mercoledì 4 aprile 2012

Prevert. Lasciate entrare il cane coperto di fango, si può lavare il cane e si può lavare il fango. Ma quelli che non amano nè il cane nè il fango quelli no, non si possono lavare

Per te amore mio, sono andato al mercato degli uccelli, e ho comprato degli uccelli.
Per te, Amore mio, sono andato al mercato dei fiori, e ho comprato dei fiori.
Per te, Amore mio, sono andato al mercato dei rottami, e ho comprato catene.
Pesanti catene.
Per te, Amore mio, poi sono andato al mercato degli schiavi,
e ti ho cercata. Ma senza trovarti
Amore mio.
Jacques Prévert


Lasciate entrare il cane coperto di fango, si può lavare il cane e si può lavare il fango.
Ma quelli che non amano nè il cane nè il fango quelli no, non si possono lavare. 
Jacques Prevért


Davanti all’ingresso dell’officina
l’operaio si ferma di colpo
il bel tempo l’ha tirato per la giacca
e come lui si gira
e guarda il sole
così rosso così tondo
che sorride bel suo cielo di piombo
fa una strizzata d’occhio
confidenziale
Dimmi un po’ compagno sole
non trovi anche tu
che un pò sarebbe da coglione
regalare una giornata come questa
al padrone?
Jacques Prévert, Il tempo perso



Le foglie morte cadono a mucchi e come loro i ricordi, i rimpianti.
Ma il mio fedele e silenzioso amore sorride ancora, dice grazie alla vita.
E la canzone che tu cantavi
la sentirò per sempre
È una canzone che ci somiglia
Tu che mi amavi
e io ti amavo
E vivevamo, noi due, insieme
tu che mi amavi
io che ti amavo
Ma la vita separa chi si ama
piano piano
senza nessun rumore
e il mare cancella sulla sabbia
i passi degli amanti divisi
Jacques Prévert, da Le foglie morte





Il Ticchettio del Silenzio






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