venerdì 18 luglio 2014

David Cooper. "La morte della famiglia". Le strutture alienanti della famiglia vengono riprodotte ovunque: ufficio, scuola, università, chiesa, partito, esercito, ospedale. A loro volta queste strutture sociali proseguono l'opera intrapresa dalla famiglia, che mira a produrre la "normalità" e le basi del conformismo."


La psichiatria clinica è solo una piccola parte di un vasto sistema di violenza, di tecniche normalizzanti, che iniziano nella famiglia, strumento principale dello stato borghese per promuovere il conformismo, continuano nella scuola elementare, in quella secondaria e nelle università, allo scopo di produrre, e poi riprodurre, una catena di montaggio infinita di creature industriose, identiche che lavorano tutte per un qualche scopo che si è da tempo perso di vista e che, in ogni caso, non fu mai molto visibile.
David Cooper,  “La grammatica del vivere”


Le strutture alienanti della famiglia vengono riprodotte ovunque: ufficio, scuola, università, chiesa, partito, esercito, ospedale. A loro volta queste strutture sociali proseguono l'opera intrapresa dalla famiglia, che mira a produrre la "normalità" e le basi del conformismo."
David Cooper, "La morte della famiglia"


Il potere della famiglia risiede nella sua funzione di mediazione sociale.
Esso consolida il potere effettivo della classe dirigente in qualsiasi tipo di società basata sullo sfruttamento, fornendo ad ogni istituzione sociale una formula paradigmatica facilmente manovrabile.
Il modulo familiare viene ripetuto nelle strutture sociali della fabbrica, dei sindacati, della scuola, delle società commerciali, della chiesa, dei partiti politici, dell'apparato governativo, delle forze armate, degli ospedali, dei manicomi e così via.
Per dirla in termini freudiani, ciascuno di noi trasferisce parte della propria originaria esperienza familiare (vissuta nella famiglia di origine), nella "famiglia di procreazione" (moglie e figli) e nell'ambito del lavoro, qualunque esso sia.
David Cooper, "La morte della famiglia"







Non è tanto l'idea di famiglia che aliena quanto il portare nella famiglia (o costruirla sulla base di) complessi irrisolti.




Una curiosità a proposito del "complesso". Pare che inizialmente Jung utilizzasse il termine "sub-personalità" (poi ripreso da Roberto Assagioli in psicosintesi). Tuttavia Jung affermò che il termine che preferiva, in quanto più adeguato, era "demone".......
“Jung giunge a parlare dei demoni in relazione alla sua teoria dei complessi autonomi e delle proiezioni. "
http://www.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.minella.info%2F2011%2F09%2Fvincere-il-male-la-lotta-contro-demoni&h=kAQG0M6vQ
Demoni, complessi e archetipi 



Nessun commento:

Posta un commento

Elenco blog personale