venerdì 31 agosto 2012

Territorio Bateson. LA SEMPLIFICAZIONE È UN'OPERAZIONE DEL TUTTO NATURALE E SPONTANEA, che HA PROBABILMENTE UN FORTE VALORE DI SOPRAVVIVENZA. DI FRONTE ALLA COMPLESSITÀ DISARMANTE E ALLARMANTE DEL MONDO, NON SOLO LO SCIENZIATO MA TUTTI GLI ESSERI UMANI NE TENTANO UNA SEMPLIFICAZIONE, ANZI UNA RICOSTRUZIONE. CHE COSA FANNO L'ARTISTA, IL RITRATTISTA, IL COMPOSITORE, IL NARRATORE, LO SCIENZIATO, IL TECNICO SE NON TENTARE DI RICOSTRUIRE IL MONDO SECONDO REGOLE E PROCEDIMENTI DIVERSI MA TUTTI ESSENZIALMENTE VOLTI A FORNIRNE UN MODELLO PIÙ SEMPLICE NEL QUALE SCOPRIRE LA "VERITÀ" O ADDIRITTURA VIVERE MEGLIO?


Territorio Bateson. a cura di Anna Cotugno e Giovanni Di Cesare

Epistemologia della differenza.

 Giuseppe O. Longo

1. Contesto e riduzionismo

Ho scelto questo titolo perché richiama e riassume quella grande svolta epistemologica del Novecento che è legata all'informazione, al significato, alla ridondanza, all'ordine e alla struttura, e di cui GREGORY BATESON è stato uno dei protagonisti.
Bateson cominciò ad esplorare questo territorio sulla scoria di un aforisma di Alfred Korzybski: "LA MAPPA NON È IL TERRITORIO"; enunciato che a tutta prima può sembrare ovvio se non banale, ma che permise a Bateson di por mano alla costruzione di UN'EPISTEMOLOGIA NUOVA, CHE SI CONTRAPPONE IN MODO RADICALE A QUELLA DELLE SCIENZE DELLA NATURA, IN PARTICOLARE DELLA FISICA.
Quali sono le differenze tra queste due epistemologie, quella CLASSICA, che risale più o meno a Galilei e che forse è ancora dominante, e quella nuova, ormai robusta ma non ancora compiutamente sviluppata?
In primo luogo, mentre LA FISICA RAGGIUNGE I PROPRI RISULTATI GRAZIE A UNA SEMPLIFICAZIONE che consiste nel SOPPRIMERE IL CONTESTO E NEL CONSIDERARE SOLO SISTEMI E FENOMENI ISOLATI, NELL'EPISTEMOLOGIA INFORMAZIONALE(1) IL CONTESTO È FONDAMENTALE: NON VI SONO FENOMENI, EVENTI, COMUNICAZIONI, ACCADIMENTI, TRASFORMAZIONI CHE NON SIANO ESSENZIALMENTE INSERITI IN UN CONTESTO, nel senso che SOLO DAL CONTESTO ESSI RICEVONO IL LORO SIGNIFICATO E SOLO IN BASE AD ESSO POSSONO ESSERE DESCRITTI E SPIEGATI.
In altre parole; MENTRE LA FISICA HA OTTENUTO E IN BUONA PARTE ANCORA OTTIENE I SUOI COSPICUI RISULTATI ATTRAVERSO LA PRATICA DEL RIDUZIONISMO(2), cioè grazie all'ELIMINAZIONE DI TUTTI I LEGAMI CHE A PRIORI CONNETTONO IL FENOMENO O IL SISTEMA CONSIDERATO AL CONTESTO PIÙ AMPIO; NEL CAMPO DELL'INFORMAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE QUESTI NESSI NON POSSONO ESSERE RECISI PERCHÉ COSTITUISCONO LE RELAZIONI CHE DEFINISCONO IL FENOMENO PER QUELLO CHE È.
Che nell'ambito della comunicazione il contesto sia importante, anzi ineliminabile, e peraltro noto a tutti dalla COMUNE ESPERIENZA DELLA LETTURA: OGNI LETTERA È INSERITA IN UNA SILLABA, OGNI SILLABA IN UNA PAROLA, OGNI PAROLA IN UNA FRASE, E COSÌ VIA; e ciascun elemento riceve il proprio significato da tutti i contesti più ampi, cioè dagli elementi di livello superiore di cui è parte. Come si vede, in genere ESISTONO PIÙ CONTESTI, DI AMPIEZZA DIVERSA, CONTENUTI L'UNO NELL'ALTRO. Inoltre si osservi che se LA PAROLA RICEVE IL SUO SIGNIFICATO DALLA FRASE, LA FRASE A SUA VOLTA LO RICEVE DALLE PAROLE CHE LA COMPONGONO: LA NOZIONE DI SIGNIFICATO CONTESTUALE NON È LINEARE O UNIDIREZIONALE, BENSÌ CIRCOLARE(3).

2. Linearità e complessità
LA SCOPERTA DI QUESTA CIRCOLARITÀ È DI ENORME IMPORTANZA, perché storicamente la prima impressione che l'uomo ha avuto nei confronti del mondo è che esso funzioni in base a CATENE CAUSALI LINEARI, che hanno origine in un certo punto (spesso ARBITRARIO, o meglio scelto in base a finalità pratiche) e finiscono chissà dove nella vastità dei fenomeni. Per contro, LA DESCRIZIONE O SPIEGAZIONE CONTESTUALE, imperniata sul concetto d'INFORMAZIONE, si basa su CIRCOLI O ANELLI DI RETROAZIONE (O FEEDBACK).
BATESON CONSIDERÒ SEMPRE MOLTO IMPORTANTE LA NOZIONE DI RETROAZIONE, che aveva dapprima intuito nel suo lavoro iniziale di antropologo senza riuscire a formularla chiaramente" (4), e che poi aveva incontrato nel suo ambito di scoperta ufficiale, l'ingegneria dei sistemi e delle regolazioni. In seguito, con grande perspicuità, la vide all'opera in molti contesti comunicativi (sociali, psicologici, psicopatologici, culturali, politici, ecologici), e nei grandi fenomeni dell'evoluzione e dell'apprendimento, fenomeni che potremmo chiamare grandi tautologie e che sono appunto contraddistinti dalla presenza di anelli o di circuiti di retroazione ancora più complicati.
Certo, PENSARE CHE IL MONDO SIA LINEARE E MOLTO COMODO. Questa APPARENTE LINEARITÀ, CHE LA FISICA MATEMATICA HA EREDITATO DAL SENSO COMUNE e che fino a ieri ha tentato di erigere a modello esplicativo generale, NELLA NUOVA EPISTEMOLOGIA VIENE SOSTITUITA DALLA CIRCOLARITÀ, una strutturazione molto più complicata, che NON SI LASCIA FACILMENTE RIDURRE E CHE ANZI COSTITUISCE UNO DEGLI INGREDIENTI ESSENZIALI DELLA COMPLESSITÀ. Dopo la scoperta della circolarità, o della retroazione o più in generale della complessità, NON POSSIAMO PIÙ PERMETTERCI DI SEMPLIFICARE LA REALTÀ. DOBBIAMO RASSEGNARCI A VIVERE IN UN MONDO COMPLESSO, anche a costo di rinunciare a quegli splendidi risultati che la fisica classica ha conseguito grazie alla linearizzazione (5).
LA SPIEGAZIONE CIBERNETICA evita amputazioni riduttive e resezioni atomistiche di questo tipo, ma AFFRONTANDO I PROBLEMI IN TUTTA LA LORO COMPLESSITÀ NON GARANTISCE AFFATTO DI POTERLI RISOLVERE. Poiché LA MATEMATICA CHE ABBIAMO COSTRUITO FINORA È ADATTA AI PROBLEMI LINEARI, MA NON A QUELLI CIRCOLARI E PIÙ COMPLESSI, la vera questione è; SAREMO IN GRADO DI COSTRUIRE UNA MATEMATICA NUOVA, CHE POSSA DESCRIVERE LA COMPLESSITÀ e che allo stesso tempo sia trattabile con gli strumenti che possediamo? Questa domanda per il momento non ha risposta.
D'altra parte LA SEMPLIFICAZIONE È UN'OPERAZIONE DEL TUTTO NATURALE E SPONTANEA, che HA PROBABILMENTE UN FORTE VALORE DI SOPRAVVIVENZA. DI FRONTE ALLA COMPLESSITÀ DISARMANTE E ALLARMANTE DEL MONDO, NON SOLO LO SCIENZIATO MA TUTTI GLI ESSERI UMANI NE TENTANO UNA SEMPLIFICAZIONE, ANZI UNA RICOSTRUZIONE. CHE COSA FANNO L'ARTISTA, IL RITRATTISTA, IL COMPOSITORE, IL NARRATORE, LO SCIENZIATO, IL TECNICO SE NON TENTARE DI RICOSTRUIRE IL MONDO SECONDO REGOLE E PROCEDIMENTI DIVERSI MA TUTTI ESSENZIALMENTE VOLTI A FORNIRNE UN MODELLO PIÙ SEMPLICE NEL QUALE SCOPRIRE LA "VERITÀ" O ADDIRITTURA VIVERE MEGLIO?
IN UN MONDO TROPPO COMPLESSO NON ABBIAMO PARAMETRI E LEGGI CHE CI AIUTINO A PRENDERE DECISIONI COMPATIBILI CON LA NOSTRA SOPRAVVIVENZA, QUINDI DOBBIAMO SEMPLIFICARE IL MONDO "DATO", SOSTITUENDOGLI UN MODELLO, UN'IMMAGINE. Anche LA PERCEZIONE, che potrebbe sembrare un RISPECCHIAMENTO PASSIVO DEL MONDO NEI SENSI E NELLA MENTE, È AL CONTRARIO BASATA SU UN'ELABORAZIONE RAFFINATISSIMA, di cui NON SIAMO CONSAPEVOLI e di cui scorgiamo le tracce solo in casi particolari, ad esempio quando SIAMO SOGGETTI ALLE COSIDDETTE ILLUSIONI OTTICHE.
Resta la domanda PERCHÉ L'UOMO TENDA IN PRIMA ISTANZA A DARE DEL MONDO UNA RAPPRESENTAZIONE LINEARE. Io azzardo una risposta che può sembrare BIZZARRA, ma che comunque mette conto esaminare: ritengo che questa propensione sia basata sulla circostanza, contingente ma inoppugnabile, che ABBIAMO UNA SOLA BOCCA E QUINDI SIAMO COSTRETTI A PARLARE IN MODO SEQUENZIALE. QUESTA LIMITAZIONE FISIOLOGICA, peraltro, HA EVIDENTI VANTAGGI DI UNITARIETÀ NELLE TRANSAZIONI COMUNICATIVE CON GLI ALTRI, CHE GIÀ CON UNA SOLA BOCCA SONO SPESSO GRAVIDE DI INCOMPRENSIONI ED EQUIVOCI: SE CIASCUNO AVESSE PIÙ BOCCHE, GLI EQUIVOCI E LE CONTRADDIZIONI RISCHIEREBBERO DI AUMENTARE A DISMISURA E DI PARALIZZARE LA COMUNICAZIONE.
Di recente i neurofisiologi hanno cominciato a informarci che L'ATTIVITÀ DEL CERVELLO SI SVOLGE IN MODO PARALLELO E NON SEQUENZIALE: È COME SE IL CERVELLO AVESSE MOLTE BOCCHE CHE PARLANO TUTTE INSIEME. Il cervello, sembra, produce il pensiero mediante il funzionamento simultaneo di molti moduli o unità di elaborazione (per usare la metafora ormai trita dell'ELABORAZIONE DI INFORMAZIONE). Il massiccio parallelismo del cervello compensa la lentezza e la scarsa precisione dei suoi componenti elementari, i NEURONI, PICCOLE UNITÀ PIUTTOSTO GOFFE E IMPRECISE CHE PERÒ COLLABORANO VOLONTEROSAMENTE TRA LORO; proprio grazie a questo MODO DI OPERARE SIMULTANEO, il cervello compie egregiamente il proprio lavoro e fornisce prestazioni affatto eccezionali. Del RESTO IL NUMERO ENORME (CENTO MILIARDI) DI NEURONI E IL NUMERO ANCORA PIÙ ELEVATO DI SINAPSI NON SAREBBERO COMPATIBILI CON UN FUNZIONAMENTO SEQUENZIALE.
MA QUANDO VOGLIAMO ESPRIMERE CON LA BOCCA I RISULTATI DELLE ELABORAZIONI CEREBRALI, CIOÈ VOGLIAMO COMUNICARLI A NOI STESSI O AGLI ALTRI, SIAMO OBBLIGATI A LINEARIZZARE, PERCHÉ TUTTO DEVE PASSARE PER LO STRETTO IMBUTO DEL LINGUAGGIO MONODIMENSIONALE.
“Si confuse di nuovo. Non riusciva a capire se quel piroscafo sfarzoso fosse Eva Farkas oppure sua moglie Giuliana, o soltanto una metafora piatta e scontata, che non emanava più nessuna luce. C'era nelle parole che pronunciava una forza greve e terrestre, indipendente da lui e legata alla sintassi, per cui, dopo il primo avvio il suo pensiero e la sua volontà non contavano più niente e TUTTI QUEI SUONI ROTOLAVANO A VALLE PER CANALONI TRACCIATI DA ANTICHI GHIACCIAI, CON UN FRASTUONO IRRIMEDIABILE. LE PAROLE NON SI LASCIAVANO DIRE, LO PORTAVANO SEMPRE DOVE VOLEVANO LORO. E POI, RIFLETTÉ, ABBIAMO UNA SOLA BOCCA E LE COSE DOBBIAMO DIRLE UNA DOPO L'ALTRA, INVECE LÀ DIETRO I PENSIERI CORRONO INSIEME COME DEBOLI FIAMMELLE BLUASTRE PER I NEURONI, LE SINAPSI A MILIARDI, E SI AFFOLLANO PER ESSERE DETTI TUTTI IN UNA VOLTA. Emergono le loro schiere da un cratere oscuro, a sciami, angeli o demoni, e IN QUEL LORO FATICOSO BRULICHIO STA LA FORZA NATIVA DELLE COSE, FORSE LA VERITÀ. MA PER ESSERE DETTI DEBBONO INFILARSI IN QUELLO STRETTO PERTUGIO, E ALLORA PERDONO VIGORE, DIMENSIONE, PERDONO I COMPAGNI DI VIAGGIO, RESTANO NUDI E PARLANO D'ALTRO. LE COSE NON BISOGNEREBBE MAI DIRLE, PERCHÉ VIEN FUORI ALTRO E SI CREANO EQUIVOCI SPAVENTOSI. Con la bocca possiamo dire infinito, e quella sorta di mareggiata interiore di piccole onde rifratte l’una contro l'altra il cui asintotico pullulare sembra dirigersi verso il bordo dell'abisso SI MANIFESTA NELLA FORMA SORPRENDENTE E QUASI MESCHINA DI UN SUONO DI QUATTRO SILLABE, dove non è rimasto niente dell'increspata vertigine sottostante. Così IL CONFUSO BALBETTIO DELLE PAROLE CI ALLONTANA DEFINITIVAMENTE DAL VOLTO BALUGINANTE, APPENA VISTO E DILEGUATO, DEL PENSIERO. Un vasto pianoro innevato che porti i lunghi segni di sciatori scomparsi... La gerarchia di Ackermann...
-G.O. Longo - La gerarchia di Ackermann, cap. IV




Bellissime riflessioni attraversando... il Kintsugi. Purtroppo il pensiero lineare dei sillogismi in Barbara di aristotelica memoria ha gessato la mente facendoci dimenticare che esistono anche quelli meravigliosi in erba, di cui parla Bateson, della metafora , del sogno, della poesia, del mito che ci aiutano a riappacificarci con la vita



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