mercoledì 5 luglio 2017

Sigmund Freud. Il disagio della civiltà. Il principale compito della cultura, la sua vera ragione d'essere, è di difenderci contro la natura.

L'uomo ha sempre barattato un po di felicità per un po di sicurezza
Sigmund Freud

Il prezzo del progresso della civiltà si paga con la riduzione della felicità
Sigmund Freud

Il principale compito della cultura,
la sua vera ragione d'essere,
è di difenderci contro la natura.
Sigmund Freud

Da tempi immemorabili l'umanità è soggetta al processo dell'incivilimento.
Dobbiamo a esso il meglio di ciò che siamo diventati e buona parte dei nostri mali.
Sigmund Freud

La civiltà è una cosa imposta a una maggioranza recalcitrante da una minoranza che ha saputo appropriarsi degli strumenti del potere e della coercizione.
Sigmund Freud

La massa è un gregge docile che non può vivere senza un padrone. È talmente assetata di obbedienza da sottomettersi istintivamente a chiunque se ne proclami padrone.
Sigmund Freud


“[...] le tre fonti da cui proviene la nostra sofferenza: la forza soverchiante della natura, la fragilità del nostro corpo e l’inadeguatezza delle istituzioni che regolano le reciproche relazioni degli uomini nella famiglia, nello Stato e nella società. Circa le prime due il nostro giudizio non può esitare a lungo; bisogna riconoscere queste fonti di sofferenza e sottometterci all’inevitabile. [...]
Circa la terza fonte di sofferenza, quella sociale, il nostro atteggiamento è diverso. Non vogliamo ammetterla, non riusciamo a comprendere perché le istituzioni che noi stessi abbiamo creato non debbano rappresentare invece una protezione e un beneficio per tutti.”

Sigmund Freud. Il disagio della civiltà (1929)


"La parte di verità che si preferisce negare è che l'uomo non è una creatura mansueta, bisognosa d'amore, capace al massimo di difendersi quando è attaccata; è vero invece che bisogna attribuire al suo corredo pulsionale anche una buona dose di aggressività. Ne segue che egli vede nel prossimo non soltanto un eventuale soccorritore e oggetto sessuale, ma anche un oggetto su cui può magari sfogare la propria aggressività, sfruttarne la forza lavorativa senza ricompensarlo, abusarne sessualmente senza il suo consenso, sostituirsi a lui nel possesso dei suoi beni, umiliarlo, farlo soffrire, torturarlo e uccidere. Homo homini lupus: chi ha il coraggio di contestare quest'affermazione dopo tutte le esperienze della vita e della storia? Questa crudele aggressività è di regola in attesa di una provoca, oppure si mette al servizio di qualche altro scopo, che si sarebbe potuto raggiungere anche con mezzi meno brutali. In circostanze che le sono propizie, quando le forze psichiche contrarie che solitamente la inibiscono cessano di funzionare, essa si manifesta anche spontaneamente e rivela nell'uomo una bestia selvaggia, alla quale è estraneo il rispetto della propria specie.  [...] La civiltà domina dunque il pericoloso desiderio di aggressione dell'individuo, infiacchendolo, disarmandolo e facendolo sorvegliare da una istanza nel suo interno, come da una guarnigione nella città conquistata."
Sigmun Freud, Il disagio della civiltà, 1929 (in Opere, vol. 10, p. 599)



"Se per soddisfare una parte dei suoi componenti, una civiltà non può fare a meno di opprimerne un'altra, magari addirittura la maggioranza - il che avviene in tutte quelle contemporanee - è comprensibile che gli oppressi sviluppino un'intensa ostilità nei confronti della civiltà che essi rendono possibile grazie al proprio lavoro, ma dei cui beni sono troppo poco partecipi. Non ci si può aspettare che gli oppressi ne interiorizzino le interdizioni: anzi non sono nemmeno disposti a riconoscerle, tendono a distruggere la civiltà stessa, in taluni casi ad annullarne i presupposti. Superfluo aggiungere che una civiltà che lascia insoddisfatta una parte così numerosa dei suoi componenti, spingendola alla ribellione, non merita, e soprattutto non ha prospettiva, di durare a lungo."
Sigmund Freud


“Sono del tutto alieno dal dare una valutazione della civiltà umana. – scrive – Ho cercato di tenermi lontano dal pregiudizio entusiastico secondo cui la nostra civiltà sarebbe la cosa più preziosa che possediamo o che potremmo acquisire e che il suo cammino ci debba condurre ad altezze inimmaginabili di perfezione. ... La mia imparzialità è facilitata dal fatto che so ben poco di tutte queste cose. Ma questo soltanto, invece, so con sicurezza: che I GIUDIZI DI VALORE DEGLI UOMINI SONO GUIDATI ESCLUSIVAMENTE DAI LORO DESIDERI DI FELICITÀ E SONO QUINDI UN TENTATIVO DI ARGOMENTARE LE LORO ILLUSIONI. ... Mi manca il coraggio di erigermi a profeta di fronte ai miei simili e accetto il rimprovero di non saper recare loro nessuna consolazione: perché in fondo tutti chiedono ‘consolazione, i più fieri rivoluzionari non meno appassionatamente dei più virtuosi credenti”
Sigmun Freud, Il disagio della civiltà (1929)



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