lunedì 16 aprile 2012

Galimberti. «I sentimenti si apprendono», da questa prima affermazione il noto filosofo, psicoanalista Umberto Galimberti ci guida alla scoperta delle mappe emotive e cognitive che si formano in ognuno di noi nella primissima infanzia. Mappe che saranno poi, per tutta la vita, la chiave di conoscenza sia emotiva che cognitiva del mondo. "Se la letteratura non viene frequentata, se i libri non vengono letti, se la scuola disamora da questi scenari, il sentimento non si forma.

"É allarmante che tanti cerchino sollievo e conforto in una diagnosi
Sì può individuare, nella istituzionalizzazione di un'etica terapeutica, l'avvio di un sistema di controllo sociale. La terapia, infatti, come la cultura più vasta di cui fa parte, insegna a stare al proprio posto. In cambio offre i dubbi benefici della conferma e del riconoscimento". (F. Furedi)
Umberto Galimberti, "Miti del nostro tempo"



Alla scienza e alla tecnica oggi si chiede ciò che un tempo si chiedeva a un dio:
la prosperità della terra, la buona salute, la prole, il prolungamento della vita, persino la pace dell'anima mediante la disponibilità delle cose che acquietano e rasserenano. [...] Preghiera e ricerca si fondano entrambe sulla manipolazione dell'essere, in vista di un rassicurante vantaggio per l'uomo. La preghiera affida l'essere alla theia techne, la ricerca scientifica alla anthropìne techne. È cambiato il soggetto, ma non l'impiego tecnico dell'essere e la finalità antropologica che l'ha promosso. In Occidente l'uomo ha curato solo se stesso e anche il Dio che ha pensato, l'ha pensato al proprio servizio.
Umberto  Galimberti, Heidegger, Jaspers e il tramonto dell'Occidente



A un individuo può capitare infatti di trovarsi sottoposto a due ordini contraddittori, convogliati attraverso lo stesso messaggio che Watzlawick chiama paradossale. Se la persona non riesce a svincolarsi da questo doppio messaggio la sua risposta sarà un comportamento interattivo patologico, le cui manifestazioni siamo soliti chiamare follia.
Umberto Galimberti

Nessuno di noi abita il mondo, ma esclusivamente la propria visione del mondo.
Non tutto il dolore è patologia. Spesso il dolore è solo ignoranza di sé.
Umberto Galimberti


Non si nasce con l'istinto della lettura come si nasce con quello di mangiare e bere.
Bisogna educare i bambini alla lettura...
Gianni Rodari



«I sentimenti si apprendono», da questa prima affermazione il noto filosofo, psicoanalista Umberto Galimberti ci guida alla scoperta delle mappe emotive e cognitive che si formano in ognuno di noi nella primissima infanzia. Mappe che saranno poi, per tutta la vita, la chiave di conoscenza sia emotiva che cognitiva del mondo. "Se la letteratura non viene frequentata, se i libri non vengono letti, se la scuola disamora da questi scenari, il sentimento non si forma."
Umberto Galimberti
Resta, insomma, la certezza degli impulsi e la possibilità dell'emozione, ma il sentimento non trova suoli ottimali in cui e grazie a cui germinare.


"(...) Di qui la necessità di educare al sentimento, perché gli impulsi si hanno per natura, ma i sentimenti si acquisiscono per cultura, a partire dalle favole per bambini dove si impara cosa è bene e cosa è male, cosa è buono e cosa è cattivo, e poi, crescendo, con la scuola dove si apprende dalla letteratura tutta la gamma dei sentimenti, i loro nomi e i loro possibili percorsi: dal dolore all'amore, dalla gioia alla malinconia, dalla disperazione alla noia, dall'entusiasmo all'esaltazione.
I sentimenti si imparano. E solo grazie a questo corredo culturale si acquisisce quella sensibilità psichica capace di distinguere il bene dal male, l'amore dall'odio, la partecipazione dal l'indifferenza. Ma la famiglia e la scuola oggi educano al sentimento? Questa è la domanda da rivolgere non a Dio, ma alle nostre istituzioni educative" U.Galimberti, su Io donna di oggi.


"I giovani hanno effettivamente una sorta di ANALFABETISMO EMOTIVO dovuto al fatto che i sentimenti non è che sono dati in dote naturale, non è che sono eventi genetici: I SENTIMENTI SI APPRENDONO. Si apprendono attraverso la cura che si ha dei bambini nei PRIMI TRE ANNI DI VITA, quando SI FORMANO LE MAPPE EMOTIVE, cioè la MODALITA’ DI SENTIRE, non di capire, ma di SENTIRE IL MONDO e di reagire agli eventi in modo proporzionato, per cui SI FORMA LA DIMENSIONE EMOTIVA E SENTIMENTALE. Se in quei primi tre anni i bambini non vengono curati, se quando presentano i loro disegni alla mamma, la mamma dice: te li guardo dopo, se fanno le prime domande che fondamentalmente sono DOMANDE FILOSOFICHE, si dice: eh, beh, quando sarai grande capirai, allora C’E’ UN MISCONOSCIMENTO che crea in loro una sensazione che DUNQUE NON SONO INTERESSANTE, DUNQUE NON VALGO NIENTE. Eh, allora, nascono così, senza una formazione di queste mappe emotive, che FREUD dice che si possono formare nei primi sei anni di vita in maniera definitiva, la neuroscienza dice che si formano nei PRIMI TRE ANNI DI VITA, quindi quei tre anni vanno curati, se non avviene rimangono a livello di impulso. Gli impulsi sono fisiologici, biologici, naturali; il passo successivo sarebbe quello di PASSARE ALLE EMOZIONI, che è già una forma più emancipata rispetto all’impulso, perché l’impulso conosce il gesto, l’emozione conosce il razionale-emotivo di quello che si compie, di quello che si vede. E poi bisognerebbe arrivare al SENTIMENTO, che è la forma più evoluta. Il sentimento non è solo una faccenda emotiva, è anche una faccenda cognitiva: gli amanti, proprio perché si amano, si capiscono tra di loro molto più di quanto i loro discorsi siano comprensibili per altri, le mamme comprendono i bambini che non parlano perché li amano. Il sentimento è COGNITIVO e consente quel sentimento di Se fondamentale per cui uno percepisce il mondo esterno e gli altri in maniera adeguata, con una capacità di accoglienza e di risposta adeguata. DOVE SI IMPARANO I SENTIMENTI? Gli antichi li imparavano attraverso le storie mitologiche, se guardiamo alla mitologia greca, vediamo li tutta la gamma dei sentimenti possibili: Zeus al POTERE, Afrodite all’AMORE, Atena all’INTELLIGENZA, Apollo alla BELLEZZA, c’è tutta la FENOMENOLOGIA DEI SENTIMENTI UMANI. NOI LI IMPARIAMO ATTRAVERSO LA LETTERATURA. Cos’è la letteratura? E’ il LUOGO IN CUI SI APPRENDE cos’è L’AMORE, cos’è IL DOLORE, cos’è LA NOIA, cos’è LA DISPERAZIONE, cos’è IL SUICIDIO, cos’è IL ROMANTICISMO… Ecco, ma se la letteratura non viene frequentata, se i libri non vengono letti, se la scuola disamora da questi scenari, il sentimento non si forma. E dobbiamo convincerci che il sentimento non è una dote naturale ma una dote che si acquisisce culturalmente e se la cultura non interviene a fare questa operazione e, allora, I RAGAZZI RESTANO A LIVELLO DI IMPULSO O AL MASSIMO DI EMOZIONE. Se le MAPPE EMOTIVE non si formano, noi abbiamo un rapporto squilibrato in ordine alla RISONANZA EMOTIVA CHE NOI ABBIAMO DEGLI EVENTI: NON CONOSCONO LA DIFFERENZA TRA IL BENE ED IL MALE. Kant diceva che la differenza tra il bene ed il male si può anche evitare di definirla perché ognuno la comprende, la SENTE, usa la parola sentire (enfinde?) LA SENTE NATURALMENTE, DA SE. Eh, però c’è che QUESTA DIFFERENZA TRA IL BENE ED IL MALE NON SI SENTE PIU’. Per cui noi rischiamo che un ragazzo non capisca la differenza tra il corteggiare una ragazza o stuprarla, oppure tra il parlar male di un professore o prenderlo a calci. Non si sente più la differenza tra il bene ed il male, tra il giusto e l’ingiusto, tra il ciò che è grave e il ciò che grave non è. Questo denota una MAPPA EMOTIVA NON COSTITUITA

http://youtu.be/TCSxOem2eOY


Umberto Galimberti: la nostra società ad alto tasso di psicopatia non è adatta a fare figli

Se nei primi tre anni di vita i bambini non sono accuditi e ascoltati nel modo giusto rischiano di diventare degli analfabeti emotivi, privi di orientamento. A lanciare l'allarme è il professore di Filosofia della Storia all'Università Ca'Foscari di Venezia. Che aggiunge: per arrivare alla testa dei ragazzi bisogna prima conquistare il loro cuore


Umberto Galimberti
Umberto Galimberti

Umberto Galimberti, lombardo classe 1942, è uno dei più noti filosofi italiani. Professore ordinario all’università Ca’ Foscari di Venezia, dove è titolare della cattedra di Filosofia della Storia, è un profondo e acuto osservatore della nostra società: mette al centro della sua indagine il rapporto tra l’uomo occidentale e la tecnica, luogo della razionalità assoluta che non lascia spazio alle pulsioni e passioni. Sull’educazione dei giovani in particolare, sull’empatia e le emozioni che li attraversano è diretto e schietto. I giovanisoffrono di una sorta di analfabetismo emotivo.  I sentimenti, infatti,  non sono una dote naturale e non si trasmettono geneticamente. I sentimenti si apprendono: e soltanto attraverso la costruzione di mappe emotive si possono costruire relazioni e legami.Le mappe emotive si formano attraverso la cura che i bambini ricevono nei primi tre anni di vita e servono a sentire il mondo e a reagire agli eventi in modo proporzionato.
Cosa intende per “mappe emotive?
Mi riferisco alla dimensione emotivo, sentimentale di un individuo. Se nei primi tre anni di vita i bambini non sono seguiti, accuditi, ascoltati allora ci si trova di fronte ad un misconoscimento che crea in loro la sensazione di non essere interessanti, di non valere niente.  Crescono così senza una formazione delle mappe cognitive, rimanendo a un livello d’impulso. Gli impulsi sono fisiologici, biologici, naturali. Il passo successivo dovrebbe essere di passare dagli impulsi alle emozioni ovvero a una forma più emancipata rispetto all’impulso. L’impulso conosce il gesto, l’emozione conosce la risonanza emotiva di quello che si compie e di quello che si vede. Poi si arriva alsentimento che è una forma evoluta, perché non solo è una faccenda emotiva, ma anche cognitiva. Il sentimento si apprende. Le mamme comprendono i bambini che non parlano perché li amano. Gli amanti, proprio perché si amano, si capiscano tra loro molto più di quanto i loro discorsi non dicano e siano comprensibili agli altri. Il sentimento è cognitivo e consente di percepire il mondo esterno e gli altri in maniera adeguata, con capacità di accoglienza e di risposta adeguate alle circostanze.
Foto di apdk/flickr

Dove e quando si apprendono i sentimenti?
Dobbiamo convincerci che il sentimento non è una dote naturale, è una dote che si acquisisce culturalmente. Gli antichi imparavano i sentimenti attraverso le storie mitologiche. Se guardiamo alla storia greca ci ritroviamo tutta la gamma dei sentimenti possibili, Zeus il potere, Afrodite l’amore, Atena l’intelligenza, Apollo la bellezza, etc. C’era tutta la fenomenologia dei sentimenti umani. Noi invece li impariamo attraverso la letteratura, che è il luogo dove si apprende che cosa sono il dolore, la noia, l’amore, la disperazione, il suicidio, la passione, il romanticismo. Ma se la letteratura non viene “frequentata” e i libri non vengono letti, se la scuola disamora allora il sentimento non si forma. E se la cultura non interviene, i ragazzi rimangono a livello d’impulso o al massimo di emozione. Per questo sono convinto che non tutte le società sono idonee a far figli.
Foto di photogramma/flickr
Foto di photogramma/flickr

La nostra non è idonea perché i genitori, per sopravvivere, devono lavorare in due e quindi il tempo per la cura dei figli non c’è. I figli sono affidati a un esercito di baby sitter, o peggio alla baby sitter di tutte le baby sitter  che è la televisione. I genitori non hanno tempo di stare con i bambini e si difendono cercando di dare loro un tempo-”qualità”, ma i bambini hanno bisogno di tempo-quantitàHanno bisogno di essere riconosciuti passo dopo passo, disegno dopo disegno, domanda dopo domanda. Non basta fare quattro week end giocosi per avere una relazione con i figli.  E se non si ha questo tempo, dobbiamo rassegnarci  a avere dei figli  in cui  le mappe emotive e cognitive non si formano. Queste mappe però sono fondamentali perché diventano la modalità con cui si fa esperienza, se le mappe non sono formate questa esperienza avviene a caso e non viene mai del tutto elaborata.

La scuola potrebbe rimediare a questa mancanza?
Per quanto riguarda la scuola, bisognerebbe che i professori, oltre a sapere la loro materia, fossero anche in grado di comunicarla e di affascinare.  Perché l’apprendimento, lo dice Platone, avviene per via erotica. Noi stessi abbiamo studiato volentieri le materie dei professori di cui eravamo innamorati e abbiamo tralasciato quelli di cui non avevamo alcun interesse. A scuola è importante saper appassionare perché gli adolescenti vivono l’età per cui l’unica cosa che conta è l’amore,  e se gli adolescenti si occupano dell’amore bisogna andare là a cercarliAttirarli a livello emotivo significa trovare la breccia per passare poi al livello intellettuale. Se invece si scarta la dimensione emotiva, sentimentale, affettiva allora non si arriva neppure alle loro teste.
Foto di tibchris/flickr
Foto di tibchris/flickr

Se le mappe non sono si sono costituite, cosa può succedere?

Se le mappe emotive non si formano abbiamoun rapporto squilibrato, una risonanza emotiva inadeguata  rispetto agli eventi da affrontare. Prendiamo un esempio tra i casi patologici degli ultimi anni. Il giorno in cui Erika e Omar uccisero la madre e il fratellino, si recarono, come ogni giorno, a bere la birra al bar del quartiere. Questa reazione è la conseguenza della mancata presenza di mappe emotive e di risonanza di quanto accaduto. Mancanza che non ha consentito loro di riconoscere la differenza tra bene e male. Il filosofo Immanuel Kant diceva che la definizione di bene e male possiamo anche non definirla perché ognuno la comprende e la sente da sé. Usa proprio la parola sentire, e se la differenza tra bene e male non si sente e non si percepisce rischiamo che un ragazzo non capisca la differenza che c’è tra corteggiare una ragazza o stuprarla, o tra discutere con il professore e prenderlo a calciNon sentire più la differenza tra bene e male, tra il giusto e l’ingiusto, tra ciò che grave e ciò che non lo è, denota una mappa emotiva non costituita.
Che soluzione bisognerebbe adottare?
Non penso che tutto sia riparabile. Se i figli non sono stati curati e seguiti nel modo giusto diventaranno degli handicappati psichici, soffriranno di psicopatiala psiche non registra, non ha una risonanza emotiva rispetto alle azioni che si compiono agli eventi a cui assiste. Quante volte di fronte ad una persona per terra si è indifferenti? Questa è una psicopatia ovvero  un’apatia della psiche che non  registra il caso, la situazione.  Si possono picchiare i neri, i  Rom perché tanto non c’è la percezione che l’altro è simile, è una persona come te, anche questa è una forma di psicopatia. Viviamo in una società ricca e non più povera e semplice come una volta, dove il confine tra bene e male, il permesso e il proibito era ben segnalato. Oggi tutto è permesso, la società è opulenta e abbondante, i bambini ricevono una quantità di regali, anche quelli che non desiderano. Si estingue addirittura il desiderio perché i bambini vengono gratificati prima ancora di desiderare. E questi, purtroppo, sono processi che allenano l’apatia della psiche.
Foto di redcargurl/flickr

http://wisesociety.it/incontri/umberto-galimberti-la-nostra-societa-ad-alto-tasso-di-psicopatia-non-e-adatta-a-fare-figli/





  Anna Greco



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