domenica 25 agosto 2013

Loredana Marano. Se l'Uomo è intelligenza, cioè capacità di adattamento e di modifica dell'habitat, io valuto le persone non in base al censo, né alla cultura, né all'orientamento politico o religioso, ma in base all'atteggiamento di fronte alla vita: 1. ottimisti: coloro che mettono idee ed energia per intervenire a beneficio di tutti, che credono nelle possibilità dell'uomo 2. riflessivi: coloro che sono portati a pianificare secondo logica ogni cosa in vista di un obiettivo che deve essere chiaro e concreto 3. pessimisti: coloro che frenano, che fermano l'attenzione su ciò che non va bene (in genere tutto) e mettono in guardia da possibili rischi 4. i ripetitori, coloro che si sentono accreditati a rappresentare il pensiero comune: in effetti abbracciano una qualsiasi parte e non hanno memoria.

L’uomo è come una cipolla, esattamente come una cipolla: strati su strati di personalità
E dietro a tutti questi strati si nasconde l’essenza. Quest’essenza è il vuoto, sunya. È più un non-essere che un essere, perché l’essere ha delle limitazioni, dei confini. Invece il nucleo più profondo non ha confini, non ha limitazioni, è solo libertà, un libero fluire dell’energia – le sue dimensioni sono infinite.
Se non sbucci gli strati della personalità uno per uno, fino all’ultimo, e riscopri l’essenza, la tua mente rimane malata. La malattia della mente è rimanere bloccata da qualche parte, immobile, come congelata. La malattia della mente è essere bloccata. È un vicolo cieco; è esattamente questo: un posto che non ha via d’uscita. Sei bloccato. Non hai la libertà di fluire, di essere e anche di non-essere. Sei costretto a essere qualcuno. Sei più simile a una dura roccia, che a un fiume.
La libertà è salute. Essere bloccati, fissati, è malattia mentale. E tutti, o quasi, sono malati. Succede raramente che qualcuno abbia il coraggio di penetrare fino al nucleo più profondo del non-essere. 
Osho



 


Se l'Uomo è intelligenza, cioè capacità di adattamento e di modifica dell'habitat, io valuto le persone non in base al censo, né alla cultura, né all'orientamento politico o religioso, ma in base all'atteggiamento di fronte alla vita:
1. ottimisti: coloro che mettono idee ed energia per intervenire a beneficio di tutti, che credono nelle possibilità dell'uomo
2. riflessivi: coloro che sono portati a pianificare secondo logica ogni cosa in vista di un obiettivo che deve essere chiaro e concreto
3. pessimisti: coloro che frenano, che fermano l'attenzione su ciò che non va bene (in genere tutto) e mettono in guardia da possibili rischi
4. i ripetitori, coloro che si sentono accreditati a rappresentare il pensiero comune: in effetti abbracciano una qualsiasi parte e non hanno memoria.

I primi si impegnano e ci rimettono la faccia se le 'imprese' si impantanano
I secondi rappresentano la sicurezza: permettono di evitare i passi falsi.
I terzi sono destinati alla sofferenza di fronte alle inevitabili storture della vita. Prima della profezia e dopo
I quarti sono quelli che non rischiano mai, non soffrono, non danno un apporto critico costruttivo, non si assumono responsabilità perché vivono a rimorchio di altri.



Nicola Napoletano:
Io ho imparato che, a parte gli estremi che esistono sempre, ciascuno di noi, in base alle circostanze, alle esperienze, all'umore, ai premi e ai castighi, può rappresentare ciascuna di queste categorie
Distinguere l'Uomo per categorie significa accettare che ognuno è solo se stesso. Io sono dell'idea, forse errata, che siamo sempre anche qualcun altro. [...] Ho visto persone fare e pensare cose che non avrei mai creduto poter fare o pensare. Col tempo c'è chi si "irrigidisce" sulle propria personalità. Ma chi ha uno spirito critico, portato all'apertura, che non si spaventa dei cambiamenti, fa l'opposto. Si ammorbidisce, o per dirla come te, "generalizza" il suo atteggiamento.






ma le 'categorie' mie sono fluide: io sono ottimista, ma in certi settori divento riflessiva e sospettosa e pretendo una pianificazione [...] Io mi riferisco alla SOCIETA' , a noi, alla nostra disponibilità al cambiamento





E poi esiste una quinta categoria, così ben descritta dal Cipolla: "gli stupidi", una costante in tutte le società e in tutti i tempi. I più pericolosi ,soprattutto se sono ai vertici. Coloro che sono capaci più o meno inconsapevolmente di causare danni a se stessi e al prossimo. "Una persona stupida è chi causa un danno ad un altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita." 
Cit.  LE LEGGI FONDAMENTALI DELLA STUPIDITA’ UMANA
di Carlo M. Cipolla, Professore Emerito di storia Economica a Berkeley


Condivido la visione del cambiamento proposta da Loredana e da Francesco. Per me cambiamento significa proprio volontà, capacità e perseveranza. Rispettare le persone e interessarsi a loro. Avere capacità critica, senza deferenza per il "già fatto". "immaginare la complessità".





Se per un istante Dio si dimenticherà che
sono una marionetta di stoffa e
mi regalerà un poco di vita, probabilmente non
direi tutto quello che penso,
ma in definitiva penserei tutto quello che dico.

Darei valore alle cose, non per quello che valgono,
ma per quello che significano.

Dormirei poco, sognerei di più,

capisco che per ogni minuto che chiudiamo gli
occhi, perdiamo sessanta secondi di luce.

Andrei avanti quando gli altri si fermano,
starei sveglio quando gli altri dormono,
ascolterei quando gli altri parlano e
come gusterei un buon gelato al cioccolato!!

Se Dio mi regalasse un poco di vita,
vestirei semplicemente,
mi sdraierei al sole lasciando scoperto non solamente
il mio corpo ma anche la mia anima.

Dio mio, se io avessi un cuore, scriverei
il mio odio sul ghiaccio e
aspetterei che si sciogliesse al sole.

Dipingerei con un sogno di Van Gogh
sopra le stelle un poema di Benedetti
e una canzone di Serrat sarebbe la serenata
che offrirei alla luna.

Innaffierei con le mie lacrime le rose,
per sentire il dolore delle loro spine
e il carnoso bacio dei loro petali...

Dio mio, se io avessi un poco di vita...

Non lascerei passare un solo giorno
senza dire alle persone che amo,
che le amo.Convincerei tutti gli uomini e le donne
che sono i miei favoriti e
vivrei innamorato dell'amore.

Agli uomini proverei
quanto sbagliano al pensare
che smettono di innamorarsi
quando invecchiano, senza sapere
che invecchiano quando smettono di innamorarsi.

A un bambino gli darei le ali,
ma lascerei che imparasse a volare da solo.

Agli anziani insegnerei
che la morte non arriva con la vecchiaia
ma con la dimenticanza.

Tante cose ho imparato da voi, gli Uomini!

Ho imparato che tutto il mondo ama vivere
sulla cima della montagna,
senza sapere che la vera felicità
sta nel risalire la scarpata.
Ho imparato che
quando un neonato stringe con il suo piccolo pugno,
per la prima volta, il dito di suo padre,
lo tiene stretto per sempre.
Ho imparato che un uomo
ha il diritto di guardarne un altro
dall'alto al basso solamente
quando deve aiutarlo ad alzarsi.

Sono tante le cose
che ho potuto imparare da voi,
ma realmente,
non mi serviranno a molto,
perché quando mi metteranno
dentro quella valigia,
infelicemente starò morendo.

Garcia Marquez



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