venerdì 17 gennaio 2014

Anna Freud. Abbiamo il diritto di pretendere che l'insegnante o l'educatore abbia imparato a conoscere o a dominare i propri conflitti prima di iniziare la sua opera pedagogica. Altrimenti gli allievi gli servono unicamente come materiale più o meno adatto per scaricare su di loro le sue difficoltà personali inconsce e non risolte




Donatella Donati 


Anna Freud (Vienna 1895-1982 Londra), oltre ad essere figlia di Sigmund Freud, è stata un'autorevole psicoanalista, ha lavorato soprattutto con adolescenti e bambini e ha studiato in particolare i meccanismi di difesa dell'Io, introducendo il concetto di identificazione con l'aggressore
Tra lei e Mélanie Klein (1882-1960) ci fu sempre conflitto, e così tra le rispettive scuole che nacquero a Londra e si espansero altrove. A Londra nacque un terzo gruppo, che non volle parteggiare per nessuna delle due, e si chiamò Gruppo Indipendente.



Giuseppina Capone 
Ricordo di aver letto un episodio di Anna Freud: una madre che diceva di avere una figlia disturbata si presentò con la bambina per una visita. La dottoressa ascoltò entrambe. A fine visita disse alla madre di ritornare da sola la settimana seguente perché il problema non era nella piccola ma nella madre.
Io aggiungo che i bambini nascono perfetti.
I problemi sono indotti dai genitori e dall'ambiente con il quale vengono a contatto.



MariaRachele Via 

In un interessante libro di Silvia Vegetti Finzi che lessi tantissimi anni fa, Le donne della psicanalisi, c'era un bel ritratto della vita e del lavoro di Anna Freud e ovviamente anche del suo strettissimo rapporto con il padre. Ricordo che in particolare le ultime righe di questo saggio, dove veniva descritto il vecchio cappotto del padre ancora conservato nell'attaccapanni di casa, e lei che, ormai anziana, lo indossava per le sue passeggiate invernali, erano davvero di una commovente intensità.


Donatella Donati 

A cura di Silvia Vegetti Finzi ho letto Psicoanalisi al femminile, 1992 Laterza, dove il capitolo dedicato a Anna Freud è stato scritto da Simona Argentieri.





Si è sempre constatato
che una mente creativa
sopravvive a qualunque tipo
di educazione."
It is always found
a creative mind
survives in any type
of education)
Anna Freud


Si è sempre constatato che una mente creativa sopravvive a qualunque genere e tipo di cattiva educazione. 
Anna Freud


Abbiamo il diritto di pretendere
che l'insegnante o l'educatore
abbia imparato a conoscere
o a dominare i propri conflitti
prima di iniziare la sua opera pedagogica.
Altrimenti gli allievi
gli servono unicamente
come materiale più o meno adatto
per scaricare su di loro
le sue difficoltà personali
inconsce e non risolte.
Anna Freud





Ciao Ivano, la frase che hai scelto come introduzione secondo me è troppo drastica, capisco le buone intenzioni di Anna Freud ma che tutte le difficoltà personali possano diventare consce e addirittura venire risolte mi sembra alquanto illusorio. Oggi un'affermazione così è comunque molto meno credibile che ai tempi di Anna Freud; infatti oggi ne sappiamo di più e più ne sappiamo più ci rendiamo conto che le difficoltà non finiscono mai. E del resto Sigmund Freud considerava l'educare un mestiere impossibile, come il governare e il curare (sì, mi pare proprio che fossero questi tre).



Ma la nostra scuola é ben lontana dal comprendere e quindi dal rendere vivo ed attuale il messaggio PROFONDO E PER MOLTI INCOMPRENSIBILE di Anna Freud. Purtroppo se non si coniugano la tecnica cioé gli apprendimenti inerenti la disciplina che si è chiamati ad insegnare e la prospettiva , cioé la propria maniera di essere come persone , non si va de nessuna parte ...se non alla deriva...come di fatto va la nostra Scuola. Possiamo recitare solo il DE Profundis!!!




L’Io e i meccanismi di difesa:
Secondo Anna Freud lo psicanalista può vedere solo i derivati dell’inconscio mediati dall’io e dal soggetto. Se es ed io sono in armonia l’io percepisce l’impulso proveniente dall’Es e la tensione, la liberazione da essa e l’intero processo sono osservabili dall’analista. Quando invece il passaggio degli impulsi dà luogo a conflitti l’es viene considerato come un intruso e l’io sente come aliene le istanze dell’es e per proteggere i confini mette in atto misure difensive, vale a dire i meccanismi di difesa (il loro uso eccessivo può distorcere la realtà e impoverire l’io).

Meccanismi di difesa:
1) RIMOZIONE:
esclusione dall’io cosciente di una rappresentazione o di un affetto; in termini di quantità la rimozione è più efficace degli altri meccanismi di difesa; la dissociazione dall’io, imposta dal ritiro della coscienza di interi settori della vita istintuale e affettiva, può distruggere in modo permanente l’integrità della personalità.

2) SUBLIMAZIONE:
spostamento degli scopi dell’istinto verso valori sociali più alti e presuppone l’esistenza del super-io; come la rimozione, questo meccanismo di difesa può essere utilizzato solo in una fase avanzata del processo di sviluppo; certe forme esagerate di sublimazione assumono un carattere nevrotico, soprattutto quando l’individuo si chiude.

3) NEGAZIONE:
capacità dell’io di liberarsi di fatti spiacevoli semplicemente negando la loro esistenza; questo meccanismo può considerarsi normale in una fase dello sviluppo infantile, mentre è dannoso se si presenta in forma massiccia nell’età adulta.

4) FORMAZIONE REATTIVA:
negazione della realtà e ribaltamento dei fatti reali nel loro contrario attraverso le fantasie dell’io allo scopo di allontanare gli impulsi istintuali.

5) LIMITAZIONE DELL’IO: meccanismo che permette di allontanare le sensazioni spiacevoli attuali provenienti dall’esterno poiché potrebbero rievocare situazioni dolorose passate.

6) INTROIEZIONE:
introduzione dentro di sé di alcuni caratteri di un oggetto ansiogeno per ridurre lo stato di ansia; può essere associato all’identificazione con l’aggressore (vedi sotto).

7) PROIEZIONE:
presuppone l’esistenza del super-io e consiste nell’attribuire a persone o oggetti esterni i propri impulsi e desideri proibiti; l’intolleranza dell’individuo nei riguardi degli altri è accompagnata dalla severità verso sé stesso; l’effetto di questo meccanismo è la rottura del legame tra gli istinti inaccettabili e l’io.

8) IDENTIFICAZIONE CON L’AGGRESSORE:
assunzione del ruolo dell’aggressore o imitazione della sua aggressività; l’io si trasforma da minacciato a minacciante (da ruolo passivo ad attivo).


9) RINUNCIA ALTRUISTICA:
interesse amichevole per il soddisfacimento degli istinti altrui per soddisfare indirettamente i propri; libera l’aggressività inibita, originariamente designata al soddisfacimento dei propri desideri istintuali; permette di stabilire legami positivi validi e nasce quando la proiezione è meno forte.
http://www.igorvitale.org/2015/01/27/9-meccanismi-di-difesa-secondo-anna-freud/?utm_source=dlvr.it&utm_medium=facebook&utm_campaign=9-meccanismi-di-difesa-secondo-anna-freud



Fuga da Flatland 

Poco importa come si è stati allevati: a determinare il comportamento è il potere personale.

L'uomo è solo il compendio del proprio potere personale e tale compendio determina il modo in cui vive e muore.
Carlos Castaneda

Ci sono soltanto tre modi efficaci per educare:
con la paura, con l'ambizione, con l'amore.
Noi rinunciamo ai primi due.
Rudolf Steiner


La paura della morte ha creato gli dei.
Epicuro


Lo schiavo ha un solo padrone.
L'ambizioso ne ha tanti quante sono le persone utili alla sua fortuna.
Yean de La Bruyère

Non esiste una cosa denominata neutralità dell'educazione:
non c'è dubbio che la dimensione educativa è, per sua natura, politica.
Paulo Freire

E' più facile insegnare che educare, perchè per insegnare basta sapere, mentre per educare è necessario essere.
Alberto Hurtado

I bambini danno molta più importanza
a ciò che i genitori fanno,
che a ciò che essi dicono.
Marie Von Ebner-Eschenbach


"E' più facile insegnare che educare,
perché per insegnare basta sapere,
mentre per educare è necessario essere."
Luis Alberto Hurtado Cruchaga
(1901–1952), è stato un gesuita cileno.






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