giovedì 13 febbraio 2014

Benito Mussolini. Come si fa a non diventare padroni di un paese di servitori?

Divinizzato, dichiarato infallibile, preconizzato organizzatore e ispiratore di un rinato Impero romano.Conosciamo quel viso: conosciamo quel roteare degli occhi nelle orbite che nel passato dovevano, con la loro ferocia meccanica, far venire i vermi alla borghesia e oggi al proletariato. Conosciamo quel pugno sempre chiuso alla minaccia, Mussolini è il tipo concentrato del piccolo-borghese italiano, rabbioso, feroce impasto di tutti i detriti lasciati sul suolo nazionale da vari secoli di dominazione degli stranieri e dei preti: non poteva essere il capo del proletariato; divenne il dittatore della borghesia, che ama le facce feroci quando ridiventa borbonica
Antonio Gramsci descrive Benito Mussolini


Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti.
Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani.
Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti
Wiston Churchill


Come si fa a non diventare padroni di un paese di servitori?
Benito Mussolini

Indro Montanelli:
In Italia a fare la dittatura non è tanto il dittatore quanto la paura degli italiani e una certa smania di avere, perché è più comodo, un padrone da servire. 
Lo diceva Mussolini: «Come si fa a non diventare padroni di un paese di servitori?»

Regimi democratici possono essere definiti quelli nei quali, di tanto in tanto, si dà al popolo l'illusione di essere sovrano
Benito Mussolini

"Il popolo non fu mai definito. È una entità meramente astratta, come entità politica. Non si sa dove cominci esattamente, né dove finisca. L'aggettivo di sovrano applicato al popolo è una tragica burla. Il popolo tutto al più, delega, ma non può certo esercitare sovranità alcuna. I sistemi rappresentativi appartengono più alla meccanica che alla morale"
Mussolini, Preludio al Machiavelli, in Gerarchia dell'aprile 1924. S.e.D., vol. IV, pag.109

"Quando mancasse il consenso, c'è la forza. Per tutti i provvedimenti anche i più duri che il Governo prenderà, metteremo i cittadini davanti a questo dilemma: o accettarli per alto spirito di patriottismo o subirli".
Mussolini, Disc. Risposta al Ministero delle Finanze, 7 marzo 1923 - S. e D., vol III, pag 82


"Le masse non sanno cosa farsi della libertà e, dovendone portare il peso, si sentono come abbandonate. Esse non si avvedono di essere terrorizzate spiritualmente e private della libertà e ammirano solo la forza, la brutalità e i suoi scopi, disposti a sottomettersi. Capiscono a fatica e lentamente, mentre dimenticano con facilità. Pertanto la propaganda efficace deve limitarsi a poche parole d'ordine martellate ininterrottamente finchè entrino in quelle teste e vi si fissano saldamente. Si è parlato bene quando anche il meno recettivo ha capito e ha imparato.. Sacrificando questo principio fondamentale e cercando di diventare versatili si perde l'effetto "perchè le masse non sono capaci di assorbire il materiale, nè di ritenerlo"
Hitler, Mein Kampf



Anna Musio:
P.S. Qualunque cosa abbiate pensato, il testo è del 1945 e si riferisce a Mussolini.

Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto.Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt’al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po’ ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano.
Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare.
Elsa Morante






Grande ed icastica descrizione di Mussolini che purtroppo ha creato una cultura, o per meglio dire ha espresso un modo d'essere, purtroppo ancora presente nella nostra cultura, altrimenti non si spiegherebbero certe presenze nello scenario politico.




Il fascismo si è presentato come l'antipartito, ha aperto le porte a tutti i candidati, ha dato modo a una moltitudine incomposta di coprire con una vernice di idealità politiche vaghe e nebulose lo straripare selvaggio delle passioni, degli odii, dei desideri. Il fascismo è divenuto così un fatto di costume, si è identificato con la psicologia antisociale di alcuni strati del popolo italiano, non modificati ancora da una tradizione nuova, dalla scuola, dalla convivenza in uno Stato bene ordinato e amministrato
Antonio Gramsci, L'Ordine Nuovo, 26 aprile 1921

Solo ciò che avviene «dentro il Palazzo» pare degno di attenzione e interesse: tutto il resto è minutaglia, brulichio, informità, seconda qualità... E naturalmente, di quanto accade «dentro il Palazzo», ciò che veramente importa è la vita dei più potenti, di coloro che stanno ai vertici. Essere «seri» significa, pare, occuparsi di loro. Dei loro intrighi, delle loro alleanze, delle loro congiure, delle loro fortune...
Pier Paolo Pasolini

L'ansia del consumo è un'ansia di obbedienza a un ordine non pronunciato. Ognuno in Italia sente l'ansia, degradante, di essere uguale agli altri nel consumare, nell'essere felice, nell'essere libero: perché questo è l'ordine che egli inconsciamente ha ricevuto, e a cui deve obbedire, a patto di sentirsi 'diverso'. Mai la diversità è stata una colpa così spaventosa come in questo periodo di tolleranza. L'uguaglianza non è stata infatti conquistata, ma è una falsa uguaglianza ricevuta in regalo.
Pier Paolo Pasolini, 1974

Una educazione comune, obbligatoria e sbagliata ci spinge tutti dentro l’arena dell’avere tutto a tutti i costi.
In questa arena siamo spinti come una strana e cupa armata in cui qualcuno ha i cannoni e qualcuno ha le spranghe. Allora una prima divisione, classica, è «stare con i deboli». Ma io dico che, in un certo senso tutti sono i deboli, perché tutti sono vittime. E tutti sono i colpevoli, perché tutti sono pronti al gioco del massacro. Pur di avere. L’educazione ricevuta è stata: avere, possedere, distruggere.
Intervista a Pier Paolo Pasolini
"La televisione è un medium di massa e il medium di Massa non può che mercificarci e alienarci.
Non posso dire tutto ciò che voglio senza inibizioni perché sarei accusato di vilipendio del codice fascista italiano, in realtà non posso dire tutto e poi, oggettivamente, di fronte all’ingenuità o alla sprovvedutezza di certi ascoltatori io stesso non vorrei dire certe cose quindi mi autocensuro.
Ma, a parte questo, non è tanto questo… è proprio il medium di massa in sé: nel momento in cui qualcuno di ascolta nel video, ha verso di me un rapporto da inferiore a superiore, che è un rapporto spaventosamente antidemocratico. Mi pare che lei non creda più ai partiti, che cosa ha da proporre in cambio? No, perché se mi dice che non credo più nei partiti, mi da del qualunquista, io invece non sono un qualunquista; tendo più verso la forma anarchica che verso una scelta ideologica di un qualche partito, ma non è che non credo ai partiti".

Pier Paolo Pasolini
Nulla è più feroce della banalissima televisione

"NESSUN CENTRALISMO FASCISTA È RIUSCITO A FARE CIÒ CHE HA FATTO IL CENTRALISMO DELLA CIVILTÀ DEI CONSUMI. Il fascismo proponeva un modello, reazionario e monumentale, che però restava lettera morta. LE VARIE CULTURE PARTICOLARI (CONTADINE, SOTTOPROLETARIE, OPERAIE) CONTINUAVANO IMPERTURBABILI A UNIFORMARSI AI LORO ANTICHI MODELLI: la repressione si limitava ad ottenere la loro ADESIONE A PAROLE. Oggi, al contrario, l'adesione ai modelli imposti dal Centro, è tale e incondizionata. I MODELLI CULTURALI REALI SONO RINNEGATI. L'abiura è compiuta. Si può dunque affermare che la "tolleranza" della IDEOLOGIA EDONISTICA voluta dal nuovo potere, È LA PEGGIORE DELLE REPRESSIONI DELLA STORIA UMANA. Come si è potuta esercitare tale repressione? Attraverso DUE RIVOLUZIONI, INTERNE ALL'ORGANIZZAZIONE BORGHESE: la RIVOLUZIONE DELLE INFRASTRUTTURE e la RIVOLUZIONE DEL SISTEMA D'INFORMAZIONI. Le strade, la motorizzazione ecc. hanno oramai STRETTAMENTE UNITO LA PERIFERIA AL CENTRO, abolendo ogni distanza materiale. Ma la rivoluzione del sistema d'informazioni è stata ancora più radicale e decisiva. PER MEZZO DELLA TELEVISIONE, IL CENTRO HA ASSIMILATO A SÉ L'INTERO PAESE CHE ERA COSÌ STORICAMENTE DIFFERENZIATO E RICCO DI CULTURE ORIGINALI. Ha cominciato un'OPERA DI OMOLOGAZIONE DISTRUTTRICE DI OGNI AUTENTICITÀ E CONCRETEZZA. Ha imposto cioè - come dicevo - i suoi modelli: che sono i modelli voluti dalla nuova industrializzazione, la quale non si accontenta più di un "uomo che consuma", ma pretende che non siano concepibili altre ideologie che quella del consumo. Un EDONISMO NEO-LAICO, ciecamente dimentico di ogni valore umanistico e ciecamente estraneo alle scienze umane. L'ANTECEDENTE IDEOLOGIA VOLUTA E IMPOSTA DAL POTERE ERA, COME SI SA, LA RELIGIONE: E IL CATTOLICESIMO, INFATTI, ERA FORMALMENTE L'UNICO FENOMENO CULTURALE CHE "OMOLOGAVA" GLI ITALIANI. ORA ESSO È DIVENTATO CONCORRENTE DI QUEL NUOVO FENOMENO CULTURALE "OMOLOGATORE" CHE È L'EDONISMO DI MASSA: e, come concorrente, il nuovo potere già da qualche anno ha cominciato a liquidarlo. NON C'È INFATTI NIENTE DI RELIGIOSO NEL MODELLO DEL GIOVANE UOMO E DELLA GIOVANE DONNA PROPOSTI E IMPOSTI DALLA TELEVISIONE. Essi sono due persone che avvalorano la vita solo attraverso i suoi BENI DI CONSUMO (e, S'INTENDE, VANNO ANCORA A MESSA LA DOMENICA: IN MACCHINA). GLI ITALIANI HANNO ACCETTATO CON ENTUSIASMO QUESTO NUOVO MODELLO CHE LA TELEVISIONE IMPONE LORO SECONDO LE NORME DELLA PRODUZIONE CREATRICE DI BENESSERE (o, meglio, di salvezza dalla miseria). Lo hanno accettato: ma sono davvero in grado di realizzarlo? No. O lo realizzano materialmente solo in parte, diventandone la caricatura, o non riescono a realizzarlo che in misura così minima da diventarne vittime. FRUSTRAZIONE O ADDIRITTURA ANSIA NEVROTICA SONO ORMAI STATI D'ANIMO COLLETTIVI. Per esempio, i sottoproletari, fino a pochi anni fa, rispettavano la cultura e non si vergognavano della propria ignoranza. Anzi, erano fieri del proprio modello popolare di analfabeti in possesso però del mistero della realtà. Guardavano con un certo disprezzo spavaldo i "figli di papà", i piccoli borghesi, da cui si dissociavano, anche quando erano costretti a servirli. ADESSO, AL CONTRARIO, ESSI COMINCIANO A VERGOGNARSI DELLA PROPRIA IGNORANZA: hanno abiurato dal proprio modello culturale (i giovanissimi non lo ricordano neanche più, l'hanno completamente perduto), e il nuovo modello che cercano di imitare non prevede l'analfabetismo e la rozzezza. I ragazzi sottoproletari - umiliati - cancellano nella loro carta d'identità il termine del loro mestiere, per sostituirlo con la qualifica di "studente". Naturalmente, da quando hanno cominciato a VERGOGNARSI DELLA LORO IGNORANZA, hanno cominciato anche a DISPREZZARE LA CULTURA (caratteristica piccolo borghese, che essi hanno subito acquisito per mimesi). Nel tempo stesso, IL RAGAZZO PICCOLO BORGHESE, NELL'ADEGUARSI AL MODELLO "TELEVISIVO" - che, essendo la sua stessa classe a creare e a volere, gli è sostanzialmente naturale - diviene stranamente rozzo e infelice. Se I SOTTOPROLETARI SI SONO IMBORGHESITI, I BORGHESI SI SONO SOTTOPROLETARIZZATI. La cultura che essi producono, essendo di carattere tecnologico e strettamente pragmatico, impedisce al vecchio "uomo" che è ancora in loro di svilupparsi. Da ciò deriva in essi una specie di RATTRAPPIMENTO DELLE FACOLTÀ INTELLETTUALI E MORALI. LA RESPONSABILITÀ DELLA TELEVISIONE, IN TUTTO QUESTO, È ENORME. Non certo in quanto "MEZZO TECNICO", ma IN QUANTO STRUMENTO DEL POTERE E POTERE ESSA STESSA. Essa non è soltanto un LUOGO ATTRAVERSO CUI PASSANO I MESSAGGI, MA È UN CENTRO ELABORATORE DI MESSAGGI. È il luogo dove si concreta una mentalità che altrimenti non si saprebbe dove collocare. È attraverso LO SPIRITO DELLA TELEVISIONE che si manifesta in concreto lo SPIRITO DEL NUOVO POTERE. NON C'È DUBBIO (LO SI VEDE DAI RISULTATI) CHE LA TELEVISIONE SIA AUTORITARIA E REPRESSIVA COME MAI NESSUN MEZZO DI INFORMAZIONE AL MONDO. Il giornale fascista e le scritte sui cascinali di slogans mussoliniani fanno ridere: come (con dolore) l'aratro rispetto a un trattore. IL FASCISMO, VOGLIO RIPETERLO, NON È STATO SOSTANZIALMENTE IN GRADO NEMMENO DI SCALFIRE L'ANIMA DEL POPOLO ITALIANO: il nuovo fascismo, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e di informazione (specie, appunto, la televisione), non solo l'ha scalfita, ma l'ha lacerata, violata, bruttata per sempre".
Pierpaolo Pasolini, "Corriere della Sera", 9 dicembre 1973
Ora invece succede il contrario: il REGIME è un REGIME DEMOCRATICO, però quella ACCULTURAZIONE, quella OMOLOGAZIONE che il FASCISMO non è riuscito assolutamente ad ottenere,  IL POTERE DI OGGI, cioè il POTERE DELLA CIVILTA’ DEI CONSUMI, invece, RIESCE AD OTTENERE PERFETTAMENTE, DISTRUGGENDO LE VARIE REALTA’ PARTICOLARI.  TOGLIENDO REALTA’ AI VARI MODI DI ESSERE UOMINI CHE L’ITALIA AVEVA PRODOTTO IN MODO STORICAMENTE MOLTO DIFFERENZIATO. E, allora, QUESTA ACCULTURAZIONE STA DISTRUGGENDO IN REALTA’ L’ITALIA e allora le posso dire senz’altro che IL VERO FASCISMO E’ QUESTO POTERE DELLA CIVILTA’ DEI CONSUMI CHE STA DISTRUGGENDO L’ITALIA e questa cosa E’ AVVENUTA TALMENTE RAPIDAMENTE CHE NOI NON CE NE SIAMO RESI CONTO, è avvenuto tutto in questi ultimi 5, 6, 7, 10 anni… E’ STATA UNA SPECIE DI INCUBO in cui ABBIAMO VISTO L’ITALIA INTORNO A NOI DISTRUGGERSI E SPARIRE e adesso, risvegliandoci forse da quest’incubo e guardandoci intorno, CI ACCORGIAMO CHE NON C’E’ PIU’ NIENTE DA FARE
trasmissione rai "Pasolini e la forma della città"

kurtzo85:

Concordo pienamente, e riporto un un pezzo da Scritti Corsari (1974): "L'ansia del consumo è un'ansia di obbedienza a un ordine non pronunciato. Ognuno in Italia sente l'ansia, degradante, di essere uguale agli altri nel consumare, nell'essere felice, nell'essere libero: perchè è questo l'ordine che egli ha inconsciamente ricevuto, e a cui deve obbedire, a patto di sentirsi diverso. Mai la diversità è stata una colpa così spaventosa come in questo periodo di tolleranza".

Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia
Pier Paolo Pasolini

Il potere e il mondo che, pur non essendo del potere, tiene rapporti pratici col potere, ha escluso gli intellettuali liberi, proprio per il modo in cui è fatto, dalla possibilità di avere prove e indizi.
Pier Paolo Pasolini

di Luciano Capone
«II governo italiano non è democratico». L'autore de "LA MENTE SERVILE" […] dice la sua su libertà, morale e dipendenza dallo Stato. Kenneth Minogue, filosofo politico e professore emerito alla London School of Economics, è stato presidente della Mont Pelerin society, l'associazione di economisti e intellettuali liberali fondata da Friederich von Hayek, Milton Friedman e Kal Popper. In questi giorni è in Italia, ospite dell'Istituto Bruno Leoni, per la presentazione del suo libro La mente servile (Ibl libri, pp. 400, euro 24).
Professor Minogue, nel suo libro METTE IN DISCUSSIONE LA DEMOCRAZIA COME STRUMENTO LIBERALE PER LIMITARE IL POTERE DEI GOVERNI, il discorso vale anche per l'Italia?
«NEL CASO DELL'ITALIA NON SI PUÒ NEMMENO DIRE CHE CI SIA UN GOVERNO DEMOCRATICAMENTE ELETTO, visto che è stato scelto dall'Europa, ma il problema è che attualmente gli Stati gestiscono così tanti aspetti della nostra vita che lo fanno inevitabilmente male».
Ma È UN PROBLEMA DI COMPETENZA DEI GOVERNANTI O DEL SISTEMA DEMOCRATICO?
«IL CONCETTO DI DEMOCRAZIA CAMBIA NEL TEMPO, IN TEORIA SIGNIFICA CHE I GOVERNANTI RISPONDONO AGLI ELETTORI, IL PROBLEMA È CHE OGGI SONO GLI ELETTORI A DOVER RISPONDERE AI GOVERNANTI. L'allargamento delle competenze invade anche ambiti educativi, come la lotta ai vizi e trasforma i nostri problemi morali in soluzioni politico-morali decise dallo Stato».
Il governo ha intrapreso una battaglia contro il gioco d'azzardo, il fumo e le bibite gasate, cercando di alzare le tasse per limitarne l'uso, cosa c'è che non va in queste politiche?
«Non va il fatto che lo Stato voglia educare le persone, sarebbe stato meglio se avesse chiesto solo i soldi. Nessuno è a favore dell'alcol o del gioco d'azzardo o dell'obesità, ma LA VIRTÙ NON PUÒ ESSERCI INSEGNATA DAI POLITICI, OGNUNO IMPARA A VIVERE ANCHE IN BASE AI PROPRI ERRORI. PER SOCRATE UNA DELLE COSE PIÙ IMPORTANTI PER UN UOMO È DECIDERE COSA FARE DELLA PROPRIA VITA, È L'ESSENZA DELLA LIBERTÀ. L'EDUCAZIONE DI STATO È L'ESATTO CONTRARIO».
E' SECONDO LEI L'ACCETTAZIONE DELLE INDICAZIONI STATALI A PRODURRE UNA MENTE SERVILE?
«GLI ANTICHI, TRA CUI LO STESSO ARISTOTELE, PENSAVANO CHE ALCUNI UOMINI NASCESSERO SCHIAVI E ALTRI PADRONI, quasi tutte le società antiche e moderne sono state collettiviste e oppressive. Se guardiamo alla storia È STATA LA LIBERTÀ PIÙ CHE LA SCHIAVITÙ AD ESSERE UN'ECCEZIONE. OGGI IN OCCIDENTE NESSUNO È VOLONTARIAMENTE SCHIAVO, MA SE CI VIENE PROPOSTO QUALCHE PICCOLO BENEFICIO SIAMO DISPOSTI A RINUNCIARE A UN PÒ DELLA NOSTRA LIBERTÀ PER UN CALCOLO UTILITARISTICO A BREVE TERMINE».
Quindi per lei È PROPRIO IL NOSTRO WELFARE STATE CHE HA MODIFICATO LA NOSTRA MORALE INDIVIDUALE?
«L'ESSENZA DELLA MENTE SERVILE È LA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE INDICAZIONI ESTERNE IN CAMBIO DEL SOLLIEVO DAL PESO DI ESERCITARE VIRTÙ COME IL RISPARMIO E LA PRUDENZA. Se rinunciamo a provvedere alle nostre esigenze individuali perchè subentra il welfare state, insieme ai rischi e ai bisogni, PERDIAMO AN CHE LA NOSTRA RESPONSABILITÀ INDIVIDUALE. Naturalmente lo Stato può promettere più garanzie e benefici solo in cambio di maggiori entrate fiscali e, in una società che vuole soddisfare ogni bisogno, PIÙ BISOGNI VENGONO SODDISFATTI PIÙ NE AUMENTANO. IL PROBLEMA È CHE ORA GLI STATI EUROPEI ORA NON SONO PIÙ IN GRADO DI MANTENERE CIÒ CHE HANNO PROMESSO».

Quasi 50 anni fa lei scrisse LA MENTE LIBERAL, un attacco all'ideologia di sinistra che persegue la perfezione sociale, che legame c'è con LA MENTE SERVILE?
«Faccio un esempio: IL GOVERNO INGLESE PAGA ALCUNE CATEGORIE DI STUDENTI PER ANDARE A SCUOLA O ALCUNE CATEGORIE DI MALATI PER FARE DELLE VISITE MEDICHE SPECIFICHE. PENSO CHE PAGARE LE PERSONE PER OTTEMPERARE AD UN DOVERE SIA UNA DELLE FORME PIÙ ALTE DI CORRUZIONE MORALE. Gli esperti del settore rispondono che però funziona: è questa forma di pragmatismo che è estremamente pericoloso. L'IDEOLOGIA LIBERAL È UNA FORMA DI IDEALISMO CHE FA COINCIDERE LA LIBERTÀ CON L'ESTENSIONE DEL WELFARE E LA DIPENDENZA DALLO STATO, QUINDI LA MENTE SERVILE NE È UN NATURALE SVILUPPO».
Da Libero, 4 ottobre 2012




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