Veronesi: a ogni malato la sua cura, la medicina di precisione può diventare realtà.
La rivoluzione spiegata all’evento “The Future of Science”.
Terapie basate sui profili genetici e addio ai protocolli.
La medicina di precisione»:
è il titolo della Conferenza mondiale «The Future of Science» organizzata dalle fondazioni “Umberto Veronesi”, “Giorgio Cini” e “Silvio Tronchetti Provera” e in programma a Venezia da dal 19 settembre. Info e programma: www.thefutureofscience.org/
UMBERTO VERONESI
ISTITUTO EUROPEO DI ONCOLOGIA.
Il sogno della cura personalizzata è nato 15 anni fa, con la decodifica del genoma umano, quando la chiave di lettura del Dna sembrava averci consegnato anche la chiave per la cura di ogni malattia, a partire dal cancro.
Per ogni gene alterato il suo farmaco (vale a dire una molecola che lo inibisce), suonava la formula, ma la realtà si è presentata più complicata. Non soltanto ogni tipo di tumore può avere una sua alterazione e richiedere quindi il proprio farmaco - e i tumori sono tanti, centinaia di malattie che per convenzione noi chiamiamo «cancro» -, ma ogni paziente o, meglio, gruppi di pazienti con quel tumore possono essere più o meno reattivi allo stesso farmaco, a seconda delle caratteristiche della persona. Abbiamo quindi scoperto nel genoma una complessità inaspettata e il nostro entusiasmo ha inevitabilmente subito una battuta d’arresto.
Ad oggi i farmaci molecolari (quelli destinati alla cosiddetta «targeted therapy») sono meno di 30, a fronte delle centinaia di composti chemioterapici disponibili, e non curano più del 5% di tutti i malati.
Tutto da rifare allora? Fortunatamente no. Dal 2000, incessantemente, si stanno infatti accumulando dati sul rapporto geni e persone e geni e malattie e, ormai, tutte queste informazioni sono diventate un patrimonio corposo dal valore inestimabile. Quindi ora si tratta di mettere insieme tutto ciò che sappiamo su questo rapporto e prendersi la briga di interpretare i dati su scala mondiale. Da questa elaborazione nascerà la medicina di precisione, che è la medicina del futuro e che significa trovare un cura specifica (precisa) per ogni persona, abbandonando definitivamente la logica dei protocolli che imponevano una cura per ogni malattia, indipendentemente dal suo portatore.
Per fare tutto questo dobbiamo compiere uno sforzo enorme di interconnessione.
Questo è il senso della prossima edizione della conferenza «The Future of Science» dedicata, appunto, alla «Medicina di precisione» (in programma a Venezia, sull’isola di San Giorgio, dal 17 al 19 settembre) Abbiamo raccolto uno spunto che viene dagli Stati Uniti, dove il presidente Barack Obama ha lanciato per il 2016 la «Precision Medicine Initiative», con uno stanziamento di 215 milioni di dollari. E che farà l’Europa e il resto del mondo, ci siamo chiesti? Siamo pronti anche noi alla medicina di precisione?
Nell’ambito dell’iniziativa americana i pazienti si sottoporranno ad una serie di analisi, anche genetiche, e i dati raccolti, insieme con i dati clinici, saranno convogliati in un enorme database, che fungerà da archivio per la scelta della terapia destinata a ogni paziente. Appare allora evidente che la sfida sta nelle tecnologie: il futuro cambia, perché sta cambiando il modo di applicare le tecnologie. A ben pensarci la medicina e la ricerca sono già fortemente digitalizzate ovunque nel mondo occidentale: esempi sono l’«imaging» (tutti gli esami radiologici fino alla risonanza magnetica «whole body» che in una sola seduta acquisiscono informazioni preziose sul funzionamento dell’intero organismo), la robotica in chirurgia, l’utilizzo di particelle pesanti per la radioterapia e lo stesso sequenziamento del Dna con apparecchiature sempre più rapide, efficaci ed efficienti (la cosiddetta «next generation sequencing»).
La riduzione drastica dei costi e dei tempi per ottenere un profilo genico ha aperto le porte alla genomica nella cura e nella prevenzione. Si tratta ora di archiviare elettronicamente la mole immensa di dati raccolti per condividerli e renderli consultabili, sia clinicamente per la ricerca della terapia giusta, sia scientificamente per lo studio di nuovi farmaci. Va sottolineato che la rivoluzione che ne nascerà non sarà solo digitale: culturalmente dobbiamo accettare che la genomica sarà sempre più invasiva nella medicina e diventerà raro curare una malattia senza conoscere i dati del malato. E non solo il suo Dna, ma anche le abitudini di vita (se fuma o no, se beve molto alcol, quale regime alimentare segue, se fa vita sedentaria o pratica attività fisica). Si pone dunque un problema etico e giuridico, prima di tutto, che rende fondamentale che la medicina di precisione si sviluppi in accordo con la società e non come processo autonomo.
Si pone inoltre un problema di riorganizzazione dei sistemi sanitari e in particolare degli ospedali, dove oggi si cura ancora consultando i già citati protocolli. Questo, però, non deve spaventare: personalizzare non significa che non esisteranno più regole e vigerà il solo arbitrio del singolo ospedale o del singolo medico. Ciò che sparirà è l’omogeneizzazione delle terapie.
Sono convinto che questa evoluzione faciliterà anche la costruzione di una medicina più umana.
La nuova applicazione delle tecnologie ottimizza i tempi e il contenuto tecnico del lavoro medico, lasciando più tempo e spazio alla medicina della persona, che è sorella della medicina di precisione. Il medico, con meno ossessione del «fare», avrà più tempo per dialogare con il paziente e conoscerlo profondamente, con le sue aspettative e il suo progetto di vita che nessun superarchivio potrà mai raccontare.
http://www.lastampa.it/2015/09/15/scienza/tuttoscienze/a-ogni-malato-la-sua-cura-la-medicina-di-precisione-pu-diventare-realt-LJ9nfVFNYiGbpyBP4TgtcI/pagina.html
Nessun commento:
Posta un commento