domenica 20 luglio 2014

Thomas Edison. Il medico del futuro non prescriverà medicine, ma educherà il paziente alla cura della sua struttura fisica, alla corretta alimentazione e alle cause e alla prevenzione delle malattie.



Thomas Alva Edison fu un imprenditore e inventore statunitense.
È famoso per l’invenzione della lampadina (invenzione non sua in realtà) e del fonografo.
Edison non inventò la lampadina, ma contribuì a migliorarla. Anzi, molti non sanno che la prima versione di lampadina prodotta da Edison durò 40 ore, mentre l’italiano Alessandro Cruto ne realizzò una versione che durò 500 ore. Edison fece migliaia di tentativi per migliorare la lampadina (si dice circa 2.000). Si narra che usò persino un pelo di barba. Durante una conferenza stampa un giornalista gli chiese:
“Dica, Mr. Edison, come si è sentito a fallire duemila volte nel fare una lampadina?”. Ebbene, la risposta di Edison fu:
“Io non ho fallito duemila volte nel fare una lampadina; semplicemente ho trovato millenovecento-novantanove modi su come non va fatta una lampadina. “
Thomas Alva Edison
http://www.impresapratica.com/crescita-personale/gli-insuccessi-non-esistono/

Il medico del futuro non prescriverà medicine, ma educherà il paziente alla cura della sua struttura fisica, alla corretta alimentazione e alle cause e alla prevenzione delle malattie.
Thomas Edison


L’esperienza è chiamata la somma di tutti i nostri errori.
Thomas Alva Edison


Chi non sbaglia mai, perde un sacco di buone occasioni per imparare qualcosa.
Thomas Alva Edison


Ho provato, ho fallito. Non importa, riproverò. Fallirò meglio.
Samuel Beckett, “Peggio tutta”


Sto lavorando duro per preparare il mio prossimo errore.
Brecht




Ma cos'è un errore? È questo il punto
Che senso ha usare le parole fallito /fallire? Se un errore lo è, lo sai solo dopo
Quando tutto va non ci accorgiamo del tempo che passa... errore è forse rendere vero il tempo. Riempire della possibilità di storicizzare la vita, perché il futuro abbia in senso "anche" quando non sbagliamo. E poi... chiedersi... errore per chi? Per noi? Per gli altri? Secondo il buon senso? L'etica? O rispetto a un obiettivo? Ma poi era proprio un obiettivo giusto? E se l'errore fosse stato l'obiettivo. Ecco: io credo che ci siano parole che non servono. Ci fanno inciampare il pensiero. L'idea, il desiderio di realizzarla, non sono mai errati. Ci sono solo desideri più o meno intelligenti. L'abisso che abbiamo il terrore di non poter gestire con un buon senso di colpa, e che non ci guarderà, perché non è vero che ricambia gli sguardi, è la noia del far bene. Del riuscire. Della cristallizzazione di chi non deve correggerli mai. Statue di sale, gli esseri umani che non hanno mai chiesto scusa. A sé. O agli altri. O ad altro da sé.


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