venerdì 23 dicembre 2011

Henri Laborit, "Elogio della fuga", 1976. L'uomo è un essere di desiderio. Il lavoro può solo soddisfare i suoi bisogni. Sono rari i privilegiati che riescono a soddisfare i bisogni dando retta al desiderio. Costoro non lavorano mai.

Non tutte le prigioni hanno le sbarre: molte sono meno evidenti ed è difficile evadere perché non sappiamo di esserne prigionieri. Sono le prigioni dei nostri automatismi culturali che castrano l’immaginazione, fonte di creatività. 
Henry Laborit (biologo e filosofo)

Ci sono prigioni con barriere, ma ce ne sono di più raffinate da cui è difficile fuggire, perché non si ha la consapevolezza di essere prigionieri.
Henry Laborit



"Quando non può lottare contro il vento e il mare per seguire la sua rotta, il veliero ha due possibilità: l’andatura di cappa che lo fa andare alla deriva, e la fuga davanti alla tempesta con il mare in poppa e un minimo di tela. La fuga è spesso, quando si è lontani dalla costa, il solo modo di salvare barca ed equipaggio. E in più permette di scoprire rive sconosciute che spuntano all’orizzonte delle acque tornate calme. Rive sconosciute che saranno per sempre ignorate da coloro che hanno l’illusoria fortuna di poter seguire la rotta dei carghi e delle petroliere, la rotta senza imprevisti imposta dalle compagnie di navigazione. Forse conoscete quella barca che si chiama desiderio".
Henri Laborit, Elogio della fuga


L'uomo è un essere di desiderio. Il lavoro può solo soddisfare i suoi bisogni. Sono rari i privilegiati che riescono a soddisfare i bisogni dando retta al desiderio. Costoro non lavorano mai.
Henri Laborit, "Elogio della fuga", 1976




Laborit sviscera anche il tema dell'aggressività...aggressività e fuga...se si fugge dai propri "desideri"...si diventa sempre più aggressivi...




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