mercoledì 1 gennaio 2014

Sun Tzu. La mossa del cavallo. Lasciare una via di fuga. Lascia una via d’uscita a un esercito accerchiato. Accerchia da tre lati ma lasciane uno libero, per indicare così la strada alla vita. Non incalzare un nemico disperato. Un animale atterrito lotterà fino alla fine, è una legge naturale

L'ARTE DELLA GUERRA
In un terreno aperto, non ti accampare.
In una zona di confine, stringi alleanze.
In una zona crocevia, non rimanere.
In un terreno chiuso, elabora strategie.
In un terreno di morte, combatti.
L’invincibilità sta nella difesa.
La vulnerabilità sta nell’attacco.
Se ti difendi, sei più forte.
Se attacchi, sei più debole.
Quando il nemico cerca il vantaggio, getta l’esca per ingannarlo.
Quando è in confusione, attaccalo.
Quando il nemico è potente, stai in guardia.
Quando è forte, evitalo.
Quando è infuriato, provocalo.
Quando è impreparato, attaccalo.
Quando meno se lo aspetta, fai la tua mossa.
Sun Tzu


20. Se vuoi attaccare in un punto vicino, simula di dover partire per una lunga marcia;
se vuoi attaccare un punto lontano, simula di essere arrivato presso il tuo obbiettivo.
Sun Tzu, L'arte della guerra.


21. Offri al nemico un’esca per attirarlo; fingi disordine fra le truppe, e colpiscilo


27. Il segreto per creare le divisioni interne sta
nell’arte di suscitare i seguenti cinque contrasti:
dissensi tra i cittadini nelle città e nei villaggi;
dissensi con gli altri paesi; dissensi all’interno;
dissensi che hanno per conseguenza la condanna a morte;
e dissensi le cui conseguenze sono i premi e le ricompense.
Queste cinque specie di dissensi non sono che rami di uno stesso tronco.


28. Se mi chiedesse: Come devo comportarmi contro un esercito nemico ben
ordinato che è sul punto di attaccare ?. Risponderei: Impossessati di qualche
cosa che sia caro al tuo nemico, ed egli gli si piegherà ai tuoi desideri.


38. Ricorda, le truppe più valorose devono essere impiegate come fa il
serpente detto Reazione Simultanea, che sta sul Monte Ci’ang: quando lo
colpisci alla testa, ti attacca con la coda; quando lo colpisci alla coda, ti
attacca con la testa; quando lo colpisci a metà corpo, testa e coda ti attaccano
insieme.

55. Corrompi tutto quel che c’è di meglio nel nemico con offerte, con doni,
con promesse. Distruggi la fiducia nei suoi ufficiali inducendo i migliori di
essi ad azioni vergognose e vili, e non mancare di divulgarle.

56. Stringi relazioni segrete con quel che c’è di meno raccomandabili tra i nemici e moltiplica il numero di questi agenti.

4. Ma la “capacità di previsione” non è un dono degli Dei,
né si ottiene interrogando spiriti e fantasmi,
né con ragionamenti o calcoli.
Si ottiene impiegando uomini
che ci informano sulla situazione del nemico.


La mossa del cavallo. Lasciare una via di fuga.

Quando tempo fa lessi “L’arte della Guerra” di Sun Tzu una delle idee che più mi avevano colpito è quella di lasciare sempre una via di fuga per il nemico, “Lascia una via d’uscita a un esercito accerchiato”, che si può commentare con Cao Cao “La regola degli antichi aurighi dice: “Accerchia da tre lati ma lasciane uno libero, per indicare così la strada alla vita”. 

Se la vita è presente nella loro mente, i soldati nemici si batteranno con meno ardore. Del resto lo stesso Sun Tzu subito dopo dice anche di “Non incalzare un nemico disperato”, perché “Un animale atterrito lotterà fino alla fine, è una legge naturale”.

Non è una mossa strategica, sconosciuta all’occidente, tantè che come racconta Machiavelli nel suo “Arte della guerra”, fu adottato da Cesare contro delle tribù germaniche: queste, completamente circondate si battevano con furia; aprendo loro una via di fuga, Cesare preferì farsi carico del successivo inseguimento piuttosto che avere a che fare con un nemico così combattivo e furioso.
Quello che cambia, e questo lo abbiamo capito leggendo Francois Jullien, è che quello che per gli occidentali è solo un espediente, un aneddoto su cui neanche soffermarsi, per i cinesi è un concetto dalla portata molto più profonda. Nella mentalità cinese quello che rende pavidi o coraggiosi e il “potenziale della situazione”, e quindi quello che il generale deve fare non è chiedersi come rendere i suoi uomini coraggiosi e i suoi nemici pavidi, ma come agire, come operare per costringerli in quelle determinate situazioni.

Se lasciare una via di fuga serve per rendere “pavido” il nemico, tagliare i ponti, bruciare le navi, “far salire in alto e poi togliere la scala” è un modo per rendere coraggiosi i propri soldati. Portati in territorio nemico e isolate le vie di comunicazione, gli uomini non avranno scelta e saranno costretti al coraggio.
Il bruciare i ponti”, secondo gli economisti Avinash Dixit e Barry Nalebuff e anche un modo per rendere credibili i propri impegni.
Premesso che la credibiità è fondamentale per la buona riuscita di ogni strategia, chiarito che “Stabilire una buona credibilità in senso strategico significa far sì che ci si aspetti che portiate a termine le vostre mosse incondizionate, manteniate le vostre promesse e mettiate in atto le vostre minacce” si può sostenere che bruciarsi i ponti alle spalle è proprio uno dei possibili modi per obbligarsi a mantenere i propri impegni. Citando ancora Dixit e Nalebuff “Credibilità implica trovare il modo per non tornare indietro. Se non c’è un domani, l’impegno di oggi non può essere ritrattato.”


L'Arte della Guerra in una versione su bamboo
L'arte della Guerra di Sun Tzu, in versione bamboo
L’immagine è tratta da Wikipedia.

http://lamossadelcavallo.wordpress.com/2008/12/02/lasciare-una-via-di-fuga/

Nessun commento:

Posta un commento

Elenco blog personale