martedì 14 febbraio 2012

Albert Camus, il Mediterraneo e il giusto mezzo Per Camus la luce mediterranea è simbolo di lucidità, equilibrio e misura, in opposizione all’oscurità ed alla dismisura nordica. Il suo modello di vita morale è improntato a una sorta di eroismo altruistico. È a partire dalla misura che è possibile organizzare un mondo tutto umano, tutto plasmato dalla ragionevole, ma limitata, capacità dell’uomo. Già Pitagora, in uno dei suoi detti aurei, aveva sentenziato: “La misura in ogni caso è la cosa migliore”. L’euthymia Democrito la chiama anche euestò, cioè benessere, lo star bene nel mondo, l’aver raggiunto una sorta di equilibrio che non coincide con l’appagamento totale delle proprie pulsioni e dei propri desideri. Lo stato in cui l’animo è calmo ed equilibrato, non turbato da paura alcuna e dal superstizioso timore degli dèi o da qualsiasi altra passione. In ogni aspetto della vita umana, il desiderio innesca un processo di attivazione, capace di rendere operoso e produttivo l’uomo, ma il desiderio deve essere tenuto nei giusti limiti. Se oltrepassa i limiti della metriotes, innescherà un processo di bisogni concatenati che, non potendo mai essere del tutto soddisfatti, causeranno insoddisfazione, tormento e dolore. Il pensiero meridiano di Camus si qualifica certamente come critica della ragion cinica, come elogio dell’imperfezione moderata, di quella visione della realtà che sa che la vita umana è un misto di bene e di male e che l’uomo non è l’essere capace appagare sempre e comunque tutti i suoi desideri. Nemesi, dea della misura, è fatale ai “dismisurati”. La libertà assoluta coincide col diritto, per il più forte, di dominare: essa mantiene dunque i conflitti che avvantaggiano l’ingiustizia. La giustizia assoluta passa attraverso la soppressione di ogni contraddizione: essa distrugge la libertà.

http://www.informarexresistere.fr/2012/01/28/il-grande-pacificatore/#axzz1mN0fz5pO


Albert Camus, il Mediterraneo e il giusto mezzo
Per Camus la luce mediterranea è simbolo di lucidità, equilibrio e misura, in opposizione all’oscurità ed alla dismisura nordica. Il suo modello di vita morale è improntato a una sorta di eroismo altruistico. È a partire dalla misura che è possibile organizzare un mondo tutto umano, tutto plasmato dalla ragionevole, ma limitata, capacità dell’uomo. Già Pitagora, in uno dei suoi detti aurei, aveva sentenziato: “La misura in ogni caso è la cosa migliore”. L’euthymia Democrito la chiama anche euestò, cioè benessere, lo star bene nel mondo, l’aver raggiunto una sorta di equilibrio che non coincide con l’appagamento totale delle proprie pulsioni e dei propri desideri. Lo stato in cui l’animo è calmo ed equilibrato, non turbato da paura alcuna e dal superstizioso timore degli dèi o da qualsiasi altra passione. In ogni aspetto della vita umana, il desiderio innesca un processo di attivazione, capace di rendere operoso e produttivo l’uomo, ma il desiderio deve essere tenuto nei giusti limiti. Se oltrepassa i limiti della metriotes, innescherà un processo di bisogni concatenati che, non potendo mai essere del tutto soddisfatti, causeranno insoddisfazione, tormento e dolore.

Il pensiero meridiano di Camus si qualifica certamente come critica della ragion cinica, come elogio dell’imperfezione moderata, di quella visione della realtà che sa che la vita umana è un misto di bene e di male e che l’uomo non è l’essere capace appagare sempre e comunque tutti i suoi desideri. Nemesi, dea della misura, è fatale ai “dismisurati. La libertà assoluta coincide col diritto, per il più forte, di dominare: essa mantiene dunque i conflitti che avvantaggiano l’ingiustizia. La giustizia assoluta passa attraverso la soppressione di ogni contraddizione: essa distrugge la libertà.

La coincidentia oppositorum nella musica e nel pensiero greco
Symphonein, in greco, indicava il coro, il concerto. Congiungersi si diceva harmozein. Harmonia proviene dal linguaggio dei carpentieri ed indica la congiunzione delle parti in una struttura complessa, ordinata, equilibrata. Harmonia dev’essere symphonia: non una sola voce o strumento, ma una molteplicità, in una risoluzione delle contraddizioni. Un assemblaggio di elementi separati ma che stanno bene assieme, una miscela (krasis) composita nella tensione tra elementi opposti ma che ben si combinano. Harmonia è figlia di Ares e Afrodite che si attraggono irresistibilmente. Symphonoi sono i toni che stanno bene assieme, diaphonoi quelli non vanno d’accordo. Maggiore è la diversità, più saldo sarà il legame nella loro combinazione, l’armonia degli opposti. Una società civile sana è quella in cui le voci sono diverse e solo in virtù di questa diversità possono formare un coro.
Un’incredibile simmetria, la palintonos harmonie, l’armonia degli opposti eraclitea, è quella in cui tutto quel che dissolve unisce, tutto quel che distanzia e separa ricongiunge. Un perfetto equilibrio delle forze, quieto nella sua costante tensione. Un dinamismo bilanciato che mantiene l’immobilità in virtù di tensioni assolutamente proporzionali. Un altro principio estetico greco era quello della palintropos harmonie, l’oscillazione armoniosa, il ritmo dell’universo, in costante mutamento. Anche qui un’armonia contrastante o armonia retrograda: “Interpretando il termine come “tensione”, la lotta tra gli opposti sarà sempre giustamente equilibrata, essendo i vantaggi ottenuti in una regione di forza sempre simultaneamente controbilanciati da uguali vantaggi altrove conquistanti la forza opposta. Interpretando il termine come “oscillazione”, la lotta può in ogni luogo andare a favore di uno dei due opposti, ma alternativamente, essendo l’avvicendamento soggetto a una legge che determina i periodi in cui ognuno prevale”.


- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario! 

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