martedì 7 gennaio 2014

Indice dei libri proibiti della Chiesa Cattolica. La prima edizione dell"'Index auctorum ac librorum prohibitorum" risale al 1559, al tempo di papa Paolo IV. L'ultima edizione venne pubblicata nel 1948. L'Index venne soppresso nel 1966 da papa Paolo VI.

"15 maggio del 1252: emissione della bolla papale di Innocenzo IV denominata "Ad extirpanda" che autorizza la tortura per ottenere la confessione dei sospetti colpevoli di eresia, nei processi della Sacra Inquisizione.
Questa bolla, con cui per la prima volta fu autorizzato il ricorso alla tortura, fu confermata da papa Alessandro IV, il 30 novembre 1259, e da Clemente IV, il 3 novembre 1265. La tortura era vietata nei soli casi in cui ne fossero potuti derivare la perdita di un organo o la morte ("citra membri diminutionem et mortis periculum") del sottoposto ad "interrogatorio". I rappresentanti del potere civile (il c.d. "Braccio secolare") nell'esecuzione della pena dovevano attenersi alla regola ecclesiastica secondo cui la pena doveva essere applicata nella maniera più mite e senza spargimento di sangue ("Ut quam clementissime et sine sanguinis effusionem puniretur"). Ciò spiega l'uso del rogo per esecuzione della pena capitale, e lo strangolamento, atto di "clemenza" spesso concesso al condannato prima di venire bruciato. Tutto questo è indicativo di quanta cristiana misericordia fossero capaci non solo i "figli" della Chiesa (inquisitori), ma altresì i tanti "padri", sedicenti "santi" (sovrani pontefici), che li dirigevano ed ispiravano.
Il primo processo per stregoneria venne celebrato nel 1275 a Tolosa, in Francia, quando fu arsa viva Angela de la Barthe, accusata di aver avuto rapporti sessuali col Diavolo. La donna confessò di aver partorito una creatura dalla testa di lupo e la coda di serpente, che nutrì con neonati rapiti".
-ADB-


"Vogliamo ricordare tutte le nostre sorelle che fra il 1257 al 1816, dopo l'instaurazione dell'Inquisizione contro le "streghe" e contro gli "eretici" furono bruciate sul rogo: gli storici hanno stimato che furono sterminate tre milioni di "streghe", all'80% donne in giovane età e bambine. Le donne venivano violentate oltre che torturate; i loro beni erano confiscati fin dal momento dell’accusa, prima del giudizio, poiché nessuno era mai assolto. Se “confessavano" erano dichiarate colpevoli di stregoneria, se invece "non confessavano" erano considerate eretiche, e poi arse sul rogo. Non sfuggiva nessuno. Alcune erano sottoposte alla prova della pietra al collo, la presunta colpevole veniva cioè gettata in acqua legata a una pietra. Se annegava era innocente, se invece restava a galla era una strega e veniva bruciata ... in ogni caso moriva! Ma chi erano in realtà queste streghe? Donne un po' speciali, socialmente difficili da addomesticare, mai integrate nella società maschilista: oggi le definiremmo 'borderline'. potevano essere abili erboriste o cartomanti, gattare o semplici donne dai tratti somatici curiosi, come le donne albine. Oggi l'Inquisizione non esiste più, è vero; ma le donne, le donne vere, capaci di avere una vita propria senza inchinarsi mai, ancora vengono etichettate in ogni modo e emarginate: noi per queste donne non chiediamo una festa: chiediamo semplicemente RISPETTO e LIBERTA'".
Relena Ayua



"4 MAGGIO 1515 - INIZIA LA CENSURA SUI LIBRI DA PARTE DEI PAPI CHE NON HANNO MAI AMATO LA STAMPA E LA CULTURA LIBERA
Inter Sollicitudines è una bolla pontificia di papa Leone X pubblicata il 4 maggio 1515, per promulgare il decreto della X sessione del Concilio Lateranense V relativo alla censura preventiva della stampa.
Nella bolla il papa elogia l’invenzione della stampa, visto come un dono di Dio, che permette il diffondersi della cultura, la formazione degli eruditi, ed in campo cristiano la diffusione della fede e della dottrina cristiana; ma insieme denuncia anche i mali che ne possono derivare al cristianesimo e alla Chiesa per il diffondersi di errori, di pronunciamenti contrari alla fede cristiana, di attacchi contro uomini di Chiesa e per i mali che tali letture possono provocare nell’animo dei semplici fedeli.
Perciò il papa, temendo che uno strumento “inventato per la gloria di Dio, la crescita della fede e la propagazione delle scienze utili” possa diventare “un ostacolo alla salvezza dei fedeli in Cristo”, decide che nessuno può stampare un libro senza l’autorizzazione del vescovo locale (o del Vicario del Papa, se si tratta di libri da stampare nello Stato della Chiesa), sotto pena di scomunicaNasceva così l’imprimatur, ossia il visto ecclesiastico per la stampa dei libri.
Purtroppo per i papi il divieto non funzionò abbastanza da prevenire la protesta, che avvenne soltanto due anni dopo (1517), di Martin Lutero, che di fatto diede inizio alla Riforma Protestante, per il cui successo fu fondamentale la diffusione delle opere "eretiche" grazie all'invenzione della stampa.
Per cercare di rimediare al danno e prevenire ulteriori pericoli la Chiesa decise di inasprire il controllo sulla stampa, considerata sempre più pericolosa. Per questo nel 1558 fu istituito l'Indice dei libri proibiti (in latino Index librorum prohibitorum), che fu organizzato dalla Congregazione della sacra romana e universale Inquisizione (o Sant'Uffizio).
La cultura italiana, che nei due secoli precedenti era la più avanzata dell'Occidente, essendo stata il cardine dell'Umanesimo e del Rinascimento, iniziò a declinare. Scienziati e filosofi come Giordano Bruno, Bruno Campanella e Galileo Galilei furono giustiziati, imprigionati o messi sotto silenzio. Autori come Dante, Boccaccio, Ariosto, Machiavelli, Erasmo di Rotterdam vennero proibiti. L'Italia calò in una cappa di grigiore culturale che durò almeno un paio di secoli, fino a che non fu spazzata dall'Illuminismo.
Da notare che l'indice dei libri proibiti fu soppresso soltanto il 4 febbraio del 1966 con la fine dell'inquisizione romana".


L'indice dei libri proibiti della Chiesa Cattolica

Un bel catalogo di opere filosofiche (ma non solo)

La prima edizione dell"'Index auctorum ac librorum prohibitorum" risale al 1559, al tempo di papa Paolo IV.
L'ultima edizione venne pubblicata nel 1948.
L'Index venne soppresso nel 1966 da papa Paolo VI.

Tra gli autori condannati all'indice figurano:

▪ Pietro Abelardo, teologo

▪ Vittorio Alfieri, scrittore

▪ Pietro Aretino, scrittore

▪ Francis Bacon, filosofo

▪ Honoré de Balzac, scrittore

▪ Simone de Beauvoir, scrittrice

▪ Cesare Beccaria, filosofo ed economista

▪ Jeremy Bentham, filosofo

▪ Henri Bergson, filosofo

▪ George Berkeley, filosofo

▪ Giovanni Boccaccio, scrittore

▪ Giordano Bruno, filosofo e teologo

▪ Etienne Bonnot de Condillac, filosofo

▪ Marie-Jean-Antoine-Nicolas de Caritat Condorcet, filosofo

▪ Benedetto Croce, filosofo

▪ Gustave D'Alembert, filosofo

▪ Gabriele D'Annunzio, scrittore

▪ Erasmus Darwin (nonno di Charles Darwin), scienziato

▪ Daniel Defoe, scrittore

▪ René Descartes, filosofo

▪ Denis Diderot, filosofo

▪ Alexandre Dumas padre, scrittore

▪ Alexandre Dumas figlio, scrittore

▪ Erasmo da Rotterdam, teologo

▪ Gaetano Filangieri, filosofo del diritto

▪ Gustave Flaubert, scrittore

▪ Antonio Fogazzaro, scrittore

▪ Ugo Foscolo, poeta

▪ Anatole France, scrittore

▪ Galileo Galilei, scienziato

▪ Pietro Giannone, storico e politico

▪ Edward Gibbon, storico

▪ André Gide, scrittore

▪ Vincenzo Gioberti, scrittore e politico

▪ Melchiorre Gioia, economista e politico

▪ Arturo Graf, filologo

▪ Ferdinand Gregorovius, storico

▪ Grotius Hugo, filosofo del diritto

▪ Francesco Guicciardini, storico e politico

▪ Heinrich Heine, poeta

▪ Claude-Adrien Helvétius, filosofo

▪ Thomas Hobbes, filosofo

▪ Paul-Henri-Dietrich de Holbach, filosofo

▪ Victor Hugo, scrittore

▪ David Hume, filosofo

▪ Immanuel Kant, filosofo

▪ Jean de La Fontaine, scrittore

▪ Julien Offroy de La Mettrie, filosofo

▪ Robert Lamennais, filosofo

▪ Giacomo Leopardi, poeta

▪ Gotthold Ephraim Lessing, filosofo

▪ John Locke, filosofo

▪ Bernard Mandeville, filosofo

▪ Nicolas Malebranche, filosofo

▪ Piero Maroncelli, patriota

▪ John Stuart Mill, filosofo

▪ John Milton, poeta

▪ Marco Minghetti, politico

▪ Michel Eyquem de Montaigne, filosofo

▪ Charles-Louis de Secondat de Montesquieu, filosofo

▪ Vincenzo Monti, scrittore

▪ Alberto Moravia, scrittore

▪ Ada Negri, scrittrice

▪ Alfredo Oriani, scrittore

▪ Blaise Pascal, filosofo

▪ Samuel von Pufendorf, filosofo del diritto

▪ Pierre-Joseph Proudhon, filosofo

▪ François Rabelais, scrittore

▪ Antonio Rosmini Serbati, filosofo e teologo

▪ Jean-Jacques Rousseau, scrittore

▪ Franco Sacchetti, scrittore

▪ George Sand, scrittrice

▪ Paolo Sarpi, storico

▪ Jean Paul Sartre, filosofo

▪ Gerolamo Savonarola, teologo

▪ Luigi Settembrini, letterato

▪ Bertrando Spaventa, filosofo

▪ Baruch Spinoza, filosofo

▪ Stendhal (Henri Beyle), scrittore

▪ Laurence Sterne, scrittore

▪ Jonathan Swift, scrittore

▪ Niccolò Tommaseo, scrittore

▪ Pietro Verri, scrittore e politico

▪ Voltaire (François-Marie Arouet), filosofo

▪ Emile Zola, scrittore






Segnalo un bel libro, un saggio del 1976: Luisa Muraro:
La signora del gioco, Episodi di caccia alle streghe, Feltrinelli.



C'è ancora l'usanza in Friuli di fare i falò e mettere al rogo la 'vecia' cioè la Befana. Che impressione vedere il fantoccio ardere finchè non è bruciato tutto! E intanto si beve e si mangia intorno al fuoco e dopo si fanno i pronostici per come andrà l'annata agricola.... BRRRR!!!



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