RACCONTI PER L'INSEGNAMENTO
Da “La strada dei sufi” di Idrie Shah
Questi racconti vengono narrati in pubblico e fanno parte delle attività esteriori dei dervisci. Con essi si vuol gettare le basi della conoscenza del Sufismo e dei metodi caratteristici del Sufismo. Raramente questi racconti vengono adoperati a scopi didattici.
Le "dimensioni intime” dei racconti per l'insegnamento sono considerate tuttavia valide per rivelare allo studente, secondo il suo stadio di evoluzione, sempre nuovi livelli di significato.
E' questa teoria, cioè che "si può lavorare a diversi livelli sullo stesso materiale” che risulta poco familiare a molte persone, le quali tendenzialmente preferiscono ascoltare un racconto che contenga un solo messaggio o serva ad un solo scopo).
IL GENEROSO * Da “La strada dei sufi”
C'era a Bokhara un uomo ricco e generoso. Avendo egli un alto rango nella gerarchia invisibile, era noto come Presidente del Mondo. Alla propria liberalità poneva una sola condizione. Ogni giorno dava oro ad una sola categoria di persone: malati, vedove ecc. Ma non si doveva dar nulla a chi aprisse bocca.
Non tutti riuscivano a mantenere il silenzio. Un giorno toccò agli avvocati ricevere la loro parte di elargizioni. Uno di essi non poté trattenersi dal parlare e poi cercò in tutti i modi di appellarsi. Ma non gli fu dato niente.
Tuttavia i suoi tentativi non finirono qui. Il giorno successivo venivano soccorsi gli invalidi, ed egli fece finta che le sue membra fossero disarticolate.
Ma il Presidente lo riconobbe ed egli non ottenne nulla.
Il giorno successivo imperterrito assunse un aspetto diverso, coprendosi il viso, e si mescolò a un'altra categoria di beneficiati. Di nuovo venne riconosciuto e mandato via.
Provò e riprovò giungendo a travestirsi da donna; ma sempre senza risultato.
Infine l'avvocato scovò un impresario di pompe funebri e gli disse di avvolgerlo in un sudario. 'Quando passa il Presidente forse penserà che io sia un cadavere. Forse getterà qualche moneta per il mio seppellimento; io te ne darò una parte". Così fu fatto. Una moneta d'oro cadde dalle mani del Presidente sul sudario. L'avvocato l'arraffò subito per tema che l'impresario arrivasse a prenderla prima di lui. Poi si rivolse al benefattore esclamando: "Mi hai negato la tua elargizione. Osserva adesso come sono riuscito ad averla!". "Nulla tu puoi avere da me", replicò l'uomo generoso, "finché non morirai”.
Questo è il significato della frase ermetica: l’uomo deve morire prima ch'egli muoia'. Il dono arriva dopo la 'morte' non prima. Inoltre questa 'morte', non è possibile senza aiuto".
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