giovedì 27 agosto 2015

Sulla prostituzione e la sua legalizzazione. Agostino afferma che la prostituta nella società fa quel che fa la sentina nella nave, o la fogna nel palazzo: togli la fogna, e riempirai di puzza il palazzo, e lo stesso per la sentina: togli le prostitute dalla società, e la riempirai di sodomia (tolle meretrices de mundo, et replebis ipsum sodomia). Per questo motivo lo stesso Agostino dice nel quattordicesimo libro della 'Città di Dio', che la Città terrena rende l’andare a prostitute una turpitudine lecita (terrena civitas usum escortorum licitam turpitudinem fecit).



Sulla prostituzione e la sua legalizzazione

[Un passo di Tommaso d'Aquino (De regimine principum, IV, 14), che commenta la "Repubblica" di Platone, la "Politica" di Aristotele e la "Città di Dio" di Agostino:]

"Un terzo punto poi che Aristotele discute riguardo al governo degli spartani, riguarda i soldati, se debbano avere moglie o congiungersi in matrimonio: poiché, se questo accade, vengono distratti dalla battaglia. Infatti, l’animo è indebolito dall’atto di godimento carnale ed è reso meno virile, come detto sopra: e secondo una frase di Platone, che riporta Teofrasto, sposarsi non giova alle questioni militari. Ma Aristotele respinge ciò nel secondo libro, poiché i militari sono per natura inclini alla lussuria. La causa viene attribuita in una specie di libretto, 'De problematibus', tradotto dal greco al latino dall’imperatore Federico. Ma il filosofo presentò lì il mito del poeta Esiodo che congiunge Marte a Venere: dunque si astengano dalle mogli, si lascino andare ai maschi. E perciò Aristotele critica in ciò la sentenza di Platone, poiché congiungersi in modo carnale con le mogli è un male minore che deviare in spregevoli atti sconci. Da ciò Agostino afferma che la prostituta nella società fa quel che fa la sentina nella nave, o la fogna nel palazzo: togli la fogna, e riempirai di puzza il palazzo, e lo stesso per la sentina: togli le prostitute dalla società, e la riempirai di sodomia (tolle meretrices de mundo, et replebis ipsum sodomia). Per questo motivo lo stesso Agostino dice nel quattordicesimo libro della 'Città di Dio', che la Città terrena rende l’andare a prostitute una turpitudine lecita (terrena civitas usum escortorum licitam turpitudinem fecit)."



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