venerdì 18 settembre 2015

Vittorino Andreoli. Una scuola che costringa un adolescente a ricevere giudizi negativi, confronti frustranti con i coetanei e bocciature, è un sistema raffinato di tortura. E va contro non solo ai principi di libertà, ma a tutte le odierne concezioni psicologiche e sociali in tema di educazione



"Una scuola che costringa un adolescente a ricevere giudizi negativi, confronti frustranti con i coetanei e bocciature, è un sistema raffinato di tortura. E va contro non solo ai principi di libertà, ma a tutte le odierne concezioni psicologiche e sociali in tema di educazione"
Vittorino Andreoli 




Condivisione totale del pensiero di Andreoli. 
Io boccerei quelle/quei prof. che fanno delle impressioni personali la regola per dare i voti, il lavoro dei genitori e il ceto sociale per definire " i bravi e i ciucci" e che trattano i ragazzi come spazzatura umiliandoli in classe davanti a tutti...anzi, li licenzierei!


Sono pienamente d'accordo, anch'io "boccerei quelle/quei prof. che fanno delle impressioni personali la regola per dare i voti, il lavoro dei genitori e il ceto sociale per definire " i bravi e i ciucci" e che trattano i ragazzi come spazzatura umiliandoli in classe davanti a tutti..." ma qui stiamo parlando di valutazioni oggettive, di massima attenzione per ogni tipo di disagio si possa rilevare, di massimo rispetto nei confronti dell'allievo....(tutte cose che ho dato per scontato)...ma dopo tutto questo e altro ancora se penso che fermare un allievo un anno può solo servigli voto per la bocciatura, assumendomi totalmente le mie responsabilità come insegnante e come educatrice.


E la frustrazione di tentare decine di strade per motivare o semplicemente entrare in contatto con chi non ha voglia nemmeno di provarci, di quella vogliamo parlarne? Mai sentito parlare di DIALOGO scolastico? Cioè che bisogna essere in due a lavorare per raggiungere un risultato? Se no che concetto educativo passa? Che l'alunno va avanti a prescindere? E a quel punto perché dovrebbe stare a sentirci o sforzarsi a studiare?



Parliamo di cose diverse Annalisa Marseglia. Io mi riferisco a quotidiano disprezzo espresso "a prescindere", non al tuo giusto e doveroso dialogo educativo che sortisce sicuramente frutti nella maggior parte degli studenti. Io parlo di violenza psicologia perpetrata quotidianamente fino ad annientare la motivazione e la voglia di studiare in ragazzi che magari fino all'anno scolastico precedente erano anche brillanti 



A ciascuno (alunno) secondo i propri bisogni, da ciascuno (alunno) secondo le proprie possibilità (capacità )




Questi grandi luminari venissero a scuola a dirci cosa fare. 
Lo sanno che ci sono obiettivi minimi che ciascun ragazzo deve poter raggiungere? La tortura è avere ragazzi violenti, svogliati e  disinteressati, nonostante tutte le strategie che un docente può mettere in campo. È vero che ci sono colleghi che se prendono di mira un ragazzo lo "torturano". È capitato a me, alle mie figlie.... Sono una docente e a volte bisognerebbe bocciare, ma non si fa più, lo dimostrano le statistiche. Sono molto di più i docenti che lavorano con serietà e per il bene dei ragazzi. Le mele marce sono ovunque. L'ultimo che è stato bocciato nella mia scuola ha 30 anni, quindi 18 anni fa!!!!



Si, promuoviamoli tutti sempre,anzi diamogli la laurea pur senza avere studiato,non prepariamoli alla vita vera ma facciamogli capire che la vita e' un gioco dove tutto ci viene regalato,un modello televisivo dove si parla solo da quale estetista andare per poter spendere di più, perchè,in caso contrario, questi poveri figli miei(ma solo quelli di papà).....si traumatizzano. E' facile parlare stando fuori dalle aule scolastiche dove si lavora con decine di bambini viziati dai genitori che li difendono anche se sbagliano (sarà la stessa linea di Andreoli?). Lui non mi pare molto traumatizzato da questa scuola o dobbiamo fare"Una Scuola Ancora Più Buona" completamente al di fuori della vita reale?



Mentre una scuola che manda avanti pure gli ignoranti che deliberatamente hanno deciso di non assumersi qualunque forma di responsabilità e che verranno automaticamente esclusi dal mondo del lavoro favorisce la loro promozione sociale.


L'importante è insegnare ai ragazzi che una valutazione insufficiente non è una valutazione fatta alla persona, ma al compito svolto. Bisogna sempre ricordarglielo.



Ricordo le interrogazioni fatte a sorpresa che a volte non ti gratificavano mentre le stesse programmate dovrebbero servire a valutare ciò che l'alunno ha compreso dell'argomento e valutarlo. Come succede con gli esami universitari ,affrontati tutti con piena soddisfazione



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