La profezia di Friedrich Engels, 1887.
"Non è possibile alcuna altra guerra per la Prussia-Germania, eccetto una guerra mondiale e una guerra mondiale di un'estensione e di una violenza davvero finora impensabili, in cui da otto a dieci milioni di soldati si massacreranno l'un l'altro e nel fare questo devasteranno l'intera Europa finché non l'avranno resa più spoglia di quanto qualsiasi sciame di locuste abbia mai fatto. La devastazione della guerra dei Trent'anni concentrata in soli tre o quattro anni e distribuita sull'intero continente; fame, pestilenza, disperazione generale di entrambi gli eserciti e di tutte le persone civili, causata da un grande dolore; disperata confusione dei nostri meccanismi nel commercio, nell'industria e nei crediti bancari, per finire in una bancarotta generale, nel collasso dei vecchi Stati e della loro tradizionale saggezza statale, fino al momento in cui le corone rotoleranno a dozzine sui pavimenti e non ci sarà nessuno a raccoglierle. E' assolutamente impossibile prevedere come andrà a finire e chi uscirà vittorioso dallo scontro; solo una cosa è assolutamente certa: lo sfinimento generale e lo stabilirsi delle condizioni per la vittoria finale della classe operaia".
Friedrich Engels, 1887.
Friedrich Engels, Teoria della violenza.
"Giacché Robinson ha potuto procurarsi una spada possiamo altrettanto ammettere che Venerdì compaia un bel mattino con una rivoltella carica in mano, e allora tutto il rapporto di "violenza" si rovescia: Venerdì comanda e Robinson è costretto a sgobbare. Dunque, la rivoltella trionfa della spada ed anche il più puerile amante di assiomi capirà certo che la violenza non è un semplice atto di volontà, ma esige, per la sua messa in atto, condizioni preliminari molto reali, in particolare strumenti, di cui il più perfetto ha il sopravvento sul meno perfetto; che inoltre questi strumenti devono venir prodotti, il che significa che anche il produttore di strumenti di di violenza più perfetti, grossolanamente parlando, delle armi, ha il sopravvento sul produttore dei meno perfetti e che in una parola la vittoria poggia sulla produzione di armi, e questa a sua volta sulla produzione in generale, dunque... sulla "potenza economica", sull'ordine economico, sui mezzi materiali che sono a disposizione della violenza."
Friedrich Engels, Teoria della violenza
IL RAPPORTO TRA STRUTTURA ECONOMICA E LE DIVERSE SOVRASTRUTTURE (ENGELS)
Il materialismo dialettico.
"L'evoluzione politica, giuridica, filosofica, religiosa, letteraria, artistica, ecc. poggia sull'evoluzione economica. Ma esse reagiscono tutte l'una sull'altra e sulla base economica. Non è che la situazione economica sia causa essa sola attiva e tutto il resto nient'altro che effetto passivo. Vi è al contrario azione reciproca sulla base della necessità economica che, in ultima istanza, sempre s'impone."
Friedrich Engels
"L'imposta in quanto tale grava in modo diseguale sulle differenti classi del paese. Per i poveri è un onere insopportabile, mentre sui ricchi incide in modo insignificante. [...] Non appena il paese sarà conquistato alla democrazia sociale, non passeranno pochi mesi, anzi poche settimane, e la bandiera rossa sventolerà dalle Tuileries all'Eliseo. Soltanto allora sarà possibile abbattere dalle fondamenta il vecchio e oppressivo sistema finanziario con un colpo solo che spazzi via il debito nazionale e introduca un sistema di imposte dirette e progressive e altre misure di carattere non meno energico".
Friedrich Engels
Ogni giorno esistono centinaia di esseri umani che, abbindolati dai mezzi di comunicazione, darebbero persino la vita per gli stessi uomini che li sfruttano da generazioni
Friedrich Engels
LA MORALE MUTA AL MUTARE DELLA SOCIETA' (ENGELS)
"Noi respingiamo ogni pretesa di imporci una qualsiasi dogmatica morale come legge etica eterna, definitiva, immutabile nell'avvenire, col pretesto che anche il mondo morale abbia i suoi princìpi permanenti, che stanno al di sopra della storia e delle differenze tra i popoli. Affermiamo per contro, che ogni teoria morale sinora esistita è, in ultima analisi, il risultato della condizione economica della società del tempo. E come la società si è mossa sinora sul piano degli antagonismi di classe, così la morale è sempre stata una morale di classe; o ha giustificato il dominio e gli interessi della classe dominante, o, divenuta la classe oppressa sufficientemente forte, ha rappresentato la rivolta contro questo dominio e gli interessi futuri degli oppressi (...) Ma non abbiamo ancora superato la morale di classe. Una morale che superi gli antagonismi delle classi e le loro sopravvivenze nel pensiero, una morale veramente umana è possibile solo a un livello sociale in cui gli antagonismi delle classi non solo siano superati, ma siano anche dimenticati per la prassi della vita."
Friedrich Engels, dall'Antidühring
"Non è possibile alcuna altra guerra per la Prussia-Germania, eccetto una guerra mondiale e una guerra mondiale di un'estensione e di una violenza davvero finora impensabili, in cui da otto a dieci milioni di soldati si massacreranno l'un l'altro e nel fare questo devasteranno l'intera Europa finché non l'avranno resa più spoglia di quanto qualsiasi sciame di locuste abbia mai fatto. La devastazione della guerra dei Trent'anni concentrata in soli tre o quattro anni e distribuita sull'intero continente; fame, pestilenza, disperazione generale di entrambi gli eserciti e di tutte le persone civili, causata da un grande dolore; disperata confusione dei nostri meccanismi nel commercio, nell'industria e nei crediti bancari, per finire in una bancarotta generale, nel collasso dei vecchi Stati e della loro tradizionale saggezza statale, fino al momento in cui le corone rotoleranno a dozzine sui pavimenti e non ci sarà nessuno a raccoglierle. E' assolutamente impossibile prevedere come andrà a finire e chi uscirà vittorioso dallo scontro; solo una cosa è assolutamente certa: lo sfinimento generale e lo stabilirsi delle condizioni per la vittoria finale della classe operaia".
Friedrich Engels, 1887.
Friedrich Engels, Teoria della violenza.
"Giacché Robinson ha potuto procurarsi una spada possiamo altrettanto ammettere che Venerdì compaia un bel mattino con una rivoltella carica in mano, e allora tutto il rapporto di "violenza" si rovescia: Venerdì comanda e Robinson è costretto a sgobbare. Dunque, la rivoltella trionfa della spada ed anche il più puerile amante di assiomi capirà certo che la violenza non è un semplice atto di volontà, ma esige, per la sua messa in atto, condizioni preliminari molto reali, in particolare strumenti, di cui il più perfetto ha il sopravvento sul meno perfetto; che inoltre questi strumenti devono venir prodotti, il che significa che anche il produttore di strumenti di di violenza più perfetti, grossolanamente parlando, delle armi, ha il sopravvento sul produttore dei meno perfetti e che in una parola la vittoria poggia sulla produzione di armi, e questa a sua volta sulla produzione in generale, dunque... sulla "potenza economica", sull'ordine economico, sui mezzi materiali che sono a disposizione della violenza."
Friedrich Engels, Teoria della violenza
IL RAPPORTO TRA STRUTTURA ECONOMICA E LE DIVERSE SOVRASTRUTTURE (ENGELS)
Il materialismo dialettico.
"L'evoluzione politica, giuridica, filosofica, religiosa, letteraria, artistica, ecc. poggia sull'evoluzione economica. Ma esse reagiscono tutte l'una sull'altra e sulla base economica. Non è che la situazione economica sia causa essa sola attiva e tutto il resto nient'altro che effetto passivo. Vi è al contrario azione reciproca sulla base della necessità economica che, in ultima istanza, sempre s'impone."
Friedrich Engels
"L'imposta in quanto tale grava in modo diseguale sulle differenti classi del paese. Per i poveri è un onere insopportabile, mentre sui ricchi incide in modo insignificante. [...] Non appena il paese sarà conquistato alla democrazia sociale, non passeranno pochi mesi, anzi poche settimane, e la bandiera rossa sventolerà dalle Tuileries all'Eliseo. Soltanto allora sarà possibile abbattere dalle fondamenta il vecchio e oppressivo sistema finanziario con un colpo solo che spazzi via il debito nazionale e introduca un sistema di imposte dirette e progressive e altre misure di carattere non meno energico".
Friedrich Engels
Ogni giorno esistono centinaia di esseri umani che, abbindolati dai mezzi di comunicazione, darebbero persino la vita per gli stessi uomini che li sfruttano da generazioni
Friedrich Engels
LA MORALE MUTA AL MUTARE DELLA SOCIETA' (ENGELS)
"Noi respingiamo ogni pretesa di imporci una qualsiasi dogmatica morale come legge etica eterna, definitiva, immutabile nell'avvenire, col pretesto che anche il mondo morale abbia i suoi princìpi permanenti, che stanno al di sopra della storia e delle differenze tra i popoli. Affermiamo per contro, che ogni teoria morale sinora esistita è, in ultima analisi, il risultato della condizione economica della società del tempo. E come la società si è mossa sinora sul piano degli antagonismi di classe, così la morale è sempre stata una morale di classe; o ha giustificato il dominio e gli interessi della classe dominante, o, divenuta la classe oppressa sufficientemente forte, ha rappresentato la rivolta contro questo dominio e gli interessi futuri degli oppressi (...) Ma non abbiamo ancora superato la morale di classe. Una morale che superi gli antagonismi delle classi e le loro sopravvivenze nel pensiero, una morale veramente umana è possibile solo a un livello sociale in cui gli antagonismi delle classi non solo siano superati, ma siano anche dimenticati per la prassi della vita."
Friedrich Engels, dall'Antidühring
LA LIBERA CONCORRENZA E LA LOTTA PER L'ESISTENZA SI TROVANO NEL REGNO ANIMALE (ENGELS)
"Nei paesi industriali piú progrediti noi abbiamo domato le forze naturali e le abbiamo costrette al servizio degli uomini; abbiamo cosí moltiplicato all’infinito la produzione, tanto che un fanciullo oggi produce piú di quello che producevano ieri cento adulti. E quali sono i risultati? Crescente sopralavoro e miseria crescente delle masse, e una grande crisi ogni dieci anni. Darwin non sapeva quale amara satira scrivesse sugli uomini, ed in particolare sui suoi compatrioti, quando dimostrava che la libera concorrenza, la lotta per l’esistenza, che gli economisti esaltano come il piú alto prodotto storico, sono lo stato normale del regno animale.
Solo un’organizzazione cosciente della produzione sociale nella quale si produce e si ripartisce secondo un piano può sollevare gli uomini al di sopra del restante mondo animale sotto l’aspetto sociale di tanto, quanto la produzione in generale lo ha fatto per l’uomo come specie. L’evoluzione storica rende ogni giorno piú indispensabile, ma anche ogni giorno piú realizzabile una tale organizzazione.
Essa segnerà la data iniziale di una nuova epoca storica nella quale l’umanità stessa, e con essa tutti i rami della sua attività, in particolare la scienza della natura, prenderanno uno slancio tale da lasciare in una profonda ombra tutto ciò che c’è stato prima."
Friedrich Engels. Dialettica della natura
È PIÙ UTILE LO SCONTRO DI PIAZZA O LA COSTRUZIONE DELL'ORGANIZZAZIONE RIVOLUZIONARIA? (ENGELS)
"E’ passato il tempo dei colpi di sorpresa, delle rivoluzioni fatte da piccole minoranze coscienti alla testa di masse incoscienti. Dove si tratta di una trasformazione completa delle organizzazioni sociali, ivi devono partecipare le masse stesse; ivi le masse stesse devono già aver compreso di che si tratta, per che cosa danno il loro sangue e la vita… Ma affinché le masse comprendano quel che si deve fare è necessario un lavoro lungo e paziente, e questo lavoro è ciò che noi stiamo facendo adesso. [...]
Le ribellioni vecchio stile, la lotta di strada con le barricate, che sino al 1848 erano state l’elemento decisivo in ultima istanza, erano considerevolmente invecchiate. Questo processo era accaduto perché la borghesia ed il governo apparivano temere molto di più l’azione legale che l’azione illegale del partito operaio, più le vittorie elettorali che quelle della ribellione. [...]
Vuol dire ciò che nell’avvenire la lotta di strada non avrà più nessuna funzione? Assolutamente no. Vuol dire soltanto che dal 1848 le condizioni sono diventate molto più sfavorevoli ai combattenti civili e molto più favorevoli all’esercito. Una futura lotta di strada potrà dunque essere vittoriosa soltanto se questa condizione sfavorevole verrà compensata da altri fattori."
Friedrich Engels dalla prefazione a "Le lotte di classe in Francia"
"Nei paesi industriali piú progrediti noi abbiamo domato le forze naturali e le abbiamo costrette al servizio degli uomini; abbiamo cosí moltiplicato all’infinito la produzione, tanto che un fanciullo oggi produce piú di quello che producevano ieri cento adulti. E quali sono i risultati? Crescente sopralavoro e miseria crescente delle masse, e una grande crisi ogni dieci anni. Darwin non sapeva quale amara satira scrivesse sugli uomini, ed in particolare sui suoi compatrioti, quando dimostrava che la libera concorrenza, la lotta per l’esistenza, che gli economisti esaltano come il piú alto prodotto storico, sono lo stato normale del regno animale.
Solo un’organizzazione cosciente della produzione sociale nella quale si produce e si ripartisce secondo un piano può sollevare gli uomini al di sopra del restante mondo animale sotto l’aspetto sociale di tanto, quanto la produzione in generale lo ha fatto per l’uomo come specie. L’evoluzione storica rende ogni giorno piú indispensabile, ma anche ogni giorno piú realizzabile una tale organizzazione.
Essa segnerà la data iniziale di una nuova epoca storica nella quale l’umanità stessa, e con essa tutti i rami della sua attività, in particolare la scienza della natura, prenderanno uno slancio tale da lasciare in una profonda ombra tutto ciò che c’è stato prima."
Friedrich Engels. Dialettica della natura
È PIÙ UTILE LO SCONTRO DI PIAZZA O LA COSTRUZIONE DELL'ORGANIZZAZIONE RIVOLUZIONARIA? (ENGELS)
"E’ passato il tempo dei colpi di sorpresa, delle rivoluzioni fatte da piccole minoranze coscienti alla testa di masse incoscienti. Dove si tratta di una trasformazione completa delle organizzazioni sociali, ivi devono partecipare le masse stesse; ivi le masse stesse devono già aver compreso di che si tratta, per che cosa danno il loro sangue e la vita… Ma affinché le masse comprendano quel che si deve fare è necessario un lavoro lungo e paziente, e questo lavoro è ciò che noi stiamo facendo adesso. [...]
Le ribellioni vecchio stile, la lotta di strada con le barricate, che sino al 1848 erano state l’elemento decisivo in ultima istanza, erano considerevolmente invecchiate. Questo processo era accaduto perché la borghesia ed il governo apparivano temere molto di più l’azione legale che l’azione illegale del partito operaio, più le vittorie elettorali che quelle della ribellione. [...]
Vuol dire ciò che nell’avvenire la lotta di strada non avrà più nessuna funzione? Assolutamente no. Vuol dire soltanto che dal 1848 le condizioni sono diventate molto più sfavorevoli ai combattenti civili e molto più favorevoli all’esercito. Una futura lotta di strada potrà dunque essere vittoriosa soltanto se questa condizione sfavorevole verrà compensata da altri fattori."
Friedrich Engels dalla prefazione a "Le lotte di classe in Francia"
In tutta la storia della razza umana nessuna terra e nessun popolo hanno sofferto in modo altrettanto terribile per la schiavitù, le conquiste e le oppressioni straniere, e nessuno ha lottato in modo tanto indomabile per la propria emancipazione come la Sicilia e i siciliani. Quasi dal tempo in cui Polifemo passeggiava intorno all'Etna, o in cui Cerere insegnava ai siculi la coltivazione del grano, fino ai giorni nostri, la Sicilia è stata il teatro di invasioni e guerre continue, e di intrepida resistenza. I siciliani sono un miscuglio di quasi tutte le razze del sud e del nord; prima dei sicani aborigeni con fenici, cartaginesi, greci, e schiavi di ogni parte del mondo, importati nell'isola per via di traffici o di guerre; e poi di arabi, normanni, e italiani. I siciliani, durante tutte queste trasformazioni e modificazioni, hanno lottato, e continuano a lottare, per la loro libertà
Friedrich Engels
IL MONDO MATERIALE È IL SOLO MONDO REALE! (ENGELS)
"Il mondo materiale, percepibile dai sensi e a cui noi stessi apparteniamo, è il solo mondo reale. La nostra coscienza e il nostro pensiero, per quanto appaiano soprasensibili, sono il prodotto di un organo materiale, corporeo, il cervello. La materia non è un prodotto dello spirito, ma lo spirito stesso non è altro che il più alto prodotto della materia."
Friedrich Engels
"Giacché Robinson ha potuto procurarsi una spada possiamo altrettanto ammettere che Venerdì compaia un bel mattino con una rivoltella carica in mano, e allora tutto il rapporto di "violenza" si rovescia: Venerdì comanda e Robinson è costretto a sgobbare. Dunque, la rivoltella trionfa della spada ed anche il più puerile amante di assiomi capirà certo che la violenza non è un semplice atto di volontà, ma esige, per la sua messa in atto, condizioni preliminari molto reali, in particolare strumenti, di cui il più perfetto ha il sopravvento sul meno perfetto; che inoltre questi strumenti devono venir prodotti, il che significa che anche il produttore di strumenti di di violenza più perfetti, grossolanamente parlando, delle armi, ha il sopravvento sul produttore dei meno perfetti e che in una parola la vittoria poggia sulla produzione di armi, e questa a sua volta sulla produzione in generale, dunque... sulla "potenza economica", sull'ordine economico, sui mezzi materiali che sono a disposizione della violenza."
Friedrich Engels, Teoria della violenza
LA CENTRALITÀ FONDAMENTALE DEL MATERIALISMO DIALETTICO (ENGELS)
Le tre leggi della dialettica:
"La legge della conversione della quantità in qualità e viceversa.
La legge della compenetrazione degli opposti.
La legge della negazione della negazione."
Friedrich Engels, "Dialettica della natura", 1883
Engels enuncia le tre leggi della dialettica (la legge della conversione della quantità in qualità, la legge della compenetrazione degli opposti e la legge della negazione della negazione) non solo come ‘leges mentis’ (leggi poste dalla mente), giacché, se il loro àmbito di applicazione fosse esclusivamente questo, resteremmo chiusi nel cerchio magico del soggettivismo epistemologico kantiano, ma anche, e innanzitutto, come ‘leges entis’ (leggi della realtà stessa). Questa è la tesi fondamentale del materialismo dialettico. Una tesi che, a causa delle sue conseguenze rivoluzionarie, la borghesia attacca in tutti i modi, con tutti i mezzi ed in tutti i campi del sapere da almeno 160 anni; una tesi che i filosofi della borghesia (quale che sia la famiglia filosofica di appartenenza) combattono con tutte le armi a loro disposizione (non escluse quelle del fideismo e della superstizione); una tesi che tutti coloro che hanno sottoposto a revisione il marxismo hanno sempre cercato di stemperare, deformare, adattare, svuotare del suo duro contenuto materialistico.
«Lo stato, poiché è nato dal bisogno di tenere a freno gli antagonismi di classe, ma contemporaneamente è nato in mezzo al conflitto di queste classi, è di norma lo stato della classe più potente, economicamente dominante che, per mezzo suo, diventa anche politicamente dominante e così acquista un nuovo strumento per tener sottomessa e per sfruttare la classe oppressa. Ad un determinato grado dello sviluppo economico, legato alla divisione della società in classi e proprio a causa di questa divisione, lo stato è diventato necessario. Ma ora ci avviciniamo ad uno stadio di sviluppo in cui l'esistenza delle classi non solo ha cessato di essere una necessità, ma diventa un ostacolo alla produzione. Perciò esse cadranno così inevitabilmente come sono sorte. E con esse cadrà ineluttabilmente lo stato. La società che riorganizza la produzione in base ad una libera ed uguale associazione di lavoratori, relega l'intera macchina statale nel posto che da quel momento le spetta, cioè nel museo delle antichità accanto alla rocca per filare e all'ascia di bronzo».
LA VITA RIVOLUZIONARIA DI FRIEDRICH ENGELS
"Ci si domandava: Che cosa è Dio? E la filosofia tedesca ha risposto: è l'uomo."
Socialista, nato a Barmen il 28 novembre 1820 da famiglia borghese politicamente conservatrice.
Nel 1838 Engels, senza aver completato le scuole superiori, fu costretto da circostanze familiari a trovarsi un lavoro in un'impresa commerciale come impiegato a Brema. Gli affari commerciali non hanno impedito a Engels di proseguire la sua educazione politica e scientifica. Iniziò a disprezzare l'autocrazia e la tirannia dei burocrati quando ancora era studente. Lo studio della filosofia lo portò oltre. A quel tempo gli insegnamenti di Hegel dominavano la filosofia tedesca, ed Engels divenne un suo seguace. Per quanto Hegel fosse un ammiratore dello Stato autocratico prussiano, al cui servizio fu docente all'Università di Berlino, i suoi insegnamenti erano rivoluzionari. La fede hegeliana nella ragione umana e nei suoi diritti e le fondamentali tesi della sua filosofia sul fatto che l'universo è sempre in un costante processo di cambiamento e sviluppo, portarono alcuni filosofi berlinesi suoi discepoli – quelli che si rifiutavano di accettare la situazione esistente – a concepire l'idea che la lotta contro questa situazione, la lotta contro l'ingiustizia del presente e i suoi mali prevalenti, avesse anch'essa radici nella legge dell'eterno sviluppo.
Mentre accettarono l'idea dell'eterno processo di sviluppo, Marx ed Engels rigettarono i suoi preconcetti idealistici; in relazione alla vita reale, essi videro che non è lo sviluppo della mente che spiega lo sviluppo della natura ma che, al contrario, la spiegazione dello sviluppo mentale può essere derivata dalla natura, dalla materia... a differenza di Hegel e di altri hegeliani, Marx ed Engels furono materialisti. Insieme agli studi filosofici Engels cominciò a intraprendere, pur senza porre fine alle sue attività commerciali, un'attività di propaganda di idee radicali e socialiste in articoli di giornale e discorsi. Dopo aver lavorato come commesso a Bremen ed essere stato arruolato come soldato volontario a Berlino per un anno (nel 1842), si trasferì per due anni a Manchester, dove suo padre era co-proprietario di un'impresa cotoniera.
Qui Engels non stette tutto il tempo seduto in ufficio ma vagabondò per i sobborghi nei quali i lavoratori vivevano ingabbiati ed ebbe modo di vedere con i propri occhi la miseria e la povertà in cui questi versavano. Ma non si limitò alle sole considerazioni personali. Lesse tutto ciò che era già stato precedentemente rilevato da altri sulla condizione del proletariato inglese e studiò accuratamente tutti i documenti ufficiali che poté procurarsi. Il risultato di questi studi e di queste osservazioni fu la stesura di un libro apparso nel 1845: La Condizione della classe operaia in Inghilterra.
Già prima di Engels molte persone avevano descritto le sofferenze del proletariato ed indicato la necessità di aiutarlo. Engels fu però il primo a dire che il proletariato non era semplicemente una classe sofferente e che è, infatti, la vergognosa condizione economica in cui vive il proletariato a guidarlo in modo inarrestabile verso la sua lotta per la definitiva emancipazione, la quale poteva arrivare solo attraverso il socialismo.
Nel 1844 lavorò per il Deutsch-Französische Jahrbücher, pubblicato a Parigi da Arnold Ruge e Karl Marx. Lo stesso anno tornò a Barmen e l'anno successivo partecipò all'assemblea comunista organizzata da Moses Hess a Elberfeld. Quindi, fino al 1848, visse tra Parigi e Bruxelles. Nel 1846 si unì, con Marx, alla Lega dei Comunisti (organizzazione segreta tedesca) e rappresentò i comunisti parigini ai due congressi che la Lega tenne a Londra nel 1847.
Su istruzione della Lega egli scrisse, con Marx, il Manifesto Comunista indirizzato ai "proletari di tutti i paesi", pubblicato pochi mesi prima della rivoluzione del febbraio 1848. Nel 1848 e nel 1849 Engels lavorò a Colonia per la Neue Rheinische Zeitung pubblicata da Marx, e, dopo la sua soppressione, contribuì nel 1850 alla Politisch-oekonomische Revue. Egli assistette alle rivolte di Elberfeld, Palatinate e di Baden e partecipò come volontario alla campagna di Baden-Palatinate. Dopo la sconfitta dei ribelli di Baden, Engels tornò in Inghilterra come rifugiato e riprese a lavorare a Manchester nell'impresa del padre. Con questo suo lavoro egli rese possibile a Marx la continuazione della stesura del Capitale. Nel 1869 egli decise di ritirarsi dagli affari e l'anno seguente raggiunse l'amico e compagno Marx a Londra.
I due ripresero a lavorare congiuntamente. Il risultato di questa "ri-unificazione" fu, per Marx, il Capitale, il più grandioso lavoro di politica economica dei nostri tempi, e, per Engels, uno svariato numero di lavori fondamentali come La guerra dei contadini in Germania (1850), Rivoluzione e controrivoluzione in Germania (1852), Anti-Dühring (1878), L'evoluzione del socialismo dall'utopia alla scienza (1880), Storia e lingua dei Germani (1882), Dialettica della natura (1883), L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato (1884), Ludwig Feuerbach e il punto d'approdo della filosofia classica tedesca (1886). Engels, con questi scritti, si occupò di problematiche scientifiche più generiche e di diversi fenomeni del passato e del presente, analizzati nell'ottica della concezione materialistica della storia e dell'economia politica marxiana.
Durante il lungo periodo passato in Inghilterra, Engels non smise mai di lavorare per l'Internazionale, sorta nel 1864, all'interno della quale ricoperse il ruolo di Segretario per l'Italia, la Spagna e il Portogallo. Marx morì prima di poter dare gli ultimi ritocchi al suo vasto lavoro sul capitale. Le linee generali conclusive erano però già state tracciate e, dopo la morte del suo amico, Engels si assunse l'oneroso compito di sistemare e pubblicare il secondo ed il terzo volume del Capitale. Dopo la morte di Marx, Engels continuò da solo la sua attività di leader e consigliere dei socialisti europei. I suoi consigli e le sue istruzioni erano ricercati con pari intensità sia dai socialisti tedeschi, la cui forza, nonostante le persecuzioni del Governo, cresceva con costanza e rapidità, sia dagli spagnoli, dai rumeni e dai russi, che erano costretti a ponderare e soppesare tutti i loro primi passi. Tutti loro trassero insegnamenti dal bagaglio di conoscenze e dall'esperienza dell'ormai vecchio Engels.
Frederick Engels morì a Londra il 5 agosto 1895. Con queste parole Lenin diede l'ultimo addio all'uomo che tanto fece per la costruzione di un mondo socialista: "Dopo il suo amico Karl Marx (che morì nel 1883), Engels fu il più grande scienziato e maestro del proletariato moderno dell'intero mondo civilizzato. Dal momento in cui il fato unì Karl Marx e Frederick Engels, i due amici dedicarono il lavoro di tutta una vita ad una causa comune [...] Questo severo combattente ed austero pensatore possedeva un animo profondamente affettuoso [...] Il servizio reso da Marx ed Engels al proletariato può essere espresso con queste poche parole: essi hanno insegnato alla classe operaia a conoscere se stessa e ad avere coscienza di se stessa, ed essi hanno sostituito la scienza a dei sogni. Questo è il motivo per cui il nome di Engels sarà ricordato da ogni lavoratore [...] Sia reso sempre onore alla memoria di Frederick Engels, grande lottatore e maestro del proletariato!"
[Per approfondire la vita e il pensiero di Engels si consiglia, oltre alle opere citate sopra, la lettura de: "La vita rivoluzionaria di Friedrich Engels" di Hunt Tristram]
IL MONDO MATERIALE È IL SOLO MONDO REALE! (ENGELS)
"Il mondo materiale, percepibile dai sensi e a cui noi stessi apparteniamo, è il solo mondo reale. La nostra coscienza e il nostro pensiero, per quanto appaiano soprasensibili, sono il prodotto di un organo materiale, corporeo, il cervello. La materia non è un prodotto dello spirito, ma lo spirito stesso non è altro che il più alto prodotto della materia."
Friedrich Engels
"Giacché Robinson ha potuto procurarsi una spada possiamo altrettanto ammettere che Venerdì compaia un bel mattino con una rivoltella carica in mano, e allora tutto il rapporto di "violenza" si rovescia: Venerdì comanda e Robinson è costretto a sgobbare. Dunque, la rivoltella trionfa della spada ed anche il più puerile amante di assiomi capirà certo che la violenza non è un semplice atto di volontà, ma esige, per la sua messa in atto, condizioni preliminari molto reali, in particolare strumenti, di cui il più perfetto ha il sopravvento sul meno perfetto; che inoltre questi strumenti devono venir prodotti, il che significa che anche il produttore di strumenti di di violenza più perfetti, grossolanamente parlando, delle armi, ha il sopravvento sul produttore dei meno perfetti e che in una parola la vittoria poggia sulla produzione di armi, e questa a sua volta sulla produzione in generale, dunque... sulla "potenza economica", sull'ordine economico, sui mezzi materiali che sono a disposizione della violenza."
Friedrich Engels, Teoria della violenza
LA CENTRALITÀ FONDAMENTALE DEL MATERIALISMO DIALETTICO (ENGELS)
Le tre leggi della dialettica:
"La legge della conversione della quantità in qualità e viceversa.
La legge della compenetrazione degli opposti.
La legge della negazione della negazione."
Friedrich Engels, "Dialettica della natura", 1883
Engels enuncia le tre leggi della dialettica (la legge della conversione della quantità in qualità, la legge della compenetrazione degli opposti e la legge della negazione della negazione) non solo come ‘leges mentis’ (leggi poste dalla mente), giacché, se il loro àmbito di applicazione fosse esclusivamente questo, resteremmo chiusi nel cerchio magico del soggettivismo epistemologico kantiano, ma anche, e innanzitutto, come ‘leges entis’ (leggi della realtà stessa). Questa è la tesi fondamentale del materialismo dialettico. Una tesi che, a causa delle sue conseguenze rivoluzionarie, la borghesia attacca in tutti i modi, con tutti i mezzi ed in tutti i campi del sapere da almeno 160 anni; una tesi che i filosofi della borghesia (quale che sia la famiglia filosofica di appartenenza) combattono con tutte le armi a loro disposizione (non escluse quelle del fideismo e della superstizione); una tesi che tutti coloro che hanno sottoposto a revisione il marxismo hanno sempre cercato di stemperare, deformare, adattare, svuotare del suo duro contenuto materialistico.
«Lo stato, poiché è nato dal bisogno di tenere a freno gli antagonismi di classe, ma contemporaneamente è nato in mezzo al conflitto di queste classi, è di norma lo stato della classe più potente, economicamente dominante che, per mezzo suo, diventa anche politicamente dominante e così acquista un nuovo strumento per tener sottomessa e per sfruttare la classe oppressa. Ad un determinato grado dello sviluppo economico, legato alla divisione della società in classi e proprio a causa di questa divisione, lo stato è diventato necessario. Ma ora ci avviciniamo ad uno stadio di sviluppo in cui l'esistenza delle classi non solo ha cessato di essere una necessità, ma diventa un ostacolo alla produzione. Perciò esse cadranno così inevitabilmente come sono sorte. E con esse cadrà ineluttabilmente lo stato. La società che riorganizza la produzione in base ad una libera ed uguale associazione di lavoratori, relega l'intera macchina statale nel posto che da quel momento le spetta, cioè nel museo delle antichità accanto alla rocca per filare e all'ascia di bronzo».
Friedrich Engels
LA VITA RIVOLUZIONARIA DI FRIEDRICH ENGELS
"Ci si domandava: Che cosa è Dio? E la filosofia tedesca ha risposto: è l'uomo."
Socialista, nato a Barmen il 28 novembre 1820 da famiglia borghese politicamente conservatrice.
Nel 1838 Engels, senza aver completato le scuole superiori, fu costretto da circostanze familiari a trovarsi un lavoro in un'impresa commerciale come impiegato a Brema. Gli affari commerciali non hanno impedito a Engels di proseguire la sua educazione politica e scientifica. Iniziò a disprezzare l'autocrazia e la tirannia dei burocrati quando ancora era studente. Lo studio della filosofia lo portò oltre. A quel tempo gli insegnamenti di Hegel dominavano la filosofia tedesca, ed Engels divenne un suo seguace. Per quanto Hegel fosse un ammiratore dello Stato autocratico prussiano, al cui servizio fu docente all'Università di Berlino, i suoi insegnamenti erano rivoluzionari. La fede hegeliana nella ragione umana e nei suoi diritti e le fondamentali tesi della sua filosofia sul fatto che l'universo è sempre in un costante processo di cambiamento e sviluppo, portarono alcuni filosofi berlinesi suoi discepoli – quelli che si rifiutavano di accettare la situazione esistente – a concepire l'idea che la lotta contro questa situazione, la lotta contro l'ingiustizia del presente e i suoi mali prevalenti, avesse anch'essa radici nella legge dell'eterno sviluppo.
Mentre accettarono l'idea dell'eterno processo di sviluppo, Marx ed Engels rigettarono i suoi preconcetti idealistici; in relazione alla vita reale, essi videro che non è lo sviluppo della mente che spiega lo sviluppo della natura ma che, al contrario, la spiegazione dello sviluppo mentale può essere derivata dalla natura, dalla materia... a differenza di Hegel e di altri hegeliani, Marx ed Engels furono materialisti. Insieme agli studi filosofici Engels cominciò a intraprendere, pur senza porre fine alle sue attività commerciali, un'attività di propaganda di idee radicali e socialiste in articoli di giornale e discorsi. Dopo aver lavorato come commesso a Bremen ed essere stato arruolato come soldato volontario a Berlino per un anno (nel 1842), si trasferì per due anni a Manchester, dove suo padre era co-proprietario di un'impresa cotoniera.
Qui Engels non stette tutto il tempo seduto in ufficio ma vagabondò per i sobborghi nei quali i lavoratori vivevano ingabbiati ed ebbe modo di vedere con i propri occhi la miseria e la povertà in cui questi versavano. Ma non si limitò alle sole considerazioni personali. Lesse tutto ciò che era già stato precedentemente rilevato da altri sulla condizione del proletariato inglese e studiò accuratamente tutti i documenti ufficiali che poté procurarsi. Il risultato di questi studi e di queste osservazioni fu la stesura di un libro apparso nel 1845: La Condizione della classe operaia in Inghilterra.
Già prima di Engels molte persone avevano descritto le sofferenze del proletariato ed indicato la necessità di aiutarlo. Engels fu però il primo a dire che il proletariato non era semplicemente una classe sofferente e che è, infatti, la vergognosa condizione economica in cui vive il proletariato a guidarlo in modo inarrestabile verso la sua lotta per la definitiva emancipazione, la quale poteva arrivare solo attraverso il socialismo.
Nel 1844 lavorò per il Deutsch-Französische Jahrbücher, pubblicato a Parigi da Arnold Ruge e Karl Marx. Lo stesso anno tornò a Barmen e l'anno successivo partecipò all'assemblea comunista organizzata da Moses Hess a Elberfeld. Quindi, fino al 1848, visse tra Parigi e Bruxelles. Nel 1846 si unì, con Marx, alla Lega dei Comunisti (organizzazione segreta tedesca) e rappresentò i comunisti parigini ai due congressi che la Lega tenne a Londra nel 1847.
Su istruzione della Lega egli scrisse, con Marx, il Manifesto Comunista indirizzato ai "proletari di tutti i paesi", pubblicato pochi mesi prima della rivoluzione del febbraio 1848. Nel 1848 e nel 1849 Engels lavorò a Colonia per la Neue Rheinische Zeitung pubblicata da Marx, e, dopo la sua soppressione, contribuì nel 1850 alla Politisch-oekonomische Revue. Egli assistette alle rivolte di Elberfeld, Palatinate e di Baden e partecipò come volontario alla campagna di Baden-Palatinate. Dopo la sconfitta dei ribelli di Baden, Engels tornò in Inghilterra come rifugiato e riprese a lavorare a Manchester nell'impresa del padre. Con questo suo lavoro egli rese possibile a Marx la continuazione della stesura del Capitale. Nel 1869 egli decise di ritirarsi dagli affari e l'anno seguente raggiunse l'amico e compagno Marx a Londra.
I due ripresero a lavorare congiuntamente. Il risultato di questa "ri-unificazione" fu, per Marx, il Capitale, il più grandioso lavoro di politica economica dei nostri tempi, e, per Engels, uno svariato numero di lavori fondamentali come La guerra dei contadini in Germania (1850), Rivoluzione e controrivoluzione in Germania (1852), Anti-Dühring (1878), L'evoluzione del socialismo dall'utopia alla scienza (1880), Storia e lingua dei Germani (1882), Dialettica della natura (1883), L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato (1884), Ludwig Feuerbach e il punto d'approdo della filosofia classica tedesca (1886). Engels, con questi scritti, si occupò di problematiche scientifiche più generiche e di diversi fenomeni del passato e del presente, analizzati nell'ottica della concezione materialistica della storia e dell'economia politica marxiana.
Durante il lungo periodo passato in Inghilterra, Engels non smise mai di lavorare per l'Internazionale, sorta nel 1864, all'interno della quale ricoperse il ruolo di Segretario per l'Italia, la Spagna e il Portogallo. Marx morì prima di poter dare gli ultimi ritocchi al suo vasto lavoro sul capitale. Le linee generali conclusive erano però già state tracciate e, dopo la morte del suo amico, Engels si assunse l'oneroso compito di sistemare e pubblicare il secondo ed il terzo volume del Capitale. Dopo la morte di Marx, Engels continuò da solo la sua attività di leader e consigliere dei socialisti europei. I suoi consigli e le sue istruzioni erano ricercati con pari intensità sia dai socialisti tedeschi, la cui forza, nonostante le persecuzioni del Governo, cresceva con costanza e rapidità, sia dagli spagnoli, dai rumeni e dai russi, che erano costretti a ponderare e soppesare tutti i loro primi passi. Tutti loro trassero insegnamenti dal bagaglio di conoscenze e dall'esperienza dell'ormai vecchio Engels.
Frederick Engels morì a Londra il 5 agosto 1895. Con queste parole Lenin diede l'ultimo addio all'uomo che tanto fece per la costruzione di un mondo socialista: "Dopo il suo amico Karl Marx (che morì nel 1883), Engels fu il più grande scienziato e maestro del proletariato moderno dell'intero mondo civilizzato. Dal momento in cui il fato unì Karl Marx e Frederick Engels, i due amici dedicarono il lavoro di tutta una vita ad una causa comune [...] Questo severo combattente ed austero pensatore possedeva un animo profondamente affettuoso [...] Il servizio reso da Marx ed Engels al proletariato può essere espresso con queste poche parole: essi hanno insegnato alla classe operaia a conoscere se stessa e ad avere coscienza di se stessa, ed essi hanno sostituito la scienza a dei sogni. Questo è il motivo per cui il nome di Engels sarà ricordato da ogni lavoratore [...] Sia reso sempre onore alla memoria di Frederick Engels, grande lottatore e maestro del proletariato!"
[Per approfondire la vita e il pensiero di Engels si consiglia, oltre alle opere citate sopra, la lettura de: "La vita rivoluzionaria di Friedrich Engels" di Hunt Tristram]
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