La didattica per i dsa, una didattica per tutta la classe.
Pubblicato da Dott.ssa Eleonora Aratain DSA -
Disturbi Specifici dell'Apprendimento · 17/11/2015 18:50:00
Perché un apprendimento sia consolidato a lungo termine, è necessario sfruttare tutte le abilità che un alunno può "mettere in campo"!
Dott.ssa Eleonora Aratain
Le classi, in media, sono gruppi di circa 20 alunni.
L'insegnante, spesso, si trova davanti un gruppo classe che ha al suo interno uno o più studenti con varie difficoltà, per cui è necessario intervenire in modo specifico modificando il metodo di insegnamento.
La domanda è: l'utilizzo di una didattica specifica è utile solo a chi ha delle difficoltà certificate o può avere ripercussioni positive su tutto il gruppo classe?
I dubbi e le preoccupazioni degli insegnanti spesso sono creare due programmi paralleli, che rispettino i tempi di apprendimento di ogni componente della classe, oppure (capita anche questo) "sacrificare" alcuni alunni, dovendo rispettare i tempi imposti dai programmi ministeriali.
Sembra esserci quindi un problema di tempo:
Tempo per l'apprendimento ≠ Tempo dei programmi imposti alla scuola!
QUALE METODO?
La didattica tradizionale prevede che venga trattato il tema oggetto della lezione e successivamente si effettuino delle prove di verifica dell'apprendimento, scritte (risposta aperta, risposta multipla, vero/falso) o orali. Questo modo di operare promuove, però, lo sviluppo delle sole capacità applicative.
Perché un apprendimento sia consolidato a lungo termine, è necessario sfruttare tutte le abilità che un alunno può "mettere in campo": il pensiero logico-deduttivo, l'analisi del testo, le abilità di confronto, il giudizio rispetto a ciò che si legge e ciò che già si conosce.
Un tipo di didattica, adeguata alle difficoltà mostrate da studenti con DSA, in realtà può avere un impatto importante sulla qualità dell'apprendimento di tutta la classe.
LA PROSPETTIVA PROATTIVA.
Questo metodo didattico ha l'obiettivo di costruire capacità, più che di misurarle.
La valutazione diventa parte integrante della didattica. Stimoliamo lo studente a elaborare informazioni precedentemente apprese, per rispondere a quesiti che non sono ancora stati spiegati. Questo modo di ragionare sarà poi utile ed esportabile in diversi contesti, da quello lavorativo a situazioni che richiedono competenze di problem solving, dove non è previsto un trasferimento di conoscenza precedente all'esecuzione del compito.
Come si procede:
1. Mostrare alla classe la prova con cui saranno verificate le loro conoscenze, interrogandola su cosa risponderebbero partendo dalle conoscenze di base che possiedono;
2. Spiegare l'argomento oggetto della lezione tenendo conto delle conoscenze già possedute dalla classe e discusse in precedenza (punto 1);
3. Riproporre la prova di apprendimento discussa inizialmente, dopo che lo studente avrà effettuato lo studio a casa.
Questa prospettiva permette:
- allo studente di prepararsi ai nuovi apprendimenti, sviluppando le capacità di ragionamento e pensiero;
- all'insegnante di orientare la didattica, utilizzando il tempo disponibile per fornire alla classe conoscenze e abilità nuove, che gli studenti da soli non potrebbero sviluppare.
Una prospettiva proattiva permette all’insegnante di individuare qual è la zona di sviluppo prossimale della sua classe.
LA ZONA DI SVILUPPO PROSSIMALE.
http://www.arataeleonora.it/blog/index.php?id=lj0m9030
Nessun commento:
Posta un commento