giovedì 9 febbraio 2012

Anton Vanligt. A volte la realtà che ti trovi a vivere è troppo pesante, il dolore troppo forte, la verità troppo scomoda. Affrontarla risulta sempre più difficile, vivere una vita così proprio non ti riesce… Una soluzione c’è: la finzione. Cominci un giorno, senza rendertene conto, senza una vera e propria decisione o consapevolezza. Lo fai e basta, e stai meglio, almeno ti sembra di riuscire a respirare. E allora continui su quella strada. L’imperativo diventa il FINGERE. Fingere che tutto vada bene, fingere serenità, fingere equilibrio. Poi un giorno per caso passando davanti a uno specchio, ti fermi a osservare il tuo sguardo. Ti rendi conto che i tuoi occhi appartengono a una persona diversa da quella che fingi di essere. Cominci a rifletterci su. Ne vale davvero la pena?

Anna Curridori


A volte la realtà che ti trovi a vivere è troppo pesante, il dolore troppo forte, la verità troppo scomoda. Affrontarla risulta sempre più difficile, vivere una vita così proprio non ti riesce… Una soluzione c’è: la finzione. Cominci un giorno, senza rendertene conto, senza una vera e propria decisione o consapevolezza. Lo fai e basta, e stai meglio, almeno ti sembra di riuscire a respirare. E allora continui su quella strada. L’imperativo diventa il FINGERE. Fingere che tutto vada bene, fingere serenità, fingere equilibrio. Poi un giorno per caso passando davanti a uno specchio, ti fermi a osservare il tuo sguardo. Ti rendi conto che i tuoi occhi appartengono a una persona diversa da quella che fingi di essere. Cominci a rifletterci su. Ne vale davvero la pena?
Anton Vanligt

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