lunedì 15 luglio 2013

Caraco. Il caos e la fede. “Se c’è un Dio, il caos e la morte figureranno nel novero dei Suoi attributi, se non c’è, non cambia nulla, poiché il caos e la morte basteranno a se stessi fino alla consumazione dei secoli. Non ha importanza quello che si incensa, SI È VITTIME DELLA CADUCITÀ E DELLA DISSOLUZIONE, qualsiasi cosa si adori non si eviterà nulla, i buoni e i cattivi hanno un solo destino, un unico abisso accoglie i santi e i mostri, L’IDEA DI GIUSTO E DI INGIUSTO NON È MAI STATA ALTRO CHE UN DELIRIO, AL QUALE CI APPIGLIAMO PER RAGIONI DI CONVENIENZA. IN VERITÀ, L’ORIGINE DELLE IDEE RELIGIOSE E MORALI È NELL’UOMO, CERCARLA FUORI DELL’UOMO È UN NONSENSO, L’UOMO È UN ANIMALE METAFISICO, IL QUALE VORREBBE CHE L'UNIVERSO ESISTESSE SOLO PER LUI, MA L’UNIVERSO LO IGNORA, E L’UOMO SI CONSOLA DI QUESTA INDIFFERENZA POPOLANDO LO SPAZIO DI DÈI, DÈI FATTI A SUA IMMAGINE. SICCHÉ RIUSCIAMO A VIVERE ACCONTENTANDOCI DI PRINCIPI VUOTI, MA QUESTI PRINCÌPI COSÌ BELLI E COSÌ CONSOLANTI CADONO NEL NULLA QUANDO CI SI APRONO GLI OCCHI SULLA MORTE E SUL CAOS DA CUI VIVIAMO AVVOLTI, IN COSTANTE PERICOLO. LA FEDE NON È CHE UNA VANITÀ TRA LE ALTRE E L'ARTE DI INGANNARE L'UOMO SULLA NATURA DEL MONDO. LA NATURA DEL MONDO È L'ASSOLUTA INDIFFERENZA





Albert Caraco. Il caos e la fede. “Se c’è un Dio, il caos e la morte figureranno nel novero dei Suoi attributi, se non c’è, non cambia nulla, poiché il caos e la morte basteranno a se stessi fino alla consumazione dei secoli. Non ha importanza quello che si incensa, SI È VITTIME DELLA CADUCITÀ E DELLA DISSOLUZIONE, qualsiasi cosa si adori non si eviterà nulla, i buoni e i cattivi hanno un solo destino, un unico abisso accoglie i santi e i mostri, L’IDEA DI GIUSTO E DI INGIUSTO NON È MAI STATA ALTRO CHE UN DELIRIO, AL QUALE CI APPIGLIAMO PER RAGIONI DI CONVENIENZA. IN VERITÀ, L’ORIGINE DELLE IDEE RELIGIOSE E MORALI È NELL’UOMO, CERCARLA FUORI DELL’UOMO È UN NONSENSO, L’UOMO È UN ANIMALE METAFISICO, IL QUALE VORREBBE CHE L'UNIVERSO ESISTESSE SOLO PER LUI, MA L’UNIVERSO LO IGNORA, E L’UOMO SI CONSOLA DI QUESTA INDIFFERENZA POPOLANDO LO SPAZIO DI DÈI, DÈI FATTI A SUA IMMAGINE. SICCHÉ RIUSCIAMO A VIVERE ACCONTENTANDOCI DI PRINCIPI VUOTI, MA QUESTI PRINCÌPI COSÌ BELLI E COSÌ CONSOLANTI CADONO NEL NULLA QUANDO CI SI APRONO GLI OCCHI SULLA MORTE E SUL CAOS DA CUI VIVIAMO AVVOLTI, IN COSTANTE PERICOLO. LA FEDE NON È CHE UNA VANITÀ TRA LE ALTRE E L'ARTE DI INGANNARE L'UOMO SULLA NATURA DEL MONDO.
LA NATURA DEL MONDO È L'ASSOLUTA INDIFFERENZA, e dovere del filosofo è quanto meno essere simile alla natura del mondo, continuando a essere l'uomo che non potrà smettere di essere: la coerenza, la misura e l’obiettività hanno questo prezzo. Tutti i problemi sarebbero risolti con l’obiettività, la misura e la coerenza, ma poiché la maggior parte degli uomini ne è incapace, tutti i problemi restano insolubili, la catastrofe sarà sempre l’unica scuola in cui gli indegni riceveranno l'insegnamento che la stupidità e la follia meritano loro. Non possiamo tramutare i sonnambuli in veggenti né far assaporare la luce a questi ciechi dalla nascita, LA LEGGE DELL’ORDINE VUOLE CHE LA MASSA DI PERDIZIONE NON SIA SALVATA E CHE SI CONSOLI DELLA PROPRIA ROVINA PROCREANDO A PERDIFIATO, PER POTER ESSERE SMISURATA E FORNIRE INSTANCABILMENTE UN ESERCITO DI VITTIME. Noi intravediamo quello che ci attende e regoliamo la nostra condotta in base a quello che gli occhi ci insegnano, avvertendo altresì che i mortali, per la maggior parte, non capiscono nulla ed escono dal loro sogno solo per piombare nella disperazione, poiché non hanno altra legge se non quella di subire ciò che non comprendono.
L’ora degli esorcismi e delle congiure è tra scorsa; qualunque cosa accada, è trascorso il tempo della preghiera. Le nostre religioni non ci servono più a nulla e i credenti non hanno più motivo di esistere, giacché le prime ci ingannano sulla nostra evidenza e i secondi non ripenseranno il mondo: ma se il mondo che abitiamo non viene ripensato, noi non vi dureremo tre generazioni di più, non possiamo ingannarci per tre generazioni di seguito sulla nostra evidenza.
ALBERT CARACO (1919 – 1971), “Breviario del caos”, trad. di Tea Turolla, Adelphi, Milano 1998 (II ed. ottobre 1998, I ed. maggio 1998), pp. 23 – 25.


“ Sʼil est un Dieu, le chaos et la mort figureront au nombre de Ses attributs, s’il n’en est point, cela revient au même, le chaos et la mort se suffisant jusqu’à la consommation des âges. N’importe ce que l’on encense, on est la proie de l’ombre et de la dissolution, n’importe ce que l’on adore, on n’évitera rien, les bons et les méchants n’ont qu’une destinée, un seul abîme accueille les saints et les monstres, l’idée du juste et de l’injustice n’a jamais été qu’un délire, auquel nous sommes attachés pour des raisons de convenance.
En vérité, la source des idées religieuses et morales est en l’homme, la chercher hors de l’homme est un non-sens, l’homme est un animal métaphysique et qui voudrait que l'univers n’existât que pour lui, mais l’univers l'ignore et l’homme se console de cette ignorance en peuplant l’étendue de dieux, dieux faits à son image. Ainsi nous parvenons à vivre en nous payant de raisons creuses, mais ces raisons si belles et si consolantes tombent à rien, quand nos yeux s’ouvrent sur la mort et le chaos, dont nous vivons enveloppés et toujours menacés. La foi n'est qu’une vanité parmi les vanités et l’art de tromper l’homme sur la nature de ce monde.
Car la nature de ce monde est l’absolue indifférence et c'est encore le devoir du philosophe que de ressembler à la nature de ce monde, sans laisser d’être l'homme qu’il ne pourra cesser d’être: la cohérence, la mesure et l’objectivité sont à ce prix.
Tous les problèmes seraient résolus par l’objectivité, la mesure et la cohérence, mais comme la plupart des hommes en sont incapables, tous les problèmes restent insolubles, la catastrophe est à jamais la seule école où les indignes recevront l’enseignement que la sottise et que la folie leur méritent.
Nous ne pouvons changer les somnambules en voyants ni faire goûter la lumière à ces aveugles de naissance, la loi de l’ordre est que la masse de perdition ne sera pas sauvée et qu'elle se console de sa perte en engendrant à perdre haleine, afin d’être innombrable et de fournir sans lassitude une légion de victimes. Nous entrevoyons ce qui nous attend et nous réglons notre conduite sur ce que nos yeux nous
enseignent, mais cʼest en éprouvant aussi que la plupart des mortels ne discernent rien et quʼils ne
sortent de leur rêve que pour tomber dans le désespoir, eux qui n’ont d'autre loi que de subir ce qu’ils n’entendent.
Lʼheure des exorcismes et des conjurations, elle est passée; quoi qu’il arrive, il est passé, le temps de la prière. Nos religions ne nous servent plus de rien et les croyants n’ont plus de raison d’être, car les premières nous égarent sur notre évidence et les seconds ne repenseront pas le monde: or, si le monde, que nous habitons, n’est repensé, nous n’y subsisterons trois générations de plus, nous ne pouvons nous égarer trois générations de suite sur notre évidence.”

ALBERT CARACO, “Le bréviaire du chaos”, L’Age d’Homme, Lausanne 1982, pp. 20 – 22.

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