la sua scomparsa mi incantano.
Vivere sotto la fascinazione del sole verginale e del sole decrepito; saltare le pulsazioni del tempo per afferrarne la prima e l'ultima; fantasticare sull'apparizione degli astri e sul loro dileguarsi; disdegnare la routine dell'essere e precipitarsi verso le due voragini che la minacciano; esaurirsi all'inizio e al termine degli istanti....
Emil Cioran, Sommario di decomposizione
Paragonati alla comparsa della coscienza, gli altri avvenimenti sono di poca o di nessuna importanza. Ma tale comparsa, in contrasto con i dati della vita, costituisce un’irruzione pericolosa dentro il mondo animato, uno scandalo nella biologia. Niente la lasciava prevedere: l’automatismo naturale non suggeriva l’eventualità di un animale capace di lanciarsi oltre la materia. Il gorilla che perde i peli e li sostituisce con ideali, il gorilla in guanti, fabbricatore di dei, che accentua le smorfie e adora il cielo: quanto deve aver sofferto la natura, e quanto soffrirà ancora, davanti a una simile creatura! Il fatto è che la coscienza porta lontano e permette ogni cosa. Per l’animale la vita è un assoluto; per l’uomo è un assoluto e un pretesto.
Emil Cioran, Sommario di decomposizione
Per quello che concerne i grandi problemi, noi non abbiamo alcun vantaggio rispetto ai nostri antenati o ai nostri predecessori più recenti: si è sempre saputo tutto, almeno per ciò che riguarda l’Essenziale; la filosofia moderna non aggiunge nulla alla filosofia cinese, indù o greca. D’altronde non potrebbe esserci alcun problema nuovo, malgrado la nostra ingenuità o la nostra infatuazione che vorrebbero persuaderci del contrario. Nel gioco delle idee chi mai ha eguagliato un sofista cinese o greco, chi ha spinto più lontano di lui l’ardimento nell’astrazione? I limiti estremi del pensiero sono stati tutti raggiunti da sempre – e in tutte le civiltà. Sedotti dal demone dell’Inedito, dimentichiamo troppo spesso che siamo gli epigoni del primo pitecantropo che ebbe la pretesa di riflettere.
Emile Cioran, “Sommario di Decomposizione”.
C’è mai stato un solo pensatore che sia andato lontano quanto Baudelaire, o che abbia ardito mettere in sistema una folgorazione di Lear o un monologo di Amleto? Forse Nietzsche, prima della fine, ma, ahimè!, continuava a ostinarsi nei suoi ritornelli da profeta… E se cercassimo dalla parte dei santi? Certe frenesie di Teresa d’Avila o di Angela da Foligno… Ma vi troviamo troppo spesso Dio, questo nonsenso consolatore che, rafforzando il loro coraggio, ne sminuisce la qualità. Aggirarsi senza convinzione, e soli, fra le verità non è cosa da uomini e neppure da santi; a volte, però, da poeti…
Emil Cioran, Sommario di decomposizione
Rispetto alla musica, alla mistica e alla poesia, l'attività filosofica discende da una linfa svigorita e da una profondità sospetta, che non hanno attrattiva se non per i timidi e i tiepidi. D'altronde, la filosofia - inquietudine impersonale, riparo presso idee anemiche - è la risorsa di tutti coloro che rifuggono dall'esuberanza corruttrice della vita.
Emil Cioran, Sommario di decomposizione
«Mi sono allontanato dalla filosofia nel momento in cui mi diventò impossibile scoprire in Kant alcuna debolezza umana, alcun autentico segno di tristezza; in Kant come in tutti i filosofi. In confronto alla musica, alla mistica e alla poesia, l’attività filosofica evidenzia una mancanza di vigore e una profondità sospette, adatte per i timidi e i tiepidi. D’altronde, la filosofia – inquietudine impersonale, rifugio presso idee anemiche – è la risorsa di tutti coloro che schivano l’esuberanza corruttrice della vita»
Emil Cioran, Sommario di decomposizione.
Se cerco la data più mortificante per l'orgoglio dello spirito, se scorro l'inventario delle intolleranze, non trovo niente di paragonabile a quell'anno 529 in cui, per ordine di Giustiniano, fu chiusa la Scuola di Atene. Soppresso ufficialmente il diritto alla decadenza, credere diventa un obbligo… È il momento più doloroso nella Storia del Dubbio.
Emil Cioran, Sommario di decomposizione
Se ci sopportiamo a vicenda è solo perchè siamo tutti impostori. Chi non accettasse di mentire vedrebbe la terra sfuggirgli sotto i piedi: noi siamo biologicamente costretti al falso. Non esiste eroe morale che non sia o puerile o inefficace o inautentico; giacchè la vera autenticità è la sozzura nella frode, nelle convenienze dell’adulazione pubblica e della diffamazione segreta. Se i nostri simili potessero prendere atto delle nostre opinioni su di loro, l’amore, l’amicizia, la devozione sarebbero depennati per sempre dai dizionari; e se avessimo il coraggio di guardare in faccia i dubbi che concepiamo timidamente su noi stessi, nessuno proferirebbe un "io" senza vergognarsi. La mascherata investe tutto ciò che vive, dal troglodita fino allo scettico. Poichè è soltanto il rispetto delle apparenze a separarci dalle carogne, fissare il fondo delle cose e degli esseri significa perire; atteniamoci a un più confortevole nulla: la nostra costituzione può tollerare solo una certa dose di verità...
Emil Cioran, Sommario di decomposizione
Dappertutto persone che vogliono: mascherata di passi precipitosi verso scopi meschini o misteriosi; volontà che si incrociano; ognuno vuole; la massa vuole; migliaia di persone tese verso chissà che cosa. Io non sono capace di seguirle, e ancora meno di sfidarle; mi fermo stupefatto: quale prodigio ha ispirato loro tanta alacrità? Mobilità allucinante: in così poca carne tanto vigore e tanta isteria! Questi scalmanati che nessuno scrupolo calma, nessuna saggezza acquieta, nessuna amarezza sconcerta... Me ne distolgo e lascio i marciapiedi del mondo... C'è più saggezza nel lasciarsi trascinare dai flutti che nel lottare contro di essi. Postumo a me stesso mi ricordo del Tempo come di una puerilità e di una mancanza di gusto. Senza desideri, senza ore in cui farli fiorire, ho soltanto la certezza di essermi sopravvissuto da sempre, feto roso da un'idiozia onnisciente prima ancora che le sue palpebre si aprissero e nato morto di chiaroveggenza...
Emil Cioran, Sommario di decomposizione
"Cinquantanove secondi per ciascuno dei miei minuti" rimuginavo per strada "sono stati dedicati alla sofferenza o... all'idea di sofferenza. Magari avessi avuto la vocazione della pietra! Il "cuore": origine di ogni supplizio... Aspiro all'oggetto, alla benedizione della materia e dell'opacità. Il via vai di un moscerino mi pare un'impresa apocalittica. Si commette peccato a uscire da se stessi... Il vento, follia dell'aria! La musica, follia del silenzio! Capitolando davanti alla vita, il mondo ha mancato nei confronti del nulla...Io mi dimetto dal movimento e dai miei sogni. Assenza! Tu sarai la mia unica gloria... Che il desiderio sia depennato per sempre dai dizionari e dagli animi! Arretro davanti alla farsa vertiginosa del domani. E se conservo ancora qualche speranza, ho perduto per sempre la facoltà di sperare.
Emil Cioran, Sommario di decomposizione
L’essere davvero solo non è quello abbandonato dagli uomini, bensì quello che soffre in mezzo a loro, che si porta dietro il suo deserto nelle fiere e sfoggia i suoi talenti di lebbroso sorridente, di commediante dell’irreparabile.
Emil Cioran, Sommario di decomposizione
Sogni mostruosi popolano le drogherie e le chiese:
non vi ho sorpreso nessuno che non vivesse nel delirio.
Poiché il più piccolo desiderio nasconde una fonte d’insania,
è sufficiente conformarsi all’istinto di conservazione per meritare il manicomio.
La vita: accesso di demenza che scuote la materia…
Io respiro: ce n’è abbastanza perché mi si rinchiuda.
Incapace di raggiungere la lucidità della morte, striscio nell’ombra dei giorni e se ancora sono è soltanto per la volontà di non essere più. Un tempo immaginavo di poter frantumare lo spazio con un pugno, giocare con le stelle, fermare la durata o regolarla a mio capriccio.
I grandi capitani mi sembravano grandi timidi; i poeti poveri balbuzienti; non conoscendo la resistenza che ci oppongono le cose, gli uomini e le parole, e credendo di sentire più di quanto l’universo non lo permettesse, mi abbandonavo a un’infinità sospetta, a una cosmogonia sorta da una pubertà inetta a cncludersi…
Com’è facile credersi un dio con il cuore, e com’è difficile esserlo con la mente.
E con quante illusioni devo essere nato per poterne perdere una ogni giorno!
La vita è un miracolo che l’amarezza distrugge.
L’intervallo che mi separa dal mio cadavere è per me ferita; tuttavia aspiro invano alle seduzioni della tomba: poichè non posso privarmi di nulla, né smettere di palpitare, tutto in me mi assicura che i vermi languirebbero sui miei istinti. Incompetente nella vita come nella morte, mi odio, e in questo odio sogno un’altra vita, un’altra morte. E, per aver voluto essere saggio come non ve ne furono mai, sono soltanto un folle tra i folli…
Emil M. Cioran.
Dall’Iliade alla psicopatologia: c’è tutta la strada percorsa dall’uomo.
“ È «l’individuo che inganna la specie», è il sangue troppo tiepido per poter ancora stordire lo spirito, è il sangue raffreddato e depauperato dalle idee, il «sangue razionale»…
Gli istinti sono rosi dalla conversazione…
Dal dialogo non è mai uscito niente di monumentale, di esplosivo, di «grande». Se l’umanità non si fosse divertita a «discutere» le proprie forze non avrebbero superato la visione e i modelli di Omero. Ma la dialettica, devastando la spontaneità dei riflessi e la freschezza dei miti, ha ridotto l’eroe a un esemplare vacillante. Gli Achille di oggi hanno ben più di un tallone da temere… La vulnerabilità, un tempo parziale e senza conseguenze, è diventata il privilegio maledetto, l’essenza di ogni essere umano. La coscienza è penetrata ovunque, e si è insediata fin dentro il midollo; perciò l’uomo non vive più nell’esistenza, ma nella «teoria» dell’esistenza… Colui che, lucido, si comprende, si spiega, si giustifica, e domina i propri atti, non farà mai un gesto memorabile. La «psicologia» è la tomba dell’eroe. Alcuni millenni di religione e di ragionamento hanno indebolito i muscoli, la decisione e l’impulso all’avventura. Come non disprezzare le imprese della gloria? Ogni atto al quale non presieda la luminosa maledizione dello spirito rappresenta un avanzo di stupidità ancestrale. Le ideologie furono inventate solo per dare lustro al fondo di barbarie che si mantiene attraverso i secoli, per coprire le inclinazioni omicide comuni a tutti gli uomini. Oggi si uccide in nome di qualcosa; non si osa più farlo spontaneamente, al punto che i boia stessi devono invocare delle motivazioni e, dato che l’eroismo è diventato desueto, colui che ne prova la tentazione più che consumare un sacrificio risolve un problema. L’«astrazione» si è insinuata nella vita e nella morte; i «complessi» si impadroniscono dei piccoli e dei grandi. «Dall’Iliade alla psicopatologia»: in questa formula c’è tutta la strada percorsa dall’uomo…”
EMIL M. CIORAN (1911 – 1995), “Sommario di decomposizione” (“Précis de décomposition”, Gallimard, Paris 1949), trad. di Mario Andrea Rigoni e Teresa Turolla con una Nota di Mario Andrea Rigoni, Adelphi, Milano 1996, ‘Volti di decadenza’ (‘Visages de la décadence’), pp. 146 – 147.
C'è in queste parole dell'insostenibile Cioran un'eco delle riflessioni di Giorgio Colli
(physis kryptesthay phylei) sulla filosofia presocratica come possibilità "abortita" dell'Occidente.
... Nonchè qualche sentore di filosofia severiniana...
Ragione e religione sono in antitesi, sapere non ha nulla a che fare col credere.
Stiamo vivendo un medioevo tecnologico.
Dall’Iliade alla psicopatologia: c’è tutta la strada percorsa dall’uomo.
“ È «l’individuo che inganna la specie», è il sangue troppo tiepido per poter ancora stordire lo spirito, è il sangue raffreddato e depauperato dalle idee, il «sangue razionale»…
Gli istinti sono rosi dalla conversazione…
Dal dialogo non è mai uscito niente di monumentale, di esplosivo, di «grande». Se l’umanità non si fosse divertita a «discutere» le proprie forze non avrebbero superato la visione e i modelli di Omero. Ma la dialettica, devastando la spontaneità dei riflessi e la freschezza dei miti, ha ridotto l’eroe a un esemplare vacillante. Gli Achille di oggi hanno ben più di un tallone da temere… La vulnerabilità, un tempo parziale e senza conseguenze, è diventata il privilegio maledetto, l’essenza di ogni essere umano. La coscienza è penetrata ovunque, e si è insediata fin dentro il midollo; perciò l’uomo non vive più nell’esistenza, ma nella «teoria» dell’esistenza… Colui che, lucido, si comprende, si spiega, si giustifica, e domina i propri atti, non farà mai un gesto memorabile. La «psicologia» è la tomba dell’eroe. Alcuni millenni di religione e di ragionamento hanno indebolito i muscoli, la decisione e l’impulso all’avventura. Come non disprezzare le imprese della gloria? Ogni atto al quale non presieda la luminosa maledizione dello spirito rappresenta un avanzo di stupidità ancestrale. Le ideologie furono inventate solo per dare lustro al fondo di barbarie che si mantiene attraverso i secoli, per coprire le inclinazioni omicide comuni a tutti gli uomini. Oggi si uccide in nome di qualcosa; non si osa più farlo spontaneamente, al punto che i boia stessi devono invocare delle motivazioni e, dato che l’eroismo è diventato desueto, colui che ne prova la tentazione più che consumare un sacrificio risolve un problema. L’«astrazione» si è insinuata nella vita e nella morte; i «complessi» si impadroniscono dei piccoli e dei grandi. «Dall’Iliade alla psicopatologia»: in questa formula c’è tutta la strada percorsa dall’uomo…”
EMIL M. CIORAN (1911 – 1995), “Sommario di decomposizione” (“Précis de décomposition”, Gallimard, Paris 1949), trad. di Mario Andrea Rigoni e Teresa Turolla con una Nota di Mario Andrea Rigoni, Adelphi, Milano 1996, ‘Volti di decadenza’ (‘Visages de la décadence’), pp. 146 – 147.
(physis kryptesthay phylei) sulla filosofia presocratica come possibilità "abortita" dell'Occidente.
... Nonchè qualche sentore di filosofia severiniana...
Ragione e religione sono in antitesi, sapere non ha nulla a che fare col credere.
Stiamo vivendo un medioevo tecnologico.
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