lunedì 16 gennaio 2012

Howard Phillips Lovecraft. Il richiamo di Cthulhu. Penso che la cosa più misericordiosa al mondo sia l'incapacità della mente umana di mettere in relazione i suoi molti contenuti. Viviamo su una placida isola d'ignoranza in mezzo a neri mari d'infinito e non era previsto che ce ne spingessimo troppo lontano. Le scienze, che finora hanno proseguito ognuna per la sua strada, non ci hanno arrecato troppo danno: ma la ricomposizione del quadro d'insieme ci aprirà, un giorno, visioni così terrificanti della realtà e del posto che noi occupiamo in essa, che o impazziremo per la rivelazione o fuggiremo dalla luce mortale nella pace e nella sicurezza di una nuova età oscura.

La più antica e potente emozione umana è la paura, e la paura più antica e potente è la paura dell'ignoto.
Howard Phillips Lovecraft, L'orrore soprannaturale in letteratura, 1927



«Penso che la cosa più misericordiosa al mondo sia l'incapacità della mente umana di mettere in relazione i suoi molti contenuti. Viviamo su una placida isola d'ignoranza in mezzo a neri mari d'infinito e non era previsto che ce ne spingessimo troppo lontano. Le scienze, che finora hanno proseguito ognuna per la sua strada, non ci hanno arrecato troppo danno: ma la ricomposizione del quadro d'insieme ci aprirà, un giorno, visioni così terrificanti della realtà e del posto che noi occupiamo in essa, che o impazziremo per la rivelazione o fuggiremo dalla luce mortale nella pace e nella sicurezza di una nuova età oscura.»
Howard Phillips Lovecraft, Il richiamo di Cthulhu (1926)


"Mi piace pensare all'universo come a un'intelligenza cosmica isolata, posta al di fuori del tempo e dello spazio - e fare mio non soltanto il punto di vista umano, ma anche quello di forze che si contrappongono all'uomo, o che gli sono indifferenti e ne ignorano l'esistenza. Quando Kleiner mi ha mostrato il profilo di New York, gli ho detto che l'uomo è come un corallo - destinato a costruire grandi, bellissimi minerali in cui la luna potrà specchiarsi dopo che lui si sarà estinto. Le uniche sensazioni capaci di stimolarmi nella vita sono la meraviglia, il fascino e il terrore di fronte all'ignoto. Mi sento a mio agio soltanto in quella crepuscolare dimensione dominata dalle tenebre, in cui le cose che conosciamo sono oscurate dall'infinità di quelle che non conosceremo mai - eccetto che in sogno."
Howard Phillips Lovecraft, "Selected letters"



"In un universo senza scopo, tutto è uguale e nulla vale la pena di un serio pensiero. 
Non ci resta che cogliere ciò che preferiamo e sorridere, rendendoci conto che dove non esistono autentiche direzioni l'una vale l'altra. Ed è meglio non cadere nell'assurdo eccitandosi o dandosi alla violenza, alle aberrazioni e ai comportamenti antisociali a causa di qualche illusoria sciocchezza. Nulla è importante, ma forse è più confortevole mantenere la calma e non interferire con gli altri."

“La verità non esiste e la vita come la immaginiamo di solito è una rete arbitraria e artificiale di illusioni da cui ci lasciamo circondare. Sappiamo che esse sono il semplice risultato di accidenti o punti di vista, ma non abbiamo nulla da guadagnare ad abbatterle. E infatti, è straordinariamente insensato voler abbattere con un forcone da stalla un miraggio che non è mai esistito. Penso che all'uomo assennato convenga scegliere le fantasie che più gli aggradano e crogiolarvisi innocentemente, conscio del fatto che, siccome la realtà non esiste, non c'è niente da guadagnare e molto da perdere nel buttarle via. Ancora, non esistono fantasie preferibili ad altre, perché la misura del loro valore dipende dal rispettivo grado di adattamento alla mente che le contiene.”
Howard Phillips Lovecraft, nato il 20 agosto 1890



IRANON, IL CANTORE 
A Teloth, città di granito, girava un giovane dai capelli biondi e lucenti di mirra che egli ornava con una semplice corona di foglie; addosso portava una tunica rossa e lacera, così ridotta dalle more spinose del monte Sidrak che svetta oltre il ponte di pietra. Gli uomini di Teloth sono bruni, severi e vivono in case quadrate, per cui chiesero al giovane con impazienza chi fosse e di dove venisse. Il ragazzo rispose: “Mi chiamo Iranon e vengo da Aira, una lontana città di cui ho un vago ricordo e che voglio ritrovare. Canto le canzoni che ho imparato laggiù, la mia missione è creare la bellezza con le cose che ricordo dall’infanzia. La mia sola ricchezza sono i sogni, i ricordi e le speranze di cui canto nei giardini, quando la luna è dolce e il vento di occidente fa stormire i boccioli di loto.” A sentire questa risposta gli uomini di Teloth bisbigliarono tra loro, perché, se nella città di granito non c’è posto per risate e canzoni, in primavera i severi abitanti ammirano le colline di Karthia e pensano ai liuti della lontana Oonai di cui parlano i viaggiatori. Così dicendosi chiesero allo straniero di restare e di cantare nella piazza davanti alla torre di Mlin, anche se non gradivano il colore della tunica lacera e nemmeno la mirra nei capelli, la corona di foglie e la giovinezza della sua voce. Quella sera Iranon cantò, e durante la canzone un vecchio si mise a pregare e un cieco disse di vedere un’aureola sulla testa del cantore. Ma la maggior parte degli abitanti sbadigliarono, qualcuno rise e qualcuno se ne andò a letto. Perché Iranon non cantava di cose utili ma solo di ricordi, sogni e speranze. 
Howard Phillips Lovecraft,  La ricerca di Iranon




Howard Phillips Lovecraft

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

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« Il sentimento più forte e più antico dell'animo umano è la paura, e la paura più grande è quella dell'ignoto. »
(H.P. Lovecraft, Supernatural Horror in Literature)

Howard Phillips Lovecraft
Howard Phillips Lovecraft (Providence, 20 agosto 1890Providence, 15 marzo 1937) è stato uno scrittore statunitense, riconosciuto tra i maggiori scrittori di letteratura horror insieme ad Edgar Allan Poe e considerato da molti uno dei precursori della fantascienza angloamericana.
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Autore di numerosi racconti, come Dagon, Il colore venuto dallo spazio, Il richiamo di Cthulhu e L'orrore di Dunwich, e di romanzi, tra cui Il caso di Charles Dexter Ward, Alle montagne della follia e La maschera di Innsmouth, oltre ad alcuni racconti in versi, non molto apprezzato dai critici del suo tempo, probabilmente perché troppo straniante[1], non godette mai di buona fama se non dopo la sua morte. Molte delle sue opere sono state fonte di ispirazione per artisti di tutto il mondo, nella letteratura così come nel cinema e nella musica. Infatti, uno dei maggiori studiosi lovecraftiani, S.T. Joshi, definisce la sua opera come "un'inclassificabile amalgama di fantasy e fantascienza, e non è sorprendente che abbia influenzato in maniera considerevole lo sviluppo successivo di entrambi i generi"[2].


Biografia[modifica]

Infanzia e giovinezza[modifica]

H.P. Lovecraft nacque il 20 agosto 1890 a Providence (Rhode Island), unico figlio di Winfield Scott Lovecraft, rappresentante per la Gorham Silver Company (una ditta di argenteria) e Sarah Susan Phillips, secondogenita di un proprietario terriero in declino. Nel 1891 i genitori si trasferirono ad Auburndale, nel Massachusetts, anche se cambiarono di frequente indirizzo nella zona di Boston. Quando Lovecraft aveva tre anni, cioè nel 1893, suo padre cominciò a manifestare i sintomi di una psicosi acuta in un hotel di Chicago dov'era in viaggio d'affari, farneticando di aver ricevuto insulti da una cameriera e che la moglie era stata aggredita; ricoverato al Butler Hospital di Providence, vi rimase per il resto della sua vita fin quando, colpito anche da una paralisi, morì di sifilide[3][4] quando Lovecraft aveva solo otto anni[5].

Lovecraft all'età di circa nove anni
Lovecraft venne quindi cresciuto dalla madre, da due zie (Lillian Delora Phillips e Annie Emeline Phillips) e dal nonno Whipple Van Buren Phillips, col quale Lovecraft e le sue parenti vissero nella villa di tre piani dei genitori di Sarah sita a Providence, al civico 194 di Angell Street. Suo nonno, appassionato di letteratura gotica[6], lo incoraggiò nella lettura fornendogli libri quali le fiabe dei fratelli Grimm e Le mille e una notte, quest'ultimo libro da cui prenderà spunto per creare il folle Abdul Alzhazred e il suo Necronomicon. Nel 1896 Lovecraft perse la nonna materna che lo aveva introdotto all'astronomia[6], Rhobinia Alzada Phillips, fatto che provocò in lui i primi incubi, che lo perseguiteranno per anni, costituiti da demoni da lui stesso definiti "Magri notturni" (Night-Gaunts)[5]. Nel 1897 scrisse la sua prima poesia, ispirata all'Odissea, nonché i primi racconti: The Noble Eavesdropper e The Little Glass Bottle. Nello stesso anno in cui morì il padre, il 1898, Lovecraft si accostò agli scritti di Edgar Allan Poe, Jules Verne e Wells, che stimolarono il suo interesse per l'insolito, la chimica (costruirà anche un laboratorio in cantina, con formule chimiche che dopo la sua morte verranno erroneamente interpretate per segni magici) e l'astronomia, e strinse le prime amicizie con i coetanei[7].
Nel 1900 cadde preda dei primi esaurimenti nervosi, forse provocati dall'atteggiamento iperprotettivo della madre (che arriverà al punto di vietare a Lovecraft di uscire per via - a detta della donna - dell'eccessiva bruttezza del bambino), che comunque non gli impediranno nei due anni successivi di aumentare la produzione di poesie e racconti realistici. La morte del nonno, avvenuta nel 1904, fa cadere l'intera famiglia in difficoltà economiche, tanto che Lovecraft dovette traslocare con la madre al civico 598 della stessa Angell Street, in un'abitazione più piccola e meno confortevole; da qui Lovecraft intraprese la carriera liceale, che non riuscì mai a completare a causa della sua salute malferma, dovuta anche ad una caduta da un'impalcatura verificatosi nel 1905 in seguito alla quale soffrirà per tutta la vita di mal di testa[8]. Il 1906 è l'anno in cui Lovecraft appare per la prima volta nella stampa, più precisamente il 3 giugno nel Providence Sunday Journal con una lettera ridicolizzante l'astrologia, mentre lo stesso anno scrisse un'altra lettera, poi pubblicata il 25 agosto, allo Scientific American dove dava credito alle prove circa l'esistenza di un pianeta oltre Nettuno (Plutone, declassato a pianeta nano nel 2006, fu scoperto solo nel 1930). La passione per l'astronomia continuò da luglio a dicembre sul settimanale Pawtuxet Valley Gleaner e, dall'agosto 1906 al 1908, con il Providence Morning Tribune e il Providence Evening Tribune[9].
Nel 1908 abbandonò definitivamente gli studi e nel 1909, a causa dei frequenti esaurimenti nervosi, farà altrettanto con un corso di chimica, iniziando al contrario lunghe passeggiate in bicicletta con gli amici alla scoperta della regione natale. Nel 1911 la famiglia di Lovecraft cadde nuovamente in disgrazia, stavolta a causa di investimenti sbagliati fatti dallo zio Edwin E. Phillips, piombando in uno stato di povertà da cui non riuscirà mai ad uscire. Il 1912 per H.P. Lovecraft rappresenta le prime poesie pubblicate (si tratta della lirica Providence in 2000 A.D. uscita nel Providence Evening Bulletin) che, anche grazie alle lettere edite in Argosy, lo fanno notare dal presidente di un'associazione di scrittori dilettanti, Edward F. Daas, capo dell'United Amateur Press Association (UAPA) che lo contatterà per delle iniziative. Lovecraft nel 1915 cominciò a revisionare manoscritti altrui, suo unico lavoro continuativo fino alla morte, offrendo per primo i suoi servigi all'ecclesiastico David Van Bush, mentre al contempo riesce a pubblicare il primo dei tredici numeri de The Conservative, una sua raccolta di saggi e poesie che rimarrà in piedi fino al 1923[10].
Nel frattempo, dal 1916, cominciò a prendere forma la sua vasta rete di corrispondenti. Fra i suoi interlocutori si possono citare il giovane Forrest J. Ackerman, Robert Bloch (autore di Psycho) e Robert E. Howard (Conan il barbaro). In questo periodo, insieme ad alcuni di questi corrispondenti, partecipò al circolo letterario "Kleicomolo" e lesse un libro fantastico che esercitò probabilmente su di lui un notevole influsso, Etidorhpa di John Uri Lloyd[11]. Nel 1917, con l'ingresso degli Stati Uniti nella prima guerra mondiale, cercò di entrare volontario nella guardia nazionale del Rhode Island, ma ancora una volta l'intervento della madre gli precluse ogni possibilità di successo. In questo periodo, incitato anche da W. Paul Cook, curatore di varie riviste dilettantistiche, scrisse i racconti brevi La tomba e Dagon. Pochi anni dopo, nel 1919, Lovecraft incontrò a Boston uno degli autori da cui trarrà grande ispirazione per svariati racconti, Lord Dunsany, rimanendo abbagliato dallo stile e dalla tematica "onirica" dello scrittore irlandese. Lo stesso anno, dopo aver sofferto per un lungo periodo di isteria e depressione, la madre di Lovecraft venne ricoverata al Butler Hospital, lo stesso ospedale dove il marito era morto qualche anno prima. Il loro legame cessò solo con la morte della donna, avvenuta il 24 marzo 1921, a seguito di complicazioni durante un intervento alla cistifellea[12].
A Boston Lovecraft strinse amicizia, il 12 marzo 1921, con Sonia H. Greene, una vedova sette anni più anziana di lui, per la quale scriverà racconti che lo porteranno ad iniziare un rapporto sentimentale (ancora limitatamente di carattere epistolare, vivendo la donna a New York). Dopo aver ricevuto dalla rivista semiprofessionale Home Brew una commissione per scrivere alcuni racconti, Lovecraft nel 1922 cambiò radicalmente le abitudini quotidiane, leggendo i suoi racconti in pubblico, partecipando a conferenze, venendo nominato presidente dell'UAPA e facendo numerosi viaggi nel New England. Proprio i racconti usciti su Home Brew, nello specifico Herbert West, rianimatore e La paura in agguato, lo porteranno all'attenzione di Edwin E. Baird, direttore della rivista professionale Weird Tales, sulla quale nell'ottobre 1923 uscirà Dagon[12].

Il matrimonio e New York[modifica]


H.P. Lovecraft negli anni '30
Nel febbraio 1924 l'illusionista Harry Houdini commissionò a Lovecraft la scrittura di un racconto, che uscirà su Weird Tales con il titolo di Imprisoned with the Pharaohs, facendo in modo che la trama apparisse come una vera avventura vissuta dall'attore di Budapest. Il titolo originale di Lovecraft fu Sotto le piramidi. A marzo lo scrittore si sposò con Sonia Greene, e la coppia si spostò nel distretto di Brooklyn a New York. La qualità delle sue opere spinsero gli editori di Weird Tales ad offrirgli il posto da direttore, ma Lovecraft rifiutò perché non voleva trasferire a Chicago, lasciando la sedia a Farnsworth Wright[13].
La permanenza di Lovecraft a New York venne funestata da problemi economici, poiché i suoi sforzi per trovare lavoro furono inutili e costrinsero la moglie, che nel frattempo aveva visto fallire la propria attività commerciale, a spostarsi a Cleveland alla ricerca di un impiego. Lovecraft quindi rimase a vivere da solo in una zona di Brooklyn, chiamata Red Hook[14] (scenario, tra l'altro, di Orrore a Red Hook). Dopo aver iniziato la corrispondenza con lo scrittore Donald Wandrei nel 1925, Lovecraft il 17 aprile 1926 tornò a Providence. La sua nuova collocazione fu il numero 10 di Barnes Street (l'indirizzo che nel racconto Il caso di Charles Dexter Ward viene dato come residenza del dottor Willet), dove ebbe residenza fino al 1933. È di questo periodo l'avvio di contatti con August Derleth e la stesura dell'importante Il richiamo di Cthulhu e del saggio Supernatural Horror in Literature, nonché, nel 1927, dei suoi primi due romanzi: La ricerca onirica dello sconosciuto Kadath e Il caso di Charles Dexter Ward, che tuttavia verranno pubblicati postumi perché non ritenuti ben fatti dallo stesso Lovecraft. Nel frattempo, il rifiuto di Weird Tales di pubblicare Il colore venuto dallo spazio viene ripagato dal parere favorevole di Amazing Stories[15].
Nel 1928 Sonia si accordò con Lovecraft per un divorzio che venne accettato dal tribunale il 25 marzo 1929. A causa della cattiva riuscita del suo matrimonio, alcuni biografi hanno ipotizzato che Lovecraft fosse asessuale; tuttavia, la moglie lo definì più volte "un amante adeguatamente eccellente"[16].

Gli ultimi anni[modifica]

Il periodo dopo il ritorno a Providence (gli ultimi undici anni della sua vita) fu il più prolifico dal punto di vista letterario. Durante questi anni scrisse la maggior parte dei suoi racconti oggi più conosciuti e opere più impegnative come Il caso di Charles Dexter Ward, Alle montagne della follia (1931, ma non accettato da Weird Tales) e il contemporaneo La maschera di Innsmouth. Inoltre si dedicò alla revisione di opere di altri autori, lavorando anche come ghostwriter in opere come Il tumulo, La morte alata e Il diario di Alonzo Typer. Nel 1930 Lovecraft intrattenne per la prima volta rapporti epistolari con Robert Ervin Howard ed Henry S. Whitehead, diede luce al romanzo breve Colui che sussurrava nelle tenebre e conobbe, sempre via lettere, gli scrittori J. Vernon Shea e Seabury Quinn[17].
Nonostante gli sforzi creativi, la sua situazione economica continuò a peggiorare finché fu costretto, nel 1933, a trasferirsi al numero 66 di College Street in un alloggio più economico e più piccolo (la stessa abitazione di Robert Blake, protagonista di L'abitatore del buio[18]) con l'unica zia superstite (Annie; Lilian morì nel 1932). Nel 1934 Lovecraft compì il suo viaggio più lungo fuori casa, ospitato per quasi due mesi dal cugino R.H. Barlow in Florida, futuro detentore delle opere di Lovecraft come da lui dettato nel testamento. Nel 1935 Weird Tales respinse un altro suo lavoro, il romanzo L'ombra calata dal tempo, spingendo sempre più Lovecraft ad abbandonare i testi interamente opera propria (l'ultimo, sempre del 1935, fu L'abitatore del buio) dedicandosi esclusivamente a revisioni o collaborazioni. La sfiducia nelle proprie capacità emerse di nuovo nel 1936, quando Analog Science Fiction and Fact pubblicò Alle montagne della follia e L'ombra calata dal tempo solamente dietro proposta di Donald Wandrei[19].

La lapide fatta costruire dai fan di Howard Phillips Lovecraft
Il 10 marzo 1937 venne ricoverato al Jane Brown Memorial Hospital di Providence dove gli fu diagnosticato un tumore all'intestino in fase molto avanzata. Cinque giorni dopo, il 15 marzo, alle 6:00 del mattino, lo scrittore di Providence si spense[20]. L'ultimo ricordo su di lui è quello dell'amico Harry Brobst, che si recò a visitarlo poco prima della morte. Brobst cercò di confortare il sofferente Lovecraft menzionando lo stoicismo degli antichi filosofi; lo scrittore di Providence non rispose ma si limitò a scuotere la testa, negando in modo deciso la validità dell'argomentazione[21]. Un'altra versione[21] vuole diagnosticato il tumore a Lovecraft nel 1936, con lo scrittore che non informò gli amici della sua malattia per non amareggiarli; negli ultimi mesi tenne un diario (Diario di Morte) sulla propria salute per informare i medici delle sue condizioni[21].
Il corpo di Lovecraft venne sepolto assieme a quello dei genitori nel monumento funebre di famiglia dei Phillips, nel cimitero di Swan Point a Providence. Nel 1977, un gruppo di fan particolarmente devoti guidati da Dirk Mosig raccolse i fondi necessari per far realizzare una nuova lapide commemorativa, sulla quale vennero incisi il nome dello scrittore, la data di nascita, quella di morte e la frase "I AM PROVIDENCE" (io sono Providence), tratta da una delle sue lettere personali[22]. Il 13 ottobre 1997, a poco più di sessant'anni dalla morte dello scrittore, uno o più sconosciuti hanno scavato nel cimitero cercando di riesumarlo, ignorando che il corpo non è sepolto sotto la nuova lapide[23].

Influenze e stile narrativo[modifica]

L'opera di Lovecraft è stata divisa in tre categorie da alcuni critici. Anche se Lovecraft non fece mai riferimento a queste categorie scrisse ad una sua corrispondente: "Ci sono i miei racconti à la Poe e i miei racconti à la Dunsany ma ahimè, dove sono i miei racconti à la Lovecraft?[24]"

Edgar Allan Poe
Qualche critico fa notare che ci sono ben poche differenze tra le storie oniriche e il Ciclo di Cthulhu; in entrambi infatti sono presenti il Necronomicon e le stesse divinità. Tuttavia mentre la prima categoria appartiene al genere fantasy, la seconda è più propriamente appartenente alla fantascienza.
La maggior parte delle opere di Lovecraft sono ispirate dai suoi incubi e forse il continuo e duraturo successo dei suoi racconti si deve proprio a questo collegamento diretto con i simboli dell'inconscio[25]. L'opera di Edgar Allan Poe influenzò profondamente i primi racconti macabri di Lovecraft e il suo stesso stile, noto per le atmosfere inquietanti e le paure latenti che evoca[26][27]. La scoperta da parte di Lovecraft delle opere di Lord Dunsany, con la loro schiera di dei viventi in un mondo immaginario, lo spinse a cimentarsi in racconti dal contenuto onirico. Un'altra fonte di ispirazione, totalmente diversa dalle precedenti, fu l'importante progresso scientifico che in quegli anni si registrava in campi come la biologia, l'astronomia, la geologia e la fisica, che contribuiva, nella sua visione, a far sentire la razza umana come insignificante e impotente, in balia di un universo meccanico e privo di ogni riferimento spirituale, dando un fondamentale contributo alle idee che più tardi verranno definite col termine cosmicismo e dando ulteriore forza al suo convinto ateismo[28][29].
Probabilmente fu l'influenza di Arthur Machen, con i suoi efficaci racconti sulla sopravvivenza di un male antico in un'ambientazione moderna e realistica, e la sua convinzione che esistessero misteri nascosti sotto il velo della realtà, che fornì a Lovecraft ulteriore ispirazione e diede origine alla parte più matura e originale della sua opera. Nacque così il Ciclo di Cthulhu, col suo pantheon di divinità extra-dimensionali la cui esistenza si può indovinare da antichissimi miti e leggende. Il termine "Miti di Cthulhu" venne coniato dallo scrittore August Derleth, corrispondente di Lovecraft, dopo la sua morte; l'autore di Providence definiva scherzosamente la sua mitologia artificiale "Yog-Sothothery"[30].

Il dio dell'universo lovecraftiano Azathoth, appartenente al Ciclo di Cthulhu.
La prosa di Lovecraft risulta spesso antiquata, il che è riferibile alla sua formazione letteraria ricevuta dagli antichi volumi della biblioteca del nonno materno e al suo amore per le forme classiche (soprattutto per le forme derivanti dal latino o dal greco) di alcune parole. Spesso impiega varianti ortografiche e termini superati, termini riferibili al lessico esoterico e tentativi di trascrivere il dialetto locale che sono stati però definiti inaccurati e accondiscendenti. Lovecraft inoltre fa largo uso dell'inglese britannico (lui stesso si definiva anglofilo). Molto frequente, nelle sue descrizioni, il ricorso ad aggettivi quali "orribile", "mostruoso", "blasfemo"; nella sua già citata stroncatura di L'ombra venuta dal tempo, Edmund Wilson osserva maliziosamente: "Di sicuro, una delle regole principali per scrivere un efficace racconto dell'orrore è non usare mai nessuna di queste parole - specialmente se, alla fin fine, si finisce per descrivere un invisibile polipo fischiante."[31] Differente è l'opinione di Stephen King, ammiratore di Lovecraft - che definisce "geniale" quando deve rappresentare il macabro - il quale sostiene nel suo saggio On writing come il principale limite dell'autore di Providence fossero i dialoghi artificiosi che metteva in bocca ai suoi personaggi e osserva come lo stesso Lovecraft ne fosse probabilmente consapevole, dato che, delle milioni di parole da lui scritte nelle sue opere, meno di "cinquemila" siano state quelle in forma di discorso diretto[32].
Lovecraft, tuttavia, era relativamente sconosciuto fra i suoi contemporanei. Anche se le sue opere vennero pubblicate su importanti riviste come Weird Tales, ben pochi conoscevano il suo nome, e nulla, all'epoca della sua morte, avrebbe potuto far presagire il notevole successo che avrebbero raggiunto i suoi lavori[18]. Non mancarono giudizi critici nei confronti del suo lavoro; Edmund Wilson, che pure ammirava il saggio di Lovecraft Supernatural Horror in Literature[21], stroncò nel suo Tales of the Marvellous and the Ridiculous il romanzo breve L'ombra venuta dal tempo, commentando: "l'unico vero orrore in molte di queste storie è l'orrore del cattivo gusto e della cattiva arte"[33]. Non di rado, le sue opere furono rifiutate: in particolare, il direttore di Weird Tales Wright respinse inizialmente racconti come La maschera di Innsmouth e Il richiamo di Cthulhu[21]. In particolare, l'insuccesso di Alle montagne della follia - scritto nel 1931 ma pubblicato solo nel 1936 e in forma rimaneggiata - fece considerare a Lovecraft (che era, per natura, critico nei confronti dei propri lavori) l'idea di abbandonare la professione di scrittore[21]:
« Dopotutto, può darsi che il mio rapporto con la letteratura fantastica debba essere quello del lettore attento, dello spettatore, e non dello scrittore/creatore. Non porterò a termine altri racconti a meno che non siano migliori dei precedenti, e nel frattempo continuerò a sperimentare. »

Temi letterari[modifica]

La conoscenza[modifica]

Uno dei temi principali della maggior parte delle opere di Lovecraft è quello della conoscenza proibita. Alcuni critici sostengono che questo tema è una conseguenza del disprezzo che Lovecraft prova nei confronti del mondo che lo circonda, costringendolo a cercare dentro di sé conoscenza e ispirazione[34]. Ne Il richiamo di Cthulhu (1926), Lovecraft scrive:
« Penso che la cosa più misericordiosa al mondo sia l'incapacità della mente umana di mettere in relazione i suoi molti contenuti. Viviamo su una placida isola d'ignoranza in mezzo a neri mari d'infinito e non era previsto che ce ne spingessimo troppo lontano. Le scienze, che finora hanno proseguito ognuna per la sua strada, non ci hanno arrecato troppo danno: ma la ricomposizione del quadro d'insieme ci aprirà, un giorno, visioni così terrificanti della realtà e del posto che noi occupiamo in essa, che o impazziremo per la rivelazione o fuggiremo dalla luce mortale nella pace e nella sicurezza di una nuova età oscura. »
Nei suoi scritti la ricerca della conoscenza proibita guida molti dei personaggi principali; tuttavia questa ricerca, sebbene eroica, si rivela spesso disperata[35]. Quando si giunge alla conoscenza, la sanità mentale del protagonista, che giungono sempre a ricomporre questo "quadro d'insieme", definendo la trama degli stessi racconti, finisce spesso per essere minata; coloro che incontrano le manifestazioni "viventi" dell'incomprensibile hanno una elevata probabilità di impazzire. I personaggi che tentano di utilizzare per i propri fini questa conoscenza finiscono quasi sempre per affrontare un triste destino. A volte la loro attività attira l'attenzione di esseri malevoli; altre volte, nello spirito di Frankenstein, vengono distrutti dai mostri che loro stessi hanno creato[36][37].

Il destino e il pessimismo cosmico[modifica]


Rappresentazione di Shub-Niggurath, "il Capro Nero dei Boschi dai Mille Cuccioli", divinità della mitologia lovecraftiana.
Spesso nell'opera di Lovecraft il protagonista non ha controllo sulle sue stesse azioni o trova impossibile cambiare il proprio destino. Molti dei suoi personaggi potrebbero sottrarsi al pericolo semplicemente fuggendo, tuttavia questa possibilità o non si presenta o è in qualche modo resa impossibile da qualche forza esterna, come nel Colore venuto dallo spazio. Spesso i personaggi sono soggetti all'influenza compulsiva di potenti esseri malevoli o indifferenti. Come nel tema dell'inevitabilità del destino determinato dalla stirpe, la fuga, ed eventualmente la morte, non garantiscono alcuna salvezza. (La Cosa sulla soglia, L'Estraneo, Il caso di Charles Dexter Ward, ed altri). In qualche caso questo destino si manifesta per l'intera umanità e nessuna fuga è possibile (L'Ombra venuta dal tempo)[38][39].
Diretta conseguenza di questa visione, secondo Lovecraft, i discendenti di una stirpe non possano sottrarsi alle conseguenze dei crimini commessi dai loro antenati, soprattutto nel caso in cui tali crimini siano atroci. I discendenti possono essere molto lontani sia nello spazio, sia nel tempo, sia nella colpa, dall'atto in sé, ma le conseguenze li colpiranno comunque. Esempi di ciò si possono trovare in I Topi nel Muro, La Paura in agguato, Arthur Jermyn, L'Alchimista, La maschera di Innsmouth e Il Caso di Charles Dexter Ward. Un esempio di crimine che Lovecraft considera sufficientemente odioso da generare tali conseguenze è il cannibalismo (Un'Illustrazione e una vecchia casa, e I Topi nel muro)[39].
Strettamente legato al tema precedente è il pessimismo cupo e angoscioso che permea tutta l'opera di Lovecraft. Nella sua concezione, definita cosmicismo, gli esseri umani sono, nella scacchiera dell'universo, pedine insignificanti sovrastate da potenze sconosciute e terribili. Lovecraft sdegnò in modo pressoché sistematico ogni forma di "lieto fine"; non a caso, nelle sue storie i protagonisti sono spesso antieroi che vanno incontro ad una fine tragica o appaiono solo come spettatori di vicende terrificanti, il cui esito non sono assolutamente in grado di modificare[28].
In una lettera a Natalie H. Wooley del 1933 Lovecraft esprime pessimismo nei confronti della possibilità di contatti con altre razze aliene (che, in caso di esistenza, ipotizza potrebbero essere estremamente differenti da quella umana), al contrario della letteratura fantascientifica del tempo che li proponeva ottimisticamente come vicini e possibili[40].

La civiltà ed il genere umano[modifica]

Lovecraft, influenzato dalle idee di Oswald Spengler e di Friedrich Nietzsche, spesso affronta l'idea della civiltà che combatte con elementi barbarici e primitivi. In qualche racconto questa lotta si manifesta a livello individuale; molti dei suoi protagonisti sono uomini acculturati, di istruzione elevata, che vengono progressivamente corrotti da influenze malvagie. In questi racconti la "maledizione" è spesso ereditaria, sia a causa di ibridazioni con creature non-umane (La verità sul defunto Arthur Germyn e la sua famiglia (1920), L'ombra su Innsmouth (1931) o attraverso un'influenza magica diretta (Il Caso di Charles Dexter Ward)[41].
Il degrado fisico spesso si accompagna al degrado psicologico; quest'attenzione al tema del "sangue corrotto" potrebbe essere stata influenzata dalla storia familiare di Lovecraft; si ricordi che il padre dello scrittore morì di sifilide[42]. In altri racconti un'intera società è minacciata dalla barbarie che qualche volta si manifesta come minaccia esterna con una razza civilizzata distrutta in una guerra (La Stella polare). Altre volte un isolato avamposto dell'umanità cade nella decadenza e nell'atavismo senza interventi esterni (La Paura in agguato). Più spesso i racconti descrivono una civiltà che viene gradualmente minata alle sue basi da una malevola classe inferiore influenzata da esseri inumani.
Gli esseri dei miti lovecraftiani spesso hanno servitori umani (o quasi umani); Cthulhu, ad esempio, viene venerato, pur con nomi diversi, in alcuni culti diffusi presso gli eschimesi della Groenlandia ed in Louisiana da seguaci della religione Voodoo ma anche in molte altre parti del mondo. Questi seguaci servono spesso a Lovecraft come accorgimenti narrativi. Molti degli esseri dei Miti sono troppo potenti per essere sconfitti da degli esseri umani e solo la loro vista risulta essere talmente terrificante da generare un'immediata pazzia. Poiché i suoi personaggi hanno a che fare con esseri di questo genere, Lovecraft ha bisogno di fornire gli elementi per comprendere il racconto e creare tensione senza che la narrazione finisca prematuramente. I servitori umani consentono di rivelare informazioni sui loro "dei", anche se in forma edulcorata, e rendono anche possibile l'ottenimento da parte dei protagonisti di temporanee vittorie. Lovecraft, come i suoi contemporanei, considerava i "selvaggi" come più vicini alla natura; ciò significava, nel suo caso, essere più vicini a Cthulhu[43].

Il tema del razzismo[modifica]

Il razzismo è uno degli aspetti più controversi delle opere di Lovecraft; come altri autori del tempo, lo scrittore di Providence spesso associa le caratteristiche di virtù, intelligenza, elevato status sociale, civiltà e razionalità agli anglosassoni, che pone in contrasto con la corruzione, l'inferiorità intellettuale, la mancanza di civiltà e l'irrazionalità di personaggi appartenenti ad una classe inferiore, razzialmente impuri, di etnia non europea e di pelle scura che spesso ricoprono il ruolo di antagonisti[44][45][46]. Alcune delle più chiare posizioni razziste si possono riscontrare nelle sue opere poetiche, ma anche nella sua corrispondenza privata[47], in particolare On the Creation of Niggers ("Sulla Creazione dei negri") e New England Fallen ("La Nuova Inghilterra caduta"), entrambe del 1912[44][45][46][48]. Nella prima, in particolare, Lovecraft porta il suo razzismo alle estreme conseguenze, caratterizzando esplicitamente le persone di colore come sub-umane:

Uno zombie, morto vivente della religione vudù, spesso citata da Lovecraft
(EN)
« When, long ago, the gods created Earth;
In Jove's fair image Man was shaped at birth.
The beasts for lesser parts were designed;
Yet were too remote from humankind.
To fill the gap, and join the rest of Man,
Th'Olympian host conceiv'd a clever plan.
A beast they wrought, in semi-human figure,
Filled it with vice, and called the thing a Nigger. »
(IT)
« Quando, tempo fa, gli dei crearono la Terra;
l'Uomo fu modellato alla nascita sulla bella immagine di Giove.
le bestie furono progettate per le parti inferiori;
ancora erano troppo lontane dall'umanità.
per riempire la distanza, e ricongiungere il resto all'Uomo,
gli ospiti dell'Olimpo architettarono un piano intelligente.
scolpirono una bestia in figura semi-umana,
riempirono di vizio la cosa e la chiamarono Negro. »
(da On The Creation of Niggers, 1912)
Nei suoi scritti e nella vita personale ha spesso sostenuto una decisa preservazione della razza e della cultura dei vari popoli[44][45][48][49]. Infatti, leggendo le opere di Lovecraft, il suo atteggiamento razziale è stato visto più come culturale che biologico, mostrando simpatia per coloro che hanno assimilato la cultura occidentale[44][45][48][50]. Le idee di Lovecraft sulle razze riflettono un sentimento comune nella sua epoca: la segregazione razziale era sancita dalla legge nella gran parte degli Stati Uniti e in molti stati erano state emesse leggi eugenetiche, volte a proibire la "corruzione della razza" , cosa del resto comune anche in molte nazioni europee. Il pensiero razzista era particolarmente diffuso nella società del New England, regione degli Stati Uniti in cui viveva Lovecraft[44][45][46][51][52].
Dichiaratamente anglofilo, Lovecraft considerava la cultura inglese come l'apice della civiltà, mentre guardava alla cultura statunitense come una sorta di derivazione inferiore di quella della madrepatria. L'amore per la storia e la cultura inglese è un tema ricorrente nell'opera di Lovecraft (il personaggio del Re Kuranes nel romanzo La ricerca fantastica dell'ignoto Kadath, ad esempio, esprime nostalgia per l'Inghilterra)[44][45][46]. Lo scrittore di Providence non si considerava nemmeno americano, ma inglese: secondo lui, la guerra di secessione delle colonie americane dal Regno Unito non sarebbe mai dovuta verificarsi. Le idee di Lovecraft sull'eugenetica vengono spesso estese ai suoi personaggi di razza bianca; infatti, l'autore mostra simpatia per i personaggi di razza caucasica e di cultura europea. L'io narrante di Aria fredda mostra disprezzo per gli ispanici di modesta estrazione sociale che compongono il suo vicinato, ma tratta con rispetto per il ricco e aristocratico Dottor Muñoz, di origine celtico-iberica, che descrive come un "uomo di buoni natali, colto ed acuto".
L'io narrante di racconti come La Strada, Herbert West rianimatore, Il richiamo di Cthulhu, L'ombra su Innsmouth, Orrore a Red Hook, esprime sentimenti che possono essere definiti ostili verso gli ebrei. Ciononostante, Lovecraft sposò una donna di famiglia ucraino-ebraica, Sonia Greene; essa affermò di aver più volte ricordato allo scrittore le sue origini quando questi si lasciava andare a considerazioni antisemite. "Ogni volta che ci trovavamo in mezzo alla folla multietnica che caratterizza New York" scrisse la Greene dopo il divorzio da Lovecraft, "Howard diventava livido di rabbia. Sembrava quasi impazzito"[53]. Secondo lo studioso lovecraftiano Giuseppe Lippi, l'innegabile razzismo di Lovecraft non è tuttavia così univoco e presenta aspetti contraddittori, come il matrimonio con la Greene o l'amicizia con Samuel Loveman, poeta di origine ebraica, e sarebbe stato una sorta di fobia; il suo "orrore verso gli stranieri" sarebbe stato soprattutto un "mezzo di difesa" trovante sbocco nei suoi "incubi letterari"[21]. Tuttavia, secondo il suo biografo L. Sprague de Camp, Lovecraft reagì con orrore alle notizie delle violenze antisemite nella Germania Nazista precedenti alla seconda guerra mondiale e questo sembra suggerire che l'autore di Providence si sarebbe opposto all'idea di eliminare violentemente quelle che riteneva essere "razze inferiori"[54].
Il razzismo è uno dei punti sui quali si sono focalizzati gli sforzi interpretativi degli studiosi di Lovecraft. S.T. Joshi, uno dei principali esperti di Lovecraft, fa notare che "Non c'è modo di negare il razzismo di Lovecraft né lo si può etichettare come "tipico della sua epoca", perché è evidente che egli espresse questa posizione in maniera molto più pronunciata (anche se di solito non nelle opere pubblicate) rispetto a molti suoi contemporanei. Sarebbe sciocco negare che il razzismo entri nella sua opera." Joshi sottolinea inoltre come il razzismo sia stato praticamente l'unico aspetto del pensiero di Lovecraft rimasto invariato nel corso di tutta la sua vita, mentre lo scrittore di Providence non esitò a modificare le sue concezioni religiose, politiche, economiche ed estetiche a seconda delle nuove informazioni e idee con le quali venne a contatto[55]. Nel suo libro H.P. Lovecraft: contro il mondo, contro la vita, Michel Houellebecq sostiene che sia proprio l'"odio razziale" a fornire la forza emotiva e l'ispirazione alla maggior parte delle più grandi opere di Lovecraft. Alcuni ricercatori fanno inoltre notare che le sue opinioni non cambiarono nonostante le scoperte scientifiche e sociali dell'epoca[44][48].

Le donne e la sessualità[modifica]


Il sonno della ragione genera mostri, celebre opera di Goya, autore citato da Lovecraft
Le donne nell'opera di Lovecraft sono piuttosto rare e non ricoprono quasi mai ruoli positivi. I pochi personaggi femminili importanti nei suoi racconti, come Asenath Waite in La cosa sulla soglia e Lavinia Whateley nell'Orrore di Dunwich, sono senza eccezione servitrici di forze sinistre. L'elemento romantico è virtualmente assente nella sua opera e dove si affaccia il tema dell'amore, di solito si tratta di un amore platonico (ad esempio in L'Albero). I personaggi di Lovecraft vivono in un mondo dove la sessualità ha connotazioni negative. Il rapporto sessuale genera esseri meno che umani (L'Orrore di Dunwich)[56][57].
Tra l'altro Lovecraft afferma in una lettera privata, indirizzata ad una delle numerose intellettuali con cui intratteneva un rapporto di amicizia, che la discriminazione delle donne è una superstizione "orientale", di cui gli "ariani" dovrebbero sbarazzarsi. A parte l'evidente razzismo, è evidente che la lettera esclude, almeno a livello conscio, la misoginia, nonostante, ad esempio, il primo contatto con l'universo femminile per Lovecraft fu la madre, mentalmente malata. Lo studioso S.T. Joshi ricorda la quasi decennale corrispondenza che l'autore di Providence ebbe con Elizabeth Toldridge, aspirante poetessa, costretta nella sua casa di Washington dall'invalidità[2][57].

La religione e il sogno[modifica]

Per quanto riguarda la tematica religiosa, sebbene Lovecraft si dichiarasse vicino all'ateismo, nella sua narrativa i tema del misoteismo ("odio nei confronti della divinità") e del malteismo erano ricorrenti; infatti, in molte opere di Lovecraft vi sono eventi e personaggi che non credono ad un amore o ad una protezione divina. I suoi scenari sono governati da diversi pantheon di divinità distinte, che sono indifferenti o attivamente ostili all'umanità, in contrasto a quanto si trova nella Genesi nelle storie della creazione di altre religioni[58][59].
I personaggi protagonisti sono spesso uomini istruiti che prediligono le ragioni delle scienze fisiche su quelle delle sacre scritture. In Herbert West–Reanimator riflette sull'ateismo comune nei circoli accademici. Anche in Through the Gates of the Silver Key, il personaggio di Randolph Carter tenta, dopo aver perso la possibilità di sognare, di cercare conforto nella religione, in particolare nella chiesa congregazionale, ma non lo trova e perde in ultima analisi, la fede[58][60].
Lo stesso tema del sogno è ricorrente nelle opere di Lovecraft; infatti, in numerose suoi testi, la dimensione onirica assume un ruolo fondamentale, dalle visioni dei personaggi di Oltre il muro del sonno, Polaris e Hypnos ai sogni strani e sgradevoli del narratore di Dagon, dagli incubi collettivi de Il richiamo di Cthulhu a quelli angoscianti di Walter Gilman in La casa delle streghe[61][62]. D'altronde, non di rado per Lovecraft i suoi sogni rappresentavano lo spunto di partenza per scrivere una nuova opera. Un esempio di racconto ispirato da un sogno è La dichiarazione di Randolph Carter, che, come Lovecraft scrisse a Galpin, si basava su un incubo in cui lo scrittore e l'amico Samuel Loveman rinvenivano un'antica tomba[61][62].

Il pensiero[modifica]

Lovecraft, come altri autori del suo tempo, presenta nei suoi racconti tematiche ampiamente diffuse ed accettate nell'allora mondo intellettuale (come il razzismo), ma che nei decenni successivi hanno assunto una valenza negativa o legata esclusivamente a posizioni politiche ultra-conservatrici[63]. Lo stesso scrittore, in diverse sue lettere, parla delle proprie idee politiche e di come queste si siano evolute nel tempo, oltre a commentare la situazione politica e sociale del suo tempo. Naturalmente, essendo differenti i destinatari delle missive il loro rapporto con lo scrittore di Providence, le sue opinioni erano espresse di volta in volta più o meno esplicitamente più o meno approfonditamente.

La politica e la visione storica[modifica]

Da un punto di vista politico Lovecraft, che proveniva da una famiglia di fede repubblicana, dopo una gioventù in cui esprimeva idee conservatrici (principalmente per l'influenza dell'ambiente familiare e dei suoi studi), si è schierato sia con i democratici[64], sia con l'ala progressista dei repubblicani[65]. Tra i motivi di questo cambio, per ammissione dello stesso, aver visto le conseguenze della crisi che aveva colpito gli Stati Uniti a cavallo tra la fine degli anni '20 e i primi anni '30[63]. Tuttavia, nella lettera a Elizabeth Toldridge del 10 giugno 1929, commenta la vittoria del partito Laburista nelle elezioni britanniche del 1929, affermando che "è certo deprimente assistere al trionfo di un gruppo che combatte l'ordine da cui è scaturita la nostra civiltà, caratterizzata da costumi squisiti e signorili"; ritenne tuttavia che il laburismo inglese fosse lontano da "tentazioni bolsceviche" e che se da una parte i laburisti avrebbero modificato l'Inghilterra, dall'altra la stessa cultura tradizionale inglese avrebbe positivamente modificato i laburisti[66].

Franklin Delano Roosevelt e Herbert Hoover il 4 marzo 1933, giorno dell'insediamento alla Casa Bianca.
Nelle elezioni presidenziali del 1932 Lovecraft votò per il democratico Franklin Delano Roosevelt, sostenendo poi il New Deal[64]. Nella lettera a J. Vernon Shea del 22 dicembre 1932, Lovecraft commentò il risultato di queste elezioni, sostenendo che dare il voto a candidati minori (nel caso Norman Thomas del Partito Socialista d'America, preferito dall'interlocutore), potrebbe portare alla vittoria del candidato maggiore che meno si preferisce ("Il buon senso ci dice che solo i grandi nomi possono spuntarla"). Nella lettera afferma tuttavia che "Roosevelt era senz'altro migliore di Hoover e Thomas capiva la realtà probabilmente più degli altri, ma in gran parte il suo programma non era prudente. Concedere grandi poteri decisionali alle masse è assurdo, direi disastroso", ribadendo nuovamente la necessità di una nuova regolamentazione che tenga conto delle modifiche apportate dalla meccanizzazione al mondo del lavoro[67].
Il 27 novembre 1933 scrive una missiva a Natalie H. Wooley in cui afferma di ritenere il mondo Occidentale destinato al declino, concordando con le tesi de Il tramonto dell'Occidente di Oswald Spengler e di considerare l'epoca più civile del mondo "l'Atene di Pericle, intorno al 450 a.C.". Nella stessa lettera dà una visione pessimistica del futuro della civiltà umana, ritenendo che la guerra e le altre situazioni negative siano frutto di "pulsioni umane permanenti e non sradicabili" e che al limite sarà possibile, tramite "ingegno e senso comune" ridurre solamente "il numero dei grandi conflitti armati ed esercitare un maggior controllo sul ladrocinio perpetrato a livello politico"[40].
Per buona parte della sua vita, la sua idea di governo ideale era rappresentata da una nazione guidata da un'élite illuminata in grado di tenere vive le tradizioni culturali, ma soprattutto di garantire il benessere anche alle classi meno elevate, permettendo loro di lavorare, da contrapporsi ai capitalisti statunitensi che si arricchivano ed accumulavano profitti tramite la meccanizzazione, che invece portava disoccupazione; questa tipologia amministrativa era spesso da lui identificata con una forma di governo "fascista"[68] con influenze socialiste. Infatti, poco più di un anno dopo, in una lettera del 16 maggio 1935 indirizzata al signor Bantz, Lovecraft conferma di preferire, come "unica forma di governo destinata a durare nel futuro" un modello ispirato sia al fascismo che al socialismo, e afferma di essere interessato al pensiero politico di Robert M. La Follette, Sr. e dei suoi prosecutori[69]. Nella stessa lettera da un'analisi dei due principali schieramenti politici: il partito repubblicano, pur essendo quello di riferimento per la sua famiglia, è ritenuto ormai inadatto a governare il paese del futuro, mentre i democratici, in quanto portatori di novità, avrebbero maggiori possibilità[65].
Pochi giorni dopo, il 19 maggio, in una lettera indirizzata a Woodburn Harris, Lovecraft prese posizione contro gli eccessi del capitalismo, arrivando ad auspicare la nazionalizzazione delle grandi industrie. Nella sua tesi ipotizza che una volta preso questo provvedimento e garantita la possibilità di lavoro per tutti, ci possano poi essere governi socialisti "aperti e intelligenti", ma che questi si dovrebbero tenere ben lontani dalle "barbarie, dall'ignoranza, dalla falsa scienza e dai valori grottescamente capovolti dei comunisti marxiani ortodossi"[70]:
« Il socialismo intelligente non ha bisogno di gesti assurdi come l'esaltazione dell’operaio a spese del pianificatore ad alto livello. Come prima, il lavoro più semplice verrà pagato modestamente e i servizi di alto grado saranno compensati in modo adeguato; [...] A scomparire saranno i vasti accumuli di ricchezza privata che non fanno bene a nessuno, lo spreco di risorse rappresentato da profitti non guadagnati e la pratica, barbara e criminale, di lasciare l'occupazione nell'incertezza, legata ai profitti accidentali di operazioni economiche il cui obbiettivo non è il servizio del paese. »
Nella lettera del 2 giugno 1935 indirizzata a Elizabeth Toldridge torna sulla sua teoria in base alla quale per uscire dalla situazione di crisi è necessaria una guida illuminata, in questo caso dei "liberali del Nord", che, contrastando "i plutocrati riluttanti" possano dar vita alle riforme necessarie, senza cedere a tentazioni rivoluzionarie bolsceviche. Al contrario del passato, anche recente, in questa missiva il suo timore per un rischio di svolta comunista (o nazista) negli Stati Uniti sembra esplicitamente minore: "Non credo che violenti sistemi europei come il bolscevismo e il nazismo abbiano la minima possibilità di attecchire qui. Nessun gruppo abbastanza importante, in Inghilterra o in America, vuole ciò che offrono quei sistemi o crede negli assunti su cui si basano"[71].

Il politico repubblicano Robert M. La Follette, Sr., la cui filosofia venne apprezzata da Lovecraft.
Nella lettera a Catherine L. Moore del 19 giugno 1936 Lovecraft descrive quelli chi secondo lui sono gli errori del "comunismo marxiano ortodosso": la fallacia della filosofia proposta ("si affida a valori falsi e artificiali, postula legami e interazioni inesistenti fra campi molto diversi dell'attività umana"), il fatto di voler applicare "obiettivi estremi e mondiali" indistintamente a razze e culture differenti e l'incoraggiare metodi "violenti, illiberali, arbitrari, intellettualmente disonesti e irresponsabilmente distruttivi". Detto questo, lo scrittore di definisce vicino alla posizione del fabianesimo, preferendo l'introduzione graduale di idee e progetti progressisti nei programmi di governo. Lovecraft afferma che "Se il partito socialista di Thomas[...]avesse una remota possibilità di vincere le elezioni, io raccomanderei di votarlo. Ma poiché questa possibilità non esiste, sostengo che tutti i voti progressisti debbano andare a qualunque partito potenzialmente eleggibile"; questo dovrebbe inserire nei suoi programmi progetti a favore della "pianificazione economica, della previdenza sociale e della nazionalizzazione delle grandi risorse e dei grandi mezzi di produzione", ribadendo quindi il suo appoggio al New Deal e alla filosofia di La Follette (che afferma avrebbe votato se avesse avuto diffusione nazionale). Lovecraft prevede quindi che "I capitalisti si renderanno conto che il loro sistema non godrà più dell'appoggio pubblico, i criteri amministrativi miglioreranno e gli esperti al loro servizio potranno finalmente lavorare per scopi socialmente costruttivi" e che, se la situazione non avrà una svolta violenta, nell'arco di 50/100 anni sarebbero avvenute riforme sociali graduali non violente (contrapposte a quelle russe)[72].
Pochi giorni dopo, in una lettera a J.K. Plaisier (8 luglio 1936) descrive esplicitamente i motivi per il suo cambio di idee politiche, dagli inizi come un "Tory per ragioni tradizionali e per amore dell'antichità, ma anche perché non avevo mai riflettuto sui problemi sociali e del lavoro", al cambio di opinioni post-1929 dovuto al "riesaminare i fatti della storia da un punto di vista non sentimentale, ma anzi di analisi scientifica", la dura critica alle sue posizioni precedenti ("Non è passato molto prima che mi rendessi conto di essere stato un imbecille"), il conseguente rifiuto del sistema capitalista che "accumula ricchezza nelle mani di pochi e impoverisce il grosso della popolazione", per arrivare ad un'apertura sempre maggiore nei confronti delle idee della sinistra, seppur "rifiutando totalmente i dogmi del marxismo vero e proprio, che sono basati su precisi errori scientifici e filosofici"[63].
In una lettera a Kenneth Sterlin, del 16 settembre 1936, afferma di aver letto anni prima il Manifesto del Partito Comunista in un periodo in cui era "totalmente contrario" alle idee marxiste, ma di avervi trovato diversi argomenti interessanti. Al momento in cui scrive Lovecraft ritiene invece che:
« La grande intelligenza di Marx e Engels e la loro capacità di guardare al futuro sono fuori discussione, come pure l'importanza basilare dei principi economici da essi scoperti e formulati. Il vero errore consiste nel pensare che ogni ramificazione del loro pensiero, ogni conclusione da essi raggiunta sia infallibilmente accurata e tale da dover essere applicata rigidamente e alla lettera in qualunque situazione »
Lovecraft paragona Marx a Sigmund Freud e Charles Darwin, ritenendo che il marxismo, come la psicanalisi e l'evoluzione, si basi su scoperte importanti, ma abbia alcuni errori di base dovuti sia all'impostazione mentale dei loro autori (frutto del tempo e della società in cui le teorie sono state elaborate), sia all'ovvia ignoranza delle successive evoluzioni sociali e scientifiche. L'applicazione pratica rigorosa del marxismo sarebbe quindi doppiamente sbagliata, sia perché troppo rigida e non correlata alle varie tradizioni e culture delle popolazioni, sia perché basata su una teoria iniziale non aggiornata e corretta. Lo scrittore ipotizza quindi per gli Stati Uniti (e per altri paesi occidentali), nell'ipotesi migliore, una terza via rispetto al comunismo di stampo sovietico e al "fascismo" (questa volta identificato come termine indicante una forma di governo negativa), basata su un'applicazione di un socialismo più moderato. Nell'ipotesi peggiore, invece, gli attriti sociali savrebbero sfociati in azioni violente e da lì probabilmente nel comunismo[73]. Per quello che riguarda gli USA ritieneva che la strada fosse resa più difficile, rispetto alla situazione inglese e nordeuropea, a causa della storia recente del paese, basata su una colonizzazione del continente che esaltava "il profitto individuale fino a estremi grotteschi", ma riteneva anche che questi ideali fossero ormai in fase di attenuazione[73].

Problemi sociali[modifica]

Nella lettera a Toldridge del giugno 1929 prende posizione contro l'avanzata della società tecnologica, contro il capitalismo spinto che si stava diffondendo negli Stati Uniti e contro l'"invecchiamento culturale della nazione", ritenendo questi (e non l'avanzata del laburismo) cause prime della distruzione del "vecchio, amato ordine semi-feudale", per concludere che[66]:
« A favore del laburismo dirò una cosa: non è offensivo come la corrispondente forza sommovitrice che minaccia la cultura in America. Mi riferisco al business come motivo dominante della vita e come prosciugatore delle più forti energie creative del popolo americano. Questo commercialismo spinto agli estremi [...] rischia di costruire un tessuto arrogante che sarà molto difficile rovesciare o modificare con idee civili. Ma, come il socialismo, è uno degli inevitabili risultati dell'altrettanto inevitabile invenzione delle macchine. »

Negli ultimi anni della sua vita, lo scrittore di Providence rivalutò la filosofia di Karl Marx, pur rimanendo sempre contrario alle proposte e ai metodi rivoluzionari del marxismo applicato.
Nella lettera a Robert Ervin Howard del 16 agosto 1932, partendo da una discussione sugli alcolici (era l'ultimo periodo del proibizionismo) e sull'uso che ne facevano le classi lavoratrici, Lovecraft ipotizza che ci possano essere industriali interessati ad "avvelenarle per impedire loro di pensare, organizzarsi ed esercitare pressione politica" e a proposito di questo disse[74]:
« Mi sembra che a questo punto dell'evoluzione sociale, in cui i fattori socioeconomici sono meglio compresi che in passato, sia opportuno studiare ogni mezzo per ridurre la miseria generale attraverso l'assegnazione controllata dei posti di lavoro, la creazione di pensioni di vecchiaia o d'indennità per i disoccupati e la graduale abolizione degli eccessi di profitto in favore di una tendenza opposta, che porti alla pianificazione e alla capacità di far fronte alle esigenze sociali. »
Lo scrittore tuttavia non riteneva che le modifiche sociali da lui auspicate potessero essere frutto di "progettazione da parte degli strati sociali più bassi", che si trovavano in una situazione in cui la progressiva meccanizzazione creava un aumento della disoccupazione e un peggioramento del benessere dei lavoratori, bensì dalla forza intimidatoria relativa al rischio di una loro rivolta:
« Raggiunto un certo stadio, le classi inferiori si accorgeranno che l'ordine costituito non dà loro abbastanza per assicurarsene l'appoggio, e dal quel punto di vista avranno ragione. Si manifesteranno allora i segnali della rivolta, finché persino gli industriali barricati in trincea capiranno che bisogna fare qualcosa. »
Secondo Lovecraft, gli industriali e le classi dirigenti, nel timore di una rivoluzione che potesse far nascere uno stato comunista o una situazione di anarchia completa, avrebbero allora appoggiato un governo di tipo fascista in grado di garantire una migliore condizione di vita delle classi inferiori, grazie ad una più equa ripartizione dei profitti, garantendo quindi l'ordine sociale[68].
Tesi simili sono ribadite anche nella lettera indirizzata ad Alfred Galpin alcuni mesi dopo, il 27 ottobre 1932: Lovecraft, nell'evidenziare nuovamente che la progressiva meccanizzazione del lavoro avrebbe fatto aumentare la disoccupazione e la povertà, finendo per causare una rivoluzione, e ritenendo "sia la democrazia sia il comunismo pericolosi per la civiltà occidentale", torna a sostenere la necessità di uno stato fascista a guida oligarchica che, tramite il controllo dell'industria, assicuri a tutti un sistema pensionistico, definito "panem et circenses", o la possibilità di lavorare (seppur per un numero minore di ore), in modo da evitare la degenerazione della situazione. Questo sistema, secondo la tesi dello scrittore, avrebbe da una parte aiutato "le masse turbolente a spese dei super ricchi", e dall'altra avrebbe comunque permesso di avere una "piccola e colta classe dirigente (non plutocratica però) che sia sostanzialmente ereditaria, anche se col tempo potrà allargarsi agli individui che assurgano allo stesso livello culturale"[75].
In una lettera a Edgar Hoffmann Price del 29 luglio, parlando di questioni inerenti alle ristampe della rivista Weird Tales e la necessità o meno di retribuire gli autori per queste, Lovecraft imposta un discorso più ampio, in cui afferma di non condividere sistemi economici che, di fronte ad una consistente domanda, diminuiscano artificiosamente l'offerta solo per poter aumentare i profitti[76].
In una lettera ad Howard dell'aprile 1934, Lovecraft valuta l'opportunità di revisionare la Costituzione degli Stati Uniti d'America, ritenuta ormai inadeguata in alcune tematiche: "È più importante ridare potere d'acquisto ai salari della gente che seguire alla lettera una serie di precetti, oggi irrilevanti, concepiti centoquarantacinque anni fa in un mondo scomparso". Le modifiche, in chiave anti-liberista e che lo scrittore prevede verrebbero fortemente osteggiato, dovrebbero garantire un maggiore controllo dello stato nei settori produttivi, ripristinando così una migliore condizione di vita per la popolazione[77].

Il razzismo[modifica]

In una lettera del 12 giugno 1933 destinata a James F. Morton, Lovecraft trattò il tema delle leggi razziali naziste (le prime erano state promulgate ad aprile) e della questione ebraica. Partendo da idee di superiorità della "razza teutonica" ed esprimendo fastidio per i molti immigrati stranieri giunti negli Stati Uniti, lo scrittore espresse il proprio razzismo in doppia versione, da una parte biologico (dove tra le razze inferiori inserisce quella "negra o australoide", mentre tra le evolute, oltre agli europei e ai loro discendenti americani, comprende anche "la maggior parte degli ebrei e degli asiatici"), per cui arriverebbe a giustificare differenti trattamenti legali in base agli antenati di una persona, ed una culturale, in base al quale piccoli gruppi delle razze evolute possono inserirsi in gruppi differenti, a patto che rinuncino alle loro tradizioni culturali e si integrino completamente con lo stile di vita del popolo ospitante[78].
L'inserimento di gruppi culturali minoritari ma forti in una cultura differente maggioritaria, per Lovecraft, rappresenta un pericolo per la purezza di quest'ultima, mentre l'omologazione alla cultura dominante del luogo rende i nuovi venuti eguali al resto della popolazione. In base a questo principio lo scrittore ritiene errata l'ideologia razzista a sfondo biologico di Hitler:
« Bisogna guardare a questi problemi con realismo: senza il sentimentalismo patriotico di un Hitler da un lato, ma senza idealismi fuori luogo dall'altro.[...]Quando l'elemento estraneo è abbastanza forte o sottile per minacciare la purezza della cultura in cui si è trapiantato come un parassita, è ora di fare qualcosa.[...]Un uomo educato nella tradizione tedesca, le cui prime sensazioni confermino la virile psicologia pagano-protestante che appartiene a quella nazione ed escludano gli insegnamenti ereditari di altre culture, dovrebbe poter diventare un cittadino a pieno diritto, e un potenziale funzionario, anche se è ebreo per un quarto, per metà o al cento per cento. Ma nessun uomo che abbia conservato sentimenti e punti di vista ebraici dovrebbe occupare ruoli di primo piano in un paese ariano. »
Lovecraft afferma che lo stesso tipo di difesa culturale dovrebbe valere a parti invertite, e che nel caso esistesse una nazione ebraica, eventualità ritenuta possibile dallo scrittore, questa avrebbe dovuto potersi proteggere dalle influenze degli ariani. Il vero motivo di contrasto con le popolazioni ebraiche, secondo lo scrittore, non è quindi né biologico, né religioso, ma culturale, essendo "il nostro un sistema di valori totalmente, inconciliabilmente diverso da quello ebraico", nonostante il fatto che la diffusione del cristianesimo (che viene definito "venti secoli di molle menzogna cristiana" e viene considerato un qualcosa di estraneo, in quanto derivato dall'ebraismo, rispetto alla cultura occidentale nata su basi pagane[79]), possa far pensare ad alcuni di condividere parte della cultura ebraica ("che è quella degli schiavi", contrapposta al "profondo, istintivo codice di valori" proprio degli "ariani e pagani")[80].
Il 22 novembre 1934, in una missiva indirizzata a Natalie H. Wooley, torna sul tema del razzismo, sostenendo apertamente la tesi per cui le uniche differenze che portano l'essere umano a sostenere idee razziste sono culturali, portando come esempio ipotetico il caso di un neonato giapponese che, operato per assumente lineamenti occidentali ed allevato in una famiglia americana, secondo lo scrittore arrivato all'età adulta sarebbe pressoché indistinguibile, dal punto di vista del comportamento e degli istinti, dagli altri giovani statunitensi "di pura razza nordica"[79].
Nella già citata lettera a Kenneth Sterlin del 16 settembre 1936[73], Lovecraft parla dei "fondamentalisti arretrati del Ku Klux Klan & della Legione Nera" elencandoli tra le forze reazionarie presenti negli Stati Uniti che potevano opporsi ad una svolta sociale del governo.

Opere[modifica]

I titoli delle opere riportate in questa sezione sono tratti da Gianni Pilo e Sebastiano Fusco (a cura di), Lovecraft - Tutti i romanzi e i racconti, 2ª edizione, Newton Compton Editori, 2009, pp. 1907-1912.

Romanzi[modifica]


La copertina di Weird Tales del gennaio 1942, in cui uscì La maschera di Innsmouth.

Racconti[modifica]


Dagon, creatura protagonista dell'omonimo romanzo.

La copertina di Weird Tales del marzo 1942, dove uscì Herbert West rianimatore
DATI TRATTI DA: Pilo, Fusco 2008[82]

Revisioni e collaborazioni[modifica]

« Quanto all'annunciato Out of the Aeons, puoi ben dire che "ci ho messo mano": in realtà ho scritto la dannata storia da cima a fondo! È pazzesco fare lavori così impegnativi quando, con la stessa fatica, si può scrivere un racconto originale e pubblicarlo sotto il proprio nome. »
(Lettera di Lovecraft a Clark Ashton Smith[21])
Spinto dalle difficoltà economiche, Lovecraft lavorò spesso come ghostwriter scrivendo in questa veste circa il 30% della sua narrativa[83]. In alcuni casi il lavoro dello scrittore di Providence si limitava ad una semplice revisione del materiale preparato dall'autore "ufficiale"; in altri casi, a Lovecraft venivano forniti soltanto un'idea di base o un canovaccio, a partire dai quali elaborava l'intera storia[21]. In effetti, in molte "revisioni" è possibile riconoscere non solo la prosa, ma anche le tematiche dell'autore di Providence; interessanti sono inoltre le citazioni e le apparizioni delle creature e delle divinità del Ciclo di Cthulhu, come in Dagli eoni, L'uomo di pietra e Il diario di Alonzo Typer[21].

Rappresentazione di Nyarlathotep, uno degli Dei Esterni creato da Lovecraft
Secondo lo studioso Giuseppe Lippi, l'attività di Lovecraft come ghostwriter, se da una parte lo portò in quelle opere ad una minore cura stilistica e ad una maggiore ripetitività nella struttura, dall'altra gli permise di scrivere più liberamente di quanto non facesse nei suoi lavori ufficiali, superando il suo perfezionismo sotto certi aspetti paralizzante e la continua insoddisfazione che provava nei confronti delle proprie opere, e permettendogli di "esplorare" in modo più sereno la mitologia da lui creata[21].
in concreto, le revisioni e le collaborazioni di Lovecraft possono essere distinte in quattro famiglie:
  • Racconti concepiti e scritti interamente da Lovecraft; a loro volta divisi tra quelli commissionatigli da scrittori dilettanti o alle prime armi con solamente uno spunto per il soggetto, e quelli che Lovecraft diede alla luce in seguito ad un'ispirazione occasionale (un sogno, una poesia, una conversazione ecc.) e a quali donò, come atto di cortesia, la firma di un altro scrittore. I testi appartenenti alla prima tipologia sono i primi tredici, mentre gli ultimi tre appartengono alla seconda tipologia[83]:

Copertina del numero di Weird Tales in cui uscì Fra le mura di Eryx, racconto di Kenneth Sterling revisionato da Lovecraft
  • Racconti scritti interamente da Lovecraft, ma sulla base di un testo o di una trama completa elaborata da altri. Lo scrittore di Providence sovente riscrisse del tutto le storie inviatigli per esprimere un giudizio o apportare piccole correzioni, inserendo anche personalità e situazioni derivanti dalla sua fantasia; questi racconti sono[83]:

Racconti giovanili[modifica]

Già a cinque o sei anni Lovecraft cominciò a vergare i suoi quaderni con storie ispirate al fantastico, all'orrido, ad Edgar Allan Poe, Arthur Conan Doyle, Jules Verne ed a Le mille e una notte. Lovecraft continuò a percorrere questa strada fino ai 18 anni compiuti, quando fu indotto a smettere dalla madre, che demoralizzò a tal punto il figlio da fargli strappare, nel 1908, tutte le storie fino ad allora prodotte eccetto, non si sa per quale motivo, le seguenti[88]:
  • La fiaschetta di vetro (The Little Glass Bottle, 1897)
  • La caverna segreta o Le avventure di John Lee (The Secret Cave, 1898)
  • Il mistero del cimitero o La vendetta di un uomo morto (The Mystery of the Graveyard, 1898)
  • La nave misteriosa (The Mysterious Ship, 1902)
  • La bestia nella caverna (The Beast in the Cave, 1905)
  • L'alchimista (The Alchemist, 1908) - racconto in seguito al quale W.P. Cook, membro del circolo letterario a cui era iscritto Lovecraft, incoraggiò il giovane scrittore ad inviargli ulteriori testi, che risulteranno essere La tomba e Dagon.

Frammenti incompiuti[modifica]

Dopo la morte di Lovecraft, August Derleth cominciò, a partire dal 1945, a pubblicare alcuni testi accompagnati, oltre che dalla sua, dalla firma di Lovecraft. Tale pratica suscitò negli ex corrispondenti di Lovecraft l'inesatta convinzione che lo scrittore di Providence avesse lasciato, al momento della morte, una gran quantità di testi incompiuti. Derleth, dietro queste pressioni, dovette però rendere noto che i lavori erano in realtà suoi, basandosi solamente su spunti narrativi forniti da Lovecraft nel corso della corrispondenza. I titoli dei racconti rimasti incompiuti sono[89]:
  • Azathoth (Azathoth, 1922);
  • La discesa o Il successore (The Descendant, 1926 forse);
  • Il libro (The Book, 1934 forse);
  • La torre circolare (The Round Tower, 1934 forse);
  • La magione di Edward Orne (frasi scritte in un foglio senza titolo, quello indicato qui è stato fornito dai critici);
  • Il sopravvissuto (semplice scaletta di un racconto);
  • Universi in sfacelo (Collapsing Cosmoses, 1935) - con Robert Hayward Barlow.

Racconti in versi[modifica]

Dal 1908 al 1917 Lovecraft si dedicò moltissimo alla poesia, benché egli stesso confermò, come fecero poi altri critici letterari, che le sue opere erano di basso livello, semplici esercitazioni[90]. Dei 200 componimenti attribuiti con certezza a Lovecraft, la maggior parte venne pubblicata su riviste dilettantistiche, mentre a livello professionale Weird Tales pubblicò 15 sue liriche mentre era in vita e 23 dopo la morte[91]. Le poesie più famose, peraltro di difficile datazione, sono[90][92]:

Il dio Yog-Sothoth come immaginato da un artista
  • Psychopompos (1919, il componimento più famoso);
  • Funghi da Yuggoth (fine 1929 - inizio 1930, trentasei sonetti in gran parte ispirati a sogni fatti in varie epoche della sua vita);
  • L'avamposto (1929?);
  • L'antico sentiero (1929?);
  • Ricordi;
  • Oceano;
  • Fantasmi;
  • Providence 2000 A.D. (1898?)
  • Il lago dell'incubo (1919?);
  • La città (1919?);
  • Ognissanti in periferia;
  • A un sognatore;
  • Madreterra (1919?);
  • Le campane (1919?);
  • Il messaggero;
  • Disperazione;
  • Providence (1923?).

La produzione epistolare[modifica]

Nel corso della sua vita, Lovecraft intrattenne rapporti epistolari con numerosi amici e scrittori del suo tempo. Stimato in circa 118.000 lettere[93], alcune delle quali lunghe dalle 60 alle 70 pagine, l'epistolario di Lovecraft è il più vasto mai costruito, cresciuto al ritmo di 10-15 lettere al giorno[94]. Al 2009 erano 16.000 le lettere ancora esistenti[95]. Attraverso consigli, incitamenti, e a volte riscritture complete di racconti, lo scrittore di Providence contribuì a formare personalità del calibro di Robert Bloch, August Derleth, Fritz Leiber, Frank Belknap Long, Henry Kuttner, Joseph Payne Brennan e Donald Wandrei[94]. Altri suoi corrispondenti furono Jacques Bergier[94], Clark Ashton Smith[13], Robert Ervin Howard, Henry S. Whitehead, J. Vernon Shea, Carl Richard Jacobi, Harold Warner Munn e Seabury Quinn[17][96]. Lovecraft scrisse anche a scrittori dilettanti appartenenti ai diversi circoli letterari in cui militò egli stesso, avendo con questi rapporti più stretti rispetto ai futuri scrittori professionisti[96][97].
Derleth, Wandrei e George Turner curarono inoltre l'epistolario di Lovecraft, impegnandosi in più di venti anni di trascrizioni e raccolte di missive (solo quelle per cui venne autorizzata la cessione) archiviate in circa 20.000 cartelle stipate negli archivi della casa editrice Arkham House, della John Hay Library di Providence e in archivi privati. Al 1992 le lettere non erano ancora state pubblicate tutte[96][98].

Critica letteraria e saggistica[modifica]

Lovecraft si dedicò anche alla critica letteraria. Nel saggio In difesa di Dagon, scritto per difendere il suo racconto dai detrattori, l'autore di Providence distinse tre principali categorie nell'ambito della produzione letteraria: quella romantica, i cui sostenitori, sostiene, sono disposti anche ad accettare finzioni e falsità psicologiche purché il tutto rimanga in un contesto prosaico; quella realistica, che secondo Lovecraft ha il pregio di descrivere fedelmente la vita, ma ha come limite il rischio di cadere nello "sgradevole e nel banale"; e infine quella fantastica, l'unica in grado di soddisfare le aspirazioni e le esigenze della fantasia[99].
Il lavoro di critica letteraria più noto composto da Lovecraft è probabilmente Supernatural Horror in Literature, scritto tra il 1925 ed il 1927; in esso, lo scrittore di Providence esamina le radici del genere horror e fantastico, commentando autori quali Edgar Allan Poe, Arthur Machen, Lord Dunsany e Ambrose Bierce[100]. D'altronde, Lovecraft non si occupò solo di letteratura fantastica: ad esempio, fu tra i primi a riconoscere l'importanza dell'Ulisse di Joyce in America, dove l'opera venne inizialmente attaccata in quanto giudicata pornografica[2].

Uno shoggoth, creatura mostruosa descritta nel romanzo Alle montagne della follia.
Sono inoltre frequenti anche nelle opere di narrativa di Lovecraft, a testimonianza della sua vasta cultura e dei suoi molteplici interessi, riferimenti ad autori quali Dante Alighieri, John Milton ed Edgar Allan Poe, alle opere di Gustave Doré (nel racconto "Dagon") e di Francisco Goya (ne Il segugio e Il modello di Pickman), nonché incisi su argomenti quali l'architettura, l'antropologia, la chimica, la geologia e l'astronomia (antica passione di Lovecraft).

Il taccuino degli appunti[modifica]

H.P. Lovecraft tenne, come altri scrittori, un taccuino degli appunti (Commonplace Book) su cui scrivere idee ed immaginazioni da trasformare, in futuro, in veri e propri racconti[101]. L'originale è custodito presso la John Hay Library di Providence.
Dato lo stato in cui versava il taccuino (segnato da cancellature, strappi, sostituzioni e aggiunte di pagine), Lovecraft nel 1934 decise di affidarlo a Robert H. Barlow in cambio di una copia scritta a macchina, che venne poi riconsegnata a Lovecraft il quale permise all'amico di tenersi l'originale, oltre a due copie in carta carbone. Il confronto tra l'originale e la copia dattiloscritta mostra varie modifiche fatte da Barlow (non si sa se con il benestare di Lovecraft o meno): quest'ultima infatti non include varie stringhe di testo cancellate da Lovecraft con un tratto di penna e ne esclude altre contrassegnate con una "X"; ci sono poi errori di interpretazione dovuti all'elaborata grafia di Lovecraft, e alcune date non corrispondono all'originale. In ogni caso Lovecraft ringraziò Barlow di averlo aiutato, e usò i fogli bianchi in coda al libretto per vergare un altro anno di appunti[102].
Quando lo scrittore di Providence morì, nel 1937, Barlow divenne suo esecutore letterario e come tale entrò in possesso del Commonplace Book dattiloscritto che aveva Lovecraft. Una volta corretti gli errori ed aver integrato la sua "vecchia" copia, Barlow riuscì a stampare il taccuino grazie all'interesse di due tipografi di Lakeport (California), e la prima edizione vide la luce nell'estate del 1938, non senza omissioni ed errori di vario genere[95]. Nel 1943 Derleth e Wandrei inserirono, basandosi sulla copia dattiloscritta una volta in possesso di Lovecraft, il Commonplace Book nel volume Beyond the Wall of Sleep (in un'ottica di ristampa delle opere di Lovecraft), non ripristinando né l'ordine delle voci né il testo completo, unendo inoltre voci diverse ed introducendo alcune modifiche al testo di Lovecraft[95].
La prima versione filologicamente corretta del taccuino degli appunti di Lovecraft giunse solamente nel 1973, grazie al rinvenimento dell'originale alla John Hay Library di Providence. L'analista Kenneth W. Faig diffuse privatamente la sua edizione del taccuino con ripristinate tutte le voci originali, incluse quelle eliminate da Lovecraft con un segno della penna, e senza le interpretazioni di Barlow e Derleth. Al 2009 le edizioni totali in cui è stato pubblicato il taccuino degli appunti di Lovecraft sono quattro: 1938, 1943, 1973 (diffusione privata) e 1987[95].

Lovecraft nella cultura popolare[modifica]

Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi la voce Howard Phillips Lovecraft nella cultura popolare.

Cthulhu, divinità mostruosa della mitologia creata da Lovecraft, tra le più influenti nella cultura popolare.
Diversi elementi degli scritti di Howard Phillips Lovecraft, in particolare dei Miti di Cthulhu, sono stati spesso utilizzati nella cultura popolare come modelli stilistici per ambientazioni e per personaggi orribili o soprannaturali[103].
Molti sono gli scrittori che hanno collaborato con Lovecraft, come Clark Ashton Smith, Robert Ervin Howard e Fritz Leiber, attingendo a loro volta alle sue opere. Stephen King e Neil Gaiman sono tra gli autori moderni più influenzati dai racconti lovecraftiani[104]. Anche alcuni fumetti hanno tratto ispirazione, seppur in minima parte o solo in alcuni numeri, dall'opera di Lovecraft, tra i quali Batman, Dylan Dog, Métal Hurlant, Martin Mystère, Soul Eater e Zagor[105].
Tra le pellicole cinematografiche in parte tratte dalle opere dello scrittore vi sono La città dei mostri, ...E tu vivrai nel terrore! L'aldilà, Paura nella città dei morti viventi, Re-Animator, Jason va all'inferno, Il seme della follia e Dagon - La mutazione del male, oltre alla serie La casa. Anche alcuni serie televisive contengono, in qualche episodio, riferimenti ai Miti di Cthulhu, tra le quali South Park, Doctor Who, Supernatural e Andromeda[21][106].
La musica è il campo che ha maggiormente risentito dell'opera di Lovecraft, dedicando album o singoli alle sue creature; tra i gruppi musicali, in particolare vicini al heavy metal, influenzati dallo scrittore vi sono Black Sabbath, Iron Maiden, Metallica, Mercyful Fate, 1349, Therion, Nile, Blue Öyster Cult, GWAR e Rage. Due band hanno scelto di chiamarsi con in nome dell'artista di Providence, i H. P. Lovecraft e i Lovecraft[107][108].
Anche giochi e videogiochi hanno tra le proprietà caratteristiche elementi che richiamano la filosofia e l'universo lovecraftiano; tra questi vi sono Alone in the Dark, Call of Cthulhu: Dark Corners of the Earth, Dark Project: L'ombra del ladro, Il richiamo di Cthulhu, Delta Green, The Elder Scrolls IV: Oblivion, Amnesia: The Dark Descent, The Witcher, Silent Hill, Fallout 3, Tales of Symphonia[109].

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