giovedì 19 gennaio 2012

Paolo Borsellino. La lotta alla mafia dev'essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.

La lotta alla mafia dev'essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.
Paolo Borsellino



Vivevo nella Sicilia sud-orientale quando giravano "il boss dei boss" o come si chiamava, il film su Riina. Quanti ragazzini esaltati, all'idea anche di apparire solo come comparsa; e li che si gettano anche i semi di una cultura mafiosa, nei ragazzi, in qualsiasi regione. 
Ha ragione Gratteri, finché noi resteremo quelli che siamo con il nostro metodo educativo e i nostri atteggiamenti attuali, la mafia cesserà di esistere con l'uomo, non prima. [...]
Che schifo. E poi le donne-boss in realtà sono dei cessi. Come i loro mariti cessi.
Come tutti i boss che camminano con la loro aria da bossss. Cessi con le gambe.


 

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