sabato 29 agosto 2015

Bachisio Bandinu. La maschera, la donna, lo specchio. La maschera non si addice alla donna che non può essere mamuthone, boe, thurpu. È esclusa dal rito. La donna è già animale - dio: est capra. È maschera per se stessa, senza vestizione, senza rito. Il suo corpo è ciclico, un perenne moto di marea. Il corpo della donna è animal: è materia vivente che produce materia vivente, crea e conforma altri corpi. Apertura, dilatazione, espulsione. Come contrappunto: chiusura, continenza, segreto. Questa natura della donna è ad un tempo cultura della donna.





La maschera non si addice alla donna che non può essere mamuthone, boe, thurpu. È esclusa dal rito.
La donna è già animale - dio: est capra.
È maschera per se stessa, senza vestizione, senza rito.
Il suo corpo è ciclico, un perenne moto di marea.
Il corpo della donna è animal: è materia vivente che produce materia vivente, crea e conforma altri corpi. Apertura, dilatazione, espulsione.
Come contrappunto: chiusura, continenza, segreto.
Questa natura della donna è ad un tempo cultura della donna.
Una lettura etnologica e psicanalitica della cultura sarda pone per l'uomo un problema fondamentale: come fare i conti col corpo della donna.
Il fallo è simbolico, l'utero è misterioso.
La paura di fondo è che la donna detenga un potere originario, mai formulato in nessuna legge simbolica maschile. In questa prospettiva la donna non è funzionale né al marito, né al figlio, né al padre.
È quel mistero che ritorna come fantasma per porsi al di là della soggettività dell'uomo, dell'etica, e dell'ordinamento giuridico e sociale.
Il timore perturbante è che ci sia una modalità di essere indipendente dal modo di essere maschile, e che questa differenza non possa essere amministrabile. Bisogna che la dimensione erotica sia dentro l'etica, il diritto e l'estetica, altrimenti è pervertitrice dell'ordine sociale. L'uomo pensa la donna nell'ambivalenza della sublimazione e dell'abbrutimento, dell'esaltazione e dell'obbrobio.
La fata e la strega.
Alla donna appartiene il mistero, l’evocazione, e la visione.
Se si dovesse fare riferimento alla maternità del linguaggio, la donna custodisce un mondo di significati e significanti nel suo grembo.
Ma la donna è anche tessitrice di parole e di saggezza.
La donna che aderisce alla legge sociale e a quella etica è parte fondamentale della comunità.
Sta all’interno del cerchio, tanto caro alla simbologia sarda, che “preserva” e “svela” al contempo.
Stare all’interno del cerchio vuol dire “appartenere a” ed essere visti da tutto il paese.
Il pericolo dell’esser guardati non sta nello specchio della comunità ma semmai nel riflesso distorto e deformante dello specchio globale attraverso cui non c’è più distinzione tra ciò che è e ciò che appare."
Bachisio Bandinu, "La maschera , la donna, lo specchio"


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