Il libro è una raccolta di frammenti organizzati secondo una scala logica che và dallo stadio minimo a quello massimo di autoconsapevolezza e dedizione alla causa per qui l'uomo assume senso nel mondo: il lavoro. Il lavoro inteso in senso artigianale-contadino-artistico, cioè come indipedente, fatto secondo regole e tempi umani ed umanizzanti, che tende al perfezionamento dell'esistente. Hohl appartiene alla tradizione nobile del socialismo umanista, quello che guarda tanto a Marx quanto a Goethe, all'emencipazione del proletariato dall'alienazione industriale quanto alle forme di organizzazione delle botteghe medievali-rinascimentali. Il suo è nel contempo un'apologia, una disquisizione e un percorso iniziatico verso questo grande mistero umano: come solo modificando il reale attraverso la fatica e l'ingegno, l'uomo si conosca, si realizzi, si ritrovi accresciuto.
Quando gli uomini ebbero inventato (o scoperto?) la geometria piana, cominciarono a sottoporre alla quadratura ogni cosa: la durezza dei materiali, il colore delle acque profonde, l'elettricità e la fede.
Ludwig Hohl, "Note"
E il Dio terminus ride, perché sa che prima del metron vi è il solco e il calco, fatto da mano, dalla mano che conta kunta antico accadico cinque dita, cioè che cade, che calcola che fa ac-acadere, oeb-cadere: uccidere. Il primo segmento è tratto dal sangue. La prima line di ombra dal Sole arabo è quello che si getta a terra. Della canna del Dio Nilo che è recisa. Il sorriso di Terminus, il lavoro di Caino.
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