giovedì 31 dicembre 2015

Il villaggio di San Salvatore si trova nel territorio comunale di Cabras. Si tratta del vecchio villaggio western di San Salvatore e fu utilizzato per rappresentare un villaggio del New Mexico,dove era ambientata la storia raccontata nel film "Giarrettiera Colt". Attualmente il villaggio non esiste più. Verso il 1990/91 fu smatellato e restituito allo stato originario come era prima del 1967.

E' stato girato il film wester "Giarrettiera Colt", con Nicoletta Machiavelli.

https://youtu.be/e5yZtdp0q54



https://youtu.be/KZeYnOx_CyY
Il villaggio di San Salvatore di Sinis si trova nel Comune di Cabras, provincia di Oristano. 
E' costituito da un quadrilatero di piccole abitazioni in arenaria o in mattoni di terra cruda (ladrini in cabrarese) che prendono il nome di cumbessìas o di muristènis. In passato venivano utilizzate dai proprietari non solo durante il novenario, ma anche nei periodi della semina e della raccolta del grano.
Al centro del villaggio, affacciata su una suggestiva piazza in terra battuta punteggiata da pochi alberi, spicca la chiesetta di San Salvatore, edificata nel secolo XVII sopra un ipogeo di origine prenuragica dedicato al culto delle acque e interamente scavato nella roccia, nel quale in epoca romana si adoravano Venere, Marte ed Ercole Salvatore. L'edificio ecclesiastico di San Salvatore ha costituito nei citati casi (come nelle altre frequenti attestazioni sarde) il nucleo di partenza dell'abitato, formatosi nel tempo per servire le esigenze di novenanti nel periodo che precede la festa annuale.
La trasformazione (parziale) dell'aspetto di San Salvatore di Sinis risale intorno alla metà degli anni sessanta e si deve all'intraprendenza di una società privata, la "Corronca Company" che, poco dopo la metà degli anni sessanta, nel clima già decadente dei cosidetti "spaghetti western", tentò la trasformazione del villaggio temporaneo in un centro messicano per gli ultimi film western che la cinematografia nazionale ricordi. A testimonianza di quell'epoca residuavano fino al 1990 un arco posticcio, bianco di calce, e le facciate di un saloon e di altri edifici pseudoamericani prospettanti sulla piazza della chiesa, poi distrutti da un incendio.
Oggi il villaggio di San Salvatore di Sinis ha in gran parte recuperato la sua fisionomia e la sua funzione originarie, e la festa di San Salvatore costituisce uno degli appuntamenti più importanti per l'intera comunità cabrarese.
(fonte video: Sardegna DigitalLibrary; fonte descrizione costadelsinis.it)


https://youtu.be/lQlmP8iu3L0

Pubblicato il 06 ott 2013
La chiesetta dedicata a Cristo Salvatore è stata costruita sopra l'ipogeo di San Salvatore, un luogo di culto pagano costruito sottoterra attorno a un pozzo di acque medicamentose, dove si svolgevano le cerimonie legate al culto delle acque in età nuragica. Lo stato attuale dell'ipogeo risale al IV secolo d.C. e vi si notano affreschi neri sul calcare bianco a rappresentare divinità legate al culto delle acque


IL WESTERN IN SARDEGNA
C’è un piccolissimo paese in Sardegna, accanto alla meravigliosa penisola del Sinis, a pochi chilometri da Cabras (OR), che vi farà fare un tuffo nel tempo e nello spazio: San Salvatore di Sinis è quanto di più vicino al Far West esista in Italia, e non a caso è stato lo scenario di numerosi ‘spaghetti western’ dei tempi d’oro. Il borgo è scarsamente abitato, e fino agli anni ’90 la sua conformazione era ancora più western di quanto lo sia oggi.

PaesiOnLine:
Pensando al Far West, le prime immagini che vengono in mente sono quelle di piccoli villaggi dalle case in legno sperduti nel cuore più selvaggio dell'America.
Non tutti sanno, però, che anche in Italia c'è un angolo di Far West, e precisamente in Sardegna. La piccola frazione del comune di Cabras, San Salvatore di Sinis, è uno di quei luoghi dove sembra davvero di essere sul set di un film western, perchè la sua è una struttura fortemente evocativa. L'intero centro è costituito, infatti, da una serie di piccole case - che da queste parti sono chiamate cumbessias - costruite alla fine del XVII secolo.
Pur essendo state edificato per funzioni prevalentemente rurali e pratiche, divennero famose (insieme a tutto l'abitato) tra gli anni Sessanta e Settanta. Perchè proprio in quel periodo?
Perchè quelli sono gli anni d'oro del western all'italiana, che da subito coinvolse il pubblico, il quale iniziò a subire il fascino dei luoghi che ricordavano le location dei suoi film del cuore.Pubblicato il 06 ott 2013
La chiesetta dedicata a Cristo Salvatore è stata costruita sopra l'ipogeo di San Salvatore, un luogo di culto pagano costruito sottoterra attorno a un pozzo di acque medicamentose, dove si svolgevano le cerimonie legate al culto delle acque in età nuragica. Lo stato attuale dell'ipogeo risale al IV secolo d.C. e vi si notano affreschi neri sul calcare bianco a rappresentare divinità legate al culto delle acque


https://youtu.be/a2J0UAMeqw4


Il villaggio di San Salvatore si trova nel territorio comunale di Cabras. Si tratta del vecchio villaggio western di San Salvatore e fu utilizzato per rappresentare un villaggio del New Mexico,dove era ambientata la storia raccontata nel film "Giarrettiera Colt". Attualmente il villaggio non esiste più. Verso il 1990/91 fu smatellato e restituito allo stato originario come era prima del 1967.




la prima volta ci sono stata nel 1974 in viaggio di nozze, in quanto mio marito nato ad arborea, e l'ho trovato magnifico con il saloon ancora in attività ed il pozzo davanti, ho tutte le foto dell'epoca, poi ci sono ritornata nel 1979 con il bambino piccolo (ed anche di allora ho tutte le foto con ancora esistente il pozzo) da allora tutti gli anni in ferie ci tornavamo ed abbiamo visto la trasformazione anche senza il saloon comunque sempre bellissimo e suggestivo sia il paesino, la chiesetta con la cripta bellissima, sia il paesaggio circostante



Era bello ba vedere ma non consono con le antiche carateristiche del villaggio ...se non fosse stato per l'incendio il comune avrebbe proveduto a buttarlo giu'...io sono di Cabras ma la delusione e stata tanta quando ho visto le fiamme che finivano di divorare il vecchio e caro Saloon ....




Anche io ho pianto tanto anche se non sono di Cabras..era bellissimo....




Il paese esiste ma non c'é più il "vestito" Western :(
non ho mai capito perché lo abbiano smantellato,
era un'attrattiva, tornando dal mare era bello fermarsi a bere qualcosa



Non è stato smantellato, ma gli hanno dato fuoco diversi anni fa.
《parlo del saloom, dove oltre al bar c'era anche l'angolo carcere, e uffici postali. 》




Il saloon lo hanno distrutto anni fa ..le cose belle hanno vita breve spesso .. per colpa del ignoranza umana

POPOLO SARDO:
Avete proprio ragione, non esiste più, ecco cosa ho trovato: Si trova nel territorio comunale di Cabras Si tratta del vecchio villaggio western di San Salvatore di Cabras. Attualmente non esiste più in quanto verso il 1990/91 fu completamente smantellato e restituito allo stato originario come era prima del 1967. Un boom del filone cinematografico degli spaghetti-western e tutto l’ambiente intorno alla chiesa, con le cumbessias, fu utilizzato con opportuni aggiustamenti per rappresentare un villaggio dell’Arizona/New Mexico, dove era ambientata la storia raccontata nel film “Giarrettiera Colt”. Passato di moda quel genere cinematografico non fu più utilizzato e rimase solo un’attrazione per curiosi, che trovavano il loro angolo di America, saloon (anzi Posada) incluso. Il posto però merita una visita per ammirare gli splendidi affreschi, di epoca paleocristiana, custoditi nella cripta della chiesetta di San Salvatore, edificata su un più antico luogo di culto precedente l’era cristiana e dedicato alle divinità della mitologia classica.


Mirella Farioli:
Quando sono venuta la prima volta nel lontano 1977 c'era ancora il pozzo e il saloon ma negli anni 90 li hanno tolti comunque la corsa degli scalzi la fanno ancora partire da li


Manuela Dancardi:
questo era il bar stile western che è stato bruciato io sono una di quelle persone che possono sentirsi fortunati di averlo visto

Antonio Sanna:
Non è stato smantellato, ma incendiato, da qualche personaggio che dovrebbe essere stato all'interno, al momento del rogo...........

Sonia Spatagarrau:
Io ho avuto la fortuna di vederlo quando ancora c'era qualcosa. Meraviglioso

Federico Sala
negli anni 60 San Salvatore di Sinis è stato trasformato in un paesino western per girare dei film, l'ambientazione originale assomigliava nettamente a un paesino messicano dell'800. Finite le riprese hanno lasciato le mura, il pozzo e il saloon per ricordare ciò e magari portare un po di turisti.
Le casette, dette "cumbessias" sono state edificate verso la fine del XVII secolo , quindi molto più antiche del saloon e dell'ambientazione western. Quattro cose non si possono perdere in questo paesino meraviglioso: la corsa degli scalzi che si fa i primi di settembre, i muggini arrosto fuori dalle mura del paese, l'ipogeo di San Salvatore, dove si possono trovare iscrizioni anrichissime, (romane, arabe, puniche e pagane), e la tranquillità e il senso di benessere che un paesino così può dare. Ah non dimenticatevi di andare da "Abraxas" a mangiare la frittura!!! Localino pseudowestern molto carino e pieno di gatti! July Black


Rachele Camedda
Da visitare la prima settimana di settembre dove il paese in festa si anima. Con relativa corsa degli scalzi nel primo sabato e domenica di settembre. Davvero suggestivo..

Maria Franca Solinas
Il saloon e tutto ciò che riguardava la sceneggiatura degli spaghetti western, compreso un pozzo, non esiste più da almeno una ventina d'anni
San Salvatore non è un paesino, come si intende nel senso comune del termine, ma il luogo dove tra fine agosto e primi di settembre si radunano parte degli abitanti di Cabras per officiare la novena dell'omonimo santo, che altri non è che Cristo il Salvatore, e dove il primo sabato di settembre viene portata la statua del santo dalla chiesa di Santa Maria Assunta dagli uomini vestiti di un saio bianco, di corsa nella campagna del Sinis. L'indomani la domenica la stessa statua viene riaccompagnata nello stesso modo nella sua chiesa


Davide Sanna
sotto la chiesetta, si trova un antico tempio nuragico dedicato al culto delle acque, che in epoca classica è diventato un tempio dedicato a Ercole Soter. In epoca cristiana, il culto è stato "adeguato" al nuovo credo e Ercole Soter (Salvatore) è diventato san Salvatore (Gesù Cristo).


Maria Teresa Loddo
Nel saloom si potevano acquistare i sombreri. Peccato!
Però il paesino c'è e soprattutto bello da visitare l'ipogeo dove si trova il pozzo dove veniva pratico il culto delle acque dove si respira un certo alone di magia


Stefano Muscas
Peccato che hanno distrutto il saloon con un incendio e ormai non è rimasto più nulla


Antonello Cossu
Numerosi film western?
Uno solo negli anni sessanta: Giarrettiera colt.
Di recente "La leggenda di Kaspar Hauser"


Stefano Muscas
Hanno girato "giarrettiera colt " un vecchio wester con la grande nicoletta macchiaveli



Pubblicato il 21 mar 2014
Creare un' emozione. Poche cose come il cinema riescono farlo. Allora, non si capisce perché l'opportunità offerta da San Salvatore non è stata ancora colta da nessuno.
Un villaggio solitario, ma non abbandonato, nel mezzo del meraviglioso Sinis, utilizzato negli anni sessanta e settanta del Novecento come set cinematografico, è un' occasione.
In Spagna, nella regione di Almeria, i villaggi una volta utilizzati come set cinematografici, sono attivi e attirano ogni anno migliaia di turisti, anche in occasione dell'annuale festival cinematografico dedicato al genere western (http://qr.net/qfN3). A San Salvatore, all'inizio degli anni 90, un incendio mandò in cenere i vecchi set western, e quell'esperienza cadde rapidamente nell'oblio.

Ora, chiunque si aggiri per San Salvatore (al di fuori dell'estate), lungo la strada per la spiaggia di Is Arutas, respira aria di desolazione. Visitare l'ipogeo, frequentato già in epoca neolitica e con pozzo dedicato al culto delle acque, sacro a nuragici, punici e romani, è difficile: mancano indicazioni sufficienti ( questa la situazione il giorno di ottobre della visita). Il proprietario dell'Abraxas, unico locale aperto di San Salvatore, lamenta l'impossibilità di dar luogo a qualsiasi iniziativa e manifesta l'intenzione di chiudere. Alle pareti della locanda, solo qualche manifesto del Cagliari campione d'Italia e di Che Guevara, ma nessuna traccia dei vecchi set, nessuna foto d'epoca, ritaglio di giornale, locandina di cinema.

Ma davvero, in quasi 50 anni, a nessuno è mai venuto in mente di organizzare a San Salvatore, un piccolo museo del cinema isolano, con la storia di tutti i film girati sull'isola, contributi filmati, foto, interviste, memorabilia, documentari con testimonianze della produzione cinematografica in Sardegna? E l'idea di un festival che prenda spunto dall'epopea del western all'italiana per raccontare quello che la fantasia e la creatività possono suggerire, in tema di cinema e cultura?

Suvvia, sappiamo tutti (o forse no) che Nicoletta Machiavelli, protagonista dello spaghetti-western Giarrettiera Colt, girato interamente nel Sinis nel 1969, è un'icona di Quentin Tarantino. Per favore amministratori di Cabras e del Sinis, usate l'immaginazione, usate la fantasia, il resto l'avete già.

**«Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto» fu girato nel 1974, sulla costa orientale. Nel 40° anniversario, qualcuno ha pensato di sfruttare l'occasione a fini turistici, inventando itinerari sui luoghi del film, anzi dei film, considerato anche il più recente remake con Madonna?
Il West, quello di cowboys e indiani, proprio qui, in piena Sardegna. Magari non ci crederete, ma in realtà esiste! Un vecchio paese disabitato dove il vecchio West rivive o almeno potrebbe farlo se questo “luogo magico” venisse sfruttato meglio. Di cosa stiamo parlando? Di San Salvatore di Sinis, paese che in passato veniva usato come set cinematografico. Oggi ve lo mostriamo in questo breve video.
https://sardegnaremix.com/2014/05/02/sapete-che-in-sardegna-ce-un-paese-del-vecchio-west-guardate-qui-il-video/

https://youtu.be/xiEJ0nKm7R8













L’ipogeo di S.Salvatore a Cabras (g.v.)
“a San Salvatore i cristiani non hanno cancellato il segno dell'antico culto ma hanno costruito, rispettosamente, un proprio altare davanti al pozzo nuragico….” (Cinzia Oliveri)



Isola Dei Nuraghi Sardegna:
Il piccolo villaggio di San Salvatore prende vita nelle ultime settimane d'agosto diventando lo scenario dell'emozionante manifestazione conosciuta come "Corsa degli scalzi", da considerarsi di particolare rilievo per il contesto in cui si svolge e per il fervore con cui è vissuta.
A partire dalle ultime settimane d'agosto, un gruppo di donne vestite del tipico costume di Cabras e a piedi nudi, porta in processione il simulacro del Santo dalla chiesa Maggiore di Cabras al santuario di San Salvatore, laddove i riti religiosi si susseguono per nove giorni.
La corsa vera e propria ha inizio all'alba del primo sabato di settembre. Procurato "s'abidu" (abito di confraternita) i giovani si danno convegno nel sagrato della chiesa Maggiore di Cabras, da lì il simulacro viene portato in processione fino alla periferia del paese. A questo punto "is curridoris" (si pronuncia "curridorisi" e significa corridori) legano "s'abidu" all'altezza della vita, coprono la lettiga che racchiude il simulacro del Santo e iniziano la corsa fino al villaggio di San Salvatore di Sinis. Una "muda" composta da due giovani corridori tiene la portantina col simulacro e nessuno dovrà tentare di superarla.
Ogni cento metri si danno il cambio e durante il percorso gridano "Viva Santu Srabadoi" (San Salvatore). Arrivati al villaggio "is curridoris" vengono accolti da centinaia di fedeli e dai turisti.
Il medesimo rituale si svolge la domenica seguente con l'itinerario contrario fino a concludersi all'ingresso del paese dove li attende un'immensa folla che darà vita alla processione che si concluderà di fronte al sagrato della chiesa di Santa Maria Assunta. "Is curridororis" si danno appuntamento "A attrus annus".
Il lunedì seguente le donne in processione riportano il simulacro nella chiesa Maggiore. Il rito della corsa degli scalzi vuole essere di buon auspicio per il raccolto, la pescosità nello stagno e la fertilità delle greggi.


La corsa degli Scalzi Cabras.
Ogni anno nella prima domenica di settembre ricorre la festa di San Salvatore. Centinaia di fedeli di Cabras, nel sabato che precede la prima domenica di settembre accorrono per portare il Simulacro di San Salvatore in processione di corsa inneggiando il Suo Nome, indossando rigorosamente un saio bianco e scalzi, attraversando di corsa i sentieri sterrati del Sinis, nel villaggio di San salvatore, dove vengono celebrati i festeggiamenti del Santissimo, per poi riaccompagnarlo il giorno seguente nella Chiesa di Santa Maria Assunta. Centinaia di uomini, ragazzi, bambini... l'esercito del Salvatore che in un unica bandiera tra il sudore e la fatica calpesta l'asfalto, bollente e ispido, e il sentiero sterrato alzando un polverone che spazza via la discordia, percorre la via del sacrificio per gettarsi tra le braccia della fede.


Le origini della corsa sono incerte e si confondono con il credo religioso; la legenda narra che  –riferendosi al 1506 - durante una ennesima incursione barbaresca, mentre gli uomini difendevano le coste, le donne avrebbero portato in salvo il Santo, trasferendolo dal villaggio di S. Salvatore a Cabras




Processioni, ricorrenze, usanze e devozioni sono l'espressione della Cultura e della Storia di un popolo. Sono la nostra identità che sopravvive nei secoli. Il sito ipogeico di San Salvatore di Sinis è stato luogo sacro fin dall'età nuragica quando vi si praticava il culto delle acque. In seguito i Fenici ne fecero un santuario dedicato alla Salute, tanto che sulle pareti è riportata più volte l'iscrizione "RVF" che in fenicio significa "Salvami"; i Romani lo trasformarono in un tempio dedicato a Marte e Venere ed infine i Cristiani costruirono la chiesetta sopra l'ipogeo dedicandola appunto a San Salvatore con intorno le cumbessias. Non capisco quindi queste sterili polemiche: trovo la Corsa degli Scalzi - unica nel suo genere - una bellissima tradizione, da custodire gelosamente e tramandare ai posteri così come adoro tutte le altre manifestazioni folkloristiche e religiose (da S. Efisio ai Candelieri, dai fuochi di S. Antonio all'Ardia), che si svolgono in ogni parte della Sardegna.






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