giovedì 19 gennaio 2012

Quintiliano. Un'educazione troppo indulgente è dannosa perchè fiacca tutti gli slanci della mente e tutto il vigore del corpo.

Un'educazione troppo indulgente è dannosa perchè fiacca tutti gli slanci della mente e tutto il vigore del corpo.
Quintiliano


Quintiliano, Σκότισον (confondi!)
Una massa di parole inutili si trovano a possedere anche quelli che, timorosi del linguaggio dei comuni mortali, guidati dall'esteriorità dell'eleganza, usano sempre giri di parole con una stucchevole verbosità, proprio perche non vogliono dire le cose in sé: quindi, unendo e mescolando quella serie con un'altra simile, prolungano il periodo oltre quanto alcun respiro possa resistere. Ma c'è ancora un altro malanno, di cui taluni soffrono: e non è nuovo, se già in Tito Livio trovo che ci fu un maestro, il quale prescriveva ai suoi discepoli di confondere il senso di quel che dicevano, usando il termine greco σκότισον (confondi!). Da qui è nato quell'elogio davvero nobile: “Di tanto sei migliore: neppure io ci ho capito nulla”.
Quintiliano, Institutio Oratoria (La formazione dell’oratore), VIII, 2 



QUINTILIANO, Σκότισον (confondi!) Est etiam in quibusdam turba inanium verborum, qui, dum communem loquendi more reformidant, ducti specie nitoris circumeunt omnia copiosa loquacitate, eo quod dicere nolunt ipsa; deinde illam seriem cum alia simili iungentes miscentesque, ultra quam ullus spiritus durare possit, extendunt. In hoc malum a quibusdam etiam laboratur; neque id novum vitium est, cum iam apud Titum Livium inveniam fuisse praeceptorem aliquem, qui discipulos obscurare quae dicerent iuberet, Graeco verbo utens σκότισον. Unde illa scilicet egregia laudatio: tanto melior; ne ego quidem intellexi. 
 Quintiliano, Institutio Oratoria (La formazione dell’oratore), VIII, 2 



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