venerdì 23 dicembre 2011

Jonathan Safran Foer. Sono così impaurito di perdere qualcosa che amo, che mi rifiuto di amare qualcosa


«Scrivere romanzi significa prendersi cura degli altri.
Se io ci tengo veramente a te, se voglio avere una relazione con te, ti racconto storie».
Jonathan Safran Foer , da un’intervista a “La Repubblica”


Qualche volta sono schiacciato, sotto il peso di tutte le vite che non sto vivendo.
Jonathan Safran Foer


Sono così impaurito di perdere qualcosa che amo, che mi rifiuto di amare qualcosa
Jonathan Safran Foer


Il bambino chiese alla bambina di dire nel barattolo:
"Ti amo”, senza fornirle altre spiegazioni. E lei non gliene chiese, gli rispose:
“Ti amo”
ll bambino coprì il suo barattolo con un coperchio e collocò l'amore della 
bambina per lui su un ripiano nel proprio armadio.
Ovviamente, non poté mai aprire il barattolo, perché altrimenti avrebbe perso
il contenuto.
Gli bastava sapere che era lì
Jonathan Safran Foer



«Mi mancavi già quando ero con te, è sempre stato quello il mio problema. Mi manca quello che ho già, e mi circondo di cose mancanti».
Jonathan Safran Foer, “Molto forte, incredibilmente vicino”


L’ignoranza è forse una benedizione? Non lo so.. ma a pensare si soffre tanto
Ditemi, a cosa mi è servito pensare? In che grandioso luogo mi ha condotto il pensiero? Io penso.. penso.. penso.. pensando sono uscito dalla felicità un milione di volte, e mai una volta che vi sia entrato.
Jonathan Safran Foer (1977 - vivente).
Tratto da Molto forte, Incredibilmente vicino (2005).


Da bambina la mia vita era una musica che suonava sempre più forte. Tutto mi emozionava
Un cane che seguiva uno sconosciuto. Era una sensazione così intensa. Un calendario aperto sul mese sbagliato. Avrei potuto piangerci sopra. E piangevo. Quando finiva il fumo di un camino. Il modo in cui una bottiglia rovesciata si appoggiava sull’orlo della tavola. Ho passato la mia vita imparando a sentire di meno. Sento di meno ogni giorno. […] Non ci si può difendere dalla tristezza senza difendersi dalla felicità.
Jonathan Safran Foer, Molto forte, incredibilmente vicino


C'erano cose che volevo dirgli. Ma sapevo che gli avrebbero fatto male. Così le seppellii e lasciai che facessero male a me.
Jonathan Safran Foer, "Molto forte, incredibilmente vicino"


[...] "Seppellirò i miei sentimenti nel profondo di me" "Che cosa intendi per seppellire i tuoi sentimenti?" "Anche se saranno fortissimi non li lascerò uscire. Se dovrò piangere, piangerò dentro. Se dovrò sanguinare, mi verranno dei lividi. Se il mio cuore comincerà a dare i numeri, non ne parlerò con nessuno al mondo. Tanto non serve. Rovina solamente la vita a tutti." "Ma se seppellisci i tuoi sentimenti nel profondo di te, allora non sarai veramente te stesso, non ti sembra?" "Embè?" "Posso farti un'ultima domanda? Credi che dalla morte di tuo padre possa venire qualcosa di buono?" ho dato un calcio alla sedia,ho buttato in aria tutte le sue carte e ho gridato: "No.neanche per sogno, coglione testadicazzo".
Jonathan Safran Foer, Molto forte, Incredibilmente vicino (2005).


«Mi mancavi già quando ero con te, è sempre stato quello il mio problema.
Mi manca quello che ho già, e mi circondo di cose mancanti».
Jonathan Safran Foer, “Molto forte, incredibilmente vicino”


«E il cuore mi va in pezzi, certo, in ogni momento di ogni giorno, in più pezzi di quanti compongano il mio cuore, non mi ero mai considerato di poche parole, tanto meno taciturno, anzi non avevo proprio mai pensato a tante cose, ed è cambiato tutto, la distanza che si è incuneata fra me e la mia felicità non era il mondo, non erano le bombe e le case in fiamme, ero io, il mio pensiero, il cancro di non lasciare mai la presa, l'ignoranza è forse una benedizione, non lo so, ma a pensare si soffre tanto, e ditemi, a cosa mi è servito pensare, in che grandioso luogo mi ha condotto il pensiero? Io penso, penso, penso, pensando sono uscito dalla felicità un milione di volte, e mai una volta che vi sia entrato».
Jonathan Safran Foer, “Molto forte, incredibilmente vicino”.












 

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