John Dewey
Noi siamo proclivi a considerare la scuola da un punto di vista individuale, come alcunché che si limita ai rapporti fra maestro e alunno, fra insegnante e genitore. Quel che ci interessa al massimo è naturalmente il progresso fatto da quel determinato fanciullo di nostra conoscenza, il suo sviluppo fisico, il suo profitto nell'abilità di leggere, di scrivere, di ritrarre, l'accrescimento delle sue conoscenze geografiche e storiche, il miglioramento nel suo modo di comportarsi, nelle abitudini di prontezza, di ordine, di diligenza.
John Dewey
Noi siamo proclivi a considerare la scuola da un punto di vista individuale, come alcunché che si limita ai rapporti fra maestro e alunno, fra insegnante e genitore. Quel che ci interessa al massimo è naturalmente il progresso fatto da quel determinato fanciullo di nostra conoscenza, il suo sviluppo fisico, il suo profitto nell'abilità di leggere, di scrivere, di ritrarre, l'accrescimento delle sue conoscenze geografiche e storiche, il miglioramento nel suo modo di comportarsi, nelle abitudini di prontezza, di ordine, di diligenza.
John Dewey
John Dewey. Regno dei valori e mondo dei fatti.
La concezione che un’adeguata teoria del comportamento umano – inclusi in particolare i fenomeni del desiderio e del proposito – possa essere formata considerando gli individui staccati dal contesto culturale in cui vivono, si muovono, si realizzano – teoria che può giustamente essere chiamata individualismo metafisico – si è fusa con la credenza metafisica in uno regno del mentale per mantenere i fenomeni di valutazione in stato di soggezione rispetto alle tradizioni accettate senza esame, alle convenzioni ed ai costumi eretti ad istituto.
La pretesa separazione che esisterebbe fra il «mondo dei fatti» e il «regno dei valori» sparirà dalle credenze umane soltanto quando si constaterà che i fenomeni di valutazione hanno la loro immediata sorgente nei modi biologici di comportamento e traggono il loro concreto contenuto dall’influenza delle condizioni culturali.
La ferrea e invalicabile linea di demarcazione che da alcuni si suppone fra il linguaggio «emotivo» e quello «scientifico» è un riflesso dell’abisso che ora esiste fra il lato emozionale e quello intellettuale nelle relazioni e nelle attività umane. Il distacco che esiste nella vita sociale di oggi fra le idee e le emozioni, specialmente fra le idee che hanno una garanzia <scientifica> e le emozioni incontrollate che dominano la pratica, il distacco fra l’affettivo ed il conoscitivo, è probabilmente una delle principali ragioni sorgenti dei cattivi adattamenti e delle insopportabili tensioni di cui soffre il mondo.
JOHN DEWEY (1859 – 1952), “La teoria empirica della valutazione”, in “Il pragmatismo”, a cura e introduzione di Antonio Santucci, trad. di F. Brancatisano (La Nuova Italia, Firenze 1960, pp. 78 – 104), UTET, Torino 1970 (I ed.), I., 2., pp. 429 – 430.
“ The notion that an adequate theory of human behavior – including particularly the phenomena of desire and purpose – can be formed by considering individuals apart from the cultural setting in which they live, move, and have their being – a theory which may justly be called metaphysical individualism – has united with the metaphysical belief in a mentalistic realm to keep valuation-phenomena in subjection to unexamined traditions, conventions, and institution alized customs. The separation alleged to exist between the «world of facts» and the «realm of values» will disappear from human beliefs only as valuation-phenomena are seen to have their immediate source in biological modes of behavior and to owe their concrete content to the influence of cultural conditions.
The hard-and-fast impassible line which is supposed by some to exist between «emotive» and «scientific» language is a reflex of the gap which now exists between the intellectual and the emotional in human relations and activities. The split which exists in present social life between ideas and emotions, especially between ideas that have ‹scientific› warrant arid uncontrolled emotions that dominate practice, the split between the affectional and the cognitive, is probably one of the chief sources of the maladjustments and unendurable strains from which the world is suffering.”
JOHN DEWEY, “Theory of Valuation”, in “International Encyclopedia of Unified Science-Foundations of the Unity of Science”, Editor-in-Chief Otto Neurath, Associate Editors Rudolf Carnap Charles W. Morris, The University of Chicago Press. Chicago, Illinois 1943 (second impression, published 1939), Volume II, Number 4, VIII. ‘Valuation and the Conditions of Social Theory’, I. ‘Conditions of Social Theory’, pp. 64 – 65.
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