sabato 28 gennaio 2012

Charles Sanders Peirce. Dov'è la tua identità? L'identità di un uomo consiste nella coerenza tra ciò che fa e ciò che pensa.


‎Rosanna Pizzo‎:
Charles Sanders Peirce (1839-1914) 
matematico, filosofo e semeiologo americano é stato, Insierme a W. James il fondatore del pragmatismo americano, strutturato sull'idea che il significato di un concetto é connesso alla sua praticabilità, in particolare sugli effetti che esso ha su qualcuno. Il senso delle nostre opinioni, delle nostre idee trova la sua epifania nelle azioni e quindi un uomo va compreso attraverso il suo comportamento, tant'è che diceva: "La verità di una concezione poggia esclusivamente sulle sue relazioni con la condotta di vita". 
Come dargli torto?.



L'identità di un uomo consiste nella coerenza di ciò che fa e di ciò che pensa.


Charles Sanders Peirce. Dov'è la tua identità?


 Platone: come le idee divennero essenze matematiche.
 “Suggerisco di classificare le scienze secondo il principio generale esposto da Auguste Comte, cioè in ordine di astrattezza dei loro oggetti, cosicché ciascuna scienza per i suoi principi possa poggiare in gran parte su quelle che la precedono nella scala, mentre trae parte dei suoi dati da quelle che seguono. ALLA SOMMITÀ DELLA SCALA METTEREI LA MATEMATICA, per questa irrefutabile ragione, che È LA SOLA SCIENZA CHE NON SI PREOCCUPA DI INDAGARE CHE COSA SIANO I FATTI IN ATTO, MA STUDIA ESCLUSIVAMENTE DELLE IPOTESI. Gli stessi matematici non ebbero chiaro, prima della modernità, che ESSI NON STUDIANO ALTRO CHE IPOTESI SENZA CURARSI AFFATTO, IN QUANTO PURI MATEMATICI, DI COME POTREBBERO ESSERE I FATTI IN ATTO - un principio ormai perfettamente stabilito - ed è per questo motivo che Platone, Aristotele e l’intera schieri di filosofi considerò la FILOSOFIA PIÙ ASTRATTA DELLA MATEMATICA. C’è, però, una critica che va fatta a quasi tutti i sistemi a cominciare dalla DOTTRINA DELLE IDEE DI PLATONE. Platone, prima di andare da Socrate, era stato studente dell’eracliteo Cratilo. La conseguenza di quella circostanza accidentale è che quasi tutti i filosofi da allora in avanti sono stati influenzati da UNO DEI DUE GRANDI ERRORI DI ERACLITO, CIOÈ DALL’IDEA CHE LA CONTINUITÀ IMPLICHI LA TRANSITORIETÀ. LE COSE DI QUESTO MONDO, CHE SEMBRANO COSÌ TRANSITORIE AI FILOSOFI, ‘NON’ SONO CONTINUE. ESSE SONO COMPOSTE DI SICURO DA ATOMI discreti, punti boscovichiani. LE COSE VERAMENTE CONTINUE, LO SPAZIO, IL TEMPO E LA LEGGE SONO ETERNE. Il DIALOGO DEL ‘SOFISTA’, che si dimostrò poi appartenere al PERIODO PIÙ TARDO DELL’OPERA PLATONICA – QUANDO EGLI, COME CI RACCONTA ARISTOTELE, EBBE ABBANDONATO LE IDEE SOSTITUENDOLE CON I NUMERI – questo dialogo, dico, dà BUONE RAGIONI PER ABBANDONARE LA TEORIA DELLE IDEE, il che implica che Platone stesso era giunto a capire se non proprio che le Essenze Eterne sono continue, almeno che c’è un ordine di affinità fra loro come fra i Numeri. Così, ALLA FINE, LE IDEE PLATONICHE DIVENNERO ESSENZE MATEMATICHE, IN POSSESSO NON DI UN’ESISTENZA ATTUALE MA SOLTANTO DI ESSERE POTENZIALE DEL TUTTO REALE, e la sua filosofia più matura fu strettamente connessa con la matematica.”
 CHARLES SANDER PEIRCE (1839 - 1914), “Il ragionamento e la logica delle cose nelle ‘Cambridge Conferences’ del 1898” (Ciclo di otto lezioni all’interno delle ‘Cambridge Conferences’, 10 febbraio - 7 marzo), in Ch. S. PEIRCE, “Scritti scelti”, a cura di Giovanni Maddalena, UTET, Torino 2005, III parte, ‘La filosofia e la condotta di vita’, pp. 242 - 243.



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