Che cos’è che scorgiamo al di là della terra?
Se riguardiamo ancora per un istante gli ultimi cento anni, il secolo che si accompagna a Nietzsche, con i suoi laboratori e le sue carceri fra la Siberia e il Marocco, scopriamo che, da Dostoevkij fino a Céline, lo spirito si trova in uno stato di pura disperazione, le sue urla sono ancora più terribili, straziate, crudeli di quanto mai lo siano state le urla di uomini votati alla morte. Sono urla di natura morale, dettate da un contenuto e sostanziali, immancabilmente urla “contro”, in contesa “con”, in lotta “per”, vogliono includere “tutto” e conservarsi oneste, vogliono migliorare, portare a compimento, purificare, anzi far assurgere al divino. Sono urla luterane in una bolgia faustiana. Vi risuona ancora la pubertà dei miti, la biologia dei prometìdi
G. Benn, Romanzo del fenotipo
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