venerdì 27 gennaio 2012

Roberto Benigni. Dante: Gli ignavi: nella Divina Commedia questi dannati sono coloro che durante la loro vita non agirono mai né nel bene né nel male, senza mai osare avere una idea propria, ma limitandosi ad adeguarsi sempre a quella del più forte

Sicuramente i più coraggiosi sono coloro che hanno la visione più chiara di ciò che li aspetta, così della gioia come del pericolo, e tuttavia l’affrontano 
Tucidide

Chi non impedisce un'ingiustizia ne è complice.
Lucio Anneo Seneca

I più ondeggiano infelici tra il timore della morte e le angosce della vita:
non vogliono vivere, né sanno morire.
Lucio Anneo Seneca. Lettere a Lucilio. 62/65


Gli ignavi: nella Divina Commedia questi dannati sono coloro che durante la loro vita non agirono mai né nel bene né nel male, senza mai osare avere una idea propria, ma limitandosi ad adeguarsi sempre a quella del più forte 
Gian Carlo Visani
Il caro Dante non sopportava soprattutto gli ignavi, che non erano degni nemmeno dell'inferno. D'altra parte i punti di vista sul mondo sono innumerevoli: si va dal classico "in medio stat virtus" a "uno il coraggio non se lo può dare", come afferma don Abbondio, a "tengo famiglia", per cui si mandavano allo sbaraglio i celibi o i drogati.
Il mondo è un posto pericoloso non a causa di quelli che compiono azioni malvagie ma a causa di quelli che osservano "senza dire nulla".
 Albert Einstein

 Gli Ignavi.
http://youtu.be/s-S7EVJGLo8

Gli IGNAVI si evolvono


I cosiddetti IGNAVI sono una categoria di peccatori incontrati da Dante Alighieri nell'Antinferno .
Questi dannati sono coloro che, nella vita terrena non agirono né in direzione del bene né nel male , non osarono mai avere una propria idea, ma si adeguarono sempre ai flussi delle maggioranze.


Non a caso Dante definisce queste anime come coloro "che mai non fur vivi"

Traspare da queste parole il massimo disprezzo del poeta verso tali peccatori.

Non siamo certamente noi a stabilire cos'è il bene e cos'è il male e tanto meno vogliamo usare un linguaggio da predicatori idoneo ad altre epoche storiche. Abbiamo riportato il pensiero diDante sull'ignavia, soltanto per rimarcare che la mancata partecipazione dei cittadini su problematiche che li riguardano, rallenta o affossa la possibilità di trasformazione della società.

Anche nel Medioevo schierarsi e partecipare alla vita del Comune erano considerate azioni fondamentali nella vita di un cittadino.


Siamo nel 2011 e gli IGNAVI non sono più quelli descritti dal Sommo Poeta, ma hanno subito una mutazione antropologica.

Non solo sono indifferenti a tutto, ma si adoperano con solerzia a rompere i c******i a chi sta faticando per produrre qualche cambiamento in positivo. Li potremmo definire IGNAVI EVOLUTI.

Ci rendiamo conto che molti ritengono che esista una via individuale alla soluzione dei propri problemi, senza capire che i suoi problemi sono anche quelli degli altri e si risolvono in manieracollettiva o semplicemente, non si risolvono.



Gli IGNAVI devono “portare il pane a casa”, non si espongono, non prendono mai posizione e si riconoscono dalle loro risposte.

Gli IGNAVI EVOLUTI (vedi sopra) non si limitano all'indifferenza, ma creano problemi in modo strumentale per portare acqua al proprio mulino. Si arrampicano sugli specchi e non danno mai una spiegazione consequenziale agli interlocutori.



Se dici loro che ti stai organizzando per rendere l'acqua un bene comune grazie ad una proposta di modifica allo statuto comunale, e che chiunque ha la volontà di farlo è ben accetto, loro ti rispondono: “Ma è solo un codicillo, non è importante e c'è il

referendum che ha abrogato le leggi in materia”.

Il referendum, però, ha creato un vuoto legislativo in cui gli ignavi sguazzano. Non pretendiamo di spostare gli altri sulle nostre posizioni, ma almeno seguano l'esempio di altri comuni (vedi Napoli) .



Esistono poi gli IGNAVI EVOLUTI ANONIMI BENALTRISTI che rispondono sistematicamente ad ogni questione che tu poni con un “c'è ben altro di importante da fare”.

Potremmo continuare per ore, ma ormai avete capito l'andamento delle discussioni con questi personaggi.



La pena del contrapasso per gli ignavi, non a caso, è seguire nudi un vessillo stracciato ed essere pungolati da mosche e vespe, poichè nella vita, non sono stati pungolati da niente. In poche parole, non hanno vissuto.

La pena per gli IGNAVI moderni è peggiore, ed applicata già in vita, non hanno più un futuro, non avranno la pensione, sono condannati a vivere sotto il peso di un enorme debito pubblico che loro non hanno creato, ma non hanno fatto nulla per opporsi.
Assistono ogni giorno alla cementificazione del loro territorio, vedono peggiorare inesorabilmente le loro condizioni di vita, ma non se ne curano. Nelle urne scelgono il meno peggio o vendono il loro voto al miglior offerente.

Per quanto tempo ancora???

Noi, con i nostri limiti e le nostre possibilità, ci proviamo, speriamo che qualche ignavo si risvegli ed abbia voglia di partecipare.

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