La tradizione occidentale, rifacendosi alle dottrine greche e giudaico-cristiane, ha generalmente proposto una suddivisione dell'essere umano in tre livelli.
Platone lo suddivideva in tre componenti: quella razionale (loghistòn), quella volitiva (thumoeidès), e quella concupiscibile (epithymetikòn), oppure, in un altro contesto: nous (intelletto), thumos (passione), e epithumia (appetito).
Aristotele differenziava invece le funzioni dell'anima umana in: intellettiva, sensitiva e vegetativa. Queste suddivisioni sono state poi assimilate e integrate nella tripartizione evangelica fatta da Paolo di Tarso che distingueva il corpo, l'anima e lo spirito, nei quali la tradizione agostiniana vedrà l'immagine della Trinità.
Per Paracelso l'universo è un'unità, ovvero un vasto sistema o organismo in cui le singole parti sono legate da rapporti di corrispondenza analogica; in questo macrocosmo si inserisce il microcosmo (l'uomo) che rispecchia in sé la costituzione dell'universo e resta legato dagli stessi rapporti. Nell'Astronomia magna il macrocosmo si divide in due sfere, quella astrale e quella terrestre. Esse si rispecchiano anche nell'uomo il quale ha in sé stesso un firmamento in tutto e per tutto simile a quello esterno. All'origine dell'universo (che scaturisce dall'atto creatore di Dio) sta la massa confusa della materia prima o yliaster (composta dagli elementi e dai tre principi, lo Zolfo, il Mercurio e il Sale che derivano dalla tradizione alchemica e riproducono il rapporto tra corpo, anima e spirito), infinita riserva di forze da cui nascono tutte le creature
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