giovedì 5 novembre 2015

Toynbee. Uno dei mali della civiltà: le guerre. Fin dall’alba della civiltà, l’istituzione principale dell’Uomo è stata rappresentata dagli stati – al plurale, appunto, non al singolare, perché a tutt’oggi non è mai esistito un unico stato che abbracciasse tutta intera una generazione di viventi su tutto il globo.


Arnold Joseph Toynbee.
- Uno dei mali della civiltà: le guerre -
“Fin dall’alba della civiltà, l’istituzione principale dell’Uomo è stata rappresentata dagli stati – al plurale, appunto, non al singolare, perché a tutt’oggi non è mai esistito un unico stato che abbracciasse tutta intera una generazione di viventi su tutto il globo. Si sono invece avuti sempre numerosi stati coesistenti l’uno accanto all’altro e, a differenza dei gruppi paleolitici e delle comunità di villaggio neolitiche, gli stati dell’era civile non sono rimasti isolati l’uno dall’altro, ma anzi si sono scontrati, e queste collisioni hanno portato alle guerre, uno dei mali della civiltà.”
ARNOLD JOSEPH TOYNBEE (1889 – 1975), “Il racconto dell’uomo” (1976), traduzione di Davide Bigalli, Garzanti, Milano 1992 (III ed., I ed. 1977), 82 ‘1973: uno sguardo retrospettivo’, p. 599.


“Since the dawn of civilization, Man’s master institution has been states — in the plural, not in the singular; for, to date, there has never been one single state embracing the whole living generation of mankind all round the globe. There has always been a multitude of states coexisting side by side, and, unlike the Palaeolithic bands and the Neolithic village-communities, the states of the Age of the Civilizations have not been insulated from each other; they have collided with each other, and their collisions have precipitated the wars that have been one of the maladies of civilization.”
ARNOLD JOSEPH TOYNBEE, “Mankind and Mother. A narrative History of the World”, Oxford University Press, New York and London 1976 (I ed.), Chapter [82] ‘A Retrospect in 1973’, p. 592.




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