mercoledì 7 ottobre 2015

Mario Vargas Llosa. La letteratura è la cosa più pericolosa che ci sia. Nelle società libere non ce ne accorgiamo, ma la sua carica sovversiva è evidente nei regimi autoritari, nelle dittature ideologiche e militari, che hanno creato sistemi per controllare quelli che scrivono. In Messico i giornalisti sono vittime delle mafie, del cartello dei narcotrafficanti, e non possono esercitare alcun diritto di critica.

«La letteratura è la cosa più pericolosa che ci sia. Nelle società libere non ce ne accorgiamo, ma la sua carica sovversiva è evidente nei regimi autoritari, nelle dittature ideologiche e militari, che hanno creato sistemi per controllare quelli che scrivono. In Messico i giornalisti sono vittime delle mafie, del cartello dei narcotrafficanti, e non possono esercitare alcun diritto di critica. Lo stesso avviene in molti altri paesi e genera attentati come quello di Parigi a Charlie Hebdo. La censura uccide la democrazia. La libertà d'espressione è il bene più prezioso che abbiamo. Leggere crea comunione e fratellanza e arricchisce la vita delle persone. I libri servono a vivere le vite degli altri, a incarnarsi nei personaggi dai destini inusuali, a viaggiare nel tempo e nello spazio, a conoscere altre culture.»

Mario Vargas Llosa, da un'intervista di Annarita Briganti per Repubblica, alla diciannovesima edizione del Festivaletteratura di Mantova, 13 settembre 2015.


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