'...Tutte quelle repubbliche o principati dei quali ho cognizione per studio della storia o perché io li ho veduti, mi pare che puzzino di tirannide. Né è da meravigliarsi che in Firenze spesso si è vissuto in partiti e fazioni, dove è sorto uno che si è fatto capo della città, perché è una città molto popolata, e ci sono molti cittadini che devono partecipare agli utili, e ci sono pochi guadagni da distribuire; e però sempre una parte ha governato e ha avuto onori e utili, mentre l'altra è stata in disparte a osservare. Faccio degli esempi per dire con franchezza che tutti i governi sono tirannici: piglia il regno di Francia, e fai conto che vi sia un re perfettissimo, non è forse una grande tirannìa il fatto che i nobili abbiano le armi e gli altri no? Che non debbano pagare alcuna gabella, mentre tutte le spese sono a carico dei poveri villani? Che vi siano tribunali nei quali le liti durano così tanto che i poveri non possono mai avere giustizia? Che in molte città vi siano uffici religiosi ricchissimi dei quali quelli che non sono nobili sono esclusi? Ma vieni alle repubbliche e piglia quella veneta, la quale è durata più di tutte: non è forse una tirannìa il fatto che vi siano tremila persone che ne tengono sottoposte più di centomila? E che a nessun popolano sia data la facoltà di diventatre ricco? Contro i ricchi, nelle cause civili, non si trova giustizia, e in quelle penali i poveri sono battuti, mentre i nobili sono riguardati...'
Francesco Vettori, ambasciatore della repubblica fiorentina, 1528 circa
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