“Paratus semper doceri” la conobbi grazie a un libro di Normann:
“Nella gestione strategica delle aziende di servizi riuscirà ad avere successo solo chi sarà dotato di un grande bagaglio culturale. Dico culturale, non erudizione. La cultura è la capacità di capire i valori della storia e di trasmetterli; è la volontà di dare un senso, anche la di là del tempo, alla propria vita reale. Proprio per questo la cultura non si improvvisa, non è affidabile a strumenti, ma si alimenta solo come disponibilità ad apprendere. Il presidente di una grande multinazionale mi confidava un giorno: “Se dovessi ritornare giovane apprenderei subito l’arte di imparare dagli altri”. Gli feci omaggio dello stemma del cardinale più colto del secolo, originario di una frazione di Reggio Emilia, Giovanni Mercati: “Paratus semper doceri” (Sempre pronto ad apprendere). La disponibilità a imparare è la caratteristica del management dei servizi. Imparare da tutti e ovunque, senza mai dire di no. Sulla scia di Eraclito: “Se non cerchi l’inaspettato, non troverai mai la verità”.
Solo questa disponibilità ad apprendere introdurrà stabilmente nel cuore dei servizi. E’ nostra impressione che i servizi siano un mondo attraversato e costruito su tre parole chiave: la tecnologia, l’apprendimento e la cultura. (…) Ma nessuno è disposto a imparare se non possiede valori che legittimino nuovi sforzi, se non ha la cultura del cambiamento.”
Gianfranco Piantoni, Milano, marzo 1985, p. XXIII della sua introduzione al libro di Richard Normann, La gestione strategica dei servizi, Etas, 1992
Nessun commento:
Posta un commento