241 anni fa oggi nasceva a Greifswald il pittore tedesco Caspar David Friedrich.
Sulla scorta di una premessa filosofica che vedeva la natura la manifestazione del divino, in Germania ebbe particolare sviluppo la pittura di paesaggio, in cui emerse la figura di Friedrich stesso; egli fu artista che si formò a livello accademico a Copenaghen, per poi trasferirsi a Dresda. Nel suo dipinto più noto: “Monaco in riva al mare”, considerato vero e proprio manifesto del romanticismo, Friedrich va a mettere in discussione il rapporto uomo natura, in linea con il nuovo sentimento del sublime.
L'uomo si rende conto della sua piccolezza quando si mette a confronto con l'infinito. L'artista dà più spazio alla natura che all'uomo, segno dell'infinitezza della natura e della piccolezza e l'isolamento dell'uomo. La linea dell'orizzonte non è marcata, in maniera tale da simboleggiare l'infinito. Quest'opera va a sottolineare come la natura diventa l'espressione per portare avanti le sue teorie romantiche. La figura umana qui non è più il soggetto principale; emerge il senso della precarietà della vita umana.
L'innovazione portata avanti da Friedrich si realizzò in chiave paesaggistica:
Friedrich intendeva far evolvere la concezione classica di paesaggio, inteso solo come scenario bello da vedere, aggiungendovi un istante di sublime, una riunione con il sé spirituale attraverso la contemplazione della natura. L'artista fu un personaggio chiave per trasformare il paesaggio, sino ad allora un fondale sottomesso al dramma umano, in un argomento delicato autosufficiente: non a caso, i dipinti di Friedrich includono spesso una Rückenfigur, ovvero una persona vista di spalle, assorta nella contemplazione della veduta. L'osservatore, quindi, si identifica nella Rückenfigur, il che significa assimilare il potenziale sublime della natura, che con il pennello di Friedrich diventa pieno di ideali romantici.
E' il caso di "Donna al tramonto del sole" e "Viandante sul mare di nebbia", Friedrich dimostra di essere molto attento a momenti di luce, non privilegia la luce zenitale ma l'alba, il tramonto o il notturno, momenti del giorno dove la luce è alterata e può celare una sensazione di sublime.
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