Durante la dominazione Han, il confucianesimo divenne la filosofia ufficiale di stato, l'agricoltura e il commercio prosperarono, tanto che la popolazione raggiunse i 50 milioni di abitanti, di cui tre milioni abitavano la capitale Chang'an长安, di fatto la più grande metropoli del suo tempo. [...]
Fu perfezionata la scoperta della carta tanto da poterla utilizzare quale supporto per la scrittura e soppiantare così il precedente sistema su seta o su piccole liste di bambù.
Durante questa dinastia visse il più famoso storico cinese, Sima Qian司马迁 (145 a.C. -87? a.C.), il cui Shiji史记 o Memorie Storiche fornisce tavole genealogiche, biografie e cronache dai tempi dei sovrani leggendari fino ai tempi dell'imperatore Wudi 汉武帝(141 a.C.- 87 a.C.). [...]
La forza militare della dinastia Han permise all'impero di espandersi a occidente nella pianura desertica del Tarim, dove erano situate le città-stato e i principati dei Tocari, Saci e Sogdiani nella provincia del Sinkiang-Uigur attualmente di etnia prevalentemente uigura.
In questo modo la via della seta veniva resa sicura fino al Pamir, ai confini con la Battriana nell'odierno Afghanistan.
Anche il Vietnam settentrionale e la Corea furono invasi dagli eserciti Han. In questo periodo si sviluppa il sistema di tributi in base al quale stati periferici indipendenti o semi-indipendenti pagano una sorta di omaggio formale di sottomissione alla Cina, inviano doni e stabiliscono sistemi di commercio regolato, in cambio della pace e del riconoscimento alla legittimità al governo locale.
Anche l'invio di principesse cinesi servì a mantenere l'equilibrio diplomatico con i vicini, soprattutto con le tribù e le confederazioni nomadi del nord, in particolare con i Xiongnu e i Wusun. [...]
Alla morte di Liu Bang, chiamato da allora Gao Zu, l'Imperatrice vedova Lü Zhi sterminò tutte le altre mogli e concubine, oltre che alla quasi totalità dei suoi figli avuti con altre donne e mantenne il dominio a corte durante il regno dei due Han Shaodi e di Han Huidi. [...] Solo dopo la morte dell'imperatrice vedova, tutti i suoi parenti furono sterminati o sollevati dalle cariche e fu posto sul trono Han Wendi
Wudi
Il regno di Wudi segnò una svolta nell'impero Han:
un regno segnato da un forte espansionismo e con imponenti masse di cinesi inviate a popolare la regione dell'Ordos. [...]
Fu intrapresa in aree estese ed aride una grande attività di scavo di canalizzazioni e di irrigazione. Nel 129 a.C. fu completato un canale di più di cento chilometri che dal fiume Wei, su cui sorgeva la capitale, conduceva allo Huang He, il fiume Giallo. Gli stati interni all'impero furono svuotati di potere: i funzionari non furono più scelti dai sovrani locali ma imposti dalla corte imperiale, un nuovo sistema di successione obbligò gli stati a frazionarsi in unità sempre più piccole, mentre molti furono semplicemente sciolti con l'accusa di scarsa lealtà.
Per indebolire la classe dei mercanti, in rapida ascesa, oltre che per incamerare nelle casse imperiali le somme necessarie per l'espansione, Han Wudi trasformò i commerci principali (alcol, sale, ferro e il conio delle monete) in monopoli di Stato. Contemporaneamente vietò la compravendita terriera ai mercanti, senza però riuscire ad impedire l'instaurarsi di una classe di proprietari latifondisti.
Il modello statale e imperiale di Han Wudi divenne la base politica e ideologica fondante di quasi tutta la successiva tradizione cinese, l'impero ora poteva guardare sé stesso non più come a uno stato tra barbari ma come una fonte di ordine e regolamentazione di tutte le terre conosciute e come origine della legittimità di tutti i sovrani cui veniva in contatto.
Fu con Han Wudi che il confucianesimo ottenne la sua definitiva vittoria sulle altre filosofie sociali cinesi e si impose a corte e nel paese.
L'apparato amministrativo.
Dall'imperatore dipendevano i Tre duchi:
il Gran Maresciallo, da cui dipendeva l'esercito,
il Gran Consigliere, da cui dipendeva l'amministrazione civile e i nove dignitari,
e il Gran Censore, da cui dipendevano gli ispettori e il sistema di controllo dell'amministrazione stessa.
Con Han Wudi la Segreteria, organo di palazzo formato da eunuchi, assunse un ruolo sempre più importante nella formulazione delle linee politiche dell'impero. Nessun funzionario a nessun livello poteva operare nella regione di cui era nativo. Han Wudi introdusse l'ulteriore norma per cui nessun funzionario avrebbe mai potuto prestare servizio nella zona d'origine dell'ispettore regionale (dipendente dal censorato) a lui preposto.
I membri dell'amministrazione venivano scelti tra quanti frequentavano l'università imperiale, taixue太学, o per segnalazione o per essere membri influenti di importanti famiglie.
La tassazione era basata su due principali imposte:
quella sulla terra, che prevedeva il versamento di un quindicesimo del raccolto, e del testatico, successivamente portato da Han Wudi ad un trentesimo.
I funzionari e gli aristocratici erano esentati dalle tasse.
Coll'estendersi delle grandi proprietà fondiarie, spesso di funzionari e aristocratici o di mercanti che con essi si erano imparentati o che in qualche misura riuscivano ad eludere le tasse, il carico fiscale ai danni dei piccoli contadini andò però aggravandosi sempre più. Ciò provocò un aumento del potere reale da parte delle grandi famiglie latifondiste, che sempre più, per mezzo di matrimoni, erano in grado di controllare funzionari e fazioni a corte, talora appoggiando o lottando contro altre fazioni di eunuchi.
La via della seta
I traffici lungo la via della seta rappresentarono l'interscambio commerciale tra l'Impero romano e la Cina. I beni scambiati erano seta e pietre preziose dalla Cina e vetro, avorio, argento e incenso dall'Impero romano. Era nota anche una via marittima che portava dal Nilo alla costa africana e, di lì sfruttando gli alisei, in India. Dall'India, circumnavigando la penisola malese, si poteva arrivare alla foce del Zhu Jiang珠江, o Fiume delle Perle. In quell'area sono state trovate monete romane. Nel Hou Hanshu (Storia degli Han Occidentali) è registrato l'arrivo di un'ambasciata da Da Qin (come era nota Roma a quel tempo in Cina) da parte del sovrano romano An Dun (Antonius? il candidato più probabile è Marc'Aurelio che si fece chiamare anche col nome del suo predecessore Antonino Pio, in forma di rispetto).
L'ambasciata raggiunse Luoyang nel 166 e fu ricevuta alla corte dell'imperatore Han Huandi, ma la sua provenienza fu messa in dubbio a causa dei modesti doni offerti, per lo più di origine indiana e africana. Ovviamente la missione potrebbe essere stata realmente proveniente dall'impero romano, del tutto ignaro dell'uso del sistema di tributo in uso presso la corte cinese.
Sporadici contatti, ancora dubbi, sono segnalati in Afghanistan tra truppe cinesi e truppe romane mercenarie al soldo di signori locali, forse sbandati dopo la sconfitta di Marco Licinio Crasso.
Ulteriori tentativi cinesi di mettersi in contatto con l'impero romano, con ambasciatori che giunsero fino alle sponde del Mar Nero o del Mar Caspio, furono fatti fallire dai Parti che avevano tutto da perdere, dato il loro vantaggioso ruolo di intermediatori nel commercio intercontinentale.
I primi monaci buddhisti raggiunsero la Cina attraverso la via della seta durante questa dinastia, ma il loro impatto fu pressoché nullo. Solo dopo la definitiva caduta dinastica il Buddhismo si sarebbe diffuso compiutamente.
https://it.wikipedia.org/wiki/Dinastia_Han
L’imperatore Wu di Han - Il più grande imperatore della dinastia Han
L’Imperatore Wu della dinastia Han, conosciuto anche col nome di Han Wu il Grande o Wu Ti, ha regnato dal 141 all’87 a.C. come un condottiero saggio ed energico e si è guadagnato il più alto rispetto tra i personaggi della dinastia Han.
Egli introdusse l’uso dell’anno di incoronazione di un imperatore con un titolo benedetto come riferimento per gli archivi storici cinesi. Ad esempio, si legge “il primo anno del periodo del regno di Jian Yuan”, quando egli aveva diciassette anni. Dopo la sua ascesa al trono, l’imperatore Wu mantenne la politica di evitare al suo popolo leggi oppressive ma varò anche una serie di misure volte a rafforzare il Governo centrale.
Sin dall’inizio del regno della dinastia Han, molti parenti degli imperatori precedenti ottennero incarichi su aree molto vaste e presto divennero un potenziale pericolo per l’imperatore e per il Governo centrale. L’imperatore Wu riuscì a diluire il loro potere promulgando una legge che consentiva ai re e ai duchi di lasciare le loro terre a tutti i loro figli e non più solo al maschio primogenito. Perciò le vaste aree iniziarono ad essere divise in molte proprietà più piccole. Allora, passo dopo passo, il Governo centrale fu in grado di integrarle in una provincia controllata dal Governo centrale. Tale approccio spianò la via alla conversione del vecchio concetto di Stato o reame in quello di provincia, sotto l’imperatore.
Al fine di selezionare le élite sociali al servizio dell’Impero, l’imperatore Wu introdusse il sistema della raccomandazione, consentendo ai funzionari di tutti i livelli di raccomandare persone straordinarie da essere ulteriormente istruiti con l’apprendistato o le borse di studio, in modo da inserirli al servizio del Governo. Tale approccio consentì a talenti che provenivano da strati meno privilegiati di entrare nel sistema amministrativo.
Inoltre, l’imperatore Wu proclamò il Confucianesimo ortodossia di Stato e creò nella capitale un “Collegio Imperiale”, il primo collegio nazionale nella storia della Cina. Le principali lezioni che si tenevano in questo collegio erano incentrate sul Confucianesimo e i diplomati che superavano i difficili esami passavano direttamente al servizio nella pubblica amministrazione. Dopo il successo di questo primo collegio, altri collegi e scuole di Confucianesimo furono aperti in tutto l’Impero.
La combinazione delle raccomandazioni e degli esami nella struttura di reclutamento della pubblica amministrazione divenne una parte importante dell’eredità dell’imperatore. Fu sotto il suo regno che persone degli strati più bassi e più poveri, come schiavi e prigionieri di guerra, divennero funzionari importanti e generali.
Rendere la filosofia Confuciana l’ortodossia dello Stato ebbe un profondo impatto sulla politica, sulla società, sulla cultura della Cina e su quella dell’Asia orientale.
L’imperatore Wu introdusse anche misure di riforma fiscale per incrementare le entrate.
Impose una tassa sulle proprietà commerciali e introdusse aspre sanzioni contro i mercanti disonesti. Le industrie dell’acciaio, del sale e dell’alcool furono nazionalizzate e divennero monopoli di Stato.
Riconosciuto come un grande condottiero, l’imperatore Wu condusse la Cina del periodo Han verso la più grande espansione in ogni direzione dopo aver abbandonato le precedenti politiche difensive.
L’Impero riprese il controllo della Corea a oriente e possedeva truppe in marcia verso la Cina meridionale e il Vietnam centrale. Soprattutto, l’imperatore fu determinato a sconfiggere gli Xiongnu (o Hsiung nu), nome generico attribuito alle numerose tribù barbare nomadi che mettevano in pericolo la frontiera settentrionale. Furono lanciati una serie di attacchi vigorosi e anni di guerra misero in ginocchio la maggior parte dei regni degli Xiongnu o videro la testa mozzata del loro capo su un vassoio. Le truppe di Han misero in fuga il loro nemico e poi si diressero più a occidente verso il Kyrgyzstan e l’Uzbekistan.
Nel frattempo, l’imperatore aveva spedito il suo inviato Zhang Qian nelle lontane regioni occidentali alla ricerca di alleanze durature e di scambi culturali, ciò contribuì a rafforzare i collegamenti di Han con le regioni occidentali e con l’Asia centrale.
Più tardi la spedizione consentì di trasportare seta e altri prodotti Cinesi da Chang’An, la capitale Cinese dell’epoca, all’attuale Iran e poi anche più a occidente, dando origine alla via storicamente nota come “Via della Seta”. La Cina si fece un nome nel mondo orientale e il popolo cinese era chiamato cinese Han.
Trovandosi poi con un impero molto più grande, l’imperatore Wu nominò 13 ispettori regionali per supervisionare il lavoro dei governatori provinciali e per migliorare il sistema amministrativo dell’Impero. Questi ispettori dovevano riferire all’ispettore capo, il quale rispondeva direttamente all’imperatore, circa il comportamento dei governatori locali, i casi di abuso di potere e di corruzione, la posizione dei nobili locali e il consenso del popolo.
L’imperatore Wu rimase al potere per 54 anni e morì all’età di 70. Sotto il suo regno, la Cina di Han vide una grande espansione che superò le dimensioni dell’Impero Romano nello stesso periodo, ma fu anche causa di logoramento e di povertà. Benché verso la fine del suo regno abbia emanato un Editto di Pentimento, per scusarsi con i suoi sudditi per i passati errori nella politica militare, i successi militari dell’imperatore gli meritarono il titolo postumo di Wu, che significa “marziale”.
Agg.V
David Wu, staff di Epoch Times
2011-12-12
http://it.clearharmony.net/articles/a13994-L%E2%80%99imperatore-Wu-di-Han-Il-piu-grande-imperatore-della-dinastia-Han.html#.WUE8tWjyjIU
L’imperatore Wudi.
L’ascesa al trono nel 140 a.C. dell’imperatore Wu-Ti segnò un punto di svolta in questa politica.
Nel corso del suo regnò, durato oltre cinquant’anni, il governo imperiale riprese l’iniziativa sia sul fronte interno che su quello esterno, in nome di una concezione del potere imperiale che per molti versi ricordava quella grandiosa di Shi Huangdi. In merito al primo, l’imperatore risolse l’eterno conflitto con i re locali emanando un decreto che imponeva, alla morte di ogni re, di dividere il suo governatorato fra tutti i suoi eredi maschi. I governatorati iniziarono quindi a frammentarsi in tante piccole entità sempre più scevre di potere, mentre la carica di re diventava un titolo meramente onorifico. La struttura dell’Impero tornò in poco tempo ad essere accentrata.
Sul piano esterno il primo obiettivo di Wu-Ti fu di risolvere definitivamente il problema degli Xiongnu. Nel 129 a.C. fu lanciata una massiccia offensiva militare che avrebbe portato due anni dopo alla riconquista dell’Ordos (zona della Mongolia Interna) e all’istituzione nella provincia di due governatorati, con il trasferimento di centomila coloni per popolarli.
L’esercito imperiale proseguì quindi la sua campagna verso Ovest, conquistando la regione strategica del Gansu (dove furono istituiti altri governatorati) e costringendo così i Xiongnu a fuggire verso Nord. L’importanza strategica e commerciale dei territori occidentali (pressappoco l’odierno Xinjiang) divenne sempre più chiara al governo imperiale.
Mentre si stabilivano strette relazioni diplomatiche con i principati del Bacino del Tarim, un grande corpo di spedizione si spingeva fino alla valle del Ferghana, nell’odierno Uzbekistan per imporre un contratto commerciale.
Il dominio Han in Xinjiang non si tradusse comunque in annessioni territoriali dirette:
i signori locali mantennero la loro indipendenza, ma dovettero riconoscere l’alta autorità dell’imperatore cinese, inviandogli doni e recandosi periodicamente a rendergli omaggio. Una serie di guarnigioni, sostenute da colonie militari e insediate in punti strategici (per lo Xinjiang passava la via della seta), vigilavano affinché la pace non venisse turbata (101 a.C.).
Sempre l’intenzione di chiudere i conti con gli Xiongnu determinò la campagna militare in Manciuria. Dal 109 al 106 a.C. l’esercito imperiale conquistò Manciuria meridionale e Corea settentrionale, dove furono istituiti altri quattro governatorati. Dalla corea la cultura cinese si sarebbe diffusa nell’arcipelago giapponese.
L’espansione verso Sud fu invece con tutta probabilità dettata da ambizioni commerciali; si riteneva infatti che esistesse un passaggio diretto fra le province cinesi di Sud-Ovest (Sichuan e Yunnan) con i territori dell’India; tuttavia in pochi anni la campagna si trasformò in un grande processo di conquista in cui furono annesse all’Impero tutte le attuali province meridionali cinesi (Yunnan, Guangxi, Guangdong, Fujian) oltre al Vietnam settentrionale (piana di Hanoi). Nel 111 a.C. le armate di Wu-Ti sconfissero il regno di Nanyue (“Viet Nam” in lingua vietnamita), sorto nel 207 a.C. al tempo delle operazioni militari di Shi Huangdi ed esteso nei territori della piana di Hanoi, e delle attuali Guangxi e Guangdong. Nel 110 a.C. fu la volta del regno degli Yue di Ming, situato nello Fujian; e nel 109 toccò al regno di Dian, nello Yunnan. L’intera Cina meridionale era ora inglobata nell’Impero, diventato ormai una vera e propria potenza egemone.
Wu-Ti non commise gli errori di Shi Huangdi ed evitò che i grandi costi delle guerre ricadessero sui contadini. Le campagne militari furono finanziate da un lato, riducendo l’autonomia fiscale delle autorità locali accentrando il potere, e dall’altro -e in questo Wudi fu un vero innovatore- tassando i mercanti e coinvolgendo direttamente lo stato nelle attività commerciali più redditizie. I mercanti avevano negli ultimi decenni accumulato enormi fortune speculando sulla coniazione della moneta, sul sale, sul ferro, sui cereali e sulle bevande alcoliche; molti di loro si erano dati all’usura ed ora acquistavano anche i terreni dei contadini indebitati.
Wu-Ti istaurò il monopolio statale sulla moneta, sul ferro, sul sale e sull’alcol, con il duplice obiettivo di rinvigorire le casse dello stato e limitare il potere di una categoria sociale sempre più potente e destabilizzante. Questa impostazione dialogava con la politica estera, che divenne sempre più mirata al controllo e allo sfruttamento (da parte dello stato) delle vie commerciali più importanti.
Se Shi Huangdi (Ying Zheng) fondò l’Impero, si può affermare che Wu-Ti lo rese universale, portando i suoi confini ai limiti del mondo conosciuto e dotandolo di un’ideologia -il confucianesimo, adattato e integrato anche da altre dottrine- che ne ricollegava le origini all’antichità remota. Con Wu-Ti la civiltà cinese uscì definitivamente dal bacino dello Huang He (Fiume Giallo) per imporsi come modello a tutti i popoli confinati. Nonostante tutta l’evoluzione dei secoli successivi, queste idee-forza avrebbero fortemente condizionato il futuro sviluppo dell’Impero.
Il resto della dinastia Han.
L’imperatore Wudi morì nell’87 a.C. e al trono salì suo figlio di appena otto anni.
Il governo fu quindi retto dalle alte cariche dello stato che proseguirono sulla strada tracciata da Wu-Ti. In questi anni era molto acceso il dibattito fra sostenitori della linea realista e della ragion di stato, che appoggiavano la politica economica inaugurata da Wu-Ti (difesa delle frontiere, intervento dello stato nei settori commerciali più redditizi e tassazione dei mercanti) con quella dei confuciani, che invece erano sostenitrici di un approccio fisiocratico e di una politica estera di basso profilo.
Anche il regno successivo, quello dell’imperatore Xuandi (73-49 a.C.) fu caratterizzato da questo grande dibattito. Xuandi optò per una politica mista, anche perché durante il suo regnò il problema degli Xiongnu divenne meno stringente: la loro confederazione si era infatti spaccata nel corso di una violenta lotta tribale, dalla quale erano emersi gli Xiongnu meridionali, che si sottomisero agli Han nel 53 a.C., e gli Xiongnu settentrionali, che furono presto respinti oltre i confini settentrionali della Mongolia.
Anche i successori di Xuandi adottarono politiche miste, ma durante i loro regni si assistette al progressivo indebolimento delle istituzioni imperiali. I confuciani conquistarono molte delle postazioni chiave, mentre il potere reale stava passando nelle mani degli eunuchi e dei parenti delle imperatrici. La moglie del successore di Xuandi in particolare, riuscì ad impadronirsi del potere effettivo per quasi sessantanni; nel corso di questo periodo suo nipote, Wang Mang, consumò la sua scalata al potere e, dopo la morte degli ultimi eredi di Xuandi nel 5 d.C., riuscì a farsi proclamare reggente e fondare una nuova dinastia nel 9 d.C..
di Lorenzo Possamai
https://www.tesionline.it/v2/appunto-sub.jsp?p=9&id=468
La dinastia Xin
Una serie di catastrofi naturali segnarono l'ultima parte della dinastia degli Han Occidentali.
Questo faceva ritenere che il Mandato del Cielo tian ming potesse essere stato ritirato, e che una nuova dinastia fosse imminente.
Una spaccatura in seno al confucianesimo fu dovuta a un ritrovamento, dietro un muro della casa di Confucio, di suoi testi scritti in grafia antica, guwen, cioè nello stile del piccolo sigillo, precedente alla grafia di epoca Qin. Questi testi differivano lievemente dagli stessi riscritti a memoria dopo il rogo dei libri decretato da Qin Shi Huang.
Liu Xin (32 a.C.-23 d.C.), confuciano e bibliotecario imperiale, sponsorizzò la lettura razionalista dei testi in grafia antica, mentre altri filosofi mantennero la tradizione della grafia nuova e la lettura esoterica.
Liu Xin appoggiò Wang Mang il quale riuscì a prendere il potere e a proclamare nel 9 d.C. una nuova dinastia, la dinastia Xin (9 d.C.-24 d.C.), che sarebbe stata sconfessata da tutta la storiografia ufficiale successiva che avrebbe visto in Wang Mang il prototipo dell'avido usurpatore.
Le riforme intraprese da Wang Mang furono radicali:
la schiavitù fu abolita, così come il latifondo, le terre statalizzate e distribuite in piccoli appezzamenti secondo il sistema jintian dei Campi a pozzo, la moneta antica fu svalutata, l'oro reso di proprietà statale e distribuite monete di nuovo conio (a imitazione di quelle degli Stati Combattenti) a valore del cambio sopravvalutato. I monopoli di stato furono estesi a includere i prodotti delle montagne e dei fiumi e il controllo dei granai di cereali per la calmierazione dei prezzi.
La riforma fu un totale insuccesso:
i funzionari che avrebbero dovuto realizzarla erano gli stessi che ne avrebbero patito le maggiori conseguenze. Con il proseguire delle catastrofi naturali, compresa l'esondazione dello Huang He che si divise in due rami a est dello Shandong andando a sfociare parte nel Golfo di Bohai e parte nel Mar Giallo, si svilupparono anche movimenti di rivolta.
Nello Shandong si formò l'esercito dei Sopraccigli Rossi, Chimei (dal colore con cui si tingevano le sopracciglia per incutere terrore e distinguersi dai soldati di Wang Mang ), mentre nel Hubei e nel Henan si organizzò l'"Esercito del Bosco Verde", Lülinjun, comandato da membri del clan imperiale Liu.
Nel 23 l'Esercito del Bosco Verde sconfiggeva un'enorme armata di Wang Mang, che fu ucciso, mentre marciava su Chang'an. Liu Xuan fu proclamato imperatore ripristinando la dinastia degli Han Occidentali e scegliendo come nome di era storica Gengshi, ossia Rinascita.
Una serie di catastrofi naturali segnarono l'ultima parte della dinastia degli Han Occidentali.
Questo faceva ritenere che il Mandato del Cielo tian ming potesse essere stato ritirato, e che una nuova dinastia fosse imminente.
Una spaccatura in seno al confucianesimo fu dovuta a un ritrovamento, dietro un muro della casa di Confucio, di suoi testi scritti in grafia antica, guwen, cioè nello stile del piccolo sigillo, precedente alla grafia di epoca Qin. Questi testi differivano lievemente dagli stessi riscritti a memoria dopo il rogo dei libri decretato da Qin Shi Huang.
Liu Xin (32 a.C.-23 d.C.), confuciano e bibliotecario imperiale, sponsorizzò la lettura razionalista dei testi in grafia antica, mentre altri filosofi mantennero la tradizione della grafia nuova e la lettura esoterica.
Liu Xin appoggiò Wang Mang il quale riuscì a prendere il potere e a proclamare nel 9 d.C. una nuova dinastia, la dinastia Xin (9 d.C.-24 d.C.), che sarebbe stata sconfessata da tutta la storiografia ufficiale successiva che avrebbe visto in Wang Mang il prototipo dell'avido usurpatore.
Le riforme intraprese da Wang Mang furono radicali:
la schiavitù fu abolita, così come il latifondo, le terre statalizzate e distribuite in piccoli appezzamenti secondo il sistema jintian dei Campi a pozzo, la moneta antica fu svalutata, l'oro reso di proprietà statale e distribuite monete di nuovo conio (a imitazione di quelle degli Stati Combattenti) a valore del cambio sopravvalutato. I monopoli di stato furono estesi a includere i prodotti delle montagne e dei fiumi e il controllo dei granai di cereali per la calmierazione dei prezzi.
La riforma fu un totale insuccesso:
i funzionari che avrebbero dovuto realizzarla erano gli stessi che ne avrebbero patito le maggiori conseguenze. Con il proseguire delle catastrofi naturali, compresa l'esondazione dello Huang He che si divise in due rami a est dello Shandong andando a sfociare parte nel Golfo di Bohai e parte nel Mar Giallo, si svilupparono anche movimenti di rivolta.
Nello Shandong si formò l'esercito dei Sopraccigli Rossi, Chimei (dal colore con cui si tingevano le sopracciglia per incutere terrore e distinguersi dai soldati di Wang Mang ), mentre nel Hubei e nel Henan si organizzò l'"Esercito del Bosco Verde", Lülinjun, comandato da membri del clan imperiale Liu.
Nel 23 l'Esercito del Bosco Verde sconfiggeva un'enorme armata di Wang Mang, che fu ucciso, mentre marciava su Chang'an. Liu Xuan fu proclamato imperatore ripristinando la dinastia degli Han Occidentali e scegliendo come nome di era storica Gengshi, ossia Rinascita.
https://it.wikipedia.org/wiki/Dinastia_Han
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