lunedì 17 marzo 2014

Stalin. È noto ad ogni leninista, purché sia un vero leninista, che il livellamento nel campo dei bisogni e delle condizioni di vita private è un'assurdità reazionaria da piccoli borghesi, degna di una qualche setta primitiva di asceti, ma non di una società socialistica organizzata marxisticamente, poiché non si può esigere che tutti gli uomini abbiano bisogni e gusti perfettamente uguali, che tutti gli uomini quanto al loro tenore di vita privata vivano secondo un unico modello

La guerra è la prosecuzione della politica
Von Clausewitz

La politica è la prosecuzione della guerra
Foucault


"[Tito a Stalin] Smettila di mandare persone ad uccidermi. Ne abbiamo già catturati cinque, di cui uno con una bomba e uno con un fucile. Se non la smetti di mandarmi sicari, ne manderò io uno a Mosca, e non avrò bisogno di mandarne un secondo."
(messaggio trovato fra gli effetti personali di Stalin; citato in Robert Service, "Stalin: A Biography")

Questa guerra non è come nel passato; chi occupa un territorio impone anche il proprio sistema sociale. Ognuno impone il proprio sistema nella misura in cui il suo esercito ha il potere di farlo. Non può essere altrimenti. Se ora non c'è un governo comunista a Parigi, questo è solamente dovuto al fatto che la Russia non ha un esercito in grado di raggiungere Parigi nel 1945.
Stalin, detto a Tito nell'aprile del 1945


LA DEMOCRAZIA È IMPOSSIBILE NEL CAPITALISMO (STALIN)
"Non c'è e non può esservi, in regime capitalistico, un'effettiva partecipazione delle masse sfruttate all'amministrazione del paese, perchè nei paesi più democratici i governi sono installati non dal popolo, ma dai Rotschild e dagli Stinnes, dai Rockefeller e dai Morgan. In regime capitalistico, la democrazia è una democrazia capitalistica; è la democrazia della minoranza sfruttatrice, basata sulla limitazione dei diritti della maggioranza sfruttata e diretta contro questa maggioranza." 
Stalin


SOCIALISMO NON È UGUAGLIANZA DEI SALARI (STALIN)
"È noto ad ogni leninista, purché sia un vero leninista, che il livellamento nel campo dei bisogni e delle condizioni di vita private è un'assurdità reazionaria da piccoli borghesi, degna di una qualche setta primitiva di asceti, ma non di una società socialistica organizzata marxisticamente, poiché non si può esigere che tutti gli uomini abbiano bisogni e gusti perfettamente uguali, che tutti gli uomini quanto al loro tenore di vita privata vivano secondo un unico modello."
Stalin, dal rapporto al XVII Congresso del Partito bolscevico, 26-1-1934


ANARCHISMO O MARXISMO?
"Marxismo e anarchismo sono fondati su princìpi completamente diversi, nonostante che entrambi si presentino sul terreno della lotta sotto la bandiera socialista. Pietra angolare dell'anarchismo è l'individuo, la cui liberazione sarebbe la condizione principale della liberazione della massa, della collettività. Secondo l'anarchismo, è impossibile la liberazione della massa finché non sarà liberato l'individuo; per cui la sua parola d'ordine è : «tutto per l'individuo». Pietra angolare del marxismo è invece la massa, la cui liberazione sarebbe la condizione principale della liberazione dell'individuo. Cioè, secondo il marxismo, la liberazione dell'individuo è impossibile finché non sarà liberata la massa; per cui la sua parola d'ordine è: «tutto per la massa».  
E' chiaro che noi abbiamo qui due principi i quali si negano a vicenda, e non soltanto dissensi tattici."
Josif Stalin, da "Anarchia o socialismo?"


L'anarchismo è la dottrina che teorizza la lotta per abolire ogni ordine e autorità politica e sostituirvi la libertà dell’individuo; in particolare si contrappone all’idea di Stato. Tra i più noti teorici dell’anarchismo, il francese Proudhon, il tedesco Stirner, il russo Bakunin. Per gli anarchici il rifiuto dell’autorità è completo e si riferisce a qualsiasi organizzazione statale; lo Stato è considerato una forma di tirannide, per cui viene giustificato il ricorso a una strategia di violenza che abbia per fine il suo abbattimento; chiunque detenga il potere è oppressore, e l’oppresso che si sostituisce all’oppressore diventa egli stesso tiranno.
Marx polemizzerà con Bakunin accusandolo di ignorare le cause delle trasformazioni sociali e della rivoluzione proletaria, cioè le condizioni economiche della rivoluzione. 
Scriveva Engels a Cuno nel 1872:
«Mentre la grande massa degli operai socialdemocratici sono, insieme con noi, dell’opinione che il potere statale non è altro che l’organizzazione che le classi dominanti – proprietari fondiari e capitalisti – si sono dati per difendere i loro privilegi sociali, Bakunin afferma che lo stato ha creato il capitale, che il capitalista ha il suo capitale solo per grazia dello stato. Poiché dunque lo stato è il male principale, si deve prima di tutto sopprimere lo stato, e allora il capitale se ne andrà al diavolo da solo. Noi invece diciamo il contrario: distruggete il capitale, l’appropriazione di tutti i mezzi di produzione da parte di pochi, e lo stato cadrà da sé» 
Marx & Engels, Contro l’anarchismo, pp. 60-61

Da questa concezione dello stato deriva la predicazione di Bakunin contro la partecipazione alle elezioni da parte della classe operaia, che avrà un esito nefasto soprattutto in Spagna durante l’insurrezione del 1873.

Attualmente esistono correnti anarchiche collegate sul piano internazionale, ma il loro peso politico è di scarso rilievo.



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