Max Stirner. La storia è proprietà del singolo.
“Ma che il singolo sia per sé solo una storia del mondo e che il rimanente delle storia universale sia cosa sua, è concetto che oltrepassa l’idea cristiana.
- Per il cristiano la storia rappresenta qualcosa di superiore all’individuo, perché essa è la storia di Cristo, ossia ‘dell’uomo’ per eccellenza;
- per l’egoista invece non ha valore che la storia propria, perché egli non intende svolgere l’idea dell’umanità, non i progetti divini, non le intenzioni della provvidenza, non la libertà. Egli non vede in se stesso uno strumento dell’idea, un vaso divino; egli non riconosce a sé prefissa alcuna missione; egli non ritiene di esistere per contribuire allo sviluppo della società umana; egli vive per sé senza curarsi se per l’umanità sia un bene o un male.
Se non temessi di essere frainteso, facendo credere che io intenda lodare lo ‘stato di natura’, vorrei ricordare qui la poesia di Lenau, ‘I tre zingari’:
"O che, sono io forse al mondo per attuare delle idee? Per contribuire con il sacrificio del mio io a incarnare il concetto di ‘Stato’, o a dar corpo all’idea di famiglia ammogliandomi e procreando figli? Che importa a me di tale missione? Io vivo tanto poco per una vocazione, quanto il fiore per il profumo".
L’ideale ‘dell’uomo’ non si attuerà se non quando si sarà invertita la tesi del concetto cristiano. Io, l’ ‘Unico’, sono l’uomo. La questione ‘che cos’è l’uomo?’ si muta così nella questione ‘chi è l’uomo?’ Nel ‘che cosa’ si cercava il concetto; nel ‘chi’ la questione è senz’altro risolta, perché la risposta è data da quello stesso che interroga. La risposta a quella domanda viene da sé.
Si dice a proposito di Dio: <Non v’ha nome che valga a definirti>. La stessa cosa è dell’ ‘Io’; nessun ‘concetto’ può esprimerlo, nessuna parola definirlo adeguatamente. E si dice ancora di Dio, che egli è perfetto e che perciò non gli incombe alcuna missione che miri alla perfezione. Ebbene, la stessa cosa si deve pur dire dell’ ‘Io’.
Padrone della mia forza sono ‘io’, nel momento in cui acquisto consapevolezza di essere ‘unico’. Nell’ ‘unico’ il possessore si dissolve nel nulla creatore, dal quale è nato. Qualunque essere superiore a me, sia Dio o l’uomo, impallidisce al sole di questa mia coscienza di essere l’ ‘Unico’. ‘Se in me stesso, nell’Unico’, io faccio convergere la mia causa, essa diventa proprietà del singolo da cui tutto si crea e che ogni cosa e se stesso consuma; io potrò dire: Io ho riposto la mia causa nel nulla.”
MAX STIRNER (1806 – 1856), “ L’Unico e la sua proprietà.”, presentazione di L. Michelini, trad.it. di Costantina Fiorini, Demetra, Bussolengo (VR) 1996, Parte Seconda – ‘Io’, ‘LUnico’, pp. 413 – 414.
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