mercoledì 12 agosto 2015

Proust, Contro Saint-Beuve. Proust racconta il senso della sua scrittura: dare una forma alla memoria personale, farla emergere da oggetti altrimenti ordinari. Scrivere per dare un segno della propria esistenza che andrebbe altrimenti persa, nella convinzione che mai nulla del genere sia ancora stato scritto.

“Contro Saint-Beuve” è il libro ombra della Recherche. 
Prima di scrivere il suo capolavoro, Marcel Proust consegna al “Contro Saint-Beuve” le sue considerazioni più profonde sulla necessità di scrivere. In questo libro straordinario si trova infatti l’impianto teorico della Recherche. Proust racconta il senso della sua scrittura: dare una forma alla memoria personale, farla emergere da oggetti altrimenti ordinari. Scrivere per dare un segno della propria esistenza che andrebbe altrimenti persa, nella convinzione che mai nulla del genere sia ancora stato scritto

“Contro Saint-Beuve” è un testo dalla straordinaria intensità, soprattutto per la sua forma diretta. 
A metà tra la critica letteraria e la confessione personale, è un documento unico della costruzione di un’opera immortale. Mentre nella Recherche, infatti, va in scena la mirabile costruzione artistica è solo nel “Contro Saint-Beuve” che si ha l’opportunità di ascoltare il lavoro del pensiero che si cela dietro il capolavoro.
http://resistenzaletteraria.altervista.org/marcel-proust-contro-saint-beuve-pdf-scan/



Agosto 1909. 
--- Ad Alfred Vallette, 
direttore del 
"Mercure de France" ---

Sto terminando un libro che, malgrado il suo titolo provvisorio "Contro Sainte-Beuve. 
Ricordo di una mattina" è un vero e proprio romanzo estremamente impudico, in alcune parti. 
Uno dei personaggi principali è un omosessuale  (...) .

Il nome di Sainte-Beuve non appare per caso. 
Il libro infatti finisce appunto con una lunga conversazione su Sainte-Beuve e sull'estetica (se volete, come Sylvie finisce con uno studio sulle canzoni popolari) e quando si sarà finito il libro, si vedrà (io lo vorrei) che tutto il romanzo non è che una messa in opera dei principi d'arte enunciati in quest'ultima parte, una sorta di preparazione, se volete, posta alla fine.  (...)
E' un libro di eventi, di riflessi di eventi che si accavallano gli uni sugli sugli altri con anni di intervallo e questo non può che apparire che per grandi tranches 

Pubblicata da F. Callu in  "Bulletin de la Biliothèque national ",  marzo 1980.

Ricevuta questa lettera Vallette si affretta a rifiutare il  "Contro Sainte-Beuve". 
Non aspetta nemmeno che Proust gli invii il testo da leggere.... 
http://www.marcelproust.it/proust/stbeuve.htm



una scrittura che nasce dal profondo dell'anima, a mio avviso, é sempre evocativa della biografia dello scrittore, comunque se ne pensi, al di là della querelle che ha impegnato scrittori e saggisti, primo fra tutti Proust che scrisse il saggio letterario"Contro Sainte Beuve", proprio, su questo tema.



CONTRO MARCEL PROUST?!?!
Sainte-Beuve era convinto che per giudicare un libro bisognasse anche saper tutto della vita reale e quotidiana del suo autore, delle sue opinioni, dei suoi comportamenti; che si dovessero fare ogni tipo di domande alle persone che lo avessero conosciuto, che fosse molto utile collezionare i suoi carteggi

Il metodo critico di Sainte-Beuve consisteva infatti non solo nel non separare l'uomo dalla sua opera, ma addirittura nel ritenere che si dovesse arrivare al giudizio sull'opera dopo aver prima valutato l'autore come persona

Proust non era affatto d'accordo con Sainte-Beuve. 
Scrisse infatti: 

"un libro è il prodotto di un io diverso da quello che si manifesta nelle nostre abitudini, nella vita sociale, nei nostri visi

"l'abisso che divide lo scrittore dall'uomo di mondo" 
"l'io dello scrittore si manifesta solamente nei suoi libri". 


-- Contro Sainte-Beuve
Spesso, pensando a queste frasi, vengo colta da dubbi: 

le pagine di questo sito, con tutte le notizie e le immagini sulla famiglia, gli amici, i conoscenti, i luoghi non potrebbero indurre a pensare che io stia facendo proprio a Proust quello che Proust maggiormente detestava? 

E cioé applicare a lui il famigerato "metodo Sainte-Beuve"? 

Ma poi penso anche alla citazione dal Jean Santeuil che ho messo come epigrafe al sito in cui Marcel scrive che 

"..tuttavia, la nostra vita non è separata dalle nostre opere..." 

Jean Santeuil


e mi conforta Jean-Yves Tadié quando, nella sua bellissima biografia di Proust scrive 

Una obiezione, quando si comincia una biografia di Proust, consiste nell'evocare la critica violenta che lui stesso ha rivolto a questo genere letterario nel "Contre Sainte-Beuve", nella sua prefazione al libro di Jacques-Emile Blanche, De David a Degas, o nel comporre il personaggio di M.me di Villeparisis. 

Ma (...) lui stesso si è mostrato costantemente curioso della vita degli scrittori e degli artisti che amava, chiedendo di coloro che erano viventi, come Thomas Hardy, o leggendo biografie, epistolari, da Balzac a Ruskin a Musset e a Sainte-Beuve... 

-- Jean-Yves Tadié, "Marcel Proust. Biographie" 

(Questa traduzione dal francese è mia)
http://www.marcelproust.it/note/contro.htm


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