133 anni fa nasceva oggi Marcel Duchamp, uno degli artisti più influenti nel panorama artistico del XX secolo a livello internazionale. Colui che ha rivoluzionato il modo di fare arte e che ha stabilito che tutto, qualsiasi cosa, puó divenire arte se dotata di tutto ció che connota un'opera d'arte: una firma e un occhio critico che la osserva in quanto tale. Il carattere provocatorio di Duchamp lo ha portato ad animare due delle più celebri avanguardie del XX secolo: il Dadaismo e il Surrealismo.
Fu ancor prima che il Dadaismo nacque, nel 1916, che Duchamp creó il suo primo ready made (in italiano: pronto fatto, già pronto) "Ruota di bicicletta" del 1913 e fu con quest'opera che dette il via ad un'arte che non necessariamente doveva dimostrare le abilità virtuosistiche dell'artista ma che metteva in primo piano il pensiero, la mente dell'artista. L'opera non acquista valore in base all' abilità tecnica ma secondo la sua capacità di creare concetto con il pensiero.
Il ready made più famoso e provocatorio di Duchamp è sicuramente " La fontaine", un orinatoio che rovesciato perde la sua utilità e che firmato acquista il valore di opera d'arte.
Fondamentale nelle sue opere è il titolo che le accompagna, il quale spesso prevede dei doppi sensi. Nel caso di Fontaine addirittura Duchamp non provoca solo nel titolo ma pure nella firma che non dichiara la sua identitá ma quella di un certo R. Mutt, nome che ha dato adito alle più svariate interpretazioni.
Ogni opera di Duchamp mette in crisi il rapporto tra significato e significante, destabilizzando il pubblico e alimentando il caos con il quale i dadaisti avevano intenzione di abbattere il passato e la guerra.
Celebri furono anche i travestimenti di Duchamp, egli infatti amava incarnare un personaggio da lui inventato che descriveva perfettamente la bella donna borghese dei primi anni del Novecento. Tale bella donna venne chiamata, da colui che ne vestiva i panni, Rrose Selavy, un nome che crea un dibattito sul dualismo della sua interpretazione. Il nome infatti potrebbe voler alludere alla frase: "Rose c'est la vie" cioè "la vita è rosa" oppure, se la doppia "r" viene pronunciata, la frase diviene: "Eros c'est la vie" " la vita è eros". Ecco ancora una volta la provocazione duchampiana che non demorde.
Curioso come un personaggio così eccentrico e dominato dal "non- senso" sia stato un ottimo giocatore di scacchi e numerose sono le testimonianze fotografiche che lo ritraggono di fronte alla scacchiera mentre sfida personaggi importanti come la scrittrice Eve Babitz e l'artista Man Ray.
Un avvenimento che segnó la svolta all vita di Duchamp fu il suo periodo americano che lo vide come uno dei primi artisti a far da tramite tra il vecchio e il nuovo continente per quanto riguarda l'arte del Novecento.
Nel 1919 Duchamp, portó da Parigi all'America un dono, un ampolla medica piena d'aria, "50cc d'aria di Parigi", un'opera portata in dono a Louise e Walter Arensberg. Con tale opera Duchamp ironizza sul tema del souvenir. Potremmo dire che "Air de Paris" diviene un paradigma, una rievocazione senza riconoscimento, una criptomnesia, che si offre come un'idea sempre nuova.
La carriera di Duchamp fu quindi fondamentale, fu il punto di snodo dell'arte, una rivoluzione che ha stravolto ogni sicurezza della storia dell'arte antecedente alla forza, distruttrice e creatrice allo stesso tempo, di quest'uomo-svolta del XX secolo.
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