mercoledì 22 gennaio 2014

Alberto Manzi. E' stato un insegnante, personaggio televisivo e scrittore italiano, noto principalmente per essere stato il conduttore della trasmissione televisiva Non è mai troppo tardi, messa in onda fra il 1959 ed il 1968. Fu scelto per presentare il programma Non è mai troppo tardi, concepito come strumento di ausilio nella lotta all'analfabetismo. Il programma, che lo rese famoso, riproduceva in televisione delle vere e proprie lezioni di scuola primaria, con metodologie didattiche innovative (Manzi al suo "provino" strappò il copione che gli era stato dato e improvvisò una lezione alla sua maniera), dinanzi a classi composte di adulti analfabeti o quasi.


“Ho due bambini, uno fa il dettato senza errori, cosa gli devo dare in base alla vostra valutazione decimale? Ovviamente gli devo dare dieci. Un altro bambino fa trenta errori: che voto gli devo dare? Sottozero? Normalmente gli si dà quattro. Dopo quindici giorni, il primo, che non aveva fatto errori, fa due errori; gli do otto che è sempre un bel voto, però lui è andato avanti o è andato indietro? Il secondo bambino, che aveva fatto trenta errori, la seconda volta ne fa 22, ma secondo quel criterio il suo voto rimane sotto zero. Ora, a quello che ha preso otto non posso dirgli “Guarda che sei andato male”, mentre al bambino che è passato da trenta a 22 gli devo dire “Bravo”, ma in realtà non glielo posso dire perché in base al voto, lui rimane cretino. Ma io sono sicuro che se gli dico “Bravo!”, la volta successiva di errori ne farà quindici”.
Alberto Manzi, insegnante, pedagogista.



E questo é il grande errore, fare confronto tra bambini con abilitá e intelligenza diverse.
Il docente deve vedere nel bambino il progresso verso se stesso, non verso gli altri.
Tutti vanno stimolati, ed il bambino che lui crede sia andato indietro, non é affatto vero, non siamo li stessi tutti i giorni. Il docente deve vedere il processo, non due casi isolati.


Prima lettera del maestro Manzi al Direttore Didattico
Classe IV SEZ. A – INS. Alberto Manzi
Anno scolastico 1974/75

Motivi per i quali l’insegnante non usa classificare gli alunni.
Classificare dando una votazione o un giudizio di merito comparativo, a livello di scuola dell’obbligo, nel pieno sviluppo evolutivo, nel primo impatto e nel successivo adeguamento e nelle ricerche di strutture per una vita associata “migliore”, significa voler dimenticare che la scuola è tale solo se insegna a pensare, solo se aiuta a immettersi con libertà nella società.
Classificare significa impedire un armonioso sviluppo intellettivo, rispettoso dei tempi di crescita individuali; significa impedire un apprendimento cosciente, che nasce, cioè, da un continuo osservare, ragionare, discutere sulle cose; ricerca, questa che non è mai priva di errori, di incompletezze. Ora se si classifica, l’errore l’incompletezza suscita “terrore”, per cui si tende ad evitare la causa del terrore copiando, imparando a memoria definizioni fatte da altri ecc.
Classificare, pertanto, significa obbligare ad accettare definizioni stabilite, pertanto impedire il ragionamento, rendere tutti simili al modello prefisso, significa educare alla menzogna e alla falsità.
Classificare significa ancora educare alla divisione classista (bravi, più bravi, meno bravi, ecc.), significa selezionare, distruggere la personalità.
Classificare significa, purtroppo, distruggere il senso della comunità, dove ogni individuo deve imparare a vivere dando il meglio di se stesso non per lucro (ed anche il voto è lucro) ma nell’interesse della comunità stessa e per il piacere personale che deriva dalla scoperta e dalla conoscenza.

Per tutti questi motivi non ho mai classificato nessun alunno e nessun lavoro degli alunni; né intendo classificare ora le capacità acquisite durante un anno di lavoro.
Se è obbligatoria la classificazione, delego la segreteria della scuola a dare lo stesso voto ad ogni alunno e per ogni materia.

Roma, 7 giugno 1975 Ins. Alberto Manzi


Il mitico Maestro Manzi, conduttore del programma TV “Non è mai troppo tardi”

Una maestra, dopo aver consegnato le schede di valutazione ai genitori, scrive queste riflessioni sul voto nella sua bacheca:

"Non sono stata capace di dire no. No ai voti. Alla separazione dei bambini in base a quello che riescono a fare. A chiudere i bambini in un numero. Ad insegnare loro una matematica dell’essere, secondo la quale più il voto è alto più un bambino vale.
Il voto corrompe. Il voto divide. Il voto classifica. Il voto separa. Il voto è il più subdolo disintegratore di una comunità. Il voto cancella le storie, il cammino, lo sforzo e l’impegno del fare insieme. Il voto è brutale, premia e punisce, esalta ed umilia. Il voto sbaglia, nel momento che sancisce, inciampa nel variabile umano. Il voto dimentica da dove si viene. Il voto non è il volto.
I voti fanno star male chi li mette e chi li riceve. Creano ansia, confronti, successi e fallimenti. I voti distruggono il piacere di scoprire e di imparare, ognuno con i propri tempi facendo quel che può. I voti disturbano la crescita, l’autostima e la considerazione degli altri. I voti mietono vittime e creano presunzioni.
I voti non si danno ai bambini. In particolare a quelli che non ce la fanno.
La maestra lo sa bene, perciò è colpevole. Per non aver fatto obiezione di coscienza."

Il "maestro" Manzi riportava nella scheda di valutazione di tutti gli studenti la stessa formula: 
"Ha fatto quel che può, quel che non può non fa".



Se la scuola è una scuola del “fare”, del costruire il proprio sapere attraverso esperienza, lo studiare diventa gioia di scoperta e nulla si trasforma in “pesantezza”, fastidio, noia.
Alberto Manzi

... Ricordatevi che mai nessuno potrà bloccarvi se voi non lo volete, nessuno potrà mai distruggervi, SE VOI NON LO VOLETE. Perciò avanti serenamente, allegramente, con quel macinino del vostro cervello SEMPRE in funzione; con l’affetto verso tutte le cose e gli animali e le genti che è già in voi e che deve sempre rimanere in voi; con onestà, onestà, onestà, e ancora onesta, perché questa è la cosa che manca oggi nel mondo e voi dovete ridarla; e intelligenza, e ancora intelligenza e sempre intelligenza, il che significa prepararsi, il che significa riuscire sempre a comprendere, il che significa riuscire ad amare, e… amore, amore.
Alberto Manzi


L'attenzione e la voglia d'imparare di un bambino va conquistata, non imposta con la paura di un brutto voto.
Alberto Manzi


Stralci della bellissima lettera che maestro Manzi consegnava ai suoi alunni l'ultimo giorno di scuola.
«Ora le nostre strade si dividono, io riprendo il mio viottolo, voi perseguite, la vostra strada...la vostra è piena e luminosa...Vorrei essere al vostro fianco. Ma voi sarete capaci di andare da soli...Ricordate che nessuno potrà mai distruggervi se voi non lo volete. Tenete il macinino del vostro cervello sempre in azione. Con onestà onestà e sempre onestà. Perché è questo che ora manca al mondo. E con intelligenza. Preparatevi e...dovete riuscire ad amare. E amore, amore, amore. Realizzate tutto ciò e io sarò sempre con voi. Ma se qualcuno o qualcosa vorrà distruggere vostra libertà, la vostra intelligenza, la vostra onestà io sono qui per lottare con voi, perché voi siete parte di me e io di voi».

https://youtu.be/P6m_8Sd_uAM






Agostino Degas:
l maestro Manzi, che contribuì ad alfabetizzare milioni di italiani con la sua trasmissione televisiva "Non è mai troppo tardi" fu una vittima illustre della burocrazia. Il tutto avvenne nel 1981, quando si rifiutò di redigere le appena introdotte "schede di valutazione", che la riforma della scuola aveva messo al posto della pagella; la filosofia che accompagna la motivazione del suo rifiuto si evince da queste sue parole: "non posso bollare un ragazzo con un giudizio, perché il ragazzo cambia, è in movimento; se il prossimo anno uno legge il giudizio che ho dato quest'anno, l'abbiamo bollato per i prossimi anni".
Questo suo rifiuto gli costò la sospensione dall'insegnamento e anche dello stipendio. L'anno seguente il Ministero della Pubblica Istruzione fece pressione su di lui per convincerlo a scrivere le attese valutazioni: Manzi tuttavia fece intendere di non avere cambiato opinione, mostrandosi al tempo stesso disponibile a redigere una valutazione riepilogativa. Ma il giudizio sarebbe stato uguale per tutti e apposto su carta tramite un timbro; il giudizio sarebbe stato: "Fa quel che può, quel che non può non fa". Il Ministero si mostrò contrario alla soluzione della valutazione timbrata e Manzi ribatté: "Non c'è problema, posso scriverlo anche a penna".


“Non è mai troppo tardi”: il maestro Manzi in 10 numeri.
Andrà in onda stasera su Rai1 la prima parte della fiction in due puntate “Non è mai troppo tardi”, dedicata all’omonimo programma condotto dal maestro Alberto Manzi dal 1960 al 1968. “Non è mai troppo tardi” ha svolto un ruolo fondamentale nel processo di alfabetizzazione degli italiani, segnando un momento cruciale non solo nella storia della tv, ma nella storia del nostro Paese.

Il maestro Alberto Manzi con la trasmissione televisiva "Non è mai troppo tardi" ha insegnato a leggere e a scrivere a molti italiani che non avevano la licenza elementare. Con grande intuito e capacita' didattica ha saputo utilizzare al meglio il mezzo televisivo. Attraverso lo schermo ha parlato alle persone con profonda umanità, insegnando l'amore per la lingua e per la cultura. A scuola è stato un maestro innovativo e rispettoso delle singole diversità, creativo e anticonformista. Il video è un estratto dell'intervista curata da Roberto Farnè, regia di Luigi Zanolio, prodotta dal Dipartimento di Scienze dell'educazione dell'Università di Bologna.

http://youtu.be/gKQ7GbworSw




"Fa quel che può quello che non può non fa..."
..... Questo è uno dei giudizi che il maestro Alberto Manzi scrisse sulla pagella di un allievo ..

Chi era Manzi:  il maestro rivoluzionario

Ecco 10 numeri per ricordare, svelare, comprendere meglio il fenomeno “Non è mai troppo tardi” e il suo protagonista, il maestro Manzi

2000 I punti d’ascolto che la Rai istituì nei bar, nelle Case della cultura, negli oratori, perché tutti potessero seguire le lezioni serali del maestro Manzi

19 L’ora di messa in onda del programma in tv, l’orario fu scelto per consentire anche ai lavoratori di “frequentare” le lezioni

1.400.000 Gli italiani che, secondo le stime ufficiali, hanno preso la licenza elementare grazie alle “lezioni elettroniche” del maestro Manzi

484 Le puntate di “Non è mai troppo tardi”andate in onda dal 1960 al 1968.

72 I Paesi che hanno adottato la formula del programma.

20 Le estati in cui Manzi si recò nella foresta amazzonica per insegnare a leggere e scrivere agli Indios, con l’appoggio locale di alcuni missionari salesiani.

32 Le lingue in cui fu tradotto “Orzowei”, il romanzo di maggior successo scritto da Alberto Manzi, portato in tv dalla Rai nel 1977.

1996 L’anno dell’ultima collaborazione del maestro con la tv, con il programma “Curiosità della lingua italiana”, 40 puntate per raccontare caratteristiche e curiosità della lingua italiana agli italiani all’estero e agli studiosi stranieri della nostra lingua.

8 Le volte che il maestro è finito sotto il Consiglio di disciplina nel corso della sua carriera. Il motivo? E’ all’ultimo punto…

0 I voti sulle pagelle messi dal maestro: Manzi li rifiutò per tutta la vita.


Alberto Manzi è stato un insegnante, personaggio televisivo e scrittore italiano, noto principalmente per essere stato il conduttore della trasmissione televisiva Non è mai troppo tardi, messa in onda fra il 1959 ed il 1968. 
Fu scelto per presentare il programma Non è mai troppo tardi, concepito come strumento di ausilio nella lotta all'analfabetismo. Il programma, che lo rese famoso, riproduceva in televisione delle vere e proprie lezioni di scuola primaria, con metodologie didattiche innovative (Manzi al suo "provino" strappò il copione che gli era stato dato e improvvisò una lezione alla sua maniera), dinanzi a classi composte di adulti analfabeti o quasi.

La trasmissione andò in onda per quasi un decennio e fu di grande interesse e di grande rilevanza sociale: si stima che quasi un milione e mezzo di persone abbiano conseguito la licenza elementare grazie a queste lezioni a distanza, svolte di fatto secondo un vero e proprio corso di scuola serale. Le trasmissioni avvenivano nel tardo pomeriggio, prima di cena; Manzi utilizzava un grosso blocco di carta montato su cavalletto sul quale scriveva, con l'ausilio di un carboncino, semplici parole o lettere, accompagnate da un accattivante disegnino di riferimento. Usava anche una lavagna luminosa, per quei tempi assai suggestiva.




ero un bambino "Non è mai troppo tardi" lo guardavo sempre con piacere, il maestro Manzi mi ispirava molta simpatia specie quando faceva dei disegnini per farsi capire meglio: E' stata una persona eccezionale




un insegnante proiettato nel futuro: carboncino e lavagna si trasformavano in veri mezzi multimediali




Una grande persona,che poi fu anche Sindaco di Pitigliano (Gr)




Lo seguivo con piacere e mi piaceva molto il suo metodo di disegnare con il carboncino o con i gessetti !!





sono pienamente d'accordo con te ,forse eravamo più ignoranti ma certamente, più buoni,più veri, più italiani. LUI e' l'Italia bella che non c'e' più




Un altro grande, indimenticabile, sembrava uscito da un libro di De Amicis, e fu l'espressione di un paese che si stava costruendo, Personaggio veramente bellissimo, poetico, che e' difficile definire senza diventare apparentemente retorici, ma invece lui non era retorica ma realtà
















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