L'educazione è la nemica della saggezza, perché l'educazione rende necessarie tante cose di cui, per essere saggi, si dovrebbe fare a meno.
Luigi Pirandello
Una vera educazione non può essere inculcata a forza dal di fuori; essa deve invece aiutare a trarre spontaneamente alla superficie i tesori di saggezza nascosti sul fondo.
Rabindranath Tagore
Dobbiamo ritrovare una forza di vita in noi (Arnaud Desjardins):
"Tutte le forme di educazione, anche se non sono particolarmente religiose, sembrano dire al bambino: «questo va molto bene» e «questo è male, come hai potuto farlo!». Molto presto, dividiamo il mondo in due e ci formiamo un'idea di ciò che è bene, vale a dire di ciò che piace ai nostri genitori o ai nostri educatori, e di ciò che è male, vale a dire, molto semplicemente, ciò che a loro dispiace. [...]
L'educatore si lascia educare dagli incontri, dai fatti, dai segni e dagli imprevisti. Non aspetta certezze, teorie e verità. Anzi le espelle, o meglio le digerisce con la stessa logica dell'insalata e delle patatine del fast - food. Non fabbrica strutture, ma tesse relazioni. L'uomo è parola dialogata, comunicazione permanente verbale e non verbale. Smonta le maschere e le difese inutili.
[Educatori senza frontiere. Diari di esperienze erranti - don Antonio Mazzi, C.Mazza, E. Frezza, G. Ballarini]
Il compito dell'educazione consiste proprio nel risvegliare l'individuo
Jiddu Krishnamurti
L'educazione è la continua riorganizzazione o ricostruzione dell'esperienza.
John Dewey
Comunitá Internazionale di Cooperazione in Educazione:
“NEL PROCESSO EDUCATIVO IL MAESTRO SI FA “PAROLA” CAPACE DI COSTRUIRE UN LEGAME. Un legame che ha bisogno di una rinnovata e inedita capacità di connessione da parte degli adulti nei confronti degli studenti, ma anche degli studenti tra di loro. PAROLE CHE GUARDANO E PAROLE CHE CONTENGONO, parole che regalano e parole che ringraziano, che costringono a trascendere l’esperienza stessa per il loro carattere irrevocabile di novità. Più che trascenderla, molti ragazzi l’abbandonano. SERVE LA PERSONALIZZAZIONE DELL’APPRENDIMENTO PERCHÉ SI FONDA SULL’IDEA CHE L’APPRENDIMENTO MEDIATO HA BISOGNO DI UN MAESTRO CHE TI PARLA CON CALORE, AFFETTO, E TI AIUTA AD ENTRARE IN CONTATTO CON I TUOI PENSIERI”.
Patrizia Spoletini:
il legame non si sente durante, ma quando il legame si interrompe ,quando finisce il percorso educativo, che ci si ricorda degli apprendimenti degli esempi gli esiti sono sempre aleatori, non dobbiamo comunque mai creare dipendenza ma interdipendenza, far capire che non siamo isole ma tutti legati, ogni uno con un compito
Maria Luisa Fresi Molino:
Condivido e aggiungo due righe,prendendole in prestito da "Il primo uomo",di Albert Camus: "... per la prima volta, in vita loro, i ragazzi sentivano di esistere e di essere oggetto della più alta considerazione: li si giudicava degni di scoprire il mondo. ... E anche il maestro. Non si occupava soltanto di insegnare ciò per cui era pagato, ma li accoglieva con semplicità nella sua vita personale, la viveva con loro ...
Candy Colored:
L'apprendimento passa sempre attraverso la relazione
Lilliana Capone:
è vero nn puoi costruire niente senza compliance. Non scatta per tutti nello stesso momento. In alcuni richiede tempo, devi imparare a conoscere, ad entrare in sintonia, a trovare la chiave d'accesso. Ed è la base di tutto il percorso
Fiabe Per Adulti Di Cuore
Anna Musio:
"Il Pinocchio di Collodi è un miracolo letterario dalla profondità esoterica quasi intollerabile. [...]
Un bambino che legga con tutto il cuore questo libro ne esce trasformato.
Diventa un'altra persona di cui non è lecito parlare".
Elémire Zolla
1. C'era una volta un pezzo di legno non pregiato... pinocchio
Il legno come le persone può avere diverse qualità virtù qualifiche... legni pregiati, legni resistenti, legni d'ardere, ecc. QUANTI DI NOI COME PINOCCHIO CI SENTIAMO DEI PEZZI DI LEGNO NON PREGIATO COME PER DIVENTARE UNA SCULTURA? QUANTI DI NOI COME PINOCCHIO SIAMO NEL MUCCHIO DELLA CATASTA DI UNA SOCIETÀ CHE CI HA DESTINATO AD ESSERE LEGNA DA BRUCIARE? ...
2. Bambini sottovalutati, potenziali pinocchi
La fisionomia di Pinocchio è molto comune purtroppo in mezzo ad una SOCIETÀ PRONTA AD ALIENARE COLORO CHE SONO MENO AVVANTAGGIATI: bambini umiliati, disprezzati e senza genitori presenti in balia dei nonni (Geppetto), ALLORA PINOCCHIO FA DELLA SUA SOLITUDINE IL REGNO DELLE SUE BIRICHINATE E DELLA DISUBBIDIENZA non sempre consapevole il mezzo di scoprire il suo mondo. UN BAMBINO CHIAMATO A FARSI IL MONDO DA SOLO ATTRAVERSO I PROPRI ERRORI, A DIVENTARE COSCIENZIOSO, RESPONSABILE E GIUDIZIOSO PROPRIO GRAZIE E ATTRAVERSO LA SOFFERENZA E IL DOLORE (ANTITESI DI PETER PAN CHE PUR ADULTO NON SMETTE MAI DI ESSERE UN BAMBINO NEL SENSO NEGATIVO).
3. EDUCAZIONE OMOLOGATA, mastro ciliegia
Il vecchio falegname vide un pezzo di legno tra la catasta adatto per fare la gamba mancante per il suo tavolo. QUI C'È IL QUADRO COMPLESSIVO DI UNA FAMIGLIA ROTTA COME IL TAVOLO, perché IL TAVOLO È SIMBOLO DELL'ALTARE ATTORNO AL QUALE SI RADUNA LA FAMIGLIA PER CIBARSI. Questo babbo solitario ormai vecchio è FIGURA NEGATIVA DI UN PADRE ARRUGGINITO CHE USA IL FIGLIO PER RASSICURARE LA SUA INCERTEZZA (GAMBA PER IL TAVOLO ZOPPICANTE), QUINDI TROPPO PROTETTIVO e incapace di raddrizzare un bambino con una forza interiore vigorosa. Genitori che vogliono trovare rassicurazioni nella compagnia dei figli per la loro solitudine.
4. La mamma di pinocchio
A sentire Geppetto, la mamma è donna di mondo. Se ne è andata per i fatti suoi. Pinocchio si sente orfano, come molti di noi, perché la madre è l'ombra creativa e spirituale smarrita e persa nella nostra società, senza di lei Pinocchio ha sia una influenza positiva e cioè la ricerca del senso assoluto, perché è ferma e chiara nei suoi interventi, ma discontinua, episodica, ma sia anche negativa che FA SÌ CHE PINOCCHIO FATICHI PARECCHIO PER RIUSCIRE A COSTRUIRE DENTRO DI SE UNA IMMAGINE GENITORIALE POSITIVA E UTILE A FRENARE IL BAMBINO LIBERO CHE, APPENA TROVA UN IMPEDIMENTO, DIVENTA RIBELLE E AGGRESSIVO.
5. L'ASCIA EDUCATIVA CONTRO LA VOCE DELLA COSCIENZA
GEPPETTO PRESE SUBITO L’ASCIA ARROTATA PER COMINCIARE A LEVARGLI LA SCORZA E A DIGROSSARLO; ma quando fu lí per lasciare andare la prima asciata, rimase col braccio sospeso in aria, perché SENTÍ UNA VOCINA SOTTILE SOTTILE, CHE DISSE RACCOMANDANDOSI:
— NON MI PICCHIAR TANTO FORTE! —
DENTRO OGNUNO DI NOI C'È QUESTA VOCE INTERIORE, È IL BAMBINO CHE DA TEMPO ASPETTA ESSERE EDUCATO MODELLATO SCOLPITO. Ma molti non sanno come ascoltare e da dove provenga questa voce, sicché Geppetto ripresa l’ascia in mano, tirò giù un solennissimo colpo sul pezzo di legno.
— OHI! TU M’HAI FATTO MALE! — GRIDÒ RAMMARICANDOSI LA SOLITA VOCINA.
Infatti QUANDO NOI PRENDIAMO LE BASTONATE O COLPI FORTI DELLA VITA QUALCOSA DENTRO DI NOI SOFFRE, È IL NOSTRO PINOCCHIO ORFANO SOLITARIO GREZZO, LA NOSTRA ANIMA DI LEGNO SENZA VITA, CI CHIUDIAMO NEL SILENZIO E LA PAURA, difatti Geppetto rimase senza fiato ad ascoltare quella vocina molto turbato e quando la ascoltò cadde giù come fulminato, perché non ci sembrerà vero ascoltare la voce della nostra coscienza che ci rimprovera e ci recrimina il nostro comportamento.
6. DELEGARE L'EDUCAZIONE
Maestro Ciliegia regala il pezzo di legno al suo amico Geppetto, il quale lo prende per fabbricarsi un burattino meraviglioso. Noi spesso facciamo questo sbaglio: regaliamo i nostri figli al sistema educativo, deleghiamo la nostra educazione e formazione ad un altro (Geppetto), sarò lui, il sistema, a informarlo, ad intagliarlo, a farlo diventare un burattino. Come mastro Ciliegia ci liberiamo da quella vocina della coscienza.
7. L'IPOTECA SUI FIGLI BURATTINI
HO PENSATO DI FABBRICARMI DA ME UN BEL BURATTINO DI LEGNO: ma un burattino meraviglioso, che sappia ballare, tirare di scherma e fare i salti mortali. Con questo burattino voglio girare il mondo, per buscarmi un tozzo di pane e un bicchier di vino: che ve ne pare?". MOLTI GENITORI FANNO QUESTO DEI LORO FIGLI: VOGLIONO UN PROIETTO PERFETTO, un figlio secondo il modello della società, un ipoteca, vedono nei figli il loro futuro, vogliono che tu faccia il loro interesse. “Bravo Polendina!”, gridò la solita vocina, che non si capiva da dove uscisse. Geppetto diventava una bestia quando lo chiamavano Polendina, PINOCCHIO SI PRENDE BEFFE DI LUI, COME LO FANNO I NOSTRI FIGLI CON I NOSTRI DIFETTI. I GENITORI SE LA PRENDONO CON LA SOCIETÀ, COME GEPPETTO ACCUSÒ MASTR'ANTONIO DI AVERLO OFFESO E NE FANNO A BOTTE, MA POI SONO GLI STESSI GENITORI A FAR PARTE DELLA SOCIETÀ e rimangono amici per convenienza come Geppetto con Mastro Ciliegia (chiamato così per via della punta del suo naso, che era sempre lustra e paonazza, come una ciliegia matura). IL PROBLEMA QUINDI È A CATENA QUANDO ABBIAMO DEI GENITORI BURATTINI FATTI AD IMMAGINE E SOMIGLIANZA DELLE RICHIESTE DI MASTR'ANTONIO (IDEOLOGIA DI MASSA)
8. FARE I FIGLI AD IMMAGINE E SOMIGLIANZA NOSTRA
Una delle teorie più comuni delle religioni è il fatto che DIO CI ABBIA CREATO A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA. GEPPETTO, TORNATO A CASA, COMINCIA SUBITO A FABBRICARSI IL BURATTINO E GLI METTE IL NOME DI PINOCCHIO. Questo burattino però si dimostra subito IRREQUIETO E DISUBBIDIENTE. Vedere Pinocchio come una figura della disubbidienza è riduttivo, è un stereotipo infantile, un luogo comune, quando IN REALTÀ PINOCCHIO È IL BAMBINO CHE NASCE CON UNA FORTE INDOLE E PROPENSIONE ALLA LIBERTÀ: NON VUOLE ESSERE UN PEZZO DI LEGNO IRRIGIDITO DALLE LEGGI DI UNA SOCIETÀ CHE LO RENDE UN PUPAZZO DI SERIE, COME AVVIENE OGGIDÌ ALLE MASSE. Ma, come ogni bambino libero, tende ad esserlo in modo anche negativo. Dio ubbidisce solo a se stesso quindi se siamo fatti come lui FACCIAMO FATICA AD UBBIDIRE QUESTO DIO SE LO CONCEPIAMO COME DIVERSO DA NOI.
9. L'UBBIDIENZA NON E' PIÙ UNA VIRTÙ
QUANDO L'UBBIDIRE DIVENTA SEGUIRE UNA REGOLA CHE TENDE AD OMOLOGARE LA SOCIETÀ IN UNA SERIE DI BURATTINI DI LEGNO, L'EDUCAZIONE DIVENTA SOLTANTO UNO STRUMENTO DI DOMINIO E DI POTERE, DONDE UBBIDIRE NON È PIÙ UNA VIRTÙ. Questo Pinocchio l'ha ben capito e PUR NON AVENDO MAI DETTO UNA BUGIA IL SUO NASO ERA DEL TUTTO DIFFERENTE SIN DALL'INIZIO, cresceva a dismisura senza una ragione per Geppetto. Il bisogno di Pinocchio è quello di scoprire il mondo, di aggredirlo per non esserne assorbito, manifestando un animo coraggioso, scapestrato e avventuroso.
10. LA COSCIENZA NON HA ORECCHIE
GEPPETTO FECE A PINOCCHIO PRIMA LE GAMBE CHE LE ORECCHIE, vedendosi capace di CORRERE IL BURATTINO SCAPPÒ MA NON SENTI LE URLA DEL SUO BABBO. Siamo liberi di non sentire il creatore, la nostra natura ci ha reso indipendenti al punto di saper correre agire scappare e non ascoltare. Sono queste le peculiarità specifiche della nostra cosiddetta libertà.
11. LA VOCE DELLA COSCIENZA
A sua volta, come Mastro Ciliegia e Geppetto s'impaurivano alla loro vocina interiore, anche Pinocchio si è intimorito al "CRI CRI CRI" INATTESO DEL GRILLO PARLANTE: UNA SORTE DI VOCE INTERIORE DELLA COSCIENZA CHE LO COSTRINGE INTROSPETTIVAMENTE A CONFRONTARSI CON LE SCELTE TRA IL BENE E IL MALE. Il grillo magari parla come Geppetto, è il super Io della coscienza formato secondo la morale sociale, ma per natura abbiamo scritta una legge naturale dentro di noi ed è bello che sia rappresentata da un animale, il grillo in questo caso (è il nostro istinto selvaggio). PINOCCHIO NON SOPPORTA ESSERE IL FRUTTO DI UN IDEALE PRE-COSTRUITO DA UN GENITORE O DALLA NORMA SOCIALE. Pinocchio LOTTA PER LA SUA IDENTITÀ ED INDIVIDUALITÀ, è un istinto naturale andare contro la natura del nostro super io o coscienza formata ed indottrinata da società e dai genitori.
12. IN UNA SOCIETÀ FALSA SONO COSTRETTO A VOLERE UNA VITA FUORI LEGGE
"Fra i mestieri del mondo non ce n’è che uno solo che veramente mi vada a genio: Quello di mangiare, bere, dormire, divertirmi e fare dalla mattina alla sera la vita del vagabondo" disse Pinocchio. Il grande dilemma della nostra società è il suo inganno. Ti dà a scegliere due vie: o la legge in cui non ti senti libero o una vita sfrenata dove perdi la tua libertà e la legge ti punisce. Nella vita regolata sei un pinocchio di legno, nella vita dissoluta sei un burattino che finisci (come disse il grillo) o ingessato in ospedale o rinchiuso in prigione. Ma Pinocchio tra due mali sceglie il minore che lo porterà a scoprire la sua vera natura libera ed umana.
13. LA REALTÀ NON E' QUASI MAI COME LA DIPINGIAMO SE A DISEGNARLA E' LA NOSTRA ILLUSIONE
Pinocchio sentì una gran fame di lupi e corse subito al focolare, dove c’era una pentola che bolliva, e fece l’atto di scoperchiarla, per vedere che cosa ci fosse dentro: ma la pentola era dipinta sul muro... La fame, questo bisogno esistenziale che ci richiama alla realtà, Pinocchio vuole essere grande libero ed emancipato ma non sa essere adulto, è indigente, soggetto alle necessità naturale di ogni mortale. Quante volte vogliamo fare viaggi senza avere soldi? quante volte costruiamo case ville castelli e yacht a dieci vele senza avere neppure un lavoro? E' il nostro Pinocchio che sogna e muore di fame, lui crea dei sogni che non hanno un supporto con la realtà e per questo finiscono in incubi o delusioni frustranti.
14. SE TUO FIGLIO E' EDUCATO DA UNO SCHIAVO NON SARA' MAI LIBERO
I genitori spesso stanno a risolvere i problemi dei figli credendo che in questo modo dimostrano loro l'amore e la loro dedizione, quando ciò di cui hanno bisogno è imparare a risolversi i problemi da soli con una guida o consiglio. Geppetto si priva del cibo pur di nutrire il figlio quando dovrebbe insegnarli a procurarsi da sè il sostentamento. Le rifa le gambe bruciate ma non gli insegna a camminare. Proprio come dice il vecchio proverbio africano: non dare un pesce a tuo figlio, insegnagli piuttosto a pescare.
15. LA SCUOLA DI PINOCCHIO E' LA STRADA
Pinocchio dice la verità: la scuola è noiosa, perchè se la scuola fosse davvero bella e divertente i bambini non la eviterebbero mai. A scuola ti INFORMANO non ti FORMANO, ti danno informazioni su numeri letteratura storia ma non formazioni su cosa sia la vita. E ben si sa che l'informazione può essere pilotata, ti modellano, ti condizionano in un progetto sociale, ti lavano il cervello, ti impostano un programma dove ti chiedono di essere avvocato architetto medico attrice velina calciatore ancor prima di chiederti di essere TE STESSO. Pinocchio vuole andare a scuola per fare i soldi e compare giacche d'oro per il padre ma questo progetto è deludente e per fortuna messo a repentaglio da una tentazione: il gran teatro dei burattini.
16. ASINELLI LAUREATI O BURATTINI PROFESSIONISTI ?
Essere istruiti ed informati non vuol dire essere educati, la istruzione scolastica purtroppo non si identifica oggi con la consapevolezza interiore umana della conoscenza di se stessi, oggi la scuola informa ed istruisce ma non educa nè forma lo spirito. Puoi essere laureato ma umanamente un asinello, un ignorante sentimentale, un burbero nelle relazioni umane, l'istruzione come la cultura è preziosa, non va disprezzata ma senza una formazione umana, senza un cammino interiore avremo solo realizzazioni sociali professioniste ed al limite economiche, ma non realizzazioni interiori personali umane nè spirituali che alla fine fine della nostra vita sono quelle che più contano, la sola istruzione scolastica non basta per fare di noi persone per bene, la sapienza del cuore si forgia con altro. Pinocchio nella sua ignoranza sceglie la scuola della vita: il divertimento, il fallimento, le cadute, la laurea delle sofferenze, il dottorato delle esperienze profonde ed esistenziali.
17. LA SENSIBILITÀ DEL LEGNO !
Il più delle volte dietro la durezza di un cuore di legno si alberga si nasconde si cela e nidifica una sensibilità abbandonata, una delicatezza incompresa, una tenerezza non corrisposta. Pinocchio non va a scuola ma impara il valore dell'amicizia, del perdono, il prezzo della paura di fronte al terrore di Mangiafuoco e tutti i suoi burattini. Spesso ciò che ci vincola al branco di burattini sono i legami di valori mancati nella famiglia di origine, è questa la commedia sociale della solitudine, del dramma di una massa orfana in cerca di protagonismo (teatro) che però, come Mangiafuoco, muore di fame e non sa a chi divorare.
18. I NOSTRI TRASGRESSORI INCONSCI
Dentro ognuno di noi c'è sempre un ombra in cui si annidano sia una volpe zoppa che un gatto cieco. Sono i nostri lati scuri e meno nobili che ci tradiscono e ci ingannano, che ci spingono a credere più nelle ricchezze che nei nostri valori, che ci incitano ad investire sulla realizzazione materiale piuttosto che in quella interiore e spirituale. E' una dimensione anche in qualche modo SANA, perchè ci porta a trasgredire quindi a valicare i nostri limiti senza i quali non si trascende, senza i quali non si cresce. Non basta leggere i rischi, non basta neppure gli avvertimenti o consigli dei nostri genitori, certe esperienze fanno fatte per comprenderle fino in fondo.
19. QUANDO SIAMO APPESI AI NOSTRI FALSI SOGNI QUESTI DIVENTANO INCUBI MORTALI !
Il gatto e la volpe, in una rilettura socialogica, rappresentano alla perfezione il sistema bancario e politico sociale moderno, che ti promettono guadagni senza limiti per i tuoi investimenti quando sono loro che a tua insaputa ne prendono tutto il tuo capitale. Sono loro che mangiano all'osteria del "gambero rosso" a nostre spese. Spesso noi affidiamo i nostri sogni agli assassini della pubblicità, del commercio, del materialismo, del capitalismo, ci appendiamo ad illusioni irrealizzabili che diventano incubi e disperazione... Pinocchio, un pezzo di legno appeso ad un albero di legno, ecco come noi esseri spirituali siamo appesi ad un sogno eterno e trascendentale che ci soffoca per non trovare la via giusta (la fata = la spiritualità).
20. LA MORTE CHE DA SENSO ALLA VITA
In questo momento della fiaba ci sono tutti insieme gli archetipi più fondamentali della rinascita di una persona dopo una morte (dopo una crisi, un fallimento, una delusione) :
1. L'ALBERO su cui Pinocchio viene appeso è quello della vita che lo costringe alla prova finale.
2. IL BOSCO è simbolo dell'introspezione della ragione, luogo pieno di alberi, di idee, di convinzioni.
3. LA FATA che abita in quel bosco è l'anima, colei che ci salva dalla morte, quella che dà senso alla nostra disperazione, quella che ci offre un altro modo di vedere la vita.
4. IL FALCO che distacca Pinocchio dall'albero e lo poggia delicatamente per terra è il volo della conoscenza.
5. IL CANE E LA CARROZZA che riportano Pinocchio alla casa della fata sono simboli di una forza di intraprendenza, di avere ormai tra le mani un modo di farsi strada. Il fiuto del cane è l'intuizione, la forza della carrozza è l'animo carico di forze.
6. CORVO CIVETTA E GRILLO PARLANTE sono i medici che la fata chiama per vedere lo stato di Pinocchio, perfette immagini simboliche della coscienza nei suoi tre livelli: inconscio razionale e sensibile.
21. TUTTI VOGLIONO LA GUARIGIONE SENZA LA PURGA
Se vuoi essere un altro diventa te stesso. Vogliamo vedere le stelle ma non stare nel buio della notte, vogliamo avere tante ricchezze senza dover compiere sforzi lavori o sacrifici, vogliamo essere perfetti senza accettare le imperfezioni... Ecco il Pinocchio che vuole guarire ma non accetta di bere la purga. Nella fiaba Pinocchio deve smantellare il senso di colpa per le colpe commesse e ricostruire tutta la sua legge morale naturale: la legge è iscritta nel nostro cuore, spesso concorda con i valori familiari, con le dottrine di una religione, con gli insegnamenti culturali ma anche vi troviamo delle cose contrarie ed ambigue da far cadere. Più scendiamo nel profondo del nostro inconscio più ritroviamo l'universalità della legge naturale che ci accomuna ad ogni essere umano.
22. L'ETICA AMORALE DELLE BUGIE NEI BAMBINI
I bambini vivono in una dimensione dove la realtà si mischia con la fantasia, loro hanno un pensiero magico, nel gioco un palo diventa davvero una spada o un aereo o un cavallo. Per loro inizialmente dire la verità non è mentire ma differenziare tra due verità, loro sanno che la bugia moralmente è corretta nella misura in cui protegge il loro mondo e non danneggia quello altrui. Il bambino sa che la sincerità non è dire tutto, sa dare il giusto peso al saper proteggersi, per questo la fata ride alle bugie cosiddette innocenti di PInocchio (quelle con il naso lungo) mentre le bugie che feriscono gli altri sono quelle nocive (quelle con le gambe corte).
23. LA RICERCA DEL FEMMINEO
Pinocchio è orfano, come ognuno di noi di fronte al senso della vita e dell'esistenza, essendo la donna prova dell'esistenza della vita, ci dicono che siamo figli di un Dio a noi sconosciuto e ci sentiamo bastardi, mentre la mamma è tutta da scoprire rincorrere conquistare nell'amore. E' lei la guida positiva e la traccia del senso spirituale. La Fatina... è l'unica donna in tutta la fiaba, in lei Pinocchio trova la luce, la ragionevolezza, il suo femmineo psichico (cioè l'orientamento verso la consapevolezza). Ma la strada che porta alla conoscenza di questa fata, di questa forza interiore dell'anima, passa sempre attraverso il dolore, la morte, la sofferenza, la disperazione, le persone più luminose hanno sempre vissuto il grande buio, per questo Pinocchio tocca il fondo sulla tomba della fata turchese. Ma proprio mentre si piange su questa tomba appare la Colomba che ci dirà dove seguire.
24. IL VOLO DELLA RAGIONEVOLEZZA
Quando in noi nasce il femmineo (nella tomba della fata Turchina) sappiamo dove orientarci, donde il gigantesco Colombo che porta Pinocchio verso la scoperta e il ritrovamento con il padre smarrito. Pinocchio vede nascere in se stesso questo desiderio verso la maturità: cercare il padre significa voler padroneggiare la propria esistenza, voler dare un senso alla vita. Ma la nostra paternità psicologica si trova proprio nelle profondità della nostra psiche o inconscio: il mare, luogo dove il colombo conduce Pinocchio.
25. IL MARE
Il mare, questo grembo d'acqua che culla la terra ferma, il suo liquido amniotico che con le onde ci riporta sempre nella reminiscenza dell'infinito, le sue profondità richiamano il mistero della vita che vi si nasconde. Il mare è un archetipo che non può mancare in ogni fiaba a senso compiuto: è simbolo di battesimo quindi di rinascita e di incontro con se stessi e con l'essenza della vita.
26. L'ISOLA NEL MARE, LA SOLITUDINE DI PINOCCHIO
La solitudine è un valico indispensabile per un anima nascente, è la frontiera attraverso la quale si varca il continente della crescita. E' il momento di ritrovarsi soli con se stessi, allora Pinocchio è pronto per assumersi la sua responsabilità: trovare il padre. Non è più il Padre a cercarlo ma è lui che vuole trovare il padre per salvarlo. Ognuno di noi ha questo "padre" psichico dentro di se, è la capacità di capire, di decidere, di costruire, di dare senso e ragione al viaggio dell'esistenza. Non per caso Pinocchio trova in quest'isola il delfino, animale simbolo della saggezza del mare, quindi dell'intuito psicologico. In quest'isola non c'è l'ozio, si deve lavorare, è l'isola delle "api industriose" dove Pinocchio ha fame ma deve fare qualcosa per procurarsi il cibo. All'inizio è faticoso, e difatti Pinocchio non vuole lavorare ma nessuno le dà nulla, nè il carbonaio, nè il muratore, finchè non si decide di aiutare la donna con le brocche d'acqua che, sorpresa, si rivela la fata turchina. Quando si lavora nell'anima lei rinasce, non è morta semplicemente si trasforma: "Ti ricordi, eh? Mi lasciasti bambina, e ora mi ritrovi donna; tanto donna, che potrei quasi farti da mamma". Quando ognuno di noi riscopre la madre psichica, cioè la capacità di generarsi, di partorirsi e di crearsi da sè, siamo pronti per nascere al vero senso della vita.
27. AFFOGARE I SENSI DI COLPA NEL MARE DEL PERDONO
Questo brano della fiaba è carico di archetipi e significati. Pinocchio ormai consapevole torna a scuola (la scuola della vita) come è ovvio i compagni cercano di coinvolgerlo nella corruzione, ma Pinocchio non cede, sa distinguere tra la trasgressione sana e la perversione dell'agire contro natura. Viene discriminato, deriso, trascinato in una trappola... Viene perseguitato dal cane della polizia (i sensi di colpa) ma il cane cade in mare e affonda, si sta per annegare e Pinocchio lo salva, questo significa dare senso alle nostre colpe, dare una ragione alla legge o giustizia sociale che spesso è ambigua e fuorviante (come il cane della polizia). Il cane è simbolo di intuizione cioè il fiuto della ragionevolezza che una volta salvato sarà la salvezza per Pinocchio e lo tirerà fuori da grandi guai.
28. IL PAESE DEI BALOCCHI
Pinocchio stava per diventare un essere Umano vero ma cede al suo istinto di burattino e finisce nella massa, nel paese dei balocchi; chi crede di essere in piede bava di non cadere, chi crede di essere un illuminato stia attento a non fare l'ennesima stupidaggine, chi crede di essere troppo maturo si guardi di qualche azione puerile. Viviamo nel paese dei balocchi, della spensieratezza, delle stupidità, della superficialità, anche il più saggio spesso è condizionato a far parte della follia collettiva che ci circonda, a perde la testa nonché spesso la ragione e la pazienza... a diventare delle bestie, ed è proprio quando a pinocchio le spuntano le orecchie di asinello.
29. SIAMO TUTTI INGOIATI DALL'INCONSCIO COLLETTIVO
Un archetipo che rincorre nelle fiabe è questo inabissarsi in una condizione di essere sepolti: Giona lo inghiottisce la balena, cappuccetto rosso viene divorata dal lupo, la compagnia dell'Anello deve passare sotto le miniere di Moria... e via dicendo; anche in Pinocchio si trova questo abisso o condizione di prigionia vicina alla morte: Geppetto giace nel ventre dell'Attila dei pesci, il gigantesco PesceCane. L'inconscio è come il ventre di una balena, come il grembo di una miniera, vi dobbiamo arrivare, approfondire, magari essere inghiottiti, per ritrovare il Padre (la ragione psichica), vi giace cioè la ragione del tutto.
30. IL BIMBO E' IL PADRE DELL'UMANITÀ
Ecco Pinocchio nel ventre del pesce, un archetipo di rinascita meraviglioso. Per ritrovare se stessi ci vuole un ventre, quello della rinascita, dell'individuazione. E' nella pancia del pesce che avviene la digestione, come avviene nel cuore e nell'inconscio la nostra presa di coscienza. E' il bimbo che giace in noi che riscatta l'adulto come Pinocchio riscatta il padre, è quella forza infantile di gioia, coraggio, innocenza, purezza che sa ritrovare l'adulto. E' il bambino il modello dell'umanità. La società spesso è peggio di una balena, anche il sistema ci aliena in fondo, ci divora, ma se sapete stare soli troverete in fondo tutta la consapevolezza necessaria per sopravvivere
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