Mi rendevo conto che a volte si possono conoscere le parole senza riuscire a metterle in relazione con la vita. Ma se uno ci riesce, bene, questo la dice lunga su di lui. E io non sapevo se avevo abbastanza buon senso e neanche esattamente cos’era giusto e cos’era sbagliato. Anche se, pensavo, devono esserci delle situazioni in cui non è dato sapere qual è la cosa giusta da fare, così come ce ne sono altre in cui la cosa giusta da fare neanche esiste. ”Limbo” era la parola che aveva usato mia madre ed era lì che mi trovavo ora — in un limbo, in mezzo alle preoccupazioni degli altri e con solo le mie, di preoccupazioni, come guida.
Richard Ford, Incendi
E’ stupefacente che gli esseri umani siano stati capaci di inventare un antidoto alle sofferenze dello spirito come l’osteria, un posto dove sei sempre benvenuto, dove nessuno ti fa domande, dove puoi scegliere da un elenco completo di alcolici (...), fissare in silenzio una TV senza audio, dire assurdità a un barista che non ti giudica, ascoltare (oppure no) quello che viene detto attorno a te, in altri termini: assaporare lo Zeitgeist del “sono presente ma non del tutto”; “sono assente ma non del tutto” che il genere umano confezionerebbe e venderebbe come hula-hoop se potesse, portando così la pace su questo travagliato pianeta.
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