venerdì 23 dicembre 2011

William Shakespeare. Essere, o non essere, questo è il dilemma: se sia più nobile nella mente soffrire i colpi di fionda e i dardi dell'oltraggiosa fortuna o prendere le armi contro un mare di affanni e, contrastandoli, porre loro fine?



Essere, o non essere, questo è il dilemma:
se sia più nobile nella mente soffrire
i colpi di fionda e i dardi dell'oltraggiosa fortuna
o prendere le armi contro un mare di affanni
e, contrastandoli, porre loro fine?
William Shaskespeare,  Amleto atto terzo, scena prima



Ma, per finire con ordine lì dove ho cominciato,
destino e volontà son così avversi
Che i nostri piani spesso vanno persi:
nostri sono i pensieri, gli esiti mai.
Il Re-attore in Amleto, Atto III, sc. 2


Più dolce sarebbe la morte se il mio ultimo sguardo avesse come orizzonte il tuo volto.
E se così fosse, mille molte vorrei nascere per mille volte ancor morire.
William Shaskespeare, Amleto


L'abitudine e' un mostro che consuma e distrugge tutti i sentimenti, tutte le inclinazioni. Allo stesso modo e' un angelo in tutto cio' che da inaspettatamente alle azioni buone e virtuose una facilita', una sembianza naturale, che le fa credere innate nell'uomo.
William Shaskespeare, Amleto


"Non dar voce ai tuoi pensieri, né atto ad alcuna idea non ponderata. Sii affabile, ma volgare mai. Agganciali stretti, con anelli d’acciaio, gli amici già messi alla prova, ma non ti ammollire le palme con pulcini di nuova covata. Fa di non cercar lite! Ma se ti accade di entrarci, vedi che il tuo avversario debba guardarsi da te. Presta l’orecchio a tutti, ma a pochi la tua voce. Senti il parere di tutti, ma pensa a modo tuo. Porta abiti di pregio, ma nei limiti della tua borsa, ricchi, non stravaganti; perché il vestito spesso rivela l’uomo, e in Francia gli uomini che più contano sono meticolosi e attenti soprattutto in questo. Non indebitarti e non prestare soldi, perché chi presta perde sè e l’amico, e il debito smussa il filo dell’economia. E infine sii fedele a te stesso; dal che deve seguire, come la notte al giorno, che tu non potrai esser falso con nessuno".
William Shaskespeare, Amleto



Non dar lingua ai tuoi pensieri, e i pensieri aspetta di averli ben ponderati prima di convertirli in azioni. Sii affabile, ma non volgare; agli amici provati tieniti unito con vincoli d'acciaio, ma non farti venire il callo alla destra stringendo tutte le mani che incontri. Guardati dal cacciarti in risse: ma se proprio ti ci trovi, che il tuo avversario ne esca augurandosi di non incontrarti più. Ascolta tutte le opinioni, ma sii riservato nei tuoi giudizi. Elegante il vestire in proporzione ai mezzi, ma senza sfoggio; ricco, non stravagante; perché l'abito rivela l'uomo. Non chiedere né dare a prestito perché chi presta perde quasi sempre il denaro e l'amico, e il far debiti riduce il senso della parsimonia. E questo soprattutto: sii sincero con te stesso; e ne seguirà, come la notte segue il giorno, che non potrai essere falso con gli altri.
William Shaskespeare, Amleto



"Non dar lingua ai tuoi pensieri, e i pensieri aspetta di averli ben ponderati prima di convertirli in azioni. Sii affabile, ma non volgare ; agli amici provati tieniti unito con vincoli d'acciaio, ma non farti venire il callo alla destra stringendo tutte le mani che incontri. Guardati dal cacciarti in risse : ma se proprio ti ci trovi, che il tuo avversario ne esca augurandosi di non incontrarti più. Ascolta tutte le opinioni, ma sii riservato nei tuoi giudizi. Elegante il vestire in proporzione ai mezzi, ma senza sfoggio ; ricco, non stravagante ; perché l'abito rivela l'uomo. Non chiedere né dare a prestito perché che presta perde quasi sempre il denaro e l'amico, e il far debiti riduce il senso della parsimonia. E questo soprattutto : sii sincero con te stesso ; e ne seguirà, come la notte segue il giorno, che non potrai essere falso con gli altri. E ora addio : la mia benedizione faccia lievitare in te questi consigli".
William Shaskespeare, Amleto



Non fare giungere alla lingua i pensieri che hai in testa, e bada di non mettere in atto quelli piu' squilibrati. Sii familiare con gli altri ma senza cadere nella volgarita'. Gli amici di provata fiducia tienili attaccati alla tua anima con vincoli d'acciaio, ma non sciuparti la mano a furia di stringerla a ogni compagno implume che incontri. Evita le liti, ma se ti capita di esservi coinvolto, fa in modo che sia il tuo avversario a preoccuparsi di te. Offri il tuo orecchio a tutti, ma a pochi la tua voce. Ascolta il parere degli altri ma il tuo non esprimerlo con troppa facilita'. Indossa abiti che abbiano un prezzo adeguato alla tua borsa, ma non stravaganti; abiti ricchi ma di sobria eleganza. perche' molto spesso il vestito rivela l'uomo… Non prestare soldi e non fare debiti, perche' cio' che si da in prestito spesso si perde assieme all'amico e i debiti fanno smarrire il senso della parsimonia. E soprattutto sii sincero con te stesso…
William Shakespeare,  “Amleto”


Ah, se questa mia troppo, troppo solida carne, potesse sciogliersi in rugiada! 
Ah, se l’Eterno non avesse opposta la sua legge al suicidio! 
O Dio! O Dio! Come tediose, e insipide ed inutili m’appaiono le piatte convenzioni di questo mondo! Che schifo! Che schifo! questo è un orto coperto di gramigna che va in seme; 
vi sanno verzicare erbe rozze e selvatiche, nient’altro.... 
William Shakespeare, Amleto


«ESSERE, O NON ESSERE, ECCO LA QUESTIONE:
se sia più nobile nella mente SOFFRIRE
i colpi di fionda e i dardi dell’oltraggiosa fortuna
o PRENDERE LE ARMI CONTRO UN MARE DI AFFANNI
e, contrastandoli, porre loro fine. MORIRE, DORMIRE…
NIENT’ALTRO, e CON UN SONNO DIRE CHE PONIAMO FINE
AL DOLORE DEL CUORE E AI MILLE TUMULTI NATURALI
DI CUI È EREDE LA CARNE: è una conclusione
da desiderarsi devotamente. MORIRE, DORMIRE.
DORMIRE, FORSE SOGNARE. Sì, qui è l’ostacolo,
perché in quel SONNO DI MORTE quali SOGNI possano venire
dopo che ci siamo cavati di dosso questo groviglio mortale
deve farci esitare. È questo lo scrupolo
che dà alla SVENTURA UNA VITA COSÌ LUNGA.
Perché chi sopporterebbe LE FRUSTATE E GLI SCHERNI DEL TEMPO,
il torto dell’oppressore, la contumelia dell’uomo superbo,
gli SPASIMI DELL’AMORE DISPREZZATO, il ritardo della legge,
l’insolenza delle cariche ufficiali, e il disprezzo
che il merito paziente riceve dagli indegni,
quando EGLI STESSO POTREBBE DARSI QUIETANZA
con un semplice stiletto? Chi porterebbe fardelli,
grugnendo e sudando sotto il peso di una vita faticosa,
se non fosse che IL TERRORE DI QUALCOSA DOPO LA MORTE,
il PAESE INESPLORATO DALLA CUI FRONTIERA
NESSUN VIAGGIATORE FA RITORNO, sconcerta la volontà
e CI FA SOPPORTARE I MALI CHE ABBIAMO
piuttosto che accorrere verso altri che ci sono ignoti?
Così LA COSCIENZA CI RENDE TUTTI CODARDI,
e così il colore naturale della risolutezza
è reso malsano dalla PALLIDA CERA DEL PENSIERO,
e imprese di grande altezza e momento
per questa ragione deviano dal loro corso
e perdono il nome di azione. »
(Amleto, atto terzo, scena prima)
William Shakespeare


Amleto:"Quel teschio aveva una lingua , una volta,e sapeva cantare . E tu guarda quel disgraziato come lo agita;come se fosse la ganascia di Caino,colui che per primo commise il reato di omicidio. Potrebbe essere il testimone di un politico, quella che quest'asino manipola cosi',uno di quelli che ti imbrogliano anche Dio?...
Orazio:"Forse sì Principe.
Amleto:"Forse di un cortigiano che magari diceva:"Buongiorno Eccellentissimo Signore. Quai nuove, Eccellentissimo Signore" ? O magari di Lord Vattelapesca che adulava il cavallo di unaltro lord Vattelapesca perché sperava che glielo regalasse.No?
Orazio:"Potrebbe, Principe.
Amleto:" E ora? chi se lo tiene lady verme: smascellato, picchiato sulla crapa della vanga del becchino. Ha girato bene, quì, la ruota della fortuna, se ci fosse dato vederla in anticipo! E cosa non è costato nutrire e crescere queste ossa, e ora ci puoi giocare a birilli. Se ci penso, anche le mie dolgono un po'".
Shaskespeare, Amleto

http://youtu.be/g9QvAPuXI4s




william_shakespeare.jpg

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